Dietro questo suggestivo nome cinematografico si nasconde un gruppo di Mantova che si rifà ai suoni brutali più in voga oltreoceano, in particolare direi a Dillinger Escape Plan e Coalesce.
Nello stivale gruppi così ce ne sono ancora pochini, e quindi i 7 note in nero hanno il merito, pur non essendo originalissimi, di essere per lo meno tempestivi.
I pezzi sono cinque più l'intro iniziale, breve ma maligna quanto basta, e anche se i punti di riferimento sono facilmente individuabili i 7 note in nero non sono nemmeno la cover band di uno dei gruppi succitati.
Il suono è decisamente post-hc di scuola Hydrahead/Relapse ma qua e là fanno capolino anche delle influenze nu metal che rendono più personale il suono del gruppo, come gli spunti melodici nel cantato o alcune parti mid-tempo: anche se sono prevenuto nei confronti di tutto ciò che è "nu" devo ammettere che il tutto funziona egregiamente.
I pezzi più belli sono sicuramente quelli in italiano, in particolare la iper-articolata "Maschere pallide" che suona decisamente alla Dillinger e "Senza fili" che ha un intro veramente carina.
Tecnicamente sono estremamente dotati, fanno quello che vogliono senza troppi problemi e lo fanno pure bene.
I testi mancano e nemmeno si capiscono ascoltando, e ciò è male.
La registrazione è azzeccata, leggermente sporca ma molto curata, il suono è grezzo ma non c' è l' effetto "pastone" che a volte penalizza le prime produzioni di un gruppo.
Consigliati agli amanti della musica pesante moderna, magari i 7 note in nero non vi cambieranno la vita ma sono sicuramente un buon ascolto.

04/02/02, Manuele