LA HAINE
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COPERTINA CD: Justinedusk JUSTINEDUSK
L'ALTERNATIVO/A COSA??
Autoproduzione - 2002



Quando si decide di fare musica, quanto conta la forma di ciò che si crea e quanto la forma delle proprie idee?
Questo il quesito che continuo a pormi ogni volta che ascolto il cd dei toscani Justinedusk, esteriormente curato in ogni particolare (confezione dal bell'artwork, buona registrazione, ottima esecuzione tecnica), ma che poco mi convince per quanto riguarda i contenuti.
Andando per ordine, il gruppo può senz'altro essere ascritto nel filone/calderone nu-metal (o crossover che dir si voglia), alternando parti concitate di derivazione metal-core (quindi voce urlata - questa volta in italiano - e ritmiche korniane) con spunti melodici e stacchi sospesi di memoria fortemente tooliana.
Proprio questa sua facile collocazione non me lo rende particolarmente gradito: ha senso proporsi come semplici artigiani, come esecutori di materiale altrui, come interpreti di un trend musicale esportato da oltreoceano che già nel proprio paese d'origine è stato sviscerato tanto da farsi maniera? Interrogativo che si ispessisce notando che la forma in questione non riguarda un intero linguaggio musicale, e forse neppure un sottogenere, ma una sfumatura, oltretutto fortemente codificata in un ambito ormai troppo ristretto (nonostante quella sfumatura stessa nascesse come sistema trasversale a diversi generi).
Capiamoci, le capacità del gruppo sono innegabili: la parte ritmica è prestante almeno quanto è richiesto dal genere, e il cantante ha la capacità di spaziare con disinvoltura dai toni melodici alle parti più concitate. Ma quello che manca ai Justinedusk è lo spunto pienamente originale, che sappia discostarsi dalle semplici differenze geneticamente esclusive, tanto che alla fine i brani - che sono di per sé sì variegati, ma tutti all'interno dello stesso codice sviluppatosi sull'asse Deftones/Tool - risultano essere un po' pesanti, difficili da digerire fino in fondo.
Il mio giudizio non sembri, in ultima analisi, una bacchettata all'idea di "gruppo musicale emergente": sono ben conscio che quando si comincia a suonare non si può che riferirsi ai propri gusti, ai propri ascolti se non ai propri beniamini; so che difficilmente a livello di demo un gruppo riesce a focalizzarsi sui propri aspetti personali; e sono convinto che buona parte dei gruppi "emergenti" (soprattutto quelli che si definiscono tali) passati da queste pagine si possano considerare, in un modo o nell'altro, buoni o cattivi, di stampo derivativo. D'altronde, non sono neppure per l'originalità a tutti i costi, ma un qualche flash peculiare qua e la, tale da farti potenzialmente riconoscere, almeno per un attimo, all'interno del vastissimo campo del già sentito, dovrebbe farsi notare. Inoltre credo che conti molto anche a chi si guarda, da chi ci si lascia ispirare, al limite da chi si copia, non solo a come lo si fa. Tanto più quando ci si rifà a delle sonorità che, nascendo esse stesse come particolari ed originali (come quelle utilizzate dai Justinedusk, nella propria versione primigenia), inevitabilmente risulteranno facilmente riconoscibili, soprattutto quando riutilizzate da terzi.
E ciò vi sembri tanto più vero per un gruppo capace - pochi altri gruppi nostrani dello stesso borgo musicale mi hanno fatto, da questo punto di vista, lo stesso effetto - ed ambizioso come quello di cui sto parlando.
Insomma, ripensate ai quesiti che mi sono posto poco più sopra: in base a come la pensiate in proposito, cambierà il grado di apprezzamento di questo cd. Tutto dipende da cosa cercate nella musica in quanto semplici ascoltatori, e sappiate dunque che questo cd ha tutti numeri per passare attraverso ogni possibile giudizio, dal più entusiastico al più negativo.
Lascio il mio voto neutro di conseguenza.


21/11/02, Marco


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