LA HAINE
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BELONGS TO ME
BELLA VORAGINE
Autoproduzione - 2001



Belongs to Me: un nome conosciuto da pochi nel sottobosco musicale italiano, ma che non andrebbe ignorato da chi crede nelle autoproduzioni e dà valore alla musica fatta in casa.
Dietro a questa sigla si nasconde un unico personaggio, Carmine Marcello, impegnato in un home recording più o meno lo-fi da diverso tempo, tanto da aver prodotto negli anni un numero indefinibile di cassette e cdr, tra i quali sarebbe difficile non perdersi, nonostante alcuni elementi comuni che fanno da filo conduttore. Composizioni dimesse, prettamente cantate in italiano (credo che nessun altro, tra quelli che trattano questa musica in Italia, faccia lo stesso), testi tra il non-sense e un amaro surrealismo.
Quelli di Blow Up l'avevano definito un Syd Barret di casa nostra, ed io non posso esimermi dall'aggiungere che la musica di Belongs to Me sembra spesso essere sospesa tra la tradizione del rock da salotto anglosassone e un Tenco rinato ai giorni nostri.
Il cd che sto ascoltando ora (credo l'ultimo fatto, ma sicuramente starà per arrivarne già un altro, considerando la prolificità di Carmine) unisce gli spunti di batteria elettronica, caratteristici dei lavori immediatamente precedenti, al maggiormente tipico minimalismo fatto di voce (spesso meno distratta e più languida del solito) e chitarra (a volte un'acustica invecchiata, altre un'elettrica pulita), raccogliendo alcune tra le composizioni più equilibrate ideate dal nostro. Fuori da questo quadro stilistico la magra linea di piano di "Palloncino", la chitarra satura di "Isole tenui d'amanti" (brano che andrebbe forse rivisto nel mixaggio della voce, dal volume un po' troppo alta), il banjo e le tastiere dello "Strumentale #18", l'altra assenza della voce nell'ultima "Temporale vomito".
E mentre l'asciutta "Tinta occidentale", la bella melodia (quasi un Battisti prima stravolto e poi scarnificato) di "Untitled", così come la seguente "Così tanto costoso", accoppiano unicamente voce e chitarra, al contrario "Bella voragine" utilizza come unico accompagnamento strumentale una drum machine.
Come al solito, originali i testi, qui forse più amari del solito, o semplicemente più definiti in senso classico.
Sicuramente un prodotto personalissimo, un ascolto in parte singolare, che da molti potrebbe essere definito difficile, ma che sarebbe un errore considerarlo superficiale o casuale.
Forse però, volendo proprio ostinarsi a fare i criticoni, si potrebbe azzardare che il precariato produttivo tipico di Belongs to Me (qui, va detto, comunque meno centrale che in passato) potrebbe col tempo rivelarsi una morbida gabbia, nella quale, nonostante la bontà degli intenti e il conforto casereccio, sia difficile far evolvere le proprie note e, soprattutto, far udire anche all'esterno le belle melodie di Carmine.


29/01/02, Marco


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