LA LUNIGIANA

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LA PREISTORIA

Il medio paleolitico segna, 25-30 mila anni fa, l' inizio della preistoria in Lunigiana. Gli sconvolgimenti geologici precedenti avevano infatti cancellato ogni traccia della vita che probabilmente si era svolta soprattutto nella grande pianura corrispondente al golfo di La Spezia e alla fascia costiera, nei territori successivamente coperti dal mare al termine della glaciazione. Varielunig.gif (57217 bytes) speci di animali tipici dei climi freddi popolavano la Lunigiana ed erano le prede dell' uomo cacciatore, l' uomo di Neanderthal: l' orso speleo, la lepre bianca, il daino e il cervo, scomparsi con la completa deglaciazione. Se ne sono ritrovati i resti nella grotta di Equi Terme, la grotta che si apre nel fianco delle Alpi Apuane. Con la "rivoluzione agricola" del neolitico e la successiva scoperta dei metalli, l' uomo impara a costruire utensili e armi più raffinati ed efficienti, a coltivare la terra e allevare animali e si stabilisce in villaggi di capanne nel fondovalle. Le montagne rimangono luoghi sacri, come testimoniano i ritrovamenti di sepolture con corredo di armi e monile nella Tana della Volpe e nella Tecchia di Equi Terme. Nell' età dei metalli la Lunigiana era abitata dai Liguri Apuani . Questi popoli opposero una fiera resistenza all' occupazione dei Romani che ne decideranno la deportazione in massa nel Sannio, regione ai confini tra la Campania e la Basilicata. La "romanizzazione" della Lunigiana rimarrà limitata alla zona meridionale vicino alla città di Luni, interessante sia per la posizione strategica che per lo sfruttamento agricolo. Gli antichi abitanti della Lunigiana vivevano in villaggi di fondovalle difesi o, i "castellari", su colline riparate.

LA STORIA

La posizione geografica e la particolare configurazione hanno fatto della Lunigiana una ceniera di collegamento tra le aree circostanti: il suo territorio infatti si incunea profondamente tra la Liguria e l' Emilia Romagna, quasi come un corpo a sè stante, isolato tra gli appennini e le Alpi Apuane. Fin dall' epoca preistorica la Lunigiana ha costituito un passaggio obbligatorio per le migrazioni delle popolazioni nomadi che utilizzavano le normali vie di crinale lungo il dorsale appenninico (che qui interrompe il suo andamentoverso il norde piega a ovest per la Liguria).Con il pasare del tempo e il nascere dei dei primi insediamentile vie di comunicazione scesero dal crinale e, in periodi successivi, si pinsero a fondovalle per la relativa sicurezza data dall' impero romano. Il fondovalle rimarrà abitato fino alla caduta dei Bizzantini. La successiva caduta dei Longobardi e sopraggiuntapaes2.jpg (12688 bytes) insicurezza spostarono la popolazione sulle colline circostanti, creando gli insediamenti da cuisorsero quei borghisu crinali e promontori che ancor oggi vediamo. Per tutto il Medioevo , che in Lunigiana sembra prolungarsi versi l'era moderna oltre i confini storici noti, in alcune zone la popolazione rimarrà chiusa nei borghi murati arroccati sulle colline, stretta intorno alle fortificazioni e ai castelli disseminati in intutto il territorio. E' in questo periodo che la Lunigiana assume una grande importanza strategica come terra di passaggio, corridoio naturale tra nord e sud per la presenza di innumerevoli strade, alcune famose e antiche, altre nuove e di vita più breve: la via Regia, la via del Bratello, quella di Monte Bardone (o della Cisa), la via Lombarda e quella del Lagastrello, la via di Reggio e quello per la Garfagnana fino a quelle minori. Si tratta di vie e valichi di comunicazione con il nord e le zone limitrofe, che acquistarono più o meno importanza con il succedersi degli avvenimenti storici. Se ad esempio nelle lotte per il controllo del territori prevaleva Piacenza, la via più importante era quella del Bratello, se prevaleva Parma lo diventava quella di Monte Bardone. Il mitico passaggio di Annibale, i viaggi di papi e imperatori, di pellegrini ed eserciti, avevano però come riferimento la più importante tra tutte: la via Romea , chiamata anche Francigena , di Monte Bardone o della Cisa, che da Roma arrivava in Francia e al mare del Nord. Il suo tragitto era, e parzialmente lo è tuttora,segnato dal fiorire di importanti costruzioni, che fanno parte delle massime espressioni dell' arte romanica e gotica. Moltissime di queste testimonianze di un passato di prima grandezza sono ancora oggi individuabili: chiese, pievi, cappelle, ospedali, città, castelli e fortificazioni. Ma controllare una via, un passo o un guado era dovunque importante; così nei punti strategici sorgono castelli costruiti in pietra a difesa di una conquista e per conservarne il dominio in tutta la Lunigiana, da Grondola a Caprigliola alla Verrucola. In rapida successione decine di castelli vengono costruiti dagli eredi della famiglia Malaspina nei nuovi feudi; la divisione e il frazionamento continuo dell' originario possesso porteranno alla fine della famiglia stessa. Controllare la Lunigiana, i suoi paesi e i suoi passi era troppo importante, per questo non riuscì a essere mai indipendente, fu sempre divisa e abitata da tutti, e alla fine posseduta da molti.

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by Giancarlo Bertolini