LA HAINE
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COPERTINA CD: loop Collective LOOP COLLECTIVE
SMOOTH
Autoproduzione - 2001



Va immediatamente chiarita una cosa: non sono un grande conoscitore della musica elettronica, e quel poco che ascolto l'ho conosciuto molto di recente. Però Loop Collective, grazie al suo approccio casalingo, dilettantistico e quasi spersonalizzante (si parla di Loop Collective col plurale, come un gruppo aperto, anche se poi dietro a questa sigla si nasconde principalmente un solo personaggio, ovvero Adriano Zanni) mi ha incuriosito ed interessato subito (andate a leggervi cosa scrive nel suo manifesto). Anche perché il sottoscritto è convinto che per fare della buona musica possa anche bastare unicamente un semplice computer (con qualche programma crackato…) e un po' di tempo libero.
Ora mi trovo quindi a recensire questo suo demo di 6 brani (interamente scaricabili gratuitamente dal sito), che procede tra reinterpretazioni di classici ritmi ballabili in termini post-amatoriali e brani più svuotati e maggiormente d'atmosfera.
L'unica cosa che, infatti, nonostante la mia ignoranza, mi sento di dire con una certa sicurezza è che la musica di questo cd - per lo più - non appartiene a quell'elettronica di ultima generazione (forse è della penultima, ma non potrei giurarci…), spessissimo associata alla produzione casalinga in solitario, spezzettata e destrutturata, che tanto piace ultimamente, almeno alla redazione di Blow Up.
Piuttosto, in questo cd si possono ascoltare, di volta in volta, accenni house, dub, drum'n'base ed altre elettronicherie simili, costruite con una buona cura dei suoni, una stratificazione adeguata ma non eccessiva, e un gusto generale non particolarmente originale ma certamente intrigante: a tratti sembra di essere di fronte ad una reinterpretazione scintillantemente artigianale dei migliori "classici" suoni degli ultimi anni.
I pezzi sono spesso costruiti su ritmi base piuttosto lineari, melodicamente sostenuti da linee di basso o da altri fraseggi sintetici, sui quali suoni e rumori elettronici si miscelano con diversi campionamenti (il sonoro da film porno del primo brano, il poema di Harry Maxson del secondo, una voce araba da un brano degli Area nel terzo e così via). Menzione speciale per gli ultimi due pezzi, "Per La Torcia Umana" (solo un tappeto ambient/rumoristico per sostenere un poema di Dan Georgacas narrato da Tino Buazzelli) e l'ultima "Laptop Soul" (il pezzo più vicino alle succitate diavolerie d'ultima generazione… o forse sono solo reminiscenze kraftwerkiane?), quelli che più ho preferito.
Il risultato è onesto e di tutto rispetto, tanto da interessare anche un "rockettaro" come il sottoscritto. Al diavolo i copyright e la musica da musicisti: se la pensate così, contattate Loop Collective.


12/02/02, Marco


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