fierule.gif (1442 byte) LETTO PER VOI
SULLA RIFORMA DELLA SCUOLA  e riportato per intero perchè ritenuto di interesse.


Scuola, la controriforma del ministro Moratti Obbligo fino a diciotto anni a 11 si sceglie l'indirizzo di studio. Il progetto in nove punti, previsto anche un bonus per i bambini che frequentano le materne.
di MARIO REGGIO


 ROMA - Obbligo scolastico e formativo fino a diciotto anni. Cancellata la
scuola di base di sette anni, si torna alle elementari e alle medie. Otto
anni divisi in quattro bienni. E prima dell'ultimo, vale a dire in seconda
media, l'alunno dovrà scegliere se imboccare il canale della formazione
professionale o quella "accademica" dei licei. Sorpresa: chi ha frequentato
le materne, che restano facoltative, potrà avvalersi del bonus di un anno
scolastico qualunque percorso abbia scelto. E le superiori? Per arrivare ai
dodici anni di studi obbligatori previsti dalla "controriforma" ne mancano
quattro, ma pare che il liceo classico potrà mantenere il quinquennio. Per
chi sceglierà invece la strada della formazione professionale è previsto un
percorso graduale e continuo durante il quale verranno rilasciati tre titoli
di studio: qualifica professionale, diploma professionale secondario e poi
superiore.

E' questa la sintesi della missiva, tre pagine e nove punti, spedita dal
presidente del Gruppo ristretto di lavoro sulla riforma dei cicli
scolastici, Giuseppe Bertagna, alle associazioni delle famiglie, alle
riviste specializzate, ai sindacati della scuola, alla Conferenza dei
Rettori. Ai destinatari viene richiesta una risposta scritta, via fax o
e-mail, su tutti o solo alcuni punti del piano. I commenti sono già arrivati
al ministero entro il 30 ottobre scorso. Certo il testo sottoposto agli
addetti ai lavori non è quello definitivo, ma difficilmente ci si discosterà
dall'impianto generale.

"Non manometterò i principi generali della riforma dei cicli". Così il
ministro Letizia Moratti, il giorno del passaggio delle consegne, rassicurò
il dimissionario Tullio De Mauro. Ma le cose sembrano aver preso una piega
diversa.
Tentiamo di approfondire alcuni punti del piano Moratti-Bertagna.

Il nodo centrale è l'istituzione del "doppio canale". Da una parte i giovani
che hanno difficoltà a scuola e quindi è meglio che scelgano la formazione
professionale, dall'altra quelli che vivono in famiglie di cultura medio
alta (quelle che secondo le statistiche possiedono una biblioteca con più di
100 libri), destinati a continuare gli studi nei licei. Una struttura che
assomiglia molto alla scuola italiana degli anni '50, quando dopo le
elementari la scelta secca era tra l'avviamento professionale e la scuola
media.

Ora questa scelta dovrebbe essere fatta a 12 anni, cioè all'inizio della
seconda media: chi preferirà gli studi "importanti" continuerà a studiare il
latino e approfondire l'italiano, gli altri si dedicheranno con maggiore
attenzione a materie più pratiche, più utili ad un rapido inserimento nel
mondo dei mestieri. A 14 anni la scelta definitiva: liceo per i primi,
istituto professionale per gli altri. Con la riforma Berlinguer, invece, i
percorsi didattici si diversificavano solo al termine del biennio delle
scuole superiori.

Già da un quarto di secolo, negli Stati Uniti, si teorizza una divisione
della popolazione, dove un quinto degli studenti è destinato ad avere
strumenti alti di conoscenza, un profilo culturale elevato, perché questo
chiede la società per mantenere la sua leadership economica e militare. Il
resto, con un reddito che possa sostenere l'offerta di beni e servizi,
mantiene un livello di conoscenza e aggiornamento culturale basso.

Un'altra novità riguarda le lingue straniere: si accantona lo studio della
prima lingua a partire dal primo anno della scuola di base. Tramonta anche
l'idea dell'insegnamento della musica a partire da sei anni.

E' da chiarire infine l'ipotesi di attribuire un credito a chi ha
frequentato la scuola materna, in base al quale i dodici anni del percorso
formativo si ridurrebbero ad undici. Per quali ragazzi varrebbe? Per quelli
che già frequentano le scuole secondarie? Non sembra probabile. Allora i
destinatari sarebbero quel terzo della popolazione scolastica che si trova
in condizioni di svantaggio e non arriva alla licenza superiore, proprio
quelli che in teoria ne avrebbero più bisogno? Anche questo è un nodo da
sciogliere.

Ma per sapere come andranno realmente le cose bisognerà attendere gli
annunciati Stati Generali della scuola, che dovrebbero tenersi alla metà di
dicembre. In proposito si fanno sempre più insistenti le voci che parlano
della gestione mediatica dell'evento affidata alla Costanzo Communication.