N.23
Bimba di tre anni uccisa dall'air bag La Repubblica 27\10\2001
di ANNALISA CAMORANI 
Era seduta davanti senza cinture, l'auto tamponata in città
Milano, tragedia per un banale incidente. Illeso il padre: stava guidando in mezzo al traffico a trenta all'ora.


MILANO - «È sceso con la bimba in braccio. Ha cominciato a urlare: "Mia figlia, mia figlia". Ma la piccola aveva la testa ciondoloni. Abbiamo capito subito». Ora c'è una bambola con i capelli biondi abbandonata sul sedile anteriore del Cherokee blu. Carlotta la teneva in braccio ieri mattina alle 9 quando è morta. Morta perché l'air bag le ha spezzato il collo. Aveva compiuto tre anni da poco, Carlotta.
Il fuoristrada è sotto sequestro, abbandonato a pochi metri dal luogo dell'incidente, in via Corelli, la via che tutta Italia conosce per il centro per stranieri tante volte al centro di proteste e polemiche. I due air bag scoppiati e sul lunotto un adesivo - «bebè a bordo» - che suona come una beffa.
Un attimo prima, Carlotta era in auto col papà, Andrea, un professionista di 41 anni. Giocava con la sua bambola, aveva lo zainetto rosa, forse stava andando all'asilo. Poi un lieve tamponamento e lei, seduta davanti, senza la protezione del seggiolino o delle cinture, è morta. Ma l'imprudenza, da sola, non poteva arrivare a tanto. Anche la sfortuna ha giocato la sua parte: l'air bag si è aperto proprio nell'istante in cui Carlotta precipitava in avanti. Le si è infilato sotto il mento. Come un pugno, come un gancio micidiale che le ha sollevato il collo dal basso verso l'alto. E glielo ha rotto. Per un incidente banale, come ne capitano chissà quanti: la coda in ingresso in città, le auto che vanno a passo d'uomo, poi si fermano, poi ripartono. Venti, al massimo trenta chilometri all'ora. E allora la mente del conducente può iniziare a vagare. Ci si distrae dalla monotonia della coda, magari non ci si accorge che l'auto davanti che aveva iniziato a marciare, invece si è bloccata. E un tamponamento può accadere. È capitato anche al padre di Carlotta quando ieri è andato a sbattere contro la Seat Alambra che aveva davanti. Ma è finita in tragedia. I testimoni sono ancora increduli. Gli operai di quella che una volta era la caserma Bartoli e che in futuro, terminata la ristrutturazione, sarà il deposito dei 740, si sono girati verso la strada quando hanno sentito un uomo gridare: «Mia figlia, mia figlia, mia figlia».
Le stesse persone qualche secondo prima si erano accorte dell'incidente: «Ma sembrava una cosa da niente, perché le auto davvero andavano pianissimo. Facevano i venti o i trenta, non di più. È incredibile». In via Corelli 28 era appena arrivata un'auto con dei finanzieri. L'uomo li ha visti e ha chiesto loro di accompagnarlo all'ospedale. «Con la bimba ancora in braccio li supplicava di portarlo al San Raffaele - raccontano ancora gli operai - Avevamo chiamato l'ambulanza, ma lui non voleva aspettare. Voleva arrivare subito. I finanzieri non sapevano cosa fare. Magari non sapevano se era la cosa giusta o sbagliata. Ma alla fine hanno dovuto cedere».
Dieci minuti dopo erano al San Raffaele. Un'ora più tardi, erano le dieci, Carlotta è stata dichiarata morta. In procura è stato aperto un fascicolo sul conto del padre con l'ipotesi di omicidio colposo.

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