LA HAINE
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COPERTINA CD: Object Astra OBJECT ASTRA
s/t
Autoproduzione - 2002



Non tutti probabilmente lo sapranno, ma nel sottobosco musicale italiano, sotto la spinta delle "nuove" (le virgolette sono d'obbligo, dato l'inevitabile ritardo temporale col quale le tendenze, malefiche o feconde che siano, vengono solitamente importate nel nostro paese) direzioni propagatesi da Chicago, si moltiplicano sempre più gruppi strumentali o, comunque, d'estrazione "post". Proprio a questa categoria potrebbero essere ascritti gli Object Astra, anche se, per fortuna, i 4 in questione, benché cari ad ampie progressioni strumentali che facilmente prendono il sopravvento all'interno dei brani (tramite lunghe code o appositi intermezzi), non rinunciano all'uso dello "strumento vocale".
Dico fortunatamente perché la sensazione, a vedere il muto pullulare citato poco sopra, è quella di trovarsi di fronte ad un abbandono forse prematuro o, comunque, gratuito e derivativo del canonico aspetto vocale della composizione.
Queste premesse critiche non vogliono però certo essere d'introduzione ad un cattivo lavoro, dato che, al contrario, quello degli Object Astra si rivela un cd interessante.
Una delle peculiarità della formazione è l'uso in pianta stabile del violoncello, il quale, a differenza di quanto verrebbe spontaneo pensare, non primeggia nei tratti strumentali, bensì funziona soprattutto come rinforzo melodico della voce, raddoppiandola o spalleggiandola.
Con questa formazione - che si completa con chitarra, un basso piuttosto corposo ed una batteria tecnicamente molto preparata - il gruppo si abbandona a composizioni spesso lunghe, nelle quali, oltre agli echi "post" già accennati, è possibile ritrovare, nei passaggi strumentali, riferimenti piuttosto espliciti al rock psichedelico di un tempo (soprattutto in "Neural Noise", o, più in generale, là dove la voce si eclissa), tanto che, più che di post-rock, si potrebbe azzardare la definizione di "post-psichedelia" (ma sarebbe un gioco al massacro…). Che poi tanto post neppure sembra, là dove prende piede un aria quasi progressive, o addirittura epica.
Convivono quindi in questo cd un'anima settantiana ed una più attuale, in un'unione che si fa motivo d'interesse e, insieme, pecca a tratti rilevante.
I due lati della musica degli Object Astra, infatti, a volte sembrano poco coesi, giustapposti gradevolmente ma in maniera poco integrata ed articolata, tanto che in alcuni passaggi l'insieme si fa meno godibile, complice anche una certa ripetitività (i brani utilizzano spesso simili scappatoie strutturali, finendo per assomigliarsi).
Inoltre, qua e là la voce si rende meno incisiva, mentre dovrebbe farsi, nei passaggi più lenti, maggiormente presente, più sicura.
Non vi sembrino questi appunti preponderanti, perché il giudizio sugli Object Astra è, in ultima analisi, comunque positivo. Il gruppo dimostra infatti un potenziale decisamente elevato, ma non tutti i componenti sono ancora al loro giusto posto.
Tolti questi difetti, non di sostanza, al massimo di forma, gli Object Astra si presentano quindi in maniera interessante: sperando che non si perdano per gli ombrosi sentieri dell'underground.


25/07/02, Marco


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