Reno camminò ebbro di oniriche sensazioni per ore. E si trovò d’improvviso giusto di fronte all’hotel Mariella, dalle parti della stazione.

Due ragazze bionde chiacchieravano dietro al bancone della reception. Avevano un che di hollywoodiano nella complessione e facevano gran contrasto con l’architettura classica e austera della hall.

- Goodevening - disse quella con i capelli più corti e raccolti da minuscole mollette colorate che le svolazzavano tra le ciocche come piccole farfalle su una pianta di mimosa.

- Buonasera - ricambiò Reno ostentando una perfetta conoscenza dell’italiano.

- The hotel is complete - disse l’altra che continuava ad osservarsi il contorno occhi nel riflesso di un coltello da tavola d’acciaio.

- Parlo italiano - tentò di spiegare l’investigatore che cominciava ad attraversare una languida crisi di nazionalità - E la stanza ce l’ho prenotata.

- What’s your name? - Disse allora la prima mentre teneva fissi gli occhi su una pagina di Variety.

- Mi chiamo Reno - rispose l’investigatore e ricordò d’avere il nome di una “desolante città del Nevada, con una vita notturna cosmopolita e sofisticata”, citando Nabokov.

- May I have your passport? - Invitò svogliatamente la ragazza.

- Ho solo la carta d’identità, fa lo stesso?

- American identity card?

- No, italiana.

- O.k., time for reading - e prese a consultare un librone dal quale fuoriuscivano foto di Brad Pitt e Dustin Hoffman.

- Thank you - rispose Reno in perfetto accento newyorchese.

- Well, your room is the number twentyseven, second floor.

- Goodnight - disse Reno prendendole la chiave dalle mani.

- Goodnight - dissero le due girl tornando a chiacchierare tra loro.

In italiano.

 

 

La stanza era calda e accogliente.

Nonostante il nome richiamasse alla mente i film di Tinto Brass, l’albergo era sobrio e di gran lusso. Perlomeno se posto a confronto con il suo appartamento.

La moquette gli ammorbidiva il passo e lo rendeva leggero come uno spumoncino appena uscito dal forno.

Trovò la sua valigia nell’ingresso. Dentro c’era tutto ciò di cui necessitava. Due camicie pulite, due mutande, due paia di calzini, uno spazzolino ed un taccuino.

Un libriccino dal sapore d’antico. Dal profumo intenso di legno d’altri tempi. Color paglierino ammuffito tra le sue pagine ed un tenue rosso bordino.

Muffo come la sua esistenza. Allegante e persistente come eterni attimi di solitudine.

 

 

Reno si spogliò e fece una doccia tonificante. Era una vera soddisfazione poter regolare la temperatura dell’acqua con un solo gesto. Trentaquattro gradi e mezzo. Forse e sei.

A casa passava ore a tentare di ottenere la giusta combinazione dei movimenti del polso destro e sinistro. Mezzo giro del polso della mano destra equivaleva a due terzi di giro di quello della sinistra. Se il boiler era stato acceso da poco, non più di un terzo.

Era una sorta di reazione alchimica che poteva provocare gravi ustioni o irrigidimenti glaciali agli arti inferiori, normalmente preposti alla prima prova.

Uscì dal vano doccia e indossò l’accappatoio di spugna bianco in dotazione. Un po’ di adipe sull’addome restava scoperta e l’ombelico sembrava facesse l’occhiolino stringendosi ed allargandosi ritmicamente; seguendo il movimento di frizione delle mani.

Si adagiò mollemente sul letto, immerso nelle lenzuola di bucato come in un cumulo di candida neve. Accese la televisione. L’immagine era perfetta. Non ballava, non ondulava, soprattutto non cambiava. Decise di informarsi sui programmi sportivi della serata.

 

 

Dietro al bancone della reception stava un uomo anziano, bassino e con gli occhiali dalle lenti molto spesse. Così spesse e pesanti da ingobbirgli la punta delle orecchie. La curva della sua schiena gli rammentava quella di un noto statista romano che, al pari di un suo più illustre predecessore, aveva goduto di grandi proseliti e ricevuto, forse, un bacio di troppo.

Reno gli si avvicinò e cercò di richiamare la sua attenzione.

- Goodevening - disse.

L’uomo non rispose. Teneva lo sguardo asciutto, immobile sul ‘Tempo’, alla pagina meteorologica.

- I said goodevening - ribadì a voce alta l’investigatore.

L’uomo strinse gli occhi sulla temperatura di Roma. Più ventuno.

L’ombra della mano di Reno oscurò parte del giornale prima di depositarsi vacua sulla spalla del portiere non udente; sicuro utente del servizio sette sette sette di televideo. Questi trasalì per lo spavento e mise a fuoco l’immagine raccapricciante del paffuto ospite in accappatoio.

- Goodevening - disse ancora una volta Reno un po’ annoiato.

- Bonasera - rispose con vago accento romano l’omino.

- Bene, parla italiano -

- Se po’ parlà ppiù lentamente sennò nun la capisco, sa, nun ce sento bene.

- Di.co par.la ita.lia.no -

- Sò ‘dde Roma! Mica come a lei che è forestiero.

- Ca.pi.sco. Me po’ ddì che programmi sportivi ce stanno alla tivvù? - Reno tentava sempre di entrare in sintonia col suo interlocutore.

Nell’immediata provincia di Bergamo, tra un ‘pota’ e l’altro, giunse a comprendere gli strani versi di un pastore bergamasco. Lo aiutò molto il suo cane.

- Nun ce stà problema dottò - e prese un settimanale di programmi tv. Un compendio in due volumi di tutti i programmi della settimana distinti per argomento e numero medio di spettatori. Cinque stelline, 100% di share; quattro, 80% e così via. Quelli che scendevano sotto il cinque per cento anziché la stellina avevano un teschio.

- Allora... ‘Pressinghe’, tre stelline; Italia Uno, domenica, ore ventidue e trenta. ‘Er Processo ‘dde lunedì’, quattro stelline; Rai Tre, lunedì ore ventuno. ‘L’appello der martedì’, ddu’ stelline, Italia Uno, martedì ore ventuno e quindici. ‘Anteprima ar campionato’, una stellina e un pezzo ‘dde cometa ‘dde Allei, Canale Cinque, domenica ore sei e trenta - diceva tutto molto lentamente, con grandi ansiti tra una stellina e l’altra. In una sequenza random senza una logica precisa. Nemmeno la casualità.

- Me po’ pure ‘ddì solo quelli ‘dde stasera - chiarì Reno.

- ‘A cassazione ‘dde mercoledì’, tre teschi e una clavicola, Rai Tre, venerdì, ore quattro del mattino. ‘Tuttocoppe’...

- Sì, vabbè, ce vediamo al prossimo campionato! Bona notte! - E, del tutto inascoltato, si avviò verso la sua stanza.

- ‘Novantesimo minuto’, quasi una costellazione, Rai Uno, domenica, ore diciassette e trenta. ‘Quelli che er calcio’, cinque stelline e quattro conigliette, domenica, ore quattordici e trenta, itinerante tra Rai Tre e Rai Due. ‘L’amnistia del giovedì’, numero di stelline ancora non precisato, Telemontecitorio, giorno e orario improbabili; ‘Mai dire gole’...