CLAUDIO FUCCI


Agli inizi degli anni '70 esisteva un circuito di carattere alternativo, che ruotava intorno alla rivista Re nudo, alla cui base esisteva un movimento reale di giovani, emarginati, disoccupati e studenti. Uno dei frutti di quei festival e di quei concerti semi-spontanei è stato Claudio Fucci, che ha avuto la sfortuna di incidere il suo unico disco quando quando questa effervescenza andava svanendo. Il disco, prodotto nel 1974 da Finardi, che collaborò anche alla sua realizzazione, uscì per la Trident Recs, un'etichetta destinata allo sfascio che ha distribuito quasi esclusivamente dischi del genere "progressive" italiano (Trip, Dedalus, Biglietto per l'Inferno...). L'album, per quanto non propriamente "progressive", ebbe una distribuzione minima ed è  parecchio ricercato dai collezionisti del genere. Fucci si occupò poi di filmati musicali.


1974 Claudio Fucci (Trident Record)
La tua vita / Realtà / La nostra primavera / Viaggia la speranza / Loro sanno dove / Tutto ciò che hai / Notte / Giusto signor K?

CLAUDIO FUCCI PARLA DI CLAUDIO FUCCI

Ho studiato musica c/o la Civica Scuola di Musica di Milano. Dopo i primi “complessi”del periodo Beat, ho lavorato come Orchestrale. Mi sono interessato ai
canti popolari e ho iniziato a scrivere canzoni di “protesta”. In una lontana e nebbiosa serata alla Biblioteca di via Mecenate a Milano…..ho incontrato Yu Kung e Come le foglie. Con Attilio Zanchi, Giancarlo Galli e Claudio Lugli è nato un intenso periodo di collaborazioni incrociate e di amicizia. Fu Attilio Zanchi che mi presentò a Maurizio Salvatori e Angelo Carrara (Trident Agency). Ed è proprio per sostituire Come le Foglie che suonai come supporter al Banco del Mutuo Soccorso a Milano nel 1972. Abbracciando Francesco di Giacomo.. occupammo tutto il palco del cine-teatro Massimo... Da quel giorno ho partecipato a innumerevoli feste, festival e concerti stringendo una bella collaborazione con Re Nudo e Andrea Valcarenghi. (Festival Pop di Re Nudo di Alpi del Vice Re e del Parco Lambro, Feste al Pierlombardo… La Trident Agency, creata l’etichetta Trident Record, mi propose un contratto discografico. Con Eugenio Finardi come produttore, nel 1974 esce Claudio Fucci per la Trident Record. Tre tour come “guest star” per i Pooh, quando inaugurarono l’ idea di fare concerti in teatro, non portarono nulla alle vendite discografiche ma crearono una bella amicizia che oramai a scadenza decennale si rinnova. Ho lavorato per la televisione, nel teatro, per il cinema… Ho scritto, e scrivo ancora, spettacoli colonne sonore e qualche canzone. Nel 2004 la BTF ristampa il mio disco dopo 30 anni…. e addirittura qualche “email” in giapponese si chiede chi è Claudio Fucci. Gli esagerati comprano in Giappone il CD che trent’anni fa non si riusciva a trovare a Milano.

2005 SYNKRETIKO è il nuovo album di Claudio Fucci.
Graffiti italiani / Duemilanovecentoventitrè / Il silenzio e il tuono / Sebastiano / Come un poeta / La Pace / Via Costantino Baroni / Gabbie / Nell'Aria e nel Vento / Approdare

Prodotto dallo stesso Fucci, distribuito dall'etichetta BTF, suonano nel nuovo lavoro: Attilio Zanchi, Walter Calloni, Massimo Colombo, Marco Colombo, Dario Piana, Giancarlo Galli, Dario Guidotti, Claudio Lugli, Tullio Granatello, Vittore Andreotti, Silvano Paulli, Enzo Cafagna, Piero Papotti, Tania Ruvolo, Salvo Silvio, Nino Silvio, Franco di Biase, Egidio Perduca, Andrea Rodini, Gaia Petrazzani, Ettore Gilardoni, con la partecipazione straordinaria di Eugenio Finardi e Marco Ferradini.

SYNKRETIKO
Questo titolo rispecchia perfettamente le anime che contiene talmente diverse da sembrare quasi
opposte e antitetiche. Non mi sono mai considerato un cantautore, ne tanto meno un cantante. Mi sento più un ricercatore di parole che suonano e di suoni che sappiano parlare. Ho avuto la fortuna di vivere anni straordinari, attraversando grandi mutamenti, generosi slanci, illusioni e delusioni immense. Di ogni viaggio conservo un sorriso o una ferita. Queste canzoni sono dedicate ai tanti compagni di viaggio e anche ai nuovi curiosi ricopritori ed esploratori di un passato prossimo che è anche una immensa geografia di emozioni e sensazioni o semplicemente “vibrazioni”. Cercavamo di cambiare il mondo e non so quanto ci siamo riusciti ma sicuramente abbiamo cambiato noi stessi e il modo di fare musica.
Claudio Fucci

Un bel giorno, trent’anni dopo il suo unico album, Claudio sente che è arrivato il momento di replicare e dare consistenza ai mille pensieri musicali accumulati. Ancora non sa che quello che sta per realizzare sarà un album da collocare tra le migliori espressioni della canzone d’autore italiana, quella che nasce da dentro, senza alcun presupposto commerciale, senza calcoli o congetture nate a tavolino. Claudio ha solo bisogno di riordinare le idee e metterle a confronto con un mondo di amici che si era lasciato indietro, come spesso succede, perché ognuno va per la propria strada, inevitabilmente. Ma c’è sempre tempo per ricredersi e voglia di dimostrare a se stessi, prima che agli altri, che il tempo non è passato invano. Ha lasciato tracce importanti, pronte a riaffiorare con forza. Eccolo allora rimettere in moto la macchina, cambiare qualche gomma e aggiungere diesel, perché la strada da percorrere è ancora tanta. E il primo a salire su quel diesel è proprio Finardi, produttore del precedente album, a fornire l’accelerazione nel brano Il silenzio e il tuono, mentre Ferradini presta la sua voce nella delicatissima Come un poeta, poi ci sono i musicisti, quelli conosciuti e frequentati nei ’70, nelle tante session improvvisate su qualche palco, magari prima di un concerto, mettersi a provare qualcosa che si allarga e non si sa più dove può andare a finire, né come sia iniziata. C’è questo gusto nelle nuove canzoni di Claudio, che piaceranno anche a coloro che prediligono l’aspetto musicale, perché la sua voce particolare sa farsi ascoltare senza prevaricare, sa nascondersi per lasciare spazio all’insieme sonoro. Nessuna nostalgia del passato, ma nuova ispirazione e un nuovo stile, alla maniera dei concerti live dove ognuno partecipa per il gusto di stare insieme sullo stesso palco. Ci sono “Come le foglie”, “I Cacao”, Walter Calloni e nuove presenze come Marco e Massimo Colombo. Come se si risvegliasse da un sogno (Ho troppi buchi nella testa, Non pochi sogni nella mia tasca) Fucci scopre che anche gli altri musicisti coinvolti non aspettavano altro, ovvero partecipare a un progetto che li accomunasse in nome di un’appartenenza mai rinnegata. Appartenenza a un periodo che ha segnato profondamente ogni gesto e ogni pensiero, così ci si ricorda di come "… la nebbia rifletteva ogni sguardo che si alzava / ad osservare il cielo / come fosse il primo / come spazio grande infinito …" (da Via Costantino Baroni). Testi importanti e una felice linea melodica, che incita al canto corale per "… ma se questo è vivere / no alla civiltà / certo è meglio andarsene / rifiutare questo mondo che / non lascia spazio alla tua libertà…"  (da Gabbie). Uno di quei dischi (chiamiamoli ancora così) che non ti stanchi di ascoltare, perché dietro ogni curva un nuovo panorama appare: la collina e poi il mare.
Giordano Casiraghi

Visita il suo sito: http://www.claudiofucci.com