LA HAINE
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COPERTINA CD: SIn-e SIN-E
s/t
Autoproduzione - 2002



Difficile la vita per chi decide di mettere in piedi un gruppo in Italia che faccia un rock non necessariamente di genere, chiamiamolo pure rock generico. Difficile perché crescono le responsabilità nell'evitare gli angoli chiusi delle etichette e delle definizioni aprioristiche, resistendo da una parte alle tentazioni degli stereotipi dell'orrido "rock italiano" e, dall'altra, ai richiami di una musica estera che quando si rende diffusa anche da noi, quasi inevitabilmente, lo fa in maniera ritardataria ed usurata.
In questo gravoso compito si cimentano i romani Sin-e, formazione attiva dal 2001, che qui dimostra di avere discrete ispirazioni, anche se non ancora concretizzate in limpidi sviluppi.
I venti minuti di questo demo presentano della musica fortemente aggrappata ad un'idea di suono volutamente non troppo pulito e tendente alla dilatazione tutta riverberi ed echi, con la quale confezionare del rock pop melodico dai vaghi sentori psichedelici e qualche sporadico slancio "heavy" post-settantiano. Se gli episodi più lievi fanno pensare ad un Jeff Buckley ripescato dal fiume, il riff di "Runaway" sembra provenire da alcune cose dei primi Smashing pumpkins mentre "Stronger than you" è un bigino per aspiranti Radiohead primo stampo.
Il risultato, va detto, non è malvagio, soprattutto quando il gruppo rivela i propri accordi più scarni e le proprie melodie più eteree, o qunado si rifà a sonorità più indie. Ma, nel complesso, ci si trova di fronte ad un insieme non ancora focalizzato e troppo sbilanciato, per le forze che a volte contrappone tra brano e brano ("Trustworthy" ha il giusto coraggio di tenere bassi i volumi ma non l'emotività, ma "Stronger than you" è puro stereotipo yorkiano - passatemi l'aggettivo) così come all'interno di singole canzoni (in "Anithing to say" i folgoranti due minuti finali, con quei crescendo di riff ed assoloni da caverna lisergica, sono preceduti da momenti melodicamente stantii).
Il centro di quest'imperfezione sembrerebbe essere la posizione variabile che il gruppo tiene nei confronti del proprio sentimento più lirico, con quel melodiare quasi epico pericolosamente in bilico tra ispirazione personale e refuso da rock radiofonico.
Difficile il compito di alcuni gruppi nostrani, si diceva. I Sin-e hanno appena iniziato a combattere questa strana battaglia, vedremo chi la spunterà.


06/02/03, Marco Guizzi


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