il GRILLO parlante
per un'informazione equa e solidale nell'Est veronese
 
supplemento a "la Voce Civica", Aut.Trib.VR n.1215 del 27 maggio 1996 - Direttore Responsabile: Amedeo Tosi

Se schiacciate una formica, tutte le formiche verranno a mordervi (proverbio Pigmei - Gabon)   

 
Appuntamenti da non perdere
 
 
 
04/2/01 Montecchio Maggiore (VI) - Film in lingua originale
 
L'associazione ricreativa-culturale "Quisidanza Querido Perù" propone una pellicola video in lingua originale presso la sala dell'Associazione (via Puccini, 6 - Alte Ceccato di Montecchio Maggiore). Il film proiettato sarà: "LA NOCHE DE LOS LAPICES", di Hector Olivera - Argentina 1986  (101 minuti). Erano giovani studenti. Furono violentati, torturati, fucilati. Sono un esempio di dignità e coraggio. La pellicola simbolo della tragedia dei DESAPARECIDOS. Per informazioni: “QUISIDANZA QUERIDO PERU’” 0347/5348030.
 

09/2/01 Vicenza - ENTI LOCALI E SOCIETA' CIVILE

L'Associazione "Libera Veneto", l'Assessorato all'Istruzione della Provincia di Vicenza, l'Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Vicenza e la Società Generale di Mutuo Soccorso (sgms@sgms.it) organizzano, all'interno del palinsesto di incontri dal titolo: "Costruire la legalità nel terzo millennio", un incontro sul tema: "La Corruzione", con Vittorio Borraccetti (Segretario Nazionale di Magistratura Democratica, ndr). L'appuntamento si terrà venerdì 9 febbraio 2001, ore 20,30 presso l'Auditorium I.T.G. "Canova", Viale Astichello 195 - Vicenza (ingresso gratuito). I prossimi incontri del palinsesto saranno comunicati nei successivi numeri de "il GRILLO parlante".
 
 
11/2/01 Colognola ai Colli (VR) - RICORDO DI PADRE DAVID MARIA TUROLDO
 
Domenica 11 febbraio 2001, dalle ore 18 alle 19,30 presso la Chiesa romanica di Pieve di Colognola ai Colli (VR) si terrà un incontro in memoria di padre David Maria Turoldo, a nove anni dalla morte.
DAVID MARIA TUROLDO e nato a Coderno del Friuli nel 1916. Ordinato sacerdote, frate dei Servi di Maria, nel 1940; ha partecipato alla Resistenza con il giornale clandestino "L'uomo". Con padre Camillo De Piaz ha dato vita al centro culturale "Corsia dei Servi". Per circa trent'anni è stato priore e parroco dell'abbazia di S. Egidio a Fontanella, frazione di Sotto il Monte, paese natale di Papa Giovanni XXIII; qui ha diretto il Centro di Studi ecumenici. E' autore di un numero notevole di opere, prevalentemente di poesia; dall'iniziale "Io non ho mani" (Bompiani 1948), ai successivi "La terra non sarà distrutta" (Garzanti 1951), "Udii una voce" (Mondadori 1952), "Se tu non riappari" (Mondadori 1963). Opere drammaturgiche come "La passione di San Lorenzo" (1978), un film "Gli ultimi" (1962) con la consulenza di Pier Paolo Pasolini. Tra le opere recenti: "Il sesto angelo" (Oscar Mondadori 1976), "Lo scandalo dello speranza" (Benvenuto 1978), "O sensi miei" (Rizzoli 1990), "Canti ultimi" (Garzanti 1991). A Milano il 21 novembre 1991 ha ricevuto il premio "Lazzati"; in quell'occasione, l'ultima solenne della sua vita, il cardinale Martini gli ebbe a chiedere scusa delle incomprensioni della Chiesa nel passato, dichiarando la sua una delle "voci profetiche" dell'età contemporanea. Dopo aver lottato con la malattia David Maria Turoldo si è spento la mattina di giovedì 6 febbraio 1992. Al termine della messa domenicale del 2 febbraio aveva, però, salutato i fedeli dicendo che "la vita non finisce mai".
 

MASSMEDIA e TAM TAM vari
 
 
Le indagini "dal basso" di AltrEconomia ( www.altreconomia.it )
 
Cari lettori di AltrEconomia, (o almeno quelli che avete aderito all'idea di Andrea Avogadro di stare dentro un gruppo mail chiamato
lettori@altreconomia.it), sono di ritorno da un incontro con Francuccio Gesualdi per tentare di disegnare, alla vigilia di Porto Alegre, il futuro della rivista. E proprio adesso Isa dalla segreteria mi annuncia che abbiamo superato quota 5mila abbonati (sapete, ci avevo scommesso una pizza, quindi la notizia non mi lascia del tutto indifferente...). Insomma, si cresce. Ma non è per questo che utilizzo il canale di lettori@altreconomia.it. Piuttosto per coinvolgervi su alcuni temi che vorremmo affrontare nei prossimi numeri e sui quali vi chiediamo spunti, suggerimenti (magari che prendono vita dalla vostra situazione locale), riferimenti di esperti con i quali andare sul sicuro ( che non siano del solito giro): insomma, notizie (se credo che siano tantissime) che non sono ancora entrate nel circuito dei media o di internet. Ecco qui la prima lista (che conto di aggiornare mese per mese): 1) Un gruppo di comuni tra Brescia e Bergamo si sono consorziati (molti anni fa) e adesso comprano 5 piccole centrali elettriche. Così, proprio mentre a livello centrale si dà il via alla privatizzazioni delle centrali elettriche, sul territorio si va in controtendenza... Esistono altri esempi di questo genere? Studi? E già che ci siamo: i vostri comuni (o le vostre regioni)  fanno qualcosa in tema di energie alternative (per esempio energia solare o eolica)?
2) Ci stiamo occupando di rifiuti e riciclaggio. Sul numero di febbraio troverete un servizio sul riciclaggio del legno. Prossimamente vorremmo occuparci di carta. Moltissima della carta che gira come "riciclata" in effetti lo è solo in parte. Esiste, per quel che sappiamo, soltanto una cartiera in Italia che produce carta riciclata al 100 per cento. Avete notizia di altro? E poi: ci sono organizzazioni che hanno fatto scelte "radicali" (per esempio: Wwf e Legambiente usano carta riciclata per tutti i loro stampati, che non sono pochi, o ci sono uffici che utilizzano solo carta riciclata al loro interno, o che sarebbero disponibili a farlo?). Ancora: come funziona la raccolta differenziata (di carta ma non solo) nelle vostre realtà? Ci sono esperienze pilota, scelte particolarmente brillanti che volete segnalarci? Avete dati su quanto "rende" la raccolta differenziata di carta?
Mi fermo qui per il momento. Vi segnalo che sempre sul numero di febbraio troverete la notizia della "campagna" banche trasparenti: il Centro nuovo modello di sviluppo ha iniziato infatti la raccolta dati sugli 800 e passa istituti bancari italiani. E chiede a tutto coloro che hanno informazioni (per esempio: la vostra banca finanzia industrie belliche? O ha sedi in paradisi fiscali?....) di fargliele avere. Ma leggendo AltrEconomia capirete meglio di che cosa si tratta. Infine, un altro nodo: aprile o maggio che sia, andremo a votare per le elezioni politiche. Credo che sarà un tema da affrontare insieme per capire quali politiche economiche e sociali ci aspettano, se esiste un'alternativa... Se volete potete "allungarci" idee su come trattare il tema.
Spero di non essere stata troppo lunga. (Miriam Giovanzana, AltrEconomia - infoaltreco@libero.it )
 
 
 
Porto Alegre e Davos... sono su Carta e su www.carta.org

Carissimi, scusate l'intrusione, ma forse questa segnalazione può esservi utile. Sul Forum sociale mondiale di Porto Alegre, in Brasile, e sulle proteste contro il Forum economico mondiale a Davos, in Svizzera, sul sito www.carta.org si potranno trovare, dal 25 al 30 gennaio, un notiziario no stop, commenti, interviste e documentazione. Una équipe di quattro redattori si trasferirà infatti nella città brasiliana per tutta la durata del Forum, mentre i nostri "corrispondenti di strada" informeranno minuto per minuto dalla città svizzera. In più, il mensile Carta, in edicola [acquistabile con il manifesto] da martedì 30 gennaio a venerdì 2 febbraio, è a sua volta dedicato in gran parte al paese che ospita il Forum, il Brasile dei grandi movimenti sociali. Contiene, tra l'altro, una ampia intervista al sindaco di Porto Alegre, Tarso Genro, e un articolo del leader del Movimento Sem Terra, Joao-Pedro Stedile.
Sul mensile si trovano anche molte pagine dedicate al viaggio degli zapatisti a Città del Messico, con un dialogo tra il subcomandante Marcos e lo scrittore Carlos Monsivais; un¹inchiesta sulle "forze dell'ordine" dopo l'attentato al manifesto, i fatti di Roma in occasione della visita di Haider, ecc.; un'indagine su come Genova viene preparata al G8 di luglio; un'intervista al regista de "I cento passi", Marco Tullio Giordana, e molto altro. Grazie per l¹attenzione. (Carta)
 


 
INFORMAZIONI, RIFLESSIONI & OPINIONI
 

"Cara Sironi, la nonviolenza è una cosa seria!"

Cara Sindaca, in una lettera inviata ai Consiglieri Comunali, sulla scia delle polemiche seguite alla trasmissione televisiva Sciuscià, proponi come "protesta non violenta di legittima difesa, il boicottaggio del canone Rai". Permettimi alcune pacate considerazioni. Condivido con te l'idea che la trasmissione di Santoro è stata faziosa e parziale.  Faziosa, perché, ad esempio, ha mostrato il "castello" dei Comboniani e le proprietà del Don Mazza, senza accennare alle benemerite iniziative dei missionari in Africa (penso a Padre Alex Zanotelli) e all'opera socio-educativa degli istituti mazziani, tanto stimati da tutti i veronesi. Parziale perché ha offerto un  palcoscenico nazionale ad un personaggio folcloristico, che rappresenta solo se stesso, come il signor Maurizio Ruggero. Permettimi di dire, senza falsa modestia, che ritengo di avere molti più titoli di Ruggero (se non altro per il consenso elettorale sempre ricevuto dai veronesi) per essere intervistato, non tanto sulle mie idee, ma sui venticinque anni di iniziative pacifiste, ambientaliste, nonviolente, realizzate a Verona. Eppure, ogni volta che Santoro viene a Verona, offre ampio spazio ai quattro cattolici tradizionalisti, ed ignora i tanti gruppi del mondo pacifista e nonviolento scaligero (Pax Christi, Movimento Nonviolento, Rete Radiè Resch, Lega Obiettori di Coscienza, Azione nonviolenta, ecc.). Verona, come tutte le città, è una realtà complessa e articolata, ma a Santoro interessava solo mettere in evidenza la parte estremista e xenofoba (che pure esiste), nascondendo invece la ricchissima realtà sociale e solidale sia del mondo laico che di quello cattolico esistente nella nostra città. E' stato fatto, quindi, del giornalismo mediocre, sono d'accordo. D'altra parte un buon giornalismo, serio, approfondito, davvero alla ricerca della verità, difficilmente trova spazio, sia in Rai, che in Mediaset. E' fisiologico. Qualche buon programma esiste, certo, ma lo si vede più facilmente a notte fonda che in prima serata, dove conta l'audience e la spettacolarizzazione (non dimentichiamo che chi paga sono gli spot delle pause pubblicitarie.).  Dunque, perché stupirsi? E perché chiedere la dissociazione solo da Santoro (che, come tutti gli altri giornalisti VIP della televisione prende uno stipendio dieci volte superiore a quello dei deputati, ma nessuno lo dice e non ci si scandalizza!)? Significa forse che altre trasmissione (queste sì, solo spazzatura) come i quiz e i varietà, vanno bene e sono consigliabili?  Dici che Sciuscià ha infangato Verona. Ma cosa dire, allora, dei tifosi razzisti della curva sud, o delle frodi alimentari che hanno determinato "mucca pazza" proprio nella nostra provincia? Cerchiamo di dare il giusto peso alle cose, e non enfatizziamo troppo una trasmissione, di cui fra tre giorni nessuno si ricorderà più (mentre il razzismo e la mucca pazza, purtroppo, resteranno). E veniamo alla nonviolenza. Proponi il boicottaggio del canone. Sinceramente mi pare un'idea fuori misura. Non tanto per il suggerimento della disobbedienza civile (io la applico ogni anno, non pagando le tasse per le spese militari, e accettando di subire poi il pignoramento di beni personali), quanto per la posta in gioco. La nonviolenza (che è una cosa seria, come ci ha insegnato Gandhi), con le sue tecniche di resistenza passiva, di boicottaggio, o di disobbedienza civile, si dovrebbe applicare a fatti sostanziali: contro le multinazionali che sfruttano popoli e paesi interi, contro la manipolazione genetica, contro chi costruisce armi sempre più micidiali, contro chi butta le bombe all'uranio impoverito o sfrutta il lavoro minorile. insomma, la nonviolenza lasciamola a cause un po' più serie della trasmissione di Santoro. Se poi vuoi fare una battaglia contro la televisione, che addormenta le coscienze, io sarò il primo al tuo fianco. Ma spingiti più in là: disdire il canone e buttare via la televisione (non in discarica, ma negli appositi centri di riciclaggio), consigliando a tutti i veronesi di passare le serate leggendo qualche bel libro, magari i classici, da Tolstoj a Manzoni, da Leopardi a Omero. Non pensi che sarebbe, questa sì, una battaglia culturale meritoria?

Mao Valpiana
(Verdi della Colomba)


Da "RETE RADIE' RESCH" Associazione di Solidarietà Internazionale (Gruppo di Verona)

Cari amici,  il 27 gennaio è stato dichiarato con legge dallo Stato italiano “giornata della memoria”, per ricordare ogni anno lo sterminio degli ebrei nei lager (il giorno è quello della liberazione di Auschwitz). Credo che anche noi, legati alla solidarietà internazionale, siamo interessati e partecipiamo a questa memoria, perché vogliamo sempre sapere cosa è successo e per quali cause, per combattere l’ingiustizia e la violenza. Degli ebrei, dei deportati politici e delle altre minoranze, sterminati nei lager nazisti, possiamo solo fare vigorosa memoria, e invitiamo tutti a farla; ma per chi subisce oggi ingiustizia e violenza vogliamo agire in modo più concreto: vogliamo cambiare il mondo mutando un po’ noi stessi e aiutando a modificare la situazione  di chi è debole e non ha i mezzi per reagire ai soprusi. Così la Rete si interessa di Brasile, di Guatemala, di Palestina, di Perù e di Africa, vuole ascoltare i testimoni dei genocidi, da Haiti, dal Cile, dall’Argentina, perché nella conoscenza dei fatti, nell’amicizia delle persone e nei gesti di solidarietà concreta possano sbocciare veri fiori di liberazione.

Il viaggio in Guatemala organizzato dalla Rete di Verona si è concluso felicemente ed ha prodotto nuovi contatti e nuove amicizie. Abbiamo incontrato i 10 viaggiatori sabato 20.1, entusiasti delle persone conosciute e  già impegnati verso nuovi progetti. Parleremo di Guatemala e del viaggio anche nel Coordinamento Nazionale prossimo, e una relazione scritta sarà proposta nelle prossime comunicazioni, nelle lettere circolari e sul Notiziario. Padre Clemente sta cambiando parrocchia, perché si stanno riesumando i cadaveri dalle fosse comuni nella canonica di San Pedro Jocopilas, e si temono vendette dei militari e dei loro protetti. L’abbiamo sentito per telefono durante le vacanze natalizie, salutandolo e inviandogli gli auguri; verrà in Italia a maggio, e stiamo preparando con gli amici di Milano e di Colognola il suo viaggio e gli incontri.

In Guatemala il terremoto di gennaio ha prodotto spavento, più che danni. Non così in Salvador, devastato da questa nuova catastrofe che si è abbattuta sulle distruzioni lasciate dalla guerra e dal disastro economico conseguente, aggravato dalla dollarizzazione introdotta nel 2000 che ha raddoppiato il costo della vita. I dati dei molti morti, dispersi, feriti non riescono a descrivere abbastanza la gravità della situazione: sono parole di padre Rutilio Sanchez e di Mariella Tapella, dal Salvador, che chiedono urgenti aiuti. Le organizzazioni di base sono in piena emergenza, le strutture in buona parte distrutte, ed ora tutti cercano solo badili e bare per seppellire i morti. La “casa della pace” non può più riunire e formare artigiani, contadini, giovani, donne; i laboratori di artigianato sono distrutti o gravemente danneggiati; il Comitato statale di emergenza nazionale non riesce a dare risposte adeguate, inefficienza e corruzione impediscono che gli aiuti internazionali arrivino a chi ne ha realmente bisogno, la gente è abbandonata a sé stessa.

Altra situazione di grave emergenza è in Palestina, dove continuano gli scontri, sempre più violenti e sanguinosi, nella disinformazione assoluta dei media, tutti legati ad Israele. Un esempio per tutti è quello relativo alla presentazione su giornali e TV dei "coloni" israeliani che hanno apparenza di bravi agricoltori che coltivano razionalmente territori trascurati e desertici: gli insediamenti sono invece tutti di tipo militare, posizionati su ogni strada di collegamento per sorvegliare qualsiasi movimento dei palestinesi in casa loro; oltre a ciò, gli insediamenti controllano tutte le sorgenti di acqua, anch’essa amministrata così da Israele e dai suoi militari, in barba a qualsiasi risoluzione ONU. Quei coloni si lamentano perché non sono abbastanza difesi da Israele, quando al contrario sono loro gli occupanti, e possono permettersi qualsiasi sopruso sugli abitanti delle zone intorno.

Per parlare di tutto ciò e riprendere il nostro impegno concreto e politico nel nuovo anno, vi invitiamo ad un incontro di Rete locale che avrà luogo secondo tradizione alla Casa per la Nonviolenza, in via Spagna 8, vicino a San Zeno, mercoledì 7 febbraio 2001 alle ore 21. Per informazioni: dino.poli@itisferraris.inet.it

 
 
Nei casini cercando se stessi
DI GIANFRANCO BETTIN

Una corrente nera, da sempre, accompagna il prepotente sviluppo economico e produttivo del Nordest. Una corrente che, nel flusso di ricchezza creatosi, porta i lucrosi guadagni di diverse attività illegali, alcune delle quali tipicamente criminali. Questo lato d'ombra dello sviluppo, sempre negato dagli apologeti del "modello", ha talvolta accompagnato e addirittura provocato, o quantomeno accentuato, taluni mutamenti del costume, delle mentalità, degli stili di vita. E' noto, ad esempio, che, fin dall'inizio della loro diffusione, le droghe pesanti e in particolare l'eroina hanno trovato basi d'appoggio e circuiti di distribuzione paralleli ma anche intrecciati a quelli delle attività produttive e commerciali legali e che, anzi, i titolari di queste attività hanno a volte utilizzato la parte "nera" per garantirsi un'adeguata "accumulazione originaria" o un più ricco surplus di profitti. Questa compresenza dei due circuiti economici, legale e illegale, e la loro fusione, è stata confermata anche di recente da diverse indagini.
Un filone fresco, con tutte le caratteristiche tipiche dei più stagionati, è stato aperto da un'altra indagine della magistratura di Vicenza sull'attività delle cosiddette discoteche di "Lap Dance". Quattro distinti imprenditori veneti, "manager" di quello che potremmo chiamare, con Aldo Bonomi, il "distretto del piacere", esteso tra Veneto ed Emilia Romagna, sono stati arrestati, e più di altre trenta persone sono state denunciate nel quadro di una indagine sullo sfruttamento della prostituzione e della condizione di illegalità degli immigrati, in un'area che va dal Friuli all'Emilia, con una ventina di locali interessati e con il coinvolgimento della malavita ceka e ungherese.
A detta degli inquirenti, "un'organizzazione gerarchica e ramificata", con driver arruolati apposta per trasportare da e per i paesi d'oltre confine ragazze munite di visto turistico in realtà sfruttate nei locali non solo per ballare e per accogliere negli slip le "mille lire" che i clienti eccitati vi infilano ma, soprattutto, per prostituirsi a fine serata nel lato "privé" dei locali. Locali che stanno conoscendo un vero boom soprattutto nel ricco, viziato, frustrato Veneto. Dopo decenni di bigottismo, dopo il boom dei cinema a luci rosse e dei sexy shop, dopo l'entusiastico arrembaggio agli harem a cielo aperto, quasi sempre gestiti da racket ferocissimi che sono le strade della regione pullulanti di ragazze a buon mercato, ora la discoteca a base di "lap dance" con annesso postribolo è infatti l'ultimo grido. L'ultimo grido, anche, di un popolo di arricchiti, capace solo di comprarsi, con quel che ha nelle tasche, ciò che non ha più dentro di sé. (... di seguito leggere l'articolo sotto)

 
 
 
Tra i denunciati un uomo di Montecchia di Crosara
«Importano» donne da far prostituire
Sabato 20 Gennaio 2001 - L'Arena
 
Finte ballerine per un concorso di lap dance
 
 
 
di Alessandra Vaccari

C’è anche un veronese coinvolto nella mega inchiesta della guardia di Finanza di Vicenza che ha portato alla luce un vasto giro di prostituzione che aveva come paravento i circoli privati e i locali notturni in cui venivano eseguiti spettacoli di lap dance, (la danza molto sexy che di solito viene ballata strusciandosi seminude contro un palo, alle volte coinvolgendo anche il pubblico). La guardia di Finanza di Vicenza ha sgominato una ramificata associazione che sarebbe stata dedita al traffico di ragazze dell’Est, fatte passare per concorrenti di «Miss top lap dance international» e invece avviate alla prostituzione in locali notturni del nord Italia. I finanzieri hanno arrestato quattro persone e ne hanno denunciato altre 31 a conclusione dell’inchiesta coordinata dal procuratore vicentino Vartan Giacomelli, che ha sottolineato che comunque le giovani avevano la perfetta conoscenza del lavoro che avrebbero svolto una volta arrivate in Italia. La persona veronese denunciata abita a Montecchia di Crosara. Il reato che le viene contestato è quello di associazione a delinquere finalizzata all’introduzione di immigrati clandestini nel territorio italiano e sfruttamento della prostituzione. Compito dell’uomo era quello di portare le ragazze in Italia.
Il via all’inchiesta era stato dato tre mesi or sono. La guardia di Finanza s’era accorta di gruppi di ragazze che arrivavano dall’Est con permessi turistici e ha iniziato le intercettazioni telefoniche.
Il blitz che è stato realizzato l’altra notte, e ha visto la partecipazione di circa 200 finanzieri, è stato messo a segno in numerosi locali notturni del Veneto, della Lombardia, dell’Emilia Romagna e del Trentino. Negli ultimi due anni, soprattutto nel Veneto orientale c’è stato un proliferare considerevole di locali che stanno sul confine tra il lecito e l’illecito e dove spesso ci sono stati sospetti che vi fosse lo sfruttamento della prostituzione. Questi luoghi sono tra l’altro tutti molto frequentati.
Gli investigatori, secondo quanto si è appreso, hanno sequestrato ingenti beni ed espulso decine di extracomunitarie che dopo essere entrate in Italia con un visto turistico venivano prese e accompagnate in vari night club e locali notturni come protagoniste di spettacoli erotici, ma anche di prestazioni sessuali a pagamento. L’identificazione delle ragazze e la loro successiva espulsione è andata avanti anche durante tutta la giornata di ieri.
 
Domanda:
 
Perché il nostro quotidiano (l'Arena) quando si tratta di mettere i nomi delle persone lo mette solo quando c'e da far conoscere il biltz dei carabinieri che pescano i piccoli consumatori di cannabis che coltivano l'erba nel proprio orto?


PER NON DIMENTICARE
 
Hurbinek era un nulla, un figlio della morte, un figlio di Auschwitz. Dimostrava tre anni circa, nessuno sapeva niente di lui, non sapeva parlare e non aveva un nome: quel curioso nome, Hurbinek, gli era stato assegnato da noi, forse da una delle donne....Era paralizzato dalle reni in giù e aveva gambe atrofiche, sottili come stecchi.....La parola che gli mancava, che nessuno si era curato di insegnarli, il bisogno della parola, premeva con urgenza esplosiva......Hurbinek, che aveva tre anni e forse era nato a Auschwitz e non aveva mai visto un albero; Hurbinek, che aveva combattuto come un uomo, fino all'ultimo respiro, per conquistarsi l'entrata nel mondo degli uomini, da cui una potenza bestiale lo aveva bandito; Huribinek, il senza-nome, il cui minuscolo avambraccio era pure stato segnato con il tatuaggio di Auschwitz; Hurbinek morì ai primi giorni del marzo 1945, libero ma non redento. Nulla resta di lui: egli testimonia attraverso queste mie parole. (da "La tregua". Primo Levi. Einaudi)
 
 
"Zigeuner", l'invisibile Olocausto

di GIOVANNA BOURSIER

Il 27 gennaio 1945, quando le avanguardie della prima brigata ucraina al comando del maresciallo Konjev entrarono ad Auschwitz non trovarono traccia del lager degli zingari. Lo Zigeunerlager, infatti, era stato completamente distrutto sei mesi prima e tutti i prigionieri ancora in vita erano stati uccisi nelle camere a gas e nei forni crematori.
I rom e i sinti vittime del nazifascismo sono migliaia di uomini, donne e bambini massacrati nelle fucilazioni di massa delle Einsatzgruppen nei paesi dell'est, rinchiusi ovunque nei campi di concentramento, sterilizzati, seviziati negli esperimenti medici, morti di fame, di freddo, di fatica, assassinati nelle camere a gas e nei forni crematori. Tutti senza giustizia. Esclusi anche dai risarcimenti dovuti nel dopoguerra. La loro è infatti storia dimenticata, rimossa, offesa. Memoria storica cancellata ancora prima di essere scritta. Anche oggi, nel testo della legge italiana che istituisce il "Giorno della memoria", dove rom e sinti non sono nemmeno menzionati nonostante siano l'unico popolo, accanto a quello ebraico, vittima di una persecuzione razziale.
Per quanto infatti si cerchi di continuare a sostenere che i rom furono deportati come asociali, i documenti (e una dichiarazione del governo tedesco arrivata finalmente nel 1980) dimostrano inequivocabilmente che furono condannati in quanto razza inferiore. Per decenni si è scritto che furono nei lager come asociali e criminali, ma non si è detto - e non si è voluto dire - che la loro pericolosità era, secondo i canoni dell'ideologia nazifascista, motivata da ragioni genetiche, biologiche. I nazisti immaginarono addirittura un gene, il Wandertrieb, l'istinto al nomadismo, presente nel loro sangue, che ne determinava i comportamenti, ovviamente, precedendoli. Nel Terzo Reich gli zingari erano quindi considerati, con gli ebrei, "razza inferiore indegna di esistere". E, con gli ebrei, viaggiarono sui treni diretti allo sterminio. Arrivarono nei lager già nel 1936, a Dachau, e a Marzahn, un campo alla periferia di Berlino, allestito appositamente per loro in un ex discarica, in occasione delle grandi olimpiadi.
Lo sterminio dei rom venne programmato dai nazisti nel 1938 (anno della Notte dei cristalli, dell'Anschluss, della conferenza di Monaco), quando il ReichsfuhrerSS e capo della polizia tedesca Einrich Himmler divenne responsabile anche della "questione zingara". L'8 dicembre, in un decreto intitolato "Lotta alla piaga zingara", definì "la questione come razziale", da risolvere "nell'ambito del pensiero nazionalsocialista". Da allora in poi fu un susseguirsi continuo di leggi che attivarono ed esplicitarono i meccanismi della deportazione, come testimonia anche la risposta di Eichmann a chi, alla fine del 1939, gli chiedeva chiarimenti sull'organizzazione dei trasporti di zingari: "Mi pare - scriveva - che il metodo più semplice sia quello di agganciare a ciascuna tradotta di ebrei qualche vagone di zingari". Nello stesso periodo vennero enunciati anche tutti gli atti da compiere: schedatura della popolazione zingara del Reich, inchieste di biologia razziale e assegnazione di un certificato che indicasse, con colori diversi, il grado di "miscuglio razziale" di ogni individuo. Nell'aprile del 1940 un ulteriore decreto ordinò la deportazione immediata di 2.500 zingari dalle zone di confine del Reich alla Polonia. Il 7 agosto del 1941 vennero anche definite le etichette biologiche degli zingari, che li suddividevano in puri, e di sangue misto.
La soluzione finale venne decretata il 16 dicembre 1942 quando Himmler firmò l'ordine di internamento di tutti gli zingari nel campo di sterminio di Auschwitz. Lì furono rinchiusi in un settore speciale vicino al blocco dei crematori - lo Zigeunerlager, il lager BIIE di Birkenau - sul quale esiste una documentazione sufficiente a ricostruirne la storia, e la fine, la notte del 31 luglio 1944 quando tutti i prigionieri ancora in vita vennero condotti nelle camere a gas. Erano 4.000 persone. E furono almeno 23.000 i rom e i sinti morti solo ad Auschwitz.
Resta comunque molto difficile stabilire il numero totale delle vittime. Il mezzo milione delle cifre ufficiali non tiene conto di molti dati e sconta la carenza di documentazione sull'argomento. La negazione dei fatti ha permesso anche questo. E ha permesso di rimuovere una memoria importante. Promuoverla significa contribuire alla memoria collettiva assumendo anche la prospettiva di un popolo che ancora oggi vive in condizioni di emarginazione.


ZOOM ASSOCIAZIONI 
 
 
Si sta costituendo anche nella zona dell'Est veronese un gruppo de "Gli Amici della Bicicletta". In queste prime fasi di avvio sarà agganciato all'attività della sezione di Verona. Per ogni tipo di informazione in merito, e per adesioni contattare Marco Andrioli (San Bonifacio): adbsambo@tiscalinet.it . Di seguito presentiamo le finalità dell'Associazione.

 

Perchè la bicicletta?

OGNI GIORNO

Ci sono tante buone ragioni per usare, quando si può, la bicicletta al posto dell’automobile, causa di inquinamento e degrado delle nostre città.

Ambientali. Non inquina, è silenziosa, occupa poco spazio e facilità la socialità.

Energetiche. Non consuma carburante.

Economiche. Costa poco, nell’acquisto e nella manutenzione. Facendo i conti... conviene.

Pratiche. Nelle ore di punta si evitano le code e... si arriva prima.

Salutari. Andando in bici si è sempre in forma!

NEL TEMPO LIBERO

La bicicletta nel tempo libero è un mezzo per riscoprire la natura, il profumo dell'aria pulita, il silenzio, il vento tra i capelli, il gusto di sentire il nostro corpo muoversi e funzionare alla perfezione.....

Pedalando tranquillamente si impara a conoscere meglio il territorio che, se visitato muovendosi a ritmi più lenti, nasconde tanti tesori, piccoli ma interessanti particolari storici, naturalistici, ecc.

E, dopo aver esplorato la propria provincia, può venire la voglia di allargare gli orizzonti e affrontare un viaggio su due ruote, una vacanza in sella alla propria bicicletta....

Perchè gli "Amici della Bicicletta"?

PEDALARE IN CITTA'

In città molte persone non vanno in bicicletta perchè hanno paura; pedalare in mezzo alle auto non è piacevole.
Occorre realizzare una
“rete di piste ciclabili” per separare il più possibile il traffico a pedale da quello a motore o, a seconda dei casi, moderare la velocità degli autoveicoli (a vantaggio di tutti gli utenti della strada, specialmente i pedoni).
Utopie? Certamente no, reti capillari di piste ciclabili e seri provvedimenti di moderazione del traffico sono una realtà, ormai consolidata, in molte città europee.
I risultati? I cittadini usano meno l’auto, vanno più volentieri a piedi o in bicicletta, anche i bambini possono muoversi meglio in città e nei quartieri.

Gli Amici della Bicicletta si battono per tutto questo, con proposte concrete (e, se occorre, con proteste) rivolte soprattutto alle Amministrazioni Locali.
Nelle pagine successive puoi trovare molte notizie su questa attività.

TURISMO SU DUE RUOTE

E’ possibile pedalare tranquillamente, lontani dal traffico e dallo stress?
Certamente. Il nostro territorio è ricco di strade e stradine secondarie, poco frequentate dalle auto... un vero paradiso per i ciclisti.

Gli Amici della Bicicletta promuovono questa attività pubblicando e diffondendo mappe ed itinerari.
Inoltre organizzano gite e raduni (di grande successo).
E avanzano proposte affinchè le Amministrazioni Pubbliche predispongano la segnaletica stradale degli itinerari e realizzino percorsi cicloturistici in sede propria, specialmente con valenza naturalistica (sfruttando la viabilità secondaria caduta in disuso, come ad esempio gli argini dei fiumi o le alzaie dei canali).
Come già avviene in altri Paesi europei, la creazione di questi percorsi ciclabili potrebbe incentivare interessanti flussi turistici.

Chi siamo

Siamo tutti volontari; dedichiamo gratuitamente parte del nostro tempo libero all'associazione. Lo facciamo volentieri, soprattutto perchè crediamo nelle idee degli "Amici della Bicicletta", ma anche perchè ci si diverte e le soddisfazioni non mancano.....

Il Consiglio Direttivo di Verona 

Muzzolon Massimo (Presidente) - Costantini Laura (Vicepresidente) - Troiani Alessandro (Vicepresidente) - Gerosa Stefano (Segretario) - Di Puma Gaetano (Tesoriere)
Altri membri del Consiglio Direttivo: Bassi Otello, Cassandrini Luciano, Ferrari Nicoletta, Garonzi Lucio, Gerosa Paola, Libertà Danilo, Rinaldi Pino, Zenorini Annapia.

Lo Statuto

TITOLO I - DENOMINAZIONE - SEDE

Articolo 1
A norma dell'art. 36 e seguenti del codice Civile, è costituita un'associazione culturale denominata "AMICI DELLA BICICLETTA".

Articolo 2
L'associazione ha sede in Verona, in via Porta San Zeno 15/b.

TITOLO II - FINALITA' DELL'ASSOCIAZIONE

Articolo 3
L'associazione si ispira a principi di solidarietà, difesa dell'ambiente e nonviolenza. L'associazione non ha fini di lucro, opera per l'esclusivo soddisfacimento di interessi collettivi e la sua struttura è democratica. Si esclude l'esercizio di qualsiasi attività commerciale, che non sia svolta in maniera marginale e comunque ausiliaria e secondaria rispetto al perseguimento dello scopo sociale. L'associazione è regolata dal presente statuto ed agisce nei limiti del codice civile, delle leggi statali e regionali che regolano l'attività dell'associazionismo e del volontariato, nonchè dei principi generali dell'ordinamento.

Articolo 4
L'associazione ha le seguenti finalità:
1) promuovere e sviluppare la cultura e la pratica di un uso abituale della bicicletta quale mezzo di trasporto semplice, economico ed ecologico;
2) proporre la realizzazione di strutture, provvedimenti e politiche che facilitino ed incentivino la diffusione e l'uso della bicicletta;
3) proporre provvedimenti per la moderazione del traffico e per la sicurezza stradale, in particolare nei riguardi di ciclisti e pedoni; avanzare proposte per la risoluzione dei problemi legati alla mobilità e per lo sviluppo del trasporto collettivo; criticare i danni ambientali e sociali causati dall'uso smodato del mezzo privato a motore; promuovere un'azione culturale ed elaborare proposte concrete in tal senso;
4) promuovere iniziative e proporre la realizzazione di strutture idonee per un ambiente, sia naturale che urbano, più pulito, più vivibile e che favorisca le relazioni sociali; promuovere un'azione culturale ed elaborare proposte concrete in tal senso;
5) promuovere l'uso della bicicletta anche nel tempo libero, con modalità escursionistiche, per valorizzare gli aspetti culturali, ambientali e storici del territorio e, inoltre, come occasione di socializzazione tra le persone; organizzando in proprio, o promuovendo l'organizzazione da parte di altri enti o gruppi di soci, di manifestazioni, gite, raduni e viaggi in bicicletta; studiando, pubblicando o realizzando percorsi ed itinerari cicloturistici; promuovendo altre iniziative utili per realizzare tale finalità;
6) elaborare, autonomamente o su incarico di enti pubblici ed organismi privati, studi e ricerche, piani di fattibilità, progetti di percorsi ciclabili o altre strutture e provvedimenti utili per realizzare le finalità di cui ai punti precedenti;
7) organizzare convegni, mostre, corsi, attività di formazione professionale, attività culturali nelle scuole, progetti educativi scolastici ed extra-scolastici, produrre strumenti audiovisivi e multimediali, o quant'altro sia utile per favorire l'approfondimento tecnico o divulgare la conoscenza ad un più vasto pubblico di tutti gli argomenti relativi alle finalità dell'associazione;
8) edire e pubblicare la rivista Ruotalibera e altre pubblicazioni periodiche e non, utili per realizzare le finalità dell'associazione;
9) attuare alcuni servizi od agevolazioni ai propri Soci, o a quelli di associazioni collegate, in relazione all'uso abituale o escursionistico della bicicletta;
10) ottenere per i propri Soci, e per quelli di associazioni collegate, speciali facilitazioni ed agevolazioni da parte di altri enti, in relazione all'uso abituale o escursionistico della bicicletta;
11) favorire i propri Soci, e quelli di associazioni collegate, nell'acquisto di materiali e beni collegati all'attività istituzionale;
12) rifacendosi ai principi di cui all'articolo 3, cooperare con tutti coloro che, nei più svariati campi della vita culturale e sociale, operano in difesa della dignità umana, della pace, dell'ambiente e per la solidarietà tra gli uomini e i popoli.

Articolo 5
L'associazione aderisce alla Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB) e, tramite questa, all'European Cyclists' Federation (ECF). L'Associazione potrà compiere tutti gli atti e concludere tutte le operazioni necessarie e utili alla realizzazioni degli scopi sociali assumendo anche interessenze, partecipazioni, sotto qualsiasi forma in altre Associazioni od Enti, nazionali o esteri, che svolgano attività analoghe o accessorie all'attività sociale.

TITOLO III - SOCI

Articolo 6
L'associazione è aperta a quanti ne condividono gli scopi e che manifestano mediante il pagamento della quota sociale l'intenzione all'adesione. Il Consiglio Direttivo stabilisce annualmente le quote di adesione per l'anno sociale seguente, differenziate tra soci ordinari ed altre categorie di soci che il Consiglio Direttivo stesso può individuare per particolari scopi promozionali. Il Consiglio Direttivo inoltre ha facoltà di nominare ogni anno fino a tre soci onorari, per particolari meriti connessi alle finalità dell'associazione.

Articolo 7
Tutti i soci, di ogni categoria, hanno gli stessi diritti, possono partecipare alle iniziative promosse dall'associazione, ed intervenire e votare, direttamente o per delega scritta, alle assemblee. I soci hanno diritto alle informazioni ed al controllo stabilite dalle leggi e dallo statuto. I soci hanno l'obbligo di rispettare le norme del presente statuto e dei regolamenti sociali e di pagare annualmente la quota sociale di adesione. I soci che desiderano svolgere attività di volontariato devono eseguire gli incarichi ricevuti e i lavori preventivamente concordati adeguandosi ai regolamenti interni dell'associazione.

Articolo 8
La qualità di associato cessa per:
a) recesso o morte del socio;
b) mancato pagamento della quota sociale annua entro il 31 marzo, nel qual caso la volontà di recedere si considera tacitamente manifestata;
c) esclusione per gravi motivi da disporre a cura del Consiglio Direttivo.

I soci receduti o esclusi non hanno diritto al rimborso del contributo sociale annuo versato. I soci esclusi possono opporsi al provvedimento del Consiglio Direttivo di fronte alla successiva Assemblea dei Soci. Il recesso, comunque manifestato, ha effetto immediato.

TITOLO IV - ORGANI DELL'ASSOCIAZIONE

Articolo 9
Sono organi dell'associazione:
a) l'Assemblea dei soci;
b) il Consiglio Direttivo;
c) il Presidente.

Articolo 10
L'assemblea dei soci è composta da tutti gli iscritti dell'associazione in regola con il versamento della quota sociale annua. L'assemblea è convocata almeno una volta all'anno entro il mese di aprile per verificare le attività svolte, approvare il bilancio consuntivo ed il bilancio preventivo, eleggere i membri scaduti del Consiglio Direttivo e dare le linee programmatiche all'associazione. L'assemblea è convocata in via ordinaria dal Presidente; in via straordinaria può essere richiesta dalla maggioranza del Consiglio Direttivo o dal 10% dei soci. L'assemblea deve essere convocata con preavviso di almeno 15 giorni mediante affissione di avviso presso la sede sociale ed è validamente costituita in prima convocazione con la presenza di almeno la metà più uno degli associati, in seconda convocazione qualunque sia il numero dei presenti. Ogni socio ha diritto ad un solo voto ed è ammessa al massimo una sola delega per socio. Le riunioni dell'assemblea saranno riassunte in un verbale redatto da un Segretario, sottoscritto dal Presidente e raccolte in un libro verbali dell'Assemblea che potrà essere consultato da ogni socio.

Articolo 11
Il Consiglio Direttivo è costituito da un minimo di 5 ad un massimo di 15 membri dispari, scelti tra i soci dall'assemblea generale, che restano in carica un anno e, in caso di recesso anticipato, saranno sostituiti dai soci che, nell'ultima assemblea abbiano conseguito un numero di voti immediatamente inferiore a quello dei soci eletti. Il Consiglio designa nel suo ambito il Presidente, il Vice-presidente, il Segretario, il Tesoriere ed affida ulteriori incarichi ritenuti necessari. Il Presidente convoca il Consiglio almeno una volta ogni due mesi. Il Consiglio può deliberare solo se è presente più della metà dei suoi componenti e delibera a maggioranza dei presenti; in caso di parità vale il voto del Presidente.Il Consiglio Direttivo è investito dei più ampi poteri per decidere sulle iniziative da assumere e sui criteri da seguire per il conseguimento degli scopi sociali, per l'attuazione delle delibere programmatiche assembleari, per la direzione ed amministrazione dell'associazione, nonchè per la redazione dei regolamenti sociali.

Articolo 12
Il Presidente ha la rappresentanza legale dell'associazione, convoca e presiede il Consiglio Direttivo e l'Assemblea dei soci. In caso di sua assenza è sostituito dal Vice-Presidente. Può delegare per mansioni tecniche e particolari funzioni di rappresentanza altri membri del Consiglio Direttivo oppure altri soci.In caso di urgenza il Presidente può compiere ogni atto necessario per la tutela degli interessi dell'associazione, con successiva ratifica da parte del Consiglio Direttivo.

Articolo 13
Il Segretario redige i verbali dell'assemblea dei soci, delle riunioni del Consiglio Direttivo e gli altri libri associativi; cura l'esposizione nella sede sociale della convocazione delle assemblee dei soci, delle riunioni del Consiglio Direttivo con relativo ordine del giorno, e dei regolamenti sociali; svolge tutte le altre mansioni di segreteria che gli sono affidate dal Consiglio Direttivo. Il Tesoriere tiene la contabilità, i libri contabili e la cassa, redige i bilanci, cura pagamenti ed incassi, secondo le indicazioni impartite dal Consiglio Direttivo.

Articolo 14
Le cariche degli organi dell'associazione sono elettive e gratuite.

TITOLO V - IL PATRIMONIO ED ESERCIZIO FINANZIARIO

Articolo 15
L'associazione trae le risorse economiche per il funzionamento e lo svolgimento della propria attività da:
- quote associative e contributi degli aderenti;
- sovvenzioni e contributi di privati, singoli o istituzioni, nazionali o esteri;
- sovvenzioni e contributi dell'Unione Europea, dello Stato, di istituzioni o di enti pubblici, nazionali o esteri;
- rimborsi derivanti da convenzioni;
- entrate derivanti da attività commerciali e produttive marginali od occasionali;
- donazioni, lasciti e rendite di beni mobili o immobili pervenuti all'associazione a qualunque titolo.

Articolo 16
L'esercizio finanziario si chiude al 31.12 di ogni anno. Il Consiglio Direttivo entro sessanta giorni dalla chiusura dell'esercizio dovrà redigere il bilancio consuntivo e quello preventivo da sottoporre all'approvazione dell'assemblea. Dal bilancio consuntivo devono risultare i beni, i contributi o i lasciti ricevuti. Nessun utile potrà essere distribuito tra i soci; eventuali avanzi di gestione saranno interamente destinati al perseguimento degli scopi sociali.

TITOLO VI - REVISIONE DELLO STATUTO E SCIOGLIMENTO

Articolo 17
Eventuali modifiche del presente statuto dovranno essere deliberate dall'assemblea con una maggioranza di due terzi dei presenti. L'assemblea è validamente costituita in prima convocazione con la presenza di almeno la metà più uno degli associati, in seconda convocazione qualunque sia il numero dei presenti.

Articolo 18
Lo scioglimento dell'associazione è deliberato dall'assemblea generale con il voto favorevole di almeno tre quarti degli associati.
In tal caso l'assemblea stabilisce che il patrimonio sia devoluto ad uno o più enti che perseguano simili finalità oppure, se non ne vengono individuati, sia suddiviso in parti uguali tra gli associati.

TITOLO VII - DISPOSIZIONI FINALI

Articolo 19
Per tutto quanto non contemplato nel presente Statuto, trovano applicazione le norme stabilite dal Codice Civile e dalla normativa vigente.

 
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Amedeo Tosi
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