Si parte fra un anno, nel 2012 le prime maturità
Il piano che De Mauro presenterà in settimana al governo

Ecco come sarà la nuova scuola
È la prima vera rivoluzione dai tempi di Gentile    di MARIO REGGIO
( DA LA REPUBBLICA DEL 29\10\2999)


ROMA - L'ultima puntata della rivoluzione della scuola sta per andare in onda. Dal primo settembre del prossimo anno scatterà la riforma dei cicli scolastici. Il documento finale è pronto e dà risposte alle domande che da mesi affollano la mente di centinaia di migliaia di genitori e studenti. Quando comincerà? Da quali classi si partirà? Quali saranno i nuovi programmi? È giusto anticipare di un anno la maturità?

Il testo definitivo, frutto del lavoro di una commissione formata da più di 300 esperti e durato oltre tre mesi, è ora sul tavolo del ministro Tullio De Mauro e approderà venerdì prossimo al Consiglio dei Ministri. Repubblica lo anticipa ai suoi lettori.

A partire dal primo settembre del 2001 nascerà la scuola di base: al posto dei cinque anni di elementari e dei tre anni di media inferiore si passerà ad un ciclo di sette anni. Si inizierà con i primi due anni, poi, anno dopo anno toccherà alle classi successive. In sostanza chi si iscriverà il prossimo anno alla prima e alla seconda classe della scuola di base raggiungerà la maturità nell'anno 2011-2012 e sperimenterà per primo la riforma dei cicli.

Sempre dal primo settembre del prossimo anno dovrebbe scattare la riforma della secondaria, anche se restano alcuni nodi da sciogliere. I problemi sono legati alla riscrittura dei programmi didattici che ora prevedono oltre 135 indirizzi sperimentali. Gli anni restano cinque. Quattro le aree: classico-umanistica, scientifica, tecnica e tecnologica, artistica e musicale. Sarà privilegiata l'attività formativa rispetto a quella tecnica. Due le priorità, sia per la scuola di base che per il ciclo secondario, la lingua italiana e la matematica. Poi la lingua straniera e l'informatica.

LA SCUOLA DI BASE

Il primo problema è come amalgamare la mentalità e logiche d'insegnamento degli attuali maestri elementari e dei professori della media inferiore. L'orientamento è di dividere i sette anni della scuola di base in tre aree. Il primo biennio, affidato ai maestri, avrà l'obiettivo di curare l'alfabetizzazione in funzione dell' apprendimento. Nei tre anni successivi maestri e prof lavoreranno gomito a gomito integrando le loro conoscenze. L'ultimo biennio sarà appannaggio, almeno nei primi anni della riforma, dei prof delle attuali medie. Sono previste mille ore annue d'insegnamento, pari a trenta ore settimanali, ma in relazione a specifiche esigenze delle famiglie e del "contesto sociale" è possibile un ampliamento, fino ad un massimo di dieci ore settimanali, per attività di "arricchimento e sviluppo".

I PROGRAMMI DA RIFARE

Si dovranno riscrivere anche i programmi scolastici, i curricula, che dureranno sette anni. Dovrà essere evitata la ripetitività delle nozioni. Oggi, ad esempio, il programma di storia parte dall'età della pietra sia alle elementari, che alle medie e alle superiori. Il 75 per cento dei programmi sarà nazionale, il 25 per cento riservato ai singoli istituti, compresi i percorsi individualizzati per i processi di personalizzazione formativa. C'è un pericolo: nel 2006 arriveranno alla secondaria gli studenti della vecchia scuola e quelli che hanno seguito il percorso dei cicli. Per evitare l'imbuto è previsto che gruppi di scuole di base anticipino il più possibile le tappe della riforma.

MAESTRI E PROF

Il riordino dei cicli rende indispensabile l'unificazione delle figure professionali dei docenti. Per la scuola di base nascerà un ruolo unico e quindi un'anagrafe professionale dei docenti, divisa per ambiti disciplinari e non solo per materie, che conterrà tutte le notizie sull'attività di formazione, titoli culturali ed esperienze professionali del singolo insegnante. Per i docenti del ciclo secondario è previsto l'accorpamento per ambiti disciplinari e per aree delle scuole di specializzazione universitaria, che da quest'anno gli aspiranti docenti dovranno seguire per passare all'insegnamento. Tutta la nuova normativa dovrà essere concordata con le organizzazioni sindacali della scuola.

IL NODO DEGLI EDIFICI

L'unificazione di elementari e medie nella scuola di base crea non pochi problemi logistici. Oggi, il 43 per cento delle elementari sono in grado di ospitare corsi che durano sette anni per lo stesso bacino d'utenza. Nei comuni di media o grande dimensione l'edilizia scolastica esistente permetterà di accogliere l'84 per cento della popolazione scolastica. Nel restante 16 per cento delle classi gli studenti della scuola di base dovranno spostarsi in un Comune vicino. Nel ciclo secondario il problema è risolvibile per l'85% delle classi.

LA SCUOLA SECONDARIA

L'obiettivo della riforma è di diffondere nel modo più ampio e qualificato i livelli di formazione generale degli studenti e garantire a tutti le basi culturali della professione futura, cioè trasmettere gli strumenti di base per sviluppare, in futuro le conoscenze specialistiche. L'innalzamento dell'obbligo scolastico coincide con il biennio della secondaria. Al termine lo studente potrà scegliere se continuare o passare alle scuole di formazione fino a 18 anni. Gli altri avranno di fronte quattro strade. Quella classico-umanistica: un liceo articolato in due indirizzi. Il primo orientato allo studio delle lingue e delle letterature classiche, il secondo a quello delle lingue e delle letterature moderne. La seconda possibilità è l'area scientifica, anch'essa divisa in due indirizzi. Il primo punterà allo studio delle scienze matematiche e sperimentali, il secondo a quello delle scienze sociali. La terza è l'area tecnica e tecnologica che rappresenta il 60 per cento della popolazione scolastica. Un liceo articolato in cinque indirizzi: gestione e servizi per la produzione di beni (processi industriali, informatica e telematica, trasporti, sicurezza e certificazione di qualità); gestione e servizi per l'economia (dinamica dei mercati, amministrazione e controllo, pubblica amministrazione, finanza, assicurazioni); gestione e servizi per l'ambiente e il territorio (costruzioni, recupero del patrimonio edilizio, impatto ambientale); gestione e servizi per le risorse naturali (valutazione del territorio, organizzazione dei sistemi di produzione agro-industriale); gestione e servizi alla persona e alla collettività (assistenza, volontariato, cooperazione, organizzazione del tempo libero). L'ultima area è quella artistica e musicale, divise in due o più indirizzi specifici.

IL CAMMINO DELLA LEGGE

Queste le linee generali della riforma dei cicli. Ma il suo cammino è solo all'inizio. Il testo dovrà passare il vaglio del Consiglio dei Ministri. Poi il programma quinquennale approderà in Parlamento. Se le Camere daranno il via libera la grande riforma della scuola italiana, la prima rivoluzione globale dopo 75 anni, voluta da Luigi Berlinguer e proseguita da Tullio De Mauro, sarà completata. E dopo il nuovo esame di maturità, l'autonomia scolastica, l'innalzamento dell'obbligo a 15 anni, arriverà anche la maturità a 18 anni. Quest'ultima collegata ad altre due tappe importanti: la formazione post-secondaria e la riforma dell'università. Per chi deciderà la seconda strada si aprono, da quest'anno, due possibilità: la laurea triennale e quella specialistica.

(29 ottobre 2000)