LA HAINE
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URKUMA
MICRO-SOUND-INSTALLATION
Autoproduzione - 2002



Adoro certe iniziative tipicamente "underground", le autoproduzioni meditate e "fabbricate", le cose strane che altrove non troveresti mai, i pezzi unici, l'arte di arrangiarsi nella musica, che a volte si fa anche un po' arte e basta.
Amo tutto ciò, e perciò subito mi ha incuriosito ed interessato il progetto portato avanti da Stefano De Santis, alias Urkuma, compositore di musica elettronica nonché ideatore e costruttore di "micro-installazioni", vale a dire di ciò che vi sto per parlare.
Per cercare di spiegare cosa sia una micro-installazione - o meglio, una micro-sound-installation - nel migliore dei modi forse è giusto avvalersi delle parole dell'autore stesso, che ci fa sapere come parta "dal micro-suono che l'installazione, spedita a chi la richiede, trasmette, e produco una traccia sonora; costruisco, a mano, una confezione per il cd-r, che dovrà essere l'unione tra la micro-installazione e la traccia; infatti sulla copertina del cd-r ci sono le scarne indicazioni di utilizzo dell'installazione. Nelle mie intenzioni, ogni micro-installazione (compreso il cd-r) è qualcosa di unico".
Quel che questo progetto prova a fare è cercare di dare ad un suono un proprio spessore materiale, di accompagnarlo ad un oggetto - di per sé inutile, o alienato ormai dal proprio originario senso pratico - legandolo ad esso in maniera doppia: l'oggetto incarna il suono primario, e insieme accompagna e identifica il suono nuovo, ovvero ciò che Urkuma ha creato elaborando la propria materia prima, volendo così trasmettere un proprio significato, un "messaggio", se preferite.
Il pezzo in mio possesso - si tratta del n.4 - è intitolato "L'e/assenza della comunicazione" ed è composto da un piccolo speaker (immagino proveniente da un apparecchio telefonico), da collegare con due spinotti alla presa telefonica, ed un cdr, sul quale sono registrate delle variazioni basate sul suono dei toni del telefono: la parte del cd e quella fisica, così, si intrecciano, e mentre una da il ritmo, l'altra viaggia attraverso le proprie possibilità armoniche, quasi si trattasse di… musica per apparecchi telefonici (e l'insieme, di fronte al titolo, si spiega da sé).
Insomma, avrete già capito che si tratta di qualcosa di abbastanza differente rispetto a ciò che solitamente viene trattato su La Haine, e proprio per questo ho deciso di non assegnargli un voto, per evitare di metterlo in rapporto con le altre recensioni, e, soprattutto, perché, essendo ogni installazione un pezzo unico, non potrei esprimere un giudizio univoco, valido per ogni possibile fruitore. Mi limito quindi a dire che il progetto di Urkuma è, senza dubbio, quanto meno interessante, e che andrebbe scoperto, testato, ascoltato, giudicato in prima persona.
Si potrebbe controbattere che le micro-installazioni siano, in fondo, solo inutili gingilli, ma vi assicuro che, nel caso il vostro giudizio dovesse realmente orientarsi in questa direzione, sarebbe comunque difficile per voi negare che si tratti del trionfo del DIY a tutto campo. Quindi - e non solo per questo - quanto meno un progetto da rispettare.


S.V.

08/10/02, Marco


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