-BREVE DESCRIZIONE DEL 

VALLO   DI  DIANO-

 

 

 

Il nome Vallo di Diano prende il nome  dall’antico nome di Diano-Dianum (oggi Teggiano) nome rimasto invariato fino  al 1862.

Il Vallo di Diano comprende un altipiano con forma di ellisse allungata che spazia da un minimo di 444 m. fino ad un massimo di 580 m.

La sua estensione misura 37 km (da Polla a Casalbuono).

Essa è attraversata dal fiume Tanagro o Negro(anticamente Nigrum,Niger o Tanager).

Esso nasce in Basilicata dal monte Sirino,e dopo aver attraversato i paesi di Casalbuono , Montesano Scalo attraversa il fondo di un lago preistorico (Neozoico che si svuotò gradatamente fino a prosciugarsi; cio portò alla bonifica della zona prima con i romanie successivamente con i Borboni..

Il fiume lungo 72 km dopo aver attraversato Sala Consilina,  Atena Scalo e Polla(Forum Popilii) effettua un salto di 50 m(cascata del Maremanico) nei pressi delle grotte di Pertosa,e dopo aver attraversato il paese di Auletta, entra nel comune di Sicignano sottopassando la stazione,  e sbocca dopo qualche  chilometro nel Sele presso Contursi terme.

Originariamente il fiume Tanagro all’altezza dell’odierna Pertosa si perdeva all’interno delle cavità delle rocce;

Furono i romani che tagliando la roccia portarono il fiume allo scoperto,da qui la denominazione di Intagliata di Pertosa. 

Il Vallo di Diano è prettamente un’area agricola se si esclude qualche piccola industria nel comprensorio di Sala Consilina.

Esso è anche ricco di storia e di cultura: si pensi alla Certosa S.Lorenzo di Padula, alla città museo di Teggiano con il museo delle erbe e numerose chiese antiche, le terme di Montesano,le grotte di Polla,le grotte di Pertosa,e infine nei pressi di Lagonegro il parco zoo Giada  il lago Sirino e nella antica del paese la chiesa di S.Nicola ,(qui vi è la leggenda che narra che vi sia sepolto il maniero  che ha ispirato la Gioconda di Leonardo).

Degno di nota nei pressi di Petina l’ex convento Sant’Onofrio , alcuni resti di ponti romani sul fiume Tanagro , la fontanina della Regina(nei pressi della stazione FS) da cui sgorga dell’acqua purissima,e infine presso l’abitato di Petina di

numerosi sentieri praticati oggi per lo più da escursionisti..

Altro paese  che si incontra qualche km dopo è quello di Auletta , degno di nota sono le rovine di  un castello

e di un agriturismo(Murusella ) nei pressi della stazione Fs di Auletta.

Degne di nota sono le grotte di Pertosa,di origine neolitica esse hanno uno sviluppo di circa 2300m(quelle visitabili al pubblico).

La grotta nel corso dei secoli ha visto sempre il celebrarsi di riti religiosi e pagani(nel periodo romano).

Nel medioevo la grotta venne dedicata a S. Michele  Arcangelo.

Di quegli anni è la nascita del paese di Pertosa: il suo nome deriva da Pertusia-Pertusium che dal latino significa “buco”.

In seguito la grotta divenne proprietà della chiesa di Santa Maria delle Grazie di Pertosa facente parte all’epoca dell’Abbazia di  Cava dei Tirreni. 

Successivamente la grotta venne usata dalle persone del paese come rifugio contro guerre carestie e terremoti.

Soltanto intorno al 1500 vi furono le prime esplorazioni della grotta, ma è soltanto dagli anni ’20 del secolo XX°che la grotta ha visto importanti esplorazioni: prima il Circolo Speleologico Italiano e poi della Commissione Grotte della Società Alpina delle Giulie che le hanno riconosciuto  monumento nazionale nel 1932..

Le grotte si aprono con un’enorme apertura di origine calcarea;l’entrata alle grotte  avviene su di una zattera che leggermente sfiora le acque di un candido laghetto sotterraneo,esso è contornato da un acqua di color smeraldo., e da luci e da ombre che rendono la vista al visitatore ancora più spettacolare. Lo sbarco avviene in prossimità  di una cascata sotterranea, da qui si prosegue a piedi, attraverso cunicoli pieni di stalattiti e stalagmiti. Degne di nota sono la Sala delle Meraviglie, la Sala delle Spugne, il Gran Salone,La Sala dei Pipistrelli, la Casa degli Dei , San Gennaro, la Madonnina,(queste ultime due non sono altro che le forme date da stalagmiti nel corso dei secoli) .La temperatura interna alle grotte è di 13 gradi centigradi e rimane costante per tutto l’anno ed ha un’ umidità pari al 90 %..

L’esterno delle grotte è corredato da tre cascate e da un piccolo corso d’acqua che fuoriesce dalle grotte e si immette dopo qualche km nel fiume Tanagro.    Attorno alle grotte si erge un’enorme  e meraviglioso bosco ceduo da cui si ricavano funghi ed asparagi ;il bosco è attraversato da circa 5 km di sentieri usati per lo più da escursionisti.

A Pertosa esiste anche un punto panoramico da cui è possibile ammirare dall’alto i paesi di Auletta e di Pertosa  e le cascate:

Tale è il  2° viadotto Monaco della  ferrovia ,posto a circa 300m dalla fermata  FS di Pertosa.

Qualche chilometro dopo la fermata di Pertosa la ferrovia costeggia per circa 2 km(sino a Polla) il fiume Tanagro in uno scenario da fiaba.

Vicino alle  grotte vi è la centrale Enel che alimenta i corsi d’acqua nella zona e la cui condotta forzata arriva in prossimità della vecchia centrale situata nei pressi della fermata FS di Pertosa.

Nel piazzale. delle grotte vi sono: albergo-ristorante-

-biglietteria –piccoli negozi-e un area pic nic.

Degno di nota è che all’interno delle grotte si sono svolti

concerti di musica dal vivo, ed è stato girato il film

“Il fantasma dell’Opera”di Dario Argento.

Le grotte di Pertosa ed il paesaggio che le circonda sono

da considerarsi delle vere e proprie bellezze naturali.

 

 

 -Piccola cascata piazzale grotte(foto A. d. G.).

 

Superata Pertosa altri due paesi  sono Polla ed Atena in particolare la parte vecchia dei due paesi .Altro paese degno di esser visitato è Sala Consilina.

Esso si trova a circa 25 km da Pertosa ed è ad un altezza di circa 600 m s.l.m.

Degne di nota sono i reperti funerari( 9°sec a. C.) esposti nel l’Antiquarium cittadino;

tra i reperti esposti vanno ricordate alcune coppe ed alcuni

unguenti femminili .

L’Antiquarim è esposto nella Grangia  di San Lorenzo dipendenza della barocca certosa San Lorenzo di Padula.                                         

Oggi esso è sede della biblioteca comunale .

All’interno della città permangono ancora i resti del castello del Dominus; esso fu voluto dai Longobardi per scopi difensivi , ma saranno i Normanni  ad edificare chiese e quindi a cambiare fisionomia all’abitato.

Vero scrigno d’arte è la chiesa di Santo Stefano Protomartire risalente al XII sec., su cui si affacciano quattro cappelle.

Degne di nota sono la Madonna della Consolazione con i  santi Agostino ,Stefano, Maria Maddalena e Monica;altre opere degne di nota sono la tela che vede la Madonna delle Grazie tra San Carlo Borromeo e Sant’Onofrio,(di Giovanni Di Gregorio detto il Pietrafesa) e la Madonna con Angeli.

Oltre alle tante chiese minori sparse per il paese vi sono anche molte dimore gentilizie sparse per il centro storico , questi vanno ricordati i palazzi Acciari e Bove.

Il primo merita l’attenzione per i numerosi stemmi di  della famiglia  di origine spagnola ; più recente è il palazzo Vannata costruito alla fine dell’ottocento con forma di castello.

Altro paese che merita la visita è Teggiano.

Esso  inserito nel Parco del Cilento e del Vallo di Diano,può considerarsi come una città-museo, in quanto ricca di chiese antiche del 1300 (tra queste spicca la cattedrale di Teggiano   databile qualche secolo addietro).

Spicca in questa città (originariamente il suo nome era Dianum- Diano  , e solo dal 1860 venne denominata con il nome attuale), il museo delle erbe unico in Italia inaugurato nel giugno del ’99.

Esso si articola in varie sezioni ; esso contiene numerose erbe per preparazioni farmaceutiche o per uso domestico;

cosa particolare del museo è che una parte di esso contiene delle erbe legate all’arte magica come spiegato da antiche ricette della Scuola Medica Salernitana.

Il diffondersi di queste erbe iniziò durante il medioevo ad opera dei monaci benedettini: qui videro la luce i primi trattati di farmacologia e di scienze naturali e successivamente videro la luce  le prime forme di anestesia tramite narcosi.

All’interno del museo trova spazio una spezieria medioevale dove vi sono i rimedi in uso nella medicina dell’epoca ,nell’arte della magia e nell’uso domestico.

All’interno del museo è conservata la flora del Vallo di Diano ; esso viene utilizzato anche come sede di controllo e monitoraggio per emergenze all’interno del parco:particolare attenzione viene rivolta alla betulla ed all’abetina del monte Motola. Altra sezione è rivolta alla medicina medioevale con numerosi ampolle e pozioni (alquanto bizzarri)  in uso per la medicina dell’epoca. A completare tutto ciò vi sono alcuni strumenti dell’epoca alcuni ricostruiti altri originali.

Superata Teggiano  si arriva a Padula .

A Padula si incontra  la Certosa San Lorenzo  che costituita da chiesa ,convento ,chiostri, cortili e giardini rappresenta uno dei più importanti complessi artistici d’Italia .

La Certosa di Padula anche se meno armoniosa e bella di altre come quella di Pavia , è però la più grande d’Europa:essa ha un ‘area di 25 ettari  e le mura che le cingono misurano oltre i due chilometri.

Fu costruita per desiderio  del Conte di Marsico Tommaso Sanseverino nel 1306 , ma è stata completata solo agli inizi dell’ottocento .

La pianta  è a forma di una graticola  per ricordare la morte del martire Lorenzo:la facciata è barocca del 1718, ma si ignora  chi sia stato l’architetto , per quanto l’opera sia dai più attribuita a D. Antonio Vaccaro.

La chiesa principale , a cui si accede dal chiostro della foresteria era riccamente decorata , ma come tutto il resto della certosa ha subito nel primo decennio del 1800  la spoliazione perpetrata dal governo francese  ,che inviò a Parigi tutte le opere maggiori.

Importanti sono i due cori , quello dei Laici e dei Padri , finemente intagliati con figure di santi , paesaggi  e scene di martirio.

L’altare maggiore in maiolica con intarsi in madreperla , si ritiene possa essere opera di un frate certosino, poiché anche i paliotti degli altari delle altre sei cappelle sono dello stesso genere : nella cappella detta del fondatore vi è il sepolcro del conte di Sanseverino , opera di un discepolo di Diego da Siloc Interessante è ancora la cappella del priore , così come la biblioteca e la sacrestia , rivestite ,di pregevoli , armadi in noce scolpita ; nello spazioso refettorio  vi è un piccolo pulpito in marmo ed un pregevole  pavimento maiolicato .

 La parte della certosa  che riesce a darci veramente un ‘idea della sua grandiosità è tuttavia il chiostro grande , cinto da  84 pilastri scanalati  in stile dorico con un’ area di oltre 12000 metri  che  può ospitare ben 60000 persone.

Attualmente gli ambienti che si affacciano su di esso sono occupati dal museo archeologico della Lucania Occidentale, dove è raccolto il materiale archeologico rinvenuto nel Vallo di Diano , e dal Centro Internazionale di Studi Lucani.

Fuori dalla Certosa si incontrano gli avanzi di Consilinum costituiti da una torre quadrata e da una ruderi di murazione megalitica.

Padula vive di luce riflessa della sua certosa : feudo dei Malaspina passo nel 1743 agli estensi .Interessante è la chiesa della S. S . Annunziata ove sono sepolti i  i 300 caduti della spedizione di Sapri.          

Dopo qualche chilometro si arriva a Montesano sulla Marcellana  importante centro termale e infine si giunge a Casalbuono caratteristico paese arroccato su una montagna  quasi come un piccolo presepio dell’800.

Ultimo paese è Lagonegro ai piedi del monte Sirino e dell’omonimo lago (superficie 5 ettari con profondità 9 m;esso rappresenta l’ultimo parte di un lago pleistocenico estinto in epoca preistorica), meta per escursionisti ed area attrezzata per pic-nic,qui spicca anche il parco Zoo Giada (parco zoo che ospita rettili  uccelli felini ed altri animali esotici).

Il paese si trova in quota 666 m  s. l .m . , ed è suddiviso in due parti la parte antica e quella moderna:  degno di nota è quella antica posta sopra le pendici del monte Serra; degna di esser visitata è la chiesa di San Nicola : qui c’è la leggenda che sia sepolto il maniero che ha ispirato la Gioconda di Leonardo.

Sotto il paese spicca il viadotto Serre delle FCL spezzato da una frana  negli anni ’50.  

Nella cucina il Vallo di Diano spicca con la pasta fatta in casa , ricche e saporite verdure olii e vini locali.      

Nel folclore spiccano alcune feste importanti esse sono:la festa di San Michele Arcangelo(8 maggio e  fine settembre) e la festa dellaMadonna del Castello (lunedì in Albis).

 

 

N.B.: Le notizie relative al Vallo di Diano sono frutto di visite,

          ricerche, e documentazioni fatte dal sottoscritto

         nel corso degli anni nei posti descritti.