Bella iniziativa questa della milanese SubRock, etichetta che si divide tra cd, cdr ed mp3, solitamente attratta (come potrebbe far pensare il nome) da sonorità rock post-seattleiane ma che questa volta mette insieme un piccolo quadretto di musica rumorosa.
Lo split su mp3 in questione accorpa infatti Uneasy da una parte (progetto solista di uno dei milanesi Imodium, nonché factotum della Subrock stessa) e Acre (formazione capitolina) dall'altra, con due brani a testa.
Di Uneasy avevo già ascoltato il cd, precedente a questa prova, rispetto al quale il nostro sembra aver relativamente mutato rotta. Là si potevano ascoltare singole composizioni di varia lunghezza, tra il rumore puro e la sperimentazione solipsistica, dove unici protagonisti erano una chitarra elettrica e degli effetti analogici, mentre ora il tutto prende una forma più compiuta e quasi regolare: "Cruel Motion" è tre minuti di feedback e sferragliamenti della sei corde incollati su ritmi di batteria continua (mi ha ricordato qualcosa dei Gumball), mentre "Leland" gioca su riavvolgimenti di suoni e batterie elettroniche in progressiva sfasatura, accostate ad un'elettrica quasi melodica. Il risultato si pone in quello strano confine tra aleatorio e modestamente sperimentale: il tutto non è ancora pienamente focalizzato, ma mostra un progresso compositivo in divenire piuttosto interessante.
La musica degli Acre, pur rimanendo in un ambito consono al compare di split, gioca su coordinate più rigorose e risapute, ma trattate con perizia compositiva di tutto rispetto. "Dubbone", come da titolo, unisce un basso dalle scansioni quasi dub a chitarra e batteria di shellachiana memoria, il tutto condito da invasivi rumori elettronici; "Box71" è noise-rock che ormai s'è fatto "post-", tra riverberi chitarristi e variazioni quasi jazzistiche con tanto di piano in sottofondo.
Considerando che questi brani sono di per sé gratuiti andrebbero scaricati obbligatoriamente.
La raccolta, comunque, presenta motivo di interesse anche al di là del proprio formato.

31/01/03, Marco Guizzi