LA HAINE
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COPERTINA CD: The H.E.Mo. THE H.E.MO.
s/t
Autoproduzione - 2001



Devo essere del tutto sincero: prima di ascoltare il cd, avendo letto il nome del gruppo, mi ero spaventato… "Oddio!" mi ero detto, "siamo arrivati ad una canonizzazione tale del cosiddetto emo che ora i gruppi ci infilano questo magico e fortunato prefisso direttamente nei propri nomi?!"…
Poi ho messo il cd nel lettore, scoprendo fortunatamente di essermi sbagliato: nulla a che fare con urletti su giri di chitarra melodici, spilline ed altri stereotipi simili. Al contrario, in questo cd è possibile ascoltare qualcosa che purtroppo manca a molti di quei gruppi - altrimenti tecnicamente dotati - che si definiscono emo: le idee.
Procediamo con ordine: The H.e.mo. (acronimo che starebbe per the horny experimental movement) è il nome di una formazione a quattro proveniente dalla provincia di Orvieto, autrice di questo demo, di circa trenta minuti, registrato in maniera personale, abbastanza sporca ma tuttavia curata. I ragazzi classificano la loro musica come "emotional-low-fi-rock", ma, come spesso succede quando i gruppi cercano di definirsi, questa espressione non è molto corretta dato che c'è dell'altro: la forma musicale che più spesso viene in mente ascoltando questo cd è un certo noise/post-punk di fine anni '80, debitore tanto dei primi Primus quanto degli insuperati Jesus Lizard (gruppo per il quale ho un vero e proprio culto), sul quale si innestano di volta in volta richiami ai primi Tool, accenni maggiormente melodici, echi di Red Medichine dei Fugazi e lisergici rimandi hard-rock vagamente grunge. Gli strumenti tendono ad occupare ognuno una propria porzione sonora, ad avere ruoli specifici ma tra loro intrecciati: linee di basso potenti e marcate, chitarra spesso e volentieri riverberata o suonata con lo slide, ritmiche che si potrebbero definire tribali, col suono della batteria spesso arricchita da un corollario di percussioni (in alcuni tratti molto tooliane).
La voce, di per sé abbastanza particolare per il suo tono piuttosto alto e per essere ben poco impostata, si trova in tutto ciò invischiata, passando quindi da toni melodico-lamentosi a più frequenti scatti di Yowniana memoria, a passaggi ancor più contenuti o sorretti dall'uso di effetti.
Gli H.e.MO. riescono così a creare un impasto piuttosto originale, non del tutto inedito ma senza dubbio personale ed interessante. Ed anche se qua e là il songwriting andrebbe forse aggiustato, evitando la semplice giustapposizione dei propri elementi essenziali in favore di una maggiore compenetrazione stilistica, i nostri dimostrano di avere buone idee e di essere sulla strada giusta. Non è infatti da tutti infilare nel proprio demo d'esordio oscurità post-nirvaniane come "Radio stretch my voice on your speakers" ed esplosioni post-punk come quelle di "Hey this is beautiful" accanto all'azzeccatissima (quasi) ballata acustica, con tanto di controcanto femminile, di "Like a trash diver".
Se in futuro il gruppo riuscirà a limare certi aspetti meno focalizzati della propria proposta e a non perdersi per strada, potrebbe riuscire a fare qualcosa di importante; nel frattempo vi basti sapere che questo è un esordio di tutto rispetto.
E infatti se ne sono accorti anche quelli della Cripta Records, che ha di recente stretto un accordo col gruppo: per avere maggiori informazioni a questo riguardo vi rimando direttamente al sito dell'etichetta.


07/04/02, Marco


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