LA HAINE
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COPERTINA CD: Datakill DATAKILL
L'ODIO
Autoproduzione - 2001



Forse non ci crederete, ma da Sanremo non arrivano solo le patetiche note del nostrano Festival della musica…
Scusate: in tutte le recensioni di questo demo lette in giro c'è almeno una frase come questa, ma la tentazione è stata troppo forte ed anche io non ho potuto resistere.
Comunque, il demo che ho fra le mani è quello dei Datakill, formazione a tre proveniente - appunto - da Sanremo che, dopo un (lungo e travagliato, a leggere la loro biografia) passato, metabolizza il suono della "vecchia scuola" thrash per giungere ad ambiti maggiormente hardcore.
In linea generale potremmo ascrivere questi 18 minuti circa di musica all'interno del filone newyorkese, arrabbiato, mai troppo veloce e cantato in maniera apprezzabile in italiano, variato però a volte da elementi melodici o da qualche dilatazione strumentale.
Il gruppo di riferimento sembra essere quello dei Biohazard, come testimonia anche l'iniziale "0 stress", il cui riff tipicamente hc viene spezzato con stacchi maggiormente sincopati, lontanamente crossover, e qualche apertura di chitarra effettata, vagamente psichedelica.
"L'odio" sembra risentire maggiormente delle influenze thrash, se non fosse per il ritornello melodico (buono l'incastro delle due voci, ma fate attenzioni a non farvi prendere dalla sindrome Pelù sul finale delle frasi) e per i pezzi di basso slappato.
Con "Pensarci bene" torniamo a scenari maggiormente newyorkesi, fatta eccezione per la già citata chitarra effettata; la seguente "Tutto quello che vorrei" è il brano maggiormente hardcore, del quale qui viene ripresa anche la velocità, dimezzata nel finale, che invece richiama certo classico rock tamarro nostrano.
Chiude il cd la cover di "Fascist Pig" dei Suicidal Tendencies, più incattivita ma comunque piuttosto fedele all'originale.
La registrazione è ottima, anche se qua e là la musica meriterebbe una maggior varietà di suoni, e i tre dal punto di vista tecnico dimostrano tutta l'esperienza degli anni (soprattutto Davide, il cui drumming è preciso e vario senza mai prevaricare sugli altri strumenti).
In tutta sincerità, non appezzo moltissimo l'hardcore newyorkese, un po' troppo monotono per i miei gusti, ma i Datakill riescono, la maggior parte delle volte, a scongiurare la noia grazie alle proprie variazioni.
Forse otterrebbero un risultato migliore se riuscissero ad integrare maggiormente fra di loro le diverse influenze, ma già così il risultato è di tutto rispetto.
Gli estimatori del genere sono quindi avvisati: contattate i Datakill.

17/01/02, Marco


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