fierule.gif (1442 byte) LETTO PER VOI
SULLA RIFORMA DELLA SCUOLA  e riportato per intero perhè ritenuto di interesse.


da iL CORRIERE DELLA SERA

LA RICERCA

Nuove materie? Solo di pomeriggio

ROMA - Autonomia scolastica, anno secondo. L’autonomia, tanto cara a Luigi
Berlinguer e tanto apprezzata da Letizia Moratti, ha bisogno di tempo per
crescere. Ma la prima indagine condotta nelle scuole dice che le cose non
vanno tanto bene. Monipof è l’acronimo di monitoraggio dei piani dell’
offerta formativa. Si tratta dei famosi Pof, la carta d’identità di ogni
istituto, i tratti culturali distintivi che consentono ai genitori di
scegliere. Ebbene, dall’indagine nazionale, condotta con 80 mila interviste,
emergono due cose: l’autonomia didattica si è limitata, perlopiù, all’
ingresso di attività aggiuntive (teatro, musica, informatica, inglese,
sport, ceramica e via dicendo). I genitori e gli studenti, è il secondo
dato, non sono stati coinvolti «nella costruzione dei piani formativi». L’
inchiesta, voluta dal ministro Berlinguer per aiutare le scuole a valutarsi,
ha dunque accertato che sono state inserite tante attività aggiuntive, tanta
«flessibilità», ma non è nato un nuovo «sistema». Significa che l’offerta
dell’autonomia didattica s’identifica con qualcosa che viene proposto oltre
e dopo le lezioni. Non si tratta quasi mai di materie opzionali, scelte
insieme ai ragazzi o alle famiglie. «Questo significa - osserva Fabio De
Michele, uno dei responsabili del Monipof - che la scuola è ancora
autoreferenziale. Se autonomia vuol dire avere mano libera per realizzare il
miglior servizio possibile, e i cittadini non possono non dire la loro sulla
qualità, evidentemente le scuole non si considerano ancora strutture di
servizio».
La mattinata nell’aula continua a svolgersi, salvo rare eccezioni, come
prima. E poi ci sono attività in più, scollegate dagli insegnamenti
curriculari. Per questo motivo non si può parlare di un sistema dell’
autonomia, ma di due realtà separate che convivono. L’attività teatrale e lo
studio di uno strumento musicale non entrano nell’orario scolastico, ma
restano fuori, confinate nello spazio del pomeriggio. Perché? Semplice: con
12, 15, 17 materie e orari che superano le 30 ore non c’è posto. Colpa della
«bulimia disciplinare», per usare una frase di Berlinguer. Inoltre, pochi
docenti sono disposti a cedere un’ora o due a un’altra disciplina. Le
attività aggiuntive finiscono con l’essere una bella vetrina per attirare
iscrizioni.
«L’autonomia è percepita come qualcosa in più, che arricchisce - chiarisce l
’ispettore Giancarlo Cerini, della commissione De Mauro per il riordino dei
cicli -, invece il carattere distintivo dell’autonomia è quello di aiutare
la scuola a far bene le cose che deve fare». «Quest’equivoco - continua
Cerini - ha fatto sì che oggi nelle scuole autonome la realtà tradizionale,
ovvero le materie fondamentali con i loro orari, non sia cambiata affatto».
Non c’è stata, insomma, nessuna modifica nei contenuti e nel metodo d’
insegnamento. Nonostante indagini internazionali (Ials e Sials) abbiano
messo in evidenza risultati deludenti sull’apprendimento dei nostri ragazzi.

Giulio Benedetti

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