Capitolo XIII: Il destino di Zeross

 

La nuova figlia, il lavoro di Jane al tempio di Tymora e la relativa tranquillità che c’era nelle valli, avevano dato a Zeross e a Dobos molto tempo per dedicarsi a se stessi: Dobos a tagliare legna per l’inverno e Zeross a cercare di studiare magia, anche se a dire il vero la maggior parte del tempo lo passava a sonnecchiare sull’amaca nel giardino: proprio uno di quei pomeriggi, il suo destino iniziò a compiersi.
L’incubo lo ritrovò e lui non era affatto pronto a fronteggiarlo: il demone lo strinse nella sua morsa magica, e gli disse che era vincino al libro, molto. Gli mostrò la foresta a est di Shadowdale, e i resti, nascosti dalla vegetazione, di un antica dimora. Il castello di Xellas.
Zeross pensava che la figlia, Jane, e i suoi amici avessero infine vinto il demone che era dentro di se, ma si sbagliava: lasciò stare la sua amaca, i suoi libri, e la sera, assieme a sua moglie e Dobos e Raugh, l’ex folletto di Parn, Zeross parlò, e raccontò del demone.
- E questo è tutto: probabilmente ci sono delle rovine, dentro le quali è nascosto il libro di Xellas, mio padre.
Jane e Dobos, si guardarono, insicuri sul da farsi: sicuramente c’era qualcosa o qualcuno a fare la guardia del libro, se in tutto quel tempo non si era mosso di li.
Raugh però non la pensava così, e per niente intimorito e svolazzando allegramente attorno alla testa di Dobos, disse:
- Andiamo a prenderlo, no?

Zeross e Jane si guardarono, e decisero che era la cosa migliore da fare: liberarsi da quella maledizione, per sempre: per questo Zeross passò una intera giornata a studiare gli incantesimi migliori, mentre Jane pregava con tutta se stessa Tymora, e affidando la gestione del tempio mentre era via a Ashok, uno dei suoi servitori.
Il giorno dopo, mentre il sole sorgeva dalla foresta del Cormanthor, a est, Zeross, Jane, Dobos e Raugh, si avviarono verso il luogo indicato dal demone: dopo un paio di ore di cammino, sentirono un rumore, come se qualcosa si muovesse velocemente nella foresta. Dobos impugnò l’arco, e punto nella direzione dalla quale proveniva il rumore, mentre Zeross sguainava la spada: quando Dobos scoccò due frecce, Zeross colpì la cosa con un Dardo di magia, che lo colpì come sempre in pieno.
Allora Jane si avvicinò al corpo esanime, ed esclamò che era solamente un povero cervo: quando Dobos e Zeross lo videro così ferito, non cercarono di 
fermare Jane, mentre lo curava grazie al potere di Tymora.
Proseguendo, avvistarono ad un centinaio di metri di distanza un cumulo di macerie: erano arrivati. Quella probabilmente doveva essere stata molto tempo prima la casa di Xellas. Mentre cercavano un apertura verso il quasi ovvio sotterraneo, Raugh, molto più pratico, usò la sua magia per scavare una fossa, direttamente dentro il sotterraneo.
Erano arrivati: scesero, ma trovarono una brutta sorpresa. Una decina di Wraith, ombre di esseri malvagi dell’antichità, cercarono di attaccarli, mettendoli ben presto in grande difficoltà: il tocco di quei mostri infatti
- Venite qui vicino a me, disse Jane, mentre invocava il potere di Tymora.
Una luce verde-oro si diffuse per un paio di metri da Jane, tenendo alla larga i mostri, che temevano il potere della dea della fortuna: Dobos finì i mostri con l’arco, aiutato dalle magie di Raugh e Zeross.
Scesero quindi al livello inferiore, e trovarono i guardiani del tesoro di Xellas: i golem di pietra. Esseri animati dalla magia, e dalla forza sovrannaturale, che potevano essere feriti solamente da armi incantate con la magia.
La forza del gruppo però si mostrò un'altra volta insufficiente e quindi il gruppo decise di usare l’intelligenza al posto della forza, e questa si rivelò l’intuizione giusta. I golem, infatti, riuscivano a malapena a salire la ripida scalinata che portava a quel livello del sotterraneo: bastava una spallata di Dobos per farli volare giù, riducendoli in mille pezzi.
- Beh, direi che è ora di riposarsi.., disse Dobos sfinito, mentre Jane cercava di curargli le ferite
Zeross seguì il suo suggerimento, e si sedette, spalle ad un muro: stava cercando di ricordare qualcosa di quel luogo. Xellas lo aveva sicuramente portato lì, ma lui non riusciva a rammentare nulla: l’unica immagine rimasta di suo padre era la sua lunga veste blu, con i bordi dorati. Lo teneva per mano, quando era ancora un bambino.
Raugh, dal canto suo, non era stanco, ma piuttosto annoiato: I Wraith gli erano sembrati un diversivo interessante, ma i golem erano stati una delusione. Troppo deboli.
Così planò magicamente sulla spalla di Dobos, e vi rimase per un bel po’, mentre gli altri riposavano, prima di esordire con:
- Andiamo?
Jane gli sorrise, si alzò, e disse:
- Forza, non dovremmo essere molto lontani, almeno credo.

E così fu: dopo un paio di bivi e una trappola semplice da evitare, arrivarono alla stanza in cui era custodito il libro. Zeross sentiva la magia sprigionare da quell’oggetto, una magia che pervadeva la stanza stessa.
Sorrise ai suoi amici, e disse che sarebbe andato da solo: quando avrebbe portato fuori il libro, il demone sarebbe apparso. In quel momento sarebbero intervenuti, per cercare di batterlo una volta per tutte.
- Non preoccuparti, tornerò, disse Zeross a Jane, dandole un bacio.
Dobos, Raugh e Jane guardarono Zeross entrare nella stanza, avvicinarsi al piedistallo e prendere i libro: neanche il tempo di uscire dalla stanza, che il demone appari, di fronte a loro.
Era nero come la notte, e per un attimo i cuori di coloro che lo videro si fermarono: era l’essenza stessa della malvagità. Quell’essere usò i suoi poteri per strappare di mano il libro a Zeross, e ferirlo prima che potesse fare qualcos’altro.
- Grazie figlio di Xellas, ora avremo la nostra rivincita contro i draghi..
Subito Dobos e Jane cercarono di intervenire, ma una barriera magica impediva l’accesso alla stanza: nemmeno la magia di Raugh poteva nulla contro il potente incantesimo di Xellas.
Zeross, capita la situazione, usò la spada degli elementi (che Dobos gli aveva dato, riferendogli le parole di Falagar) contro il demone, scatenando il potere del fuoco contro di lui: ma nulla poteva scalfirlo!
Mentre il demone colpiva a ripetizione Zeross, Dobos, Jane e Raugh non potevano fare altro che restare a guardare: con un grande colpo, Zeross però mise in difficoltà il demone, che per vendicarsi lo bloccò nella sua morsa, scomparendo assieme a lui. 

Caldo? Inferno? Zeross lo sapeva.. quel vigliacco di un demone lo aveva portato nell’inferno a nove cerchi, il suo piano di provenienza! In pochi attimi sarebbe morto, o perché la magia protettiva che si era lanciato sarebbe finita, o perché un intero esercito di demoni lo avrebbe fatto a pezzi!
Non gli restava altro che usare la sua ultima risorsa.. l’anello che gli permetteva di contattare suo padre, Xellas, nel piano Astrale.

“Mettimi di nuovo in animazione sospesa… aiutami!”

 - Dobos! Cosa facciamo adesso? Dove sarà Zeross?
Jane dopo aver detto queste parole si mise a piangere, e Dobos per consolarla la prese tra le sue forti braccia e disse:
- Lo troveremo, fosse anche all’inferno!

  <Capitolo XII><continua?>