-BREVE DESCRIZIONE DEL
VALLO DI DIANO-
Il Vallo
di Diano comprende un altipiano con forma di ellisse allungata che spazia da un
minimo di 444 m. fino ad un massimo di 580 m.
La sua
estensione misura 37 km (da Polla a Casalbuono).
Essa è attraversata dal fiume Tanagro o Negro(anticamente
Nigrum,Niger o Tanager).
Il fiume lungo 72 km dopo aver attraversato Sala
Consilina, Atena Scalo e
Polla(Forum Popilii) effettua un salto di 50 m(cascata del Maremanico) nei
pressi delle grotte di Pertosa,e dopo aver attraversato il paese di Auletta,
entra nel comune di Sicignano sottopassando la stazione, e sbocca dopo qualche chilometro nel Sele presso Contursi
terme.
Originariamente il fiume Tanagro all’altezza dell’odierna Pertosa si perdeva all’interno delle cavità delle rocce;
Furono i romani che tagliando la roccia portarono il fiume
allo scoperto,da qui la denominazione di Intagliata di Pertosa.
Il Vallo
di Diano è prettamente un’area agricola se si esclude qualche piccola industria
nel comprensorio di Sala Consilina.
Esso è anche ricco di storia e di cultura: si pensi alla
Certosa S.Lorenzo di Padula, alla città museo di Teggiano con il museo delle
erbe e numerose chiese antiche, le terme di Montesano,le grotte di Polla,le
grotte di Pertosa,e infine nei pressi di Lagonegro il parco zoo Giada il lago Sirino e nella antica del paese
la chiesa di S.Nicola ,(qui vi è la leggenda che narra che vi sia sepolto il
maniero che ha ispirato la
Gioconda di Leonardo).
Degno di nota nei pressi di Petina l’ex convento Sant’Onofrio , alcuni resti di ponti romani sul fiume Tanagro , la fontanina della Regina(nei pressi della stazione FS) da cui sgorga dell’acqua purissima,e infine presso l’abitato di Petina di
numerosi sentieri praticati oggi per lo più da
escursionisti..
Altro
paese che si incontra qualche km
dopo è quello di Auletta , degno di nota sono le rovine di un castello
e di un
agriturismo(Murusella ) nei pressi della stazione Fs di Auletta.
Degne di nota sono le grotte di Pertosa,di origine
neolitica esse hanno uno sviluppo di circa 2300m(quelle visitabili al
pubblico).
La
grotta nel corso dei secoli ha visto sempre il celebrarsi di riti religiosi e
pagani(nel periodo romano).
Nel medioevo la grotta venne dedicata a S. Michele Arcangelo.
Di
quegli anni è la nascita del paese di Pertosa: il suo nome deriva da
Pertusia-Pertusium che dal latino significa “buco”.
In
seguito la grotta divenne proprietà della chiesa di Santa Maria delle Grazie di
Pertosa facente parte all’epoca dell’Abbazia di Cava dei Tirreni.
Successivamente la grotta venne usata dalle persone del paese come
rifugio contro guerre carestie e terremoti.
Soltanto intorno al 1500 vi furono
le prime esplorazioni della grotta, ma è soltanto dagli anni ’20 del secolo
XX°che la grotta ha visto importanti esplorazioni: prima il Circolo
Speleologico Italiano e poi della Commissione Grotte della Società Alpina delle
Giulie che le hanno riconosciuto monumento nazionale nel 1932..
Le grotte si aprono con un’enorme apertura di origine calcarea;l’entrata alle grotte avviene su di una zattera che leggermente sfiora le acque di un candido laghetto sotterraneo,esso è contornato da un acqua di color smeraldo., e da luci e da ombre che rendono la vista al visitatore ancora più spettacolare. Lo sbarco avviene in prossimità di una cascata sotterranea, da qui si prosegue a piedi, attraverso cunicoli pieni di stalattiti e stalagmiti. Degne di nota sono la Sala delle Meraviglie, la Sala delle Spugne, il Gran Salone,La Sala dei Pipistrelli, la Casa degli Dei , San Gennaro, la Madonnina,(queste ultime due non sono altro che le forme date da stalagmiti nel corso dei secoli) .La temperatura interna alle grotte è di 13 gradi centigradi e rimane costante per tutto l’anno ed ha un’ umidità pari al 90 %..
L’esterno delle grotte è corredato da tre cascate e da un
piccolo corso d’acqua che fuoriesce dalle grotte e si immette dopo qualche km
nel fiume Tanagro.
Attorno alle grotte si erge un’enorme e meraviglioso bosco ceduo da cui si ricavano funghi ed
asparagi ;il bosco è attraversato da circa 5 km di sentieri usati per lo più da
escursionisti.
A Pertosa esiste anche un punto panoramico da cui è
possibile ammirare dall’alto i paesi di Auletta e di Pertosa e le cascate:
Tale è il 2° viadotto Monaco della ferrovia ,posto a circa 300m dalla fermata FS di Pertosa.
Qualche chilometro dopo la fermata di Pertosa la ferrovia costeggia per circa 2 km(sino a Polla) il fiume Tanagro in uno scenario da fiaba.
Vicino alle
grotte vi è la centrale Enel che alimenta i corsi d’acqua nella zona
e la cui condotta forzata arriva in prossimità della vecchia centrale
situata nei pressi della fermata FS di Pertosa.
Nel piazzale. delle grotte vi sono: albergo-ristorante-
-biglietteria –piccoli negozi-e un area pic nic.
Degno di
nota è che all’interno delle grotte si sono svolti
concerti
di musica dal vivo, ed è stato girato il film
“Il
fantasma dell’Opera”di Dario Argento.
Le
grotte di Pertosa ed il paesaggio che le circonda sono
da
considerarsi delle vere e proprie bellezze naturali.
-Piccola cascata piazzale grotte(foto A. d. G.).
Superata Pertosa altri due paesi sono Polla ed Atena in particolare la parte vecchia dei due paesi .Altro paese degno di esser visitato è Sala Consilina.
Esso si trova a circa 25 km da Pertosa ed è ad un altezza di circa 600 m s.l.m.
Degne di
nota sono i reperti funerari( 9°sec a. C.) esposti nel l’Antiquarium cittadino;
tra i reperti esposti vanno ricordate alcune coppe ed alcuni
unguenti femminili .
L’Antiquarim è esposto nella Grangia di San Lorenzo dipendenza della barocca certosa San Lorenzo di Padula.
Oggi esso è sede della biblioteca comunale .
All’interno della città permangono ancora i resti del castello del Dominus; esso fu voluto dai Longobardi per scopi difensivi , ma saranno i Normanni ad edificare chiese e quindi a cambiare fisionomia all’abitato.
Vero scrigno d’arte è la chiesa di Santo Stefano Protomartire risalente al XII sec., su cui si affacciano quattro cappelle.
Degne di nota sono la Madonna della Consolazione con i santi Agostino ,Stefano, Maria Maddalena e Monica;altre opere degne di nota sono la tela che vede la Madonna delle Grazie tra San Carlo Borromeo e Sant’Onofrio,(di Giovanni Di Gregorio detto il Pietrafesa) e la Madonna con Angeli.
Oltre alle tante chiese minori sparse per il paese vi sono anche molte dimore gentilizie sparse per il centro storico , questi vanno ricordati i palazzi Acciari e Bove.
Il primo merita l’attenzione per i numerosi stemmi di della famiglia di origine spagnola ; più recente è il palazzo Vannata costruito alla fine dell’ottocento con forma di castello.
Altro paese che merita la visita è Teggiano.
Esso inserito nel Parco del Cilento e del Vallo di Diano,può considerarsi come una città-museo, in quanto ricca di chiese antiche del 1300 (tra queste spicca la cattedrale di Teggiano databile qualche secolo addietro).
Spicca in questa città (originariamente il suo nome era Dianum- Diano , e solo dal 1860 venne denominata con il nome attuale), il museo delle erbe unico in Italia inaugurato nel giugno del ’99.
Esso si articola in varie sezioni ; esso contiene numerose erbe per preparazioni farmaceutiche o per uso domestico;
cosa particolare del museo è che una parte di esso contiene delle erbe legate all’arte magica come spiegato da antiche ricette della Scuola Medica Salernitana.
Il diffondersi di queste erbe iniziò durante il medioevo ad opera dei monaci benedettini: qui videro la luce i primi trattati di farmacologia e di scienze naturali e successivamente videro la luce le prime forme di anestesia tramite narcosi.
All’interno del museo trova spazio una spezieria medioevale dove vi sono i rimedi in uso nella medicina dell’epoca ,nell’arte della magia e nell’uso domestico.
All’interno del museo è conservata la flora del Vallo di Diano ; esso viene utilizzato anche come sede di controllo e monitoraggio per emergenze all’interno del parco:particolare attenzione viene rivolta alla betulla ed all’abetina del monte Motola. Altra sezione è rivolta alla medicina medioevale con numerosi ampolle e pozioni (alquanto bizzarri) in uso per la medicina dell’epoca. A completare tutto ciò vi sono alcuni strumenti dell’epoca alcuni ricostruiti altri originali.
Superata Teggiano si arriva a Padula .
A Padula si incontra la Certosa San Lorenzo che costituita da chiesa ,convento ,chiostri, cortili e giardini rappresenta uno dei più importanti complessi artistici d’Italia .
La Certosa di Padula anche se meno armoniosa e bella di altre come quella di Pavia , è però la più grande d’Europa:essa ha un ‘area di 25 ettari e le mura che le cingono misurano oltre i due chilometri.
Fu costruita per desiderio del Conte di Marsico Tommaso Sanseverino nel 1306 , ma è stata completata solo agli inizi dell’ottocento .
La pianta è a forma di una graticola per ricordare la morte del martire Lorenzo:la facciata è barocca del 1718, ma si ignora chi sia stato l’architetto , per quanto l’opera sia dai più attribuita a D. Antonio Vaccaro.
La chiesa principale , a cui si accede dal chiostro della foresteria era riccamente decorata , ma come tutto il resto della certosa ha subito nel primo decennio del 1800 la spoliazione perpetrata dal governo francese ,che inviò a Parigi tutte le opere maggiori.
Importanti sono i due cori , quello dei Laici e dei Padri , finemente intagliati con figure di santi , paesaggi e scene di martirio.
L’altare maggiore in maiolica con intarsi in madreperla , si ritiene possa essere opera di un frate certosino, poiché anche i paliotti degli altari delle altre sei cappelle sono dello stesso genere : nella cappella detta del fondatore vi è il sepolcro del conte di Sanseverino , opera di un discepolo di Diego da Siloc Interessante è ancora la cappella del priore , così come la biblioteca e la sacrestia , rivestite ,di pregevoli , armadi in noce scolpita ; nello spazioso refettorio vi è un piccolo pulpito in marmo ed un pregevole pavimento maiolicato .
La parte della certosa che riesce a darci veramente un ‘idea della sua grandiosità è tuttavia il chiostro grande , cinto da 84 pilastri scanalati in stile dorico con un’ area di oltre 12000 metri che può ospitare ben 60000 persone.
Attualmente gli ambienti che si affacciano su di esso sono occupati dal museo archeologico della Lucania Occidentale, dove è raccolto il materiale archeologico rinvenuto nel Vallo di Diano , e dal Centro Internazionale di Studi Lucani.
Fuori dalla Certosa si incontrano gli avanzi di Consilinum costituiti da una torre quadrata e da una ruderi di murazione megalitica.
Padula vive di luce riflessa della sua certosa : feudo dei Malaspina passo nel 1743 agli estensi .Interessante è la chiesa della S. S . Annunziata ove sono sepolti i i 300 caduti della spedizione di Sapri.
Dopo qualche chilometro si arriva a Montesano sulla Marcellana importante centro termale e infine si giunge a Casalbuono caratteristico paese arroccato su una montagna quasi come un piccolo presepio dell’800.
Ultimo paese è Lagonegro ai piedi del monte Sirino e dell’omonimo lago (superficie 5 ettari con profondità 9 m;esso rappresenta l’ultimo parte di un lago pleistocenico estinto in epoca preistorica), meta per escursionisti ed area attrezzata per pic-nic,qui spicca anche il parco Zoo Giada (parco zoo che ospita rettili uccelli felini ed altri animali esotici).
Il paese si trova in quota 666 m s. l .m . , ed è suddiviso in due parti la parte antica e quella moderna: degno di nota è quella antica posta sopra le pendici del monte Serra; degna di esser visitata è la chiesa di San Nicola : qui c’è la leggenda che sia sepolto il maniero che ha ispirato la Gioconda di Leonardo.
Sotto il paese spicca il viadotto Serre delle FCL spezzato da una frana negli anni ’50.
Nella cucina il Vallo di Diano spicca con la pasta fatta in casa , ricche e saporite verdure olii e vini locali.
Nel folclore spiccano alcune feste importanti esse sono:la festa di San Michele Arcangelo(8 maggio e fine settembre) e la festa dellaMadonna del Castello (lunedì in Albis).
N.B.: Le notizie relative al Vallo di Diano sono frutto di visite,
ricerche, e documentazioni fatte dal sottoscritto
nel corso degli anni nei posti descritti.