Scheda tratta
da http://www.francoangeli.it/
Tracce di città. Esplorazioni di un territorio abitato: l'area veneta Autori o Curatori: Munarin Stefano, Tosi Maria Chiara Contributi: Secchi Bernardo Collana: Urbanistica. - Nuova serie diretta da Bernardo Secchi Classificazione FrancoAngeli: Urbanistica, territorio Anno di Pubblicazione: 2001 Codice Volume: 1863.21
Presentazione del volume Questo libro è l'esito di un'esplorazione del territorio veneto svolta con l'intento di precisare i caratteri, le forme ed i processi di recente trasformazione. Condotta attraverso un insieme di operazioni di rilievo e ascolto, di descrizione e interpretazione, inserendo i fenomeni più recenti e non solo quelli più evidenti, entro processi più lunghi e pervasivi, questa esplorazione ha inteso l'area veneta come un laboratorio, un luogo del quale fare esperienza ed a partire dal quale, progressivamente, cercare di conoscere e delineare alcuni aspetti generali del territorio contemporaneo. A partire dalla sensazione che continuando ad analizzare questi territori cercando la città si sarebbe trovata al massimo una sua caricatura una non-città, una non-cosa, una forma degradata alla quale non rimaneva altro che aggiungere un suffisso: "estesa", "dispersa", "diffusa", " éparpillé ", che finiva spesso con l'assumere un significato spregiativo, la ricerca ha portato ad osservare questi territori e le loro trasformazioni come più vaghi "territori abitati", regioni entro le quali da lungo tempo si danno fenomeni insediativi non riconducibili all'immagine tradizionale della città (almeno così come questa si è andata depositando nell'immaginario collettivo). Il termine traccia oggi sembra rinviare ad un ampio spettro semantico, è passibile di diverse interpretazioni e porta con sé una fertile ambiguità. Da un lato, ricollegandosi al paradigma indiziario diventa quasi sinonimo di spia, di sintomo o indizio, di segno che consente di cogliere una realtà più profonda. Dall'altro ha a che fare con l'idea che quando tutto cambia, da ciò che è piccolo e tangibile a ciò che è grande e astratto, ciò che possiamo costruire sono solo "resoconti a posteriori", quadri composti di frammenti pazientemente cuciti uno dietro l'altro, "dopo i fatti". Per i fisici poi il termine traccia spesso indica la traiettoria di particelle che un rivelatore registra e disegna durante la disintegrazione della materia, rinviando sia all'idea che la traccia ha valore in sé, non in quanto chiave per aprire qualcosa di più importante e nemmeno perché è l'unica cosa che ci rimane dopo i fatti, ma in quanto fatto essa stessa, fenomeno rilevante in sé, sia all'immagine della progressiva frammentazione, dell'esplosione anche di forme, strutture e categorie che (come quella di città) pensavamo chiare e stabili. Infine, il termine traccia rinvia all'idea che sia utile parlare soprattutto delle situazioni di cui facciamo esperienza, riconoscendo che la difficoltà prima sta nel mettere a punto una corretta, fertile e adeguata operazione di rilievo, ascolto e sperimentazione: sta nel riconoscere i fatti pertinenti e rilevanti, sta nel dare un nome alle cose, attribuendo loro, per questa via, senso e dignità. Il libro è così strutturato. Dopo un'iniziale confronto dell'area centrale veneta con altre situazioni, tentando di chiarire alcuni caratteri (Territori abitati) evidenzia alcune questioni generali, relative al territorio contemporaneo (Una strategia dell'attenzione), prova a descrivere con più precisione alcuni aspetti emergenti dell'area veneta (Rilievi), ad osservare le recenti trasformazioni - ponendo attenzione non tanto a quelle più evidenti ed eccezionali, quanto piuttosto a quelle minute, pervasive, insistite - sia del territorio (Elementi e incrementi; Frammenti e addizioni), sia di alcune pratiche (Luoghi e pratiche della sociabilità); riflettendo sul ruolo svolto da differenti condizioni originarie ed ereditate (Situazioni) e da alcune pratiche sociali e politiche pubbliche (Radici) nella conformazione del territorio. Tra queste parti si collocano due esercizi (Esplorazioni progettuali 1 e 2) che provano ad immaginare e verificare nuove possibili modalità insediative, un racconto di Giulio Mozzi, un'intervista a Marco Paolini (Altri sguardi) ed infine la postfazione di Bernardo Secchi. Gli autori Stefano Munarin (1964) e Maria Chiara Tosi (1965), urbanisti, dottori di ricerca, svolgono attività didattica e di ricerca presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Hanno partecipato a ricerche interuniversitarie (The transformation of the urban habitat in Europe, Itaten, Returb), e lavorato alla redazione di alcuni piani (Cadoneghe, Casarano, Casalserugo, Brescia, Macerata, Pesaro). Hanno pubblicato saggi su libri e riviste italiane ed hanno curato l'edizione di: Quaderno del Laboratorio BresciaPrg, Grafo 1998. Negli anni recenti hanno accompagnato le ricerche sul territorio contemporaneo con una riflessione sulle forme di indagine e su alcune radici del sapere urbanistico. Indice Territori abitati
|