LA HAINE
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COPERTINA CD: Kid 606KID 606
P.S. I LOVE YOU
Mille Plateaux - 2000



Tranquillizzatevi: il vostro impianto stereo funziona benissimo, la copia rifilatavi dal negoziante non è difettosa, il vostro masterizzatore non ha fatto cilecca. Quegli strani rumori che state ascoltando sono quelli "naturali" che sono stati incisi su questo cd di Kid 606, ovvero, giovane genietto della nuova generazione dei musicisti da laptop.
Quella di Kid 606 è, insomma, musica elettronica, musica nuova, che non teme di rivolgersi unicamente alla macchina come strumento per comporre, in maniera non molto dissimile da artisti come - tra gli altri - Matmos o Lesser (non ha caso quasi sempre citati insieme a Kid 606 considerando un loro progetto in comune).
Se dopo aver letto tutto ciò siete disposti a proseguire, allora sappiate che quella prodotta da Kid 606 è musica innovativa, spesso ostica, sicuramente non facile, ma appagante.
Come un musicista naufrago che si ritrovasse rotti o scheggiati tutti i propri "cd da isola deserta", come un virus informatico improvvisamente toccato dal divino, come un essere necrofago che metabolizzasse gli scarti della produzione musicale (attenzione, non propriamente della musica, ma del processo che porta alla sua composizione e, soprattutto, registrazione) altrui, il Kid 606 ci propone in questo album minuti quadretti fantascientifici, della durata media di 5 minuti, costruiti con rumori elettronici d'ogni sorta, sorretti - spesso ma non necessariamente - da qualche ombra ritmica. Parlo di rumori perché in questo cd non si ascoltano campionamenti, basi prestate da altri o semplici loop sintetici, ma vere e proprie rielaborazioni elettroniche di suoni trasfigurati fino ad essere trasformati in qualcos'altro, con una grandissima attenzione per la quella che è la ricerca di nuove sonorità.
Volendo tirar fuori un paragone, potrei azzardare a dire (e qui rischio molto, perché di elettronica io ne so poco più di niente) che si tratta di un Aphex Twin radicalizzatosi su composizioni tendenti al minimale, ma sicuramente ciò in parte riduttivo. Infatti, anche quando la musica si fa più scarna, non sembra essere stata semplicemente costruita con poco: più che altro si direbbe che Kid 606 abbia preso quanto di più consueto ed invadente sia possibile trovare in musica, per poi trattarlo, limarlo, segarlo, triturarlo, scioglierne lo scheletro col proprio computer fino al midollo.
Si comincia coi rumori di un cd difettoso, buttati là nel primo minuto del disco. Poi i suddetti rumori si mettono insieme per formare una base ritmica scheletrica, in un brano che un marziano potrebbe definire techno. Più avanti si ascolta qualcosa di più vicino alla realtà, col suono di una chitarra acustica che viene però, come al solito, distrutto e poi ricostruito. Poi si fa posto ad un brano fatto, si direbbe, con ciò che negli altri mancava, ma tutto compresso in un unico pezzo, fatto di stratificazioni e somme di note d'organo (anche qui elettronico, ovviamente), senza più i residui ritmici di prima. Subito dopo parte quella che sembrerebbe una composizione per un'orchestrina gamelan robotica.
E così via, in un risultato che, anche se a volte può rischiare di stancare l'ascoltatore meno smaliziato, è più ricco di quanto si potrebbe credere, ma, in fondo, non così concettuale come parrebbe (c'è sempre comunque una certa ironia, come dimostrano anche i titoli dei brani, lunghi ed apparentemente senza senso).
Sicuramente non un disco per molti, tanto meno per tutti. Eppure, per avere qualcosa di nuovo, originale e di qualità, è qui che vi dovete rivolgere.

05/12/01, Marco


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