il GRILLO parlante
per un'informazione equa e solidale nell'Est veronese
 
di Amedeo Tosi
 

 

Carissimi amici, vi propongo il resoconto di una interessante esperienza in Brasile vissuta a cavallo tra luglio e agosto 2000 da 8 "giovanotti" della nostra provincia (provincia di Verona, n.d.r.). Una vivace iniziativa, in grado di unire l'utile al dilettevole. L'articolo che segue qui sotto cerca di riassumere a grandi linee le finalità del viaggio nel Paese sadamericano. In allegato, invece, trovate un simpatico resoconto scritto dai giovani partecipanti: un allegro racconto che fa ben emergere l'entusiasmo che ha caratterizzato l'esperienza; un entusiasmo che cercheranno di infondere sia tra i loro coetanei sia nelle attività sociali che decideranno di intraprendere nel paese in cui risiedono. Buona lettura...

Un fraterno saluto di Pace    

 

Visita in Brasile pensando… a San Bonifacio

Diciassette intensi giorni in Brasile, investendo in coscientizzazione e solidarietà. Sono quelli che hanno trascorso, dal 28 luglio al 14 agosto, sei giovani studenti universitari (i sambonifacesi Lisa ed Elena Dani, Anna Corradini, Mosè e Matteo Nicoli, Anna Marcato di Roncà) il veronese Dario Bedogni, pensionato, accompagnati da Lorenzo Dani, volontario dell’Associazione Missionaria di San Bonifacio.

IL PERCHE’ DI UN VIAGGIO

Due gli obiettivi fissati: far conoscere l’esperienza della «Escuela Familia Agricola» di Cacoal (regione di Rondònia) anche attraverso un’esperienza diretta di visita e convivenza nella scuola stessa; far maturare e consolidare la disponibilità dei partecipanti a coinvolgersi concretamente nelle locali azioni di solidarietà sociale e nei confronti del Sud del mondo. Obiettivi -và detto- che però partono da lontano. Ovvero dall’appello lanciato oltre un anno fa da Dani e raccolto da 47 persone, divenute 7 al termine del corso di preparazione al viaggio. Viaggio finanziato in gran parte dall’associazione stessa. «Si tratta di un investimento nel settore giovani che l’Associazione Missionaria ha voluto con convinzione fare, e che rientra all’interno delle proprie attività a favore delle Missioni e a sostegno delle azioni di promozione umana e sociale nel Sud del pianeta» auspicando «che tutti coloro che hanno detto sì al progetto decidano di interessarsi, in futuro, dei problemi sociali esterni ed interni alla nostra comunità» ha spiegato Dani il 21 luglio, durante l’incontro pubblico di presentazione dell’iniziativa. Un legame, quello con la «Escola» avviata una decina di anni fa dai missionari Comboniani, che l’associazione coltiva anche mediante il sostegno economico al progetto «Una scuola per amica», che ha portato, tra le altre cose, a finanziare per intero la costruzione della palazzina che ospita la direzione dei plessi destinati alla formazione.«Si tratta di una delle pochissime scuole agrarie della regione (con corsi di 1° e 2° grado, ndr), che attua una particolare metodologia didattica: gli studenti ogni mese partecipano 15 giorni all’attività didattica, poi rientrano a casa per altri 15 giorni, durante i quali dovranno mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti» ha sottolineato Dani.

UN MESE DOPO…

Di ritorno dal viaggio, ho incontrato Dani nella sua abitazione.

Allora, Lorenzo, com’è andato il viaggio?

Molto bene. Siamo stati accolti a Recife da Giovanni Baroni, un amico italiano che da 30 anni  opera in Brasile lavorando con i contadini del Nordest, e da Bio, un leader dei contadini ex-senza terra che, dopo 3 anni di rivendicazioni, stanno riuscendo a vivere grazie ad essa. Una accoglienza speciale, con tanto di discorso scritto: «Agli amici italiani che ci vengono a visitare, non più con caravelle, spade e crocifissi, ma con amicizia e sentimento di solidarietà: benvenuti in Brasile, a Recife, a Pernambuco…». Lì, nel cuore delle piantagioni della canna da zucchero, che per Pernambuco simbolizzano e ancora sono il potere delle elites feudali che si perpetuano fin dai tempi dell’inizio della colonizzazione, abbiamo percepito il grosso problema che ancora attanaglia chi invece vede la terra ancora come un miraggio. In questa zona probabilmente avvieremo due progetti tesi a fornire un impianto di desalinazione dell’acqua e la costituzione di una cooperativa per la gestione di un mulino e di una Casa del pane.

E l’incontro a Cacoal?

Provenienti da Porto Velho, a Cacoal abbiamo incontrato un’intera comunità di discendenti di oriundi italiani, molti dei quali veneti. Abbiamo con piacere preso parte ad una loro festa.  Ci siamo poi soffermati nella visita alla scuola, incontrando i professori, gli alunni e loro famiglie. Ad accompagnarci c’era il padre comboniano Franco Vialetto, fondatore e responsabile della «Escuela», animatore instancabile, assieme ai padri Andrea Pazzaglia e Giovanni Girardi, dell’ente di formazione, che tra i propri “sogni” nutre quello di aprire una scuola di arti e mestieri per i bambini di strada. Inoltre il gruppo ha avuto la possibilità di conoscere anche una tribù, gli Indios Surui, duramente provati dalla colonizzazione dei territori, dell’ambiente e della cultura. I giorni successivi, invece, sono stati dedicati all’ambiente e alla terra. A Cuiabà, capitale del Mato Grosso, siamo stati raggiunti da Giovanni Grassi, console onorario, grazie al quale siamo stati informati sulle attività della CPT, la commissione pastorale della terra e trascorso addirittura un intero giorno in barca, tra pesci piraña e coccodrilli. Abbiamo infine completato l’esperienza visitando Foz do Iguaçu, Rio e S. Paulo.

Venerdì 20 ottobre, l’Associazione Missionaria ha organizzato un apposito incontro pubblico, con  foto, diapositive ed il racconto dei protagonisti dell’esperienza. Ciò ha permesso di ricostruire le tappe dell’indimenticabile viaggio, i progetti per il futuro nonché trasmettere a tutti l’efficacia e la  bontà di questo tipo di iniziative.

Amedeo Tosi

 


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