17 novembre 2001
MOROSE
LOKAZIONE (Talamona, SO)



I NOSTRI EROI PRIMA DELLA LORO ESIBIZIONE...

Il Lokazione è un locale, perso tra le ripide stradine di un paese attiguo a Morbegno (SO), dalla natura piuttosto singolare. Innanzitutto perché più che un locale vero e proprio si tratta dell'auditorium della scuola media, gestito al sabato sera come sala concerti da alcuni giovani del luogo. Singolare, poi, perché, a differenza di quanto succede solitamente nei (pochi) spazi dedicati all'underground qui a Milano, i suddetti ragazzi organizzano serate all'insegna della commistione tra i più disparati generi musicali, mettendo insieme gruppi assolutamente diversi, unicamente accomunati dal particolare tema della serata, diverso per ogni occasione. Scelta strana ma che, probabilmente, nasce per risolvere in maniera diversa gli inevitabili problemi organizzativi di chi ha il coraggio di ospitare e promuovere gruppi emergenti. Se poi, all'interno di questa varietà, qualcuno tra il pubblico dovesse rischiare di essere iniziato a qualcosa di diverso dai propri consueti gusti musicali, allora ben venga la mescolanza del Lokazione.
In questo contesto gli spezzini Morose (già trattati in sede di recensione), col loro pop/rock in chiave lo-fi ma non troppo, si sono esibiti, senz'affatto sfigurare, tra un gruppo metal industriale ed i Gradinata Nord, punk/oi band dalle tematiche calcistiche e dalla forte presenza - il termine è d'obbligo - di tifo.
Concerto breve ma intenso questo dei Morose, dove il gruppo ha proposto una dozzina di pezzi estratti dai loro lavori autoprodotti, lasciando trasparire il senso di sperimentazione povera che già conosce chi ha avuto modo di ascoltare un loro cd. Ovviamente dal vivo il suono si fa più essenziale: le chitarre acustiche fanno spazio a leggere distorsioni, tastiere ed effetti vengono lasciati a casa, ma i componenti del gruppo non rinunciano comunque ai propri caratteri distintivi.
Eccoli quindi scambiarsi gli strumenti di volta in volta, fatta eccezione per Davide (prima voce e chitarra), il quale rimane fisso alla propria postazione, quasi fosse il canovaccio sul quale gli altri possono aggiungersi in maniera variabile, secondo le proprie capacità e il proprio stile. Eccoli quindi impegnati nei loro arrangiamenti inconsueti, come quando fanno capolino il timido flauto della Carogna, o l'armonica a bocca suonata da Mauro nella bellissima melodia finale di "Anthony Sclafani no se preocupe".
Nonostante possano considerarsi giustamente dei non-musicisti, si sente che i Morose si sono preparati per questa occasione. Ed anche i brani più veloci estratti dal loro penultimo cd, in tutta sincerità i loro pezzi che meno preferivo, appaiono adeguati e perfezionati. Questo forse grazie anche al nuovo acquisto del gruppo (Luca, ex Kalte Sterne), che permette di rimpolpare le armonie, rendendo più fluido il suono. Comunque, nonostante non manchino le solite puntate nelle atmosfere più malinconiche di certe ballate, generalmente dal vivo sembra prevalere l'anima più rock dei Morose, complice forse anche una certa tensione etilica tra alcuni dei suoi componenti (...). Lo devo ammettere: conosco i Morose di persona e mi stanno molto simpatici. Ma non pensiate che ciò possa inficiare l'obiettività del mio giudizio. Al contrario, io credo che se aveste modo di ascoltare la loro musica, anche voi vorreste diventare loro amici.
Quindi, per favore, fateli suonare più spesso.

Marco



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