Il nuovo EP dei Karate Cancel/Sing è chiaramente un altro passo nel percorso che la band guidata da Geoff Farina ha imboccato dopo The Bed Is In The Ocean e Unsolved, nei quali le influenze di un certo timbro stilistico appesantito dal rigore di influenze stilistiche di tipo standard-jazzistico e bossanoviano è andato via via soppiantando le precedenti esplosioni emotive caratteristiche, in particolare del loro primo stupefacente LP. Unsolved era in pieno riscosso dall'equilibrio raggiunto tra queste divergenti pulsioni striscianti nell'umore della band, dalla traccia di apertura ("Small Fires") e chiusura ("This Day next Year"). In Cancel/Sing, i titoli delle due tracce, l'abbandono delle sonorità più care all'indie-rock a favore del sapore jazzistico si estendono non solo agli accordi addolciti delle chitarre ma pure ad una impostazione più generale che si fa notare in particolare nelle ritmiche della batteria.
Delle due tracce dell'EP (25 minuti in totale), "Cancel" è una classica canzone dei Karate ultimo periodo, sofferente della sindrome di Geoff Farina solista di Reverse Eclipse, persa in fraseggi ed assolini che si inserisco qua e la, e purtroppo spesso anche spesso. Nella sezione cantata notevoli, al solito, le liriche, e l'interpretazione del ritornello ("stay home, cancel, message, pencil"?..) in un limpida giustapposizione futuristica. Decisamente interessante anche l'utilizzo dei delay. Di caratura nettamente superiore la seconda traccia "Sing": dopo circa 3 minuti di delirio free-jazzato, il brano si apre decisamente in una struttura più tipica, da Karate dei primi due album, e acquista nerbo in un finale dove la frase "I fought with dust daily..." è ripetuta in maniera ossessiva. Può essere questa la porta lasciata aperta per il recupero di quelli che erano le trame stilistiche originarie della band?

02/04/02, Poststephanov