Maine coon

STORIA
All'inizio dei secolo molti pensavano che, proprio per la caratteristica tigratura dei suo mantello e la coda grossa e inanellata, il maine coon fosse il risultato di un incrocio con il procione. L'ipotesi ovviamente assurda ha comunque contribuito ad alimentare le numerose storie che su questa razza si tramandano le leggende non finiscono comunque qui: si racconta che sia un discendente dei gatti a pelo lungo di Maria Antonietta di Francia. Vista la somiglianza con il gatto delle foreste norvegesi, altri sostengono che furono i vichinghi, 400 anni prima che Colombo scoprisse l'America, a lasciare alcuni dei loro gatti su quelle coste durante le incursioni. Forse l'ipotesi più veritiera è quella della via commerciale" e cioè che i maine coon discendano dai gatti a pelo lungo che viaggiavano sulle navi dei mercanti che, dall'Europa, facevano scalo sulla costa atlantica degli Stati Uniti.
Il maine coon appartiene comunque a una delle razze più antiche nate nell'America settentrionale. La prima segnalazione ufficiale risale al 1861 e, divenuto inizialmente molto popolare, venne poi tralasciato per il persiano. Bisogna quindi attendere fino ai primi anni Sessanta per assistere alla riscoperta della razza, che fu riconosciuta solo nel 1976.

SELEZIONE
Il maine coon odierno è decisamente diverso rispetto ai primi soggetti allevati: è imponente, massiccio, di dimensioni a dir poco gigantesche (anche se non raggiunge quei pesi leggendari che, spesso, sono stati enfatizzati). Le sue caratteristiche naturali più salienti sono state rispettate ed esaltate: ha zampe alte con dita ricche di pelo per non sprofondare nella neve, così come le orecchie che pur essendo grandi e ben aperte per poter captare meglio suoni e rumori sono ben protette da abbondanti ciuffi di peluria. Il mantello è idrorepellente, possiede, cioè, una particolare e caratteristica untuosità naturale che lo protegge d alle avversità atmosferiche.

CONSIGLI E CURE
Nonostante la mole, è un gatto che non mangia moltissimo, ma è molto abitudinario per cui si rende spesso necessario variare di continuo il cibo per non incorrere in pericolosi squilibri alimentari. Nonostante si presenti con una livrea ricca e abbondante, non richiede cure o attenzioni particolari. E questo si deve al fatto che il pelo semilungo è idrorepellente: è rivestito cioè da una cuticola che lo impermeabilizza e che al contempo, gli impedisce di annodarsi o infeltrirsi. In genere, quindi, il gatto riesce tranquillamente a liberarsi da solo dei peli morti e a mantenere il mantello in ordine. Durante il periodo della muta può essere utile aiutarlo con un pettine a maglie larghe un paio di volte alla settimana.
Normalmente non ha bisogno di bagni ma, qualora fosse necessario, lo si asciughi perfettamente proprio perché la naturale untuosità dei mantello potrebbe rendere l'operazione difficoltosa. Non è un gatto che vocalizza eccessivamente; addirittura, ha una vocina dolce e musicale, a volte persino ridicola se paragonata alla mole gigantesca.