LA HAINE
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COPERTINA CD: Maraiah MARAIAH
s/t
Autoprodotto - 2000



Potrei usare una sola parola per descrivere la musica dei Maraiah: punk!
Una simile definizione sarebbe ferratissima ma, nel contempo, potrebbe risultare riduttiva dato il contenuto di questo cd demo autoprodotto.
Si potrebbe parlare di queste 13 tracce come di un insieme di punk vecchio e nuovo, con una chitarra sferragliante dal sapore rock'n'roll sempre in primo piano e testi in italiano tra il surreale e il faceto.
Nella musica di questi tre ragazzi convivono due anime: una più classicamente e strettamente punk, giocata quasi sullo stereotipo di genere, sulla canzonetta veloce e chiassosa, con un'ironia generale che fa più pensare ad uno scherzo irriverente che alla canonica divisa scazzata della maggior parte dei gruppi simili; l'altra, invece, più evoluta, fresca ed aggiornata, eppure disinvolta.
Appartengono, ad esempio, alla prima categoria l'intro strumentale (che potrebbe provenire dal demo di un qualsiasi gruppo di hardcore melodico), "Wanna fuck you" (punk'n'roll con cori a raddoppiare la prima voce), "Vai" (ipercinesi per meno di un minuto) o "Scimmia" (vecchio hc, dal testo fuori di testa, che procede a singhiozzi).
In mezzo ci sono però brani come "Poliziesco", il primo episodio fuori dai canoni più classici: inizio quasi post-punk, strofa vagamente funk condita da voci campionate, e chiusura addirittura in odore di Shellac. Anche nella strumentale "Funk" si respira un'aria simile: basso diviso tra linee vagamente dissonanti e rumore per proprio conto, la chitarra tra roccabilly e funk. "Fralpit" (raggiungendo i 4 minuti, il brano più lungo; comunque, un altro testo delirante), invece, è una canzone dei Nirvana trasfigurata da un gruppo punk da liceo, con tanto di improbabile assolo finale, continui singhiozzi di silenzio, urla poco convinte e timide note di fisarmonica.
Strana e imprevedibile creatura, questo gruppo: i Maraiah riescono, nonostante il genere trattato, a non sembrare immaturi, ad essere ironici ma mai imbecilli, grazie all'attitudine con la quale vengono affrontati i brani. Tanto che, nonostante i miei gusti viaggino su altri lidi, ho trovato l'ascolto di questo cd più che piacevole.
Chi si confronta abitualmente con queste sonorità (e, a mio parere, soprattutto chi suona hardcore melodico in Italia) dovrebbe assolutamente contattare i Maraiah.
Gli altri, invece, dovrebbero forse aspettare che il gruppo riesca (sempre che, effettivamente, voglia farlo) ad amalgamare le due facce della propria musica. Comunque un nome da non sottovalutare.


02/02/02, Marco


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