LA HAINE
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COPERTINA CD: Milaus MILAUS
ROCK DA CITY
Cane Andaluso - 2003



I milaus hanno fatto un nuovo disco.
Dopo la prova più che soddisfacente del precedente cd dal nome incomprensibile ai più, i cinque valtellinesi mettono insieme circa quaranta minuti di sano rock personale e personalizzato.
La prima cosa che colpisce l'attenzione è il suono di questo cd: la registrazione è ad opera del sempre più richiesto (metà o forse più delle ultime uscite indipendenti nostrane lo vedono coinvolto come produttore) Giulio Favero, il cui operato si sente nella batteria più potente ed in certe scelte di maggiore durezza, dai vaghi sentori noise, rispetto alla precedente prova del gruppo.
La seconda novità di cui ci si accorge è che i nostri sono artisticamente cresciuti: certo, le fonti sono, a conti fatti, pur sempre quelle di prima, riferibili quindi ad un certo indie slackeroso messo insieme con punte post-punk e sprazzi maggiormente pop; certo, ancora ci sono due bassi, due chitarre, il violino, e le voci che qua e là si raddoppiano, ma il nome dei dEUS - citato almeno una volta in quasi tutte le recensioni fatte ai milaus - si fa più lontano. Perché i nostri mettono insieme composizioni a volte più complesse, comunque meglio congegnate e personali, che non necessariamente ricalcano quelle passate.
A volte si tratta di inserire qualche stacco "post" o maggiormente dilatato (come in "Blanket man" e in "Fools witch"), altre di calcare le proprie dinamiche più dure (come in "One emotional ocean", dove spuntano pure un trombone ed un sassofono); qua si tratta di giocare con la propria tipica forma canzone (alla fine di "Ars attack" ci si aspetterebbe di ascoltare qualche crescendo giocato sugli incastri vocali, come accadeva nei momenti migliori del disco precedente, invece tutto si ferma un passo prima), là di stravolgere una quasi ballata ("An ocean", o "107 bombs"). E quando si arriva al lieve vocoder di "Happy coccinella" - l'episodio in assoluto più pop, che facilmente si tornerà a canticchiare una volta spento lo stereo - si capisce che questo è uno di quei dischi che valgono e che meritano di non stagnare nell'oblio di certo indie nostrano.
Come ormai da tradizione Cane Andaluso, la confezione - di Giacomo Spazio - è bella e particolare (anche se ho più apprezzato il design - confezione di cartone, in due diversi colori, che si apre in quattro, con dentro cd e foglietti sparsi - del concept - graffiti e stancil).
I milaus hanno fatto un bel nuovo disco.


23/02/03, Marco


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