Che dirvi… era un martedì diciassette quel giorno; lo ricordo come fosse ieri. Di quei giorni che non leveresti la testa dal cuscino. Di quei giorni che manderesti al diavolo chiunque pur di restare nel letto ad occhi chiusi per l’intera mattinata.

La bruma mattutina mi accompagnò per tutto il tragitto che mi conduceva all’ufficio. Era non so come filtrata attraverso la porta d’ingresso; forse dalla serratura, forse da qualche foro nel muro. Ed era lì, intorno alla scrivania ad attendere che facessi ritorno a casa per ricominciare a sonnecchiare con me.

Una grigia noia mi avvolse per alcune ore. Poi il telefono squillò. Sollevai la cornetta con la convinzione di dover ripetere la solita solfa: ‘Il detective Reno è fuori al momento; lei è?’ Ma non si trattava di uno dei tanti creditori quella volta.

 

 

- Reno? C’è un certo dottor Galliani che chiede di te; è un cliente.

- Chi? Ma che ore sono?

- Sono già le undici e t’ho detto che è un cliente.

- va bene... Passamelo.

Aveva la bocca impastata e lo si avvertiva anche attraverso il telefono. Reno era a pochi metri da me, in un’altra stanza dell’appartamento, ma avevo il preciso ordine di non andare a disturbarlo in camera e di passargli telefonate solo se realmente importanti.

Il mio nome è Roberto; Reno preferisce chiamarmi Robert. Sono il suo collaboratore di fiducia e, a dirla tutta, è un po’ che non ricevo alcuna paga. Si sono visti tempi migliori.

 

 

- Dica?

- E’ l’investigatore Reno?

- Parli pure.

- Sono il dottor Galliani, dirigente della Società Sportiva Calcio Milan; avremmo bisogno di parlarle, ma non per telefono. Ci potrebbe raggiungere alla clinica ( ) entro un’ora?

- Beh, in realtà avrei molte cose urgenti da fare questa mattina...-

- Sarebbe ben pagato!

- Capisco... Sarò lì tra un’ora.

 

 

Reno abbandonò il letto a malincuore ma si trattava di lavoro. In meno di venti minuti era nell’ingresso di fronte alla mia stanza. Indosso impermeabile grigio che faceva pendant con la nebbia nell’ufficio e cappello Borsalino. Tenuta classica di un investigatore che si rispetti.

- Se mi chiamano non sai dove sono - disse prima di uscire.

 

 

- Detective Reno?

- Sono io.

- Piacere, sono il dottor Galliani; ha parlato al telefono con me poco fa.

- Di cosa si tratta?

- E’ una faccenda molto delicata; il Presidente ha detto che devo occuparmene di persona. Due dei nostri giocatori si sono infortunati cadendo dal balcone a Milanello.

- E io che posso farci?

- Le spiego subito. Lui è convinto che non si sia trattato di un incidente. I due giocatori hanno ricevuto parecchie telefonate minatorie nelle ultime settimane. La voce era alterata ma dicono che probabilmente si trattava sempre della stessa persona. Per di più abbiamo verificato che la ringhiera del balcone era priva di bulloni.

- Potrei vedere il luogo dell’incidente?

- Sarebbe inutile. Ho fatto riparare tutto poche ore dopo l’accaduto; sa, per i giornalisti.

- Capisco... E’ possibile almeno parlare con loro?

- Sì, certamente, per questo l’ho fatta venire qui.

- Lei ha qualche sospetto?

- Sospetti è difficile averli ma, se proprio devo sospettare di qualcuno, Lui dice che si tratta di qualche squadra avversaria; forse la Juventus. Sa, è per la legge dei vasi comunicanti che uno sale e l’altro scende[1] . Più giocatori infortunati abbiamo noi, più ci è difficile vincere le partite. In effetti a Milanello si lavora veramente bene. Dalle sette del mattino alle dieci di sera in grande armonia e serenità; domenica inclusa. Beh, lo sa bene. E’ per questo che tutti sono così in forma. Eranio e Baresi poi, era un periodo che giocavano splendidamente. Per noi tutti è stato un vero shock. Per fortuna le sinergie che ci sono in questa società ci hanno aiutato a superare il disagio. Ora facciamo scortare Bierhoff come un magistrato.

- Bene, al telefono mi parlava del mio onorario...-

- Sì, sì certo... crede che due milioni al giorno più le spese possano essere sufficienti?

Reno deglutì rumorosamente; diede qualche piccolo colpo di tosse e tentò di proferire il minuscolo avverbio adatto alla circostanza. Galliani non gli diede modo di riprendersi e lo incalzò con domande a raffica.

- Ritiene che sia poco? Non è soddisfatto? Possiamo vedere di arrivare a tre milioni al giorno - la sua preoccupazione di perdere le prestazioni dell’investigatore più noto degli anni ottanta cresceva al pari dello stato di soffocamento del medesimo.

- Sssì, cough, cough, sssì - sibilò emaciato Reno al fine rispondendo alla prima domanda postagli.

- Bene allora tre milioni - controbatteva imperioso il dirigente.

- Nnno, nnon, noncè biso...- tentava di spiegare l’investigatore ancora intontito da quelle cifre.

- Ho capito, ho capito - tagliava corto Galliani - Allora diciamo che le spetterà un premio partita di duecento milioni se riuscirà a chiudere il caso entro la fine del campionato - e strinse la mano di Reno con tale vigore da farla divenire bianca quasi quanto il suo viso.


 
[1]  Vedere le pagine finali del libro per leggere le frasi originali e il nome di coloro che le hanno pronunciate