Con un po' di ritardo riesco a entrare in possesso di questo terzo
lavoro dei Will Haven che sono tornati con un disco più potente che
mai!! Riff di chitarra monolitici e pesanti come piombo che spesso si
lasciano andare a claustrofobiche dissonanze, si incastrano su una base
ritmica fatta di una batteria secca e precisa (sicuramente helmettiana) e
tutto è condito dall'inconfondibile e malsana voce di Grady Avanell. Ma
non finisce qui. L'alternarsi di peni e vuoti, il maggior numero (rispetto
al passato) di parti atmosferiche, qualche piccola parentesi
elettronica, dilatazioni soffocanti e persino un inserimento acustico
danno una maggiore varietà alla devastante monoliticità del suono del
gruppo - da sempre loro principale caratteristica - con un effetto
disarmante.
Ma veniamo ai lati negativi. Le chitarre appunto, pur essendo
veramente pesanti sono a mio parere un po' troppo orientate verso
territori nu-metal e a parte che questo possa piacere o meno toglie
originalità al suono del quintetto di Sacramento. E poi molti riff sono
un po' troppo simili tra di loro e spesso le canzoni rischiano di
sembrare tutte uguali (sopratutto al primo ascolto) e alla lunga possono
annoiare... ma non è una novità parlando dei Will Haven.
Comunque questo è davvero un gran disco che ci li riconferma come una band più
interessanti nel panorama di un certo tipo di hard core, se volte
definitelo post, anche se magari (volontariamente) non raggiungeranno
mai la creatività (e se vogliamo anche la spiritualità)di gruppi come
Isis o Breach... felice di essere smentito.
22/03/02, Kabukiman
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