Come è andata a Roma ?

Quando torni da una vacanza chi ritrovi al tuo ritorno ti chiede "Come è andata?" Le risposte sono ormai classiche "Bene – Mi sono divertito, riposato. - Il tempo era bello, ho visitato quella città. – Peccato sia finita". Quando torni da 5 giorni trascorsi a Roma in occasione della XV Giornata Mondiale della Gioventù la risposta alla stessa domanda non è semplice.

E’ veramente difficile rendere con le parole le emozioni intense di comunione vissute con ragazzi e ragazze che non parlano nemmeno la tua lingua, che hai incontrato per le strade, sui mezzi di trasporto, con cui hai condiviso l’attesa per ricevere il cibo, con cui qualche volta hai addirittura condiviso il cibo stesso; volti che ti sorridono, che ti chiedono un’informazione, che fanno un pezzo di strada con te, che ti chiedono aiuto, che pregano con te, che senza tante parole, credono con te.

E’ difficile trasmettere l’entusiasmo che ti contagia, ti fa cantare, urlare, gioire mentre cammini, cammini …. Quanti chilometri abbiamo percorso !! E’ difficile spiegare come questo entusiasmo attutisca e poi faccia addirittura dimenticare la stanchezza del cammino. Ripensandoci a mente fredda crediamo che il sacrificio fisico, che a casa di rado si sperimenta e che certo non si cerca, ti spogli dalle cose inutili, renda tutti uguali, e ti permetta di assaporare appieno ciò che ti viene proposto; allo stesso modo vivere per cinque giorni con qualche disagio, ti induce ad apprezzare ciò che nella vita di tutti i giorni si da per scontato: l’acqua per lavarti, il cibo preferito, il mezzo di trasporto a tua disposizione, il letto comodo …

E’ difficile far comprendere a chi è rimasto a casa e dalla televisione ha visto solo 2.000.000 di persone in un prato, sotto il sole, che resistere al caldo e alle condizioni disagiate per arrivare e sostare a Tor Vergata per 2 giorni non è stato poi così difficoltoso, perché l’attesa per l’incontro con il Papa che ci avrebbe parlato di Cristo, motivo del nostro pellegrinare, era tanta e profonda.

E’ difficile spiegare il senso di infinito, di appartenenza alla Chiesa universale che si prova camminando per le strade polverose di Tor Vergata, scorgendo ovunque si guardi giovani volti ….. tanti volti di Cristo.

E’ difficile sintetizzare in poche righe cinque giorni di contenuti che abbiamo ricevuto durante le catechesi, le celebrazioni eucaristiche, gli incontragiovani e gli appuntamenti con il papa. Le frasi che vogliamo qui ricordare che in qualche modo sono quelle che più ci hanno colpito sono state quelle del papa e in particolare: il suo invito ad aprire il cuore a Cristo senza paura, perché solo Lui conosce cosa vi è racchiuso; la sua rinnovata professione di Fede e il suo totale affidamento allo Spirito Santo, all’Eucaristia, presenza viva di Cristo in mezzo a noi, per trovare la forza di testimoniare ogni giorno; il suo richiamo al silenzio, alla ricerca continua e instancabile di Dio, qualunque evento segni la nostra vita; la sua ammissione che credere oggi non è facile e al contempo il suo incoraggiamento a non cedere, perché con la grazia del Signore, anche noi, come Cristo, possiamo vincere.

E’ difficile anche spiegare cosa prova il cuore, cosa ti spinge alla commozione quando vedi con i tuoi occhi da vicino il viso anziano e provato di questo papa ottantenne: ti aspetti che abbia bisogno di aiuto, l’istinto ti spinge a sorreggerlo idealmente… quando invece odi la sua voce, ciò che ti trasmette è una forza, un vigore e una sicurezza tali da far invidia al più bravo degli oratori. Non vedi più un papa ottantenne ma un papa giovane. L’insegnamento che ne puoi trarre allora è solamente uno: in Cristo devi osare, non fermarti davanti alle difficoltà … devi rimanere giovane, nonostante l’età anagrafica.

E’ difficile quantificare il senso di orgoglio e di responsabilità che ti pervade quando il papa ti dice "Voi siete le sentinelle del III millennio" – "Voi vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti" – "Se sarete quello che dovete essere metterete fuoco in tutto il mondo" – "Voi siete mia gioia e mia corona".

E’ facile tornati a casa dire a chi ci chiede "E’ stato bellissimo … Peccato sia finita". Adesso è veramente il momento della prova, del mostrare se davvero abbiamo capito ciò che in tanti ci hanno detto, il momento di concretizzare nella vita di tutti i giorni l’immenso bagaglio di esperienza che abbiamo portato a casa. Sarà difficile, certamente, lo sapevamo già e in più ce lo ha detto il papa. Ma con l’aiuto dello Spirito, con la presenza di Gesù Eucaristia nella nostra vita e con la consapevolezza di non essere soli, dobbiamo e vogliamo renderlo possibile.

Deborah Salati