LETTO
PER VOI SULLA RIFORMA DELLA SCUOLA
e riportato per intero perchè ritenuto di interesse.
articolo
n.40 http://www.corriere.it/
Il Corriere della Sera
Venerdì, 21 Dicembre 2001 Durata dei licei, sarà scontro in Parlamento
Contrasti anche nella maggioranza sul bonus di un anno a chi
frequenta la scuola materna
a cura di Giulio Benedetti
ROMA - L'ipotesi di riforma delineata dal gruppo ristretto di lavoro,
presieduto dal pedagogista Giuseppe Bertagna, nella due giorni di
Roma ha subito un primo approfondito esame. E ora che il
polverone di polemiche, alcune fondate altre no, comincia a
diradarsi, si sta delineando un'architettura di scuola un po' diversa
da quella tratteggiata dai sei saggi. Vediamo che cosa è stato
bocciato dal meeting, tenendo conto che nei prossimi giorni
potrebbero seguire altre novità. «Ci siamo confrontati con
franchezza perché ciascuno potesse meglio esprimere il proprio
grado di consenso e di dissenso - ha dichiarato il ministro -. Ma
prima di arrivare ad una vera proposta, vogliamo tenere ancora
aperto il confronto». «Nelle prossime settimane - ha aggiunto -,
dopo aver raccolto gli ultimi suggerimenti e messo quindi a punto
un progetto strutturato, affronteremo i necessari passaggi
istituzionali». Ora la parola passa al Parlamento.
I LICEI - La commissione Bertagna ha ipotizzato un percorso delle
scuole superiori (licei classici, scientifici e tecnologici) di quattro
anni invece di cinque, seguito da un anno di «riallineamento» per
consentire di colmare le lacune ai ragazzi che non superano le
prove di ingresso all'università. La protesta è un coro: politici,
intellettuali e docenti, con i professori di sinistra del Cidi in prima
posizione. An e poi il Biancofiore hanno bocciato l'idea dei quattro
anni perché quell'anno in meno potrebbe compromettere la qualità
della preparazione. Su questo punto An, custode della tradizione
del liceo di Gentile, ha assunto un atteggiamento molto fermo.
Anche i sindacati, in particolare Cgil, Cisl e Snals, per le
conseguenze sugli organici del percorso abbreviato, hanno
espresso un giudizio critico. Qualche dubbio ce l'hanno anche le
università: un anno in meno rappresenta un vantaggio, ma poi i
ragazzi sarebbero preparati? Appare molto probabile che questo
elemento della riforma, peraltro definito non fondamentale dallo
stesso professor Bertagna, venga cambiato. I licei durerebbero
cinque anni e l'accesso all'università avverrebbe a 19 anni e non a
18 come hanno previsto i sei saggi della Moratti.
IL RIALLINEAMENTO - Terminate le superiori c'è un quinto anno
ad uso e consumo dei ragazzi che devono colmare delle lacune
prima di iniziare il corso universitario. L'ipotesi non piace agli
atenei. «Il riallineamento lo deve fare l'università - ha detto Luciano
Modica, presidente della Conferenza dei rettori (Crui) - scegliendo e
assumendo a contratto i professori delle scuole superiori».
IL CREDITO - La scuola dell'infanzia dovrebbe valere un anno di
credito per i ragazzi che seguono il percorso della formazione
professionale. La proposta, piuttosto confusa, è stata alla fine
rigettata dalla stessa commissione Bertagna, da famiglie e
insegnanti. «La scuola non ha bisogno di crediti - ha detto una
maestra di Milano -. Siamo già accreditati». Che cosa significa?
Secondo l'ipotesi di riforma, l'«obbligo» deve durare almeno 12
anni. Ma dalla prima elementare alla qualifica professionale, che si
ottiene a 17 anni, frequentando, dopo la terza media, la formazione
per un triennio, di anni ne corrono solo undici. Di qui l'idea di
recuperare l'anno mancante con quel credito fornito dalla materna.
Un vero rebus che sarà archiviato.
I BIENNI - La scuola elementare e la media non vengono toccate,
ma il rapporto Bertagna prevede, soltanto sotto il profilo della
didattica e della valutazione, una suddivisione del percorso di otto
anni in quattro bienni, con il penultimo biennio a metà tra
elementari e medie. Gli insegnanti hanno colto il rischio di
trasformare il percorso in tre quadrienni: quattro di elementari,
quattro di medie e quattro di secondaria. An e Ccd hanno letto nei
bienni una riproposizione, sotto altra forma, del ciclo di base
unitario di Berlinguer. Le elementari, che funzionano benissimo,
osservano gli esperti di An e Biancofiore, devono restare separate
dalle medie. Queste ultime, invece, andrebbero rafforzate con nuovi
programmi.