TESTIMONIANZA DI NADIA

Ciao sono Nadia,
moglie di un giocatore compulsivo, volevo raccontare la mia storia in merito a questa malattia che ha portato nella mia vita moltissimi problemi.
Adesso ne parlo più serenamente però non è stato facile per me accettare questa realtà.
Credevo di essere la sola ad avere questi problemi quando invece mi sono accorta che il gioco compulsivo accomuna molta più gente di quanto pensassi, il guaio è che SE NE PARLA POCO.
Tutto è cominciato dopo un anno e mezzo di matrimonio e dopo aver aperto anche un negozio mio.
Avevo capito che in mio marito c’era qualcosa di strano, qualcosa che io non vedevo o non volevo vedere avevo troppa paura del giudizio della gente e anche del “mio”.
Io che sognavo un matrimonio perfetto e una vita da fiaba mi rifiutavo di andare a fondo, avevo “paura”. Con il passare dei giorni, di soldi ce n’erano sempre meno e quindi dopo poco tempo fu costretto a confessami di aver avuto dei problemi ma non subito di gioco, vennero fuori dopo qualche tempo; mi disse di avere dei debiti con finanziarie e peggio ancora con usurai, insieme alla famiglia decidemmo di far fronte a questi debiti ma questo non servì a farlo smettere anzi….
Nel frattempo rimasi incinta e nacque nostro figlio, trascorso un anno dalla sua nascita stremata dai debiti e dalla situazione che si era venuta a creare fra di noi come coppia dopo l’ennesima “GROSSA BUGIA”decisi di andarmene di casa, così fu costretto a fare anche lui poiché non poteva mantenere né se stesso né tanto meno una casa.
Vendetti tutti i mobili e andai a vivere con i miei genitori chiedendo la separazione, probabilmente per lui questo è stato il momento peggiore; il suo matrimonio era fallito. A questo punto decise di farsi aiutare e tramite alcuni amici che trovarono l’indirizzo di G.A. su internet cominciò a seguire il gruppo. Dopo un po’ di tempo insistendo riuscì a convincermi a seguirlo, e andai anche io al gruppo dei familiari (Gam Anon) anche se io non credevo più a niente ed ero convinta che il problema fosse solo suo, invece ho capito che tale malattia coinvolge invece tutta la famiglia, adesso è un anno e tre mesi che frequentiamo i gruppi e soprattutto che non gioca più.
Sono molto felice di averlo ascoltato e di essere andata al gruppo.
Qui ho trovato molta forza, ho trovato persone che non mi giudicavano anzi mi capivano perché avevano lo stesso problema.
Ho “quasi”imparato a vivere UN GIORNO ALLA VOLTA e dico quasi perché per me è difficile visto che ho sempre vissuto pensando al domani e soprattutto a quello che era stato ieri dimenticandomi di vivere l’oggi.
Ho acquistato più fiducia in me perché facendo questo programma mi sono accorta che non ne avevo e sotto un certo punto di vista sono diventata una persona nuova soprattutto più attenta ai problemi che mi circondano, sia personali che non.
Ho capito che quella di mio marito è una malattia e non un “vizio” e soprattutto mi ha aiutato a riconciliarmi con lui.
Adesso siamo di nuovo insieme, viviamo separati, non possiamo mantenerci una casa ma nel futuro c’è questo progetto di tornare a vivere tutti e tre insieme.


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