Cronaca di Roma-Vitoria Setubal 7-0 del 16/09/1999

Questa Roma sarà capace di andare in goal quando manca Totti? La squalifica del capitano giallorosso, ultimo ricordino lasciatoci dallo scandaloso arbitro della partita di ritorno con l'Atletico Madrid, diventa occasione di questa angosciosa domanda che rimbalza dai quotidiani alle bocche dei venticinquemila tifosi sugli spalti in una serata umida e nell'inconsueto orario di un calcio d'inizio alle 21.30.
C'è Alenitchev al posto del gioiello di Porta Metronia, e al russo - acclamatissimo dal pubblico - non poteva capitare occasione più ghiotta per mettersi in mostra e dimostrare il proprio valore: la consistenza dell'avversario mette a dura prova la memoria dei tifosi, per tentare di ricordare se mai è capitato in Europa di incontrare una squadra così modesta. Persino in finlandesi dell'Ilves di Tampere, liquidati qualche anno fa, sembrano quasi una compagine seria al confronto della banda portoghese scesa in campo stasera all'Olimpico.
I più scaramantici o pessimisti provano a mettere in guardia sul fatto che "contro queste squadre se non segni subito poi sono guai", e allora i giocatori giallorossi decidono alla svelta di far stare tutti tranquilli. Tre goal in tre minuti, con una sequenza devastante per i portoghesi che iniziano a sperare che tutto finisca presto. Prima Pluto Aldair va a confezionare un goal di matrice tutta brasiliana, trovando l'incornata vincente su un corner di Cafu. Subito dopo arriva il tanto atteso goal dell'aeroplanino Montella che arriva puntuale al colpo di testa su invito al bacio di Alenitchev, e dopo altri sessanta secondi è proprio il russo che prima appoggia in area un pallone, poi raccoglie il rimpallo e lo scarica in porta. Carlo Zampa per la terza volta in tre minuti chiama il pubblico a declamare il nome del marcatore, e i venticinquemila presenti rispondono con la voce delle grandi occasioni. Ci si torna a sedere guardando l'orologio e scoprendo che siamo appena al quarto d'ora, con la partita ormai abondantemente archiviata. Fabio Capello chiede ai suoi di mantenere l'incontro su ritmi elevati, dato che a inizio stagione è quanto mai importante abituarsi ad avere nelle gambe e nella testa le energie per tutti i novanta minuti.  Gli undici in campo non deludono il mister, e continuano a far piovere palloni verso la porta portoghese: prima Aldair va a sfiorare la doppietta personale con un altro colpo di testa che stavolta trova il palo, poi Marcos Asuncao affianca il suo nome a quello di Montella tra i nuovi acquisti che trovano il primo goal con la maglia giallorossa. L'assist al brasiliano, manco a dirlo, viene anche stavolta dal piede di Alenitchev.
Ripresa con Gurenko a rilevare Candela, molto attivo in attacco durante la prima frazione, e Di Francesco al posto del sempre mobilissimo Tommasi. Con il francese negli spogliatoi, la fascia d'attacco prevalente diventa quella di destra, con Cafu a proporre gioco e assist nella trequarti avversaria. Tra i marcatori non c'è ancora il nome di Marco Delvecchio, e il numero 24 giallorosso cerca generosamente il successo personale: salta un avversario dopo l'altro, muovendosi prevalentemente sul fronte sinistro d'attacco, e propone appoggi in continuazione. Riesce a presentarsi a tu per tu con il portiere avversario che può solo smorzare la conclusione del centravanti, favorendo Alenitchev che sigla a porta vuota il cinque a zero. Il pubblico continua a chiamare al goal Delvecchio, e l'assist giusto arriva da Vincenzo Montella che mette il sigillo ad una prestazione straordinaria con l'ennesimo passaggio al millimetro, trovando superMarco pronto ad esplodere il sinistro. Sei a zero, ma non è finita perché tre minti dopo è ancora l'aeroplanino a far filtrare un pallone telecomandato oltre la linea di difesa portoghese, lanciando Alenitchev solo verso la rete. Il russo scarta il portiere e appoggia in porta il pallone che vale la tripletta per lui e il sette a zero per la Roma.
Alla fine gran festa e applausi per tutti, con la consapevolezza che l'impegno era di quelli da partita amichevole ma anche con la convinzione che la Roma è sulla strada giusta per trovare il ritmo partita e la via del goal anche in occasioni più impegnative, con un assetto difensivo che continua a concedere veramente poco alla manovra avversaria e con una rosa che può costruire gioco anche se manca il giocatore più prezioso.


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