LA HAINE
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COPERTINA CD: Urusei YatsuraURUSEI YATSURA
EVERYBODY LOVES URUSEI YATSURA
Oni - 2000



La pubblicazione di questo disco non è certo cosa recente. Ormai ha infatti già un annetto, ma solo in questi giorni il sottoscritto ha, con disappunto, scoperto che il gruppo in questione si è ormai sciolto dal giugno 2001. Questa recensione (inevitabilmente scritta al passato) diventa quindi l'occasione per celebrare una delle migliori (piccole) band dell'indie rock anglosassone degli ultimi anni.
Urusei Yatsura (il nome riprende pari pari il titolo originale in giapponese del manga da noi noto come "Lamù", riassumendo la vocazione di questa formazione ad un immaginario estetico fatto di ideogrammi e giapponeserie assortite) era un gruppo scozzese dalle belle speranze (poi, ovviamente, tradite) che, dopo un mini album ed alcuni singoli, nel 1996 pubblicò, per la misconosciuta Che Records (etichetta minuscola, che vanta però collaborazioni con Tindersticks, Bardo Pond ed altri nomi relativamente noti), il debutto sulla lunga distanza We Are Urusei Yatsura. Vero e proprio insieme di deliziose canzoncine a metà fra il pop sconnesso e il rock rumoristico, suonate con accordature alternative e piglio dichiaratamente dilettantistico.
I nomi tutelari di questo e dei successivi lavori erano ricercabili, senza dubbio, nei Sonic Youth (in particolare, quelli più accessibili ma comunque fondamentalmente dissonanti di Dirty) e nei Pavement, dei quali gli Urusei Yatsura potevano essere intesi come una versione maggiormente sonica, dalla controparte noise più approfondita e consapevole. Il seguente Slain by Yatsura (sempre su Che Records) confermò alcuni dei dubbi relativi al loro esordio, in particolare per quanto riguarda la fondamentale natura derivativa delle proprie ispirazioni, ma, dall'altra parte, ne confermò ed ampliò i pregi. Quest'uscita presenta quindi formidabili canzoncine, senza praticamente nessuna caduta di tono, suonate con tecnica più ferma, precisa e personale. I diversi singoli estratti possono essere considerati come ottimi campioni di quello che, fino a pochi anni fa, si era soliti chiamare rock sbilenco, incrociato, però, con sani dosi di rumorismo chitarristico.
A tutt'oggi, secondo l'opinione di chi scrive, Slain by Yatsura va considerato l'album migliore del gruppo; eppure quest'ultimo Everybody loves Urusei Yatsura gli è inferiore di poco.
Il gruppo dimostra di essere maturato, evitando di rinchiudersi all'interno dei propri cliché. La sezione ritmica, infatti, ulteriormente migliorata, è finalmente padrona dei propri mezzi, e l'uso degli strumenti giocattolo (o dei giocattoli usati come strumenti) di natura quasi lo-fi, che caratterizzava alcuni dei vecchi brani, si è affievolito fino a sparire.
I suoni sembrano quindi più ricercati (qua e là fanno capolino un piano, un organo, alcuni filtri elettronici), e, in generale, la scrittura si è fatta più melodica in senso classico, rinunciando generalmente agli elementi maggiormente "pavementiani" e "sonici" (a scapito - bisogna però ammetterlo - delle sfumature più particolari), ma senza dimenticarsi mai spento il distorsore delle chitarre.
Il fatto che quest'ultima uscita sia targata Oni, pseudo-eticetta di proprietà del gruppo (con esso scomparsa), forse può essere considerato una testimonianza delle difficoltà incontrate dagli Urusei Yatsura negli ultimi tempi, traditi da un indirizzo musicale - quello pavementiano - che sembrava sul punto di diventare uno dei trend di successo della musica indipendente, e che poi, invece, è rientrato su sé stesso (forse non a caso insieme allo scioglimento del proprio gruppo madre).
Uno dei più sfruttati topoi nella tradizione delle vicende della musica pop vuole che due personalità creative non possano facilmente convivere all'interno dello stesso gruppo. E' forse anche questo il caso degli Urusei Yatsura, considerando che ora Graham Kemp, uno dei due cantanti/chitarristi, continuerà la propria carriera da solista, mentre gli altri (ormai - sembrerebbe - capitanati da Fergus Lawrie) continueranno insieme sotto un diverso nome.
Aspettiamo quindi fiduciosi loro nuove uscite.

19/11/01, Marco


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