Titolo: Deadoc.
Autrice: X-littlescully.
E-mail: x-littlescully@katamail.com
Genere: Case File

Rating: Pg-13
Spoiler:
nessuno.
Feedback: commenti belli e brutti, brevi e lunghi!
Disclaimer: Mulder, Scully e Skinnettino appartengono a CC e alla Fox.
Summary: Mulder e Scully si trovano di fronte ad un caso tanto inquietante quanto pericoloso.

Deadoc

La bambina era distesa a terra, morta.
Una risata malefica uscì dalla bocca della persona che l'aveva uccisa.
Poi il silenzio.

##

Mulder era seduto sulla scrivania, stava aspettando Scully.
Pensò all'ultima vittima, Margaret Baxter, la quale era stata uccisa brutalmente.
Una carneficina.
Ora stava aspettando Scully con il risultato dell'autopsia.
Perché ci metteva così tanto?
D'improvviso, come se l'avesse invocata, Scully entrò in fretta e in silenzio, posando due cartelle mediche sulla scrivania.
Mulder pensò che una di quelle doveva essere il responso dell'autopsia, ma l'altra?
Si accorse di essere fissato da Scully, la quale aveva un'aria di attesa.
Fu allora che Mulder disse "Oh, ciao Scully"
"Ciao Mulder. Ho qui i risultati dell'autopsia" e sventolò una delle cartelle davanti al naso di Mulder.
"E l'altra cartella cosa contiene?"
"E' il risultato di un'altra autopsia"
"E si può sapere di chi?"
"Quella di una bambina di 11 anni, Emily Stainer. Sarebbe il caso tu dessi un occhiata al cadavere..."
"Serve a qualcosa?"
"Solo a darti ulteriori chiarimenti"
"Bene, ma se senti qualche conato di vomito pensa a me, ok?" fece Mulder rassegnato.
"Bene, andiamo" rispose Scully seria.

Si diressero verso la sala autoptica.
Appena entrò Mulder fu sorpreso da un tanfo pestilenziale e non poté fare a meno di arricciare il naso.
Scully, accorgendosene, gli disse "Dovrai abituartici. E' questo il fetore che fanno quando vengono ritrovati dopo due settimane" lo avvertì Scully.
"Come sono contento" ribatté Mulder sarcastico.
Scully indossò una tuta isolante e ne fece indossare una anche a Mulder.
Si avvicinarono al lettino dove giaceva il cadavere della bambina, dunque Scully scoprì solo il viso.
Mulder si incantò a vedere quel bel visino pieno di tanta grazia e dolcezza, i lunghi capelli biondi ormai radi e quelli che un tempo dovevano essere stati dei bellissimi occhi azzurri, ma che ora erano acquosi.
Attraverso il lenzuolo si poteva distinguere il corpicino fragile della bambina.
Mulder pensò che quella bambina poteva dimostrare al massimo 8 anni, non 11.
Poi Scully scoprì il resto del corpo.
Mulder rimase disgustato alla visione delle parti di carne mancanti, e fu sul punto di vomitare sul serio quando vide le pustole di liquido attorno alla carne lucida.
"Non toccarle, è pericoloso" lo avvertì Scully.
"Eh? Ah, si certo" rispose Mulder.
"Cosa sono quelle pustole?" aggiunse dopo.
"Direi che abbiamo due ipotesi: si tratta di vaiolo oppure di una forma particolare di fuoco di sant'Antonio" rispose Scully concentrata sul lavoro.
"E tu cosa pensi che sia?"
"Personalmente non credo sia possibile che la vittima sia affetta da vaiolo"
"E cosa centra il fuoco di sant'Antonio?"
"La varicella dei bambini"
"Tu sai se Emily aveva preso già la varicella?"
"Sfortunatamente no"
"Come si chiama la madre?" chiese Mulder con una smorfia di disgusto dipinta sul volto.
"Rose Stainer" rispose prontamente Scully, prelevando con una siringa del liquido dalle pustole e depositandolo su un vetrino.
"Direi di andarlo a chiedere direttamente alla signora Stainer"
"Se la bambina aveva già contratto il virus della varicella?"
"Si. Non trovi alcuna analogia con il caso Baxter?"
"Di analogo io vedo solamente i pezzi di carne asportati"
"Nient'altro?"
"Niente"
"Allora ti dico cos'è successo: il modus operandi dell'assassino…" lo interruppe Scully "O dell'assassina"

"…E' più elaborato, come in un film dell'orrore. Le scene del delitto sono sempre più elaborate, c'è sempre più sangue"
"Due obiezioni"
"Quali sono?"
"La prima è che non sappiamo nemmeno se l'assassino o l'assassina è lo stesso di Margaret Baxter. Non credi che qualcuno abbia deciso di seguire le orme dell'assassino della Baxter?"
"Scully, sono convinto che l'assassino è lo stesso di Margaret. La seconda obiezione?"
"Tu credi che il virus gliel'abbia iniettato l'assassino?"
"Beh, si"
"Io invece dico che ha contratto il virus almeno una settimana prima di morire"
"Tu dici che altrimenti il virus non si sarebbe potuto evolvere se Emily fosse morta?"
"Si. I virus per evolversi hanno bisogno di calore. Come avrebbe potuto svilupparsi questo virus senza il calore corporeo di Emily?"
"E se ci fosse stata un'alta temperatura nei giorni precedenti al ritrovamento?"
"Il cadavere sarebbe stato in peggiori condizioni: il freddo conserva i corpi, il caldo li distrugge"
Mulder sbuffò "Hai ragione"
"E' una bella gatta da pelare"
"Parlavamo delle analogie. Ti elenco le restanti. Le vittime sono entrambe di sesso femminile, bianche"
"Giusto. Un'altra analogia è il tipo di coltello con cui è stata asportata la carne"
"E che tipo di coltello è?"
"E' un coltello da macellaio" si interruppe "Molto vecchio, tra l'altro"
"Pensi che possa essere stato un macellaio?"
"Non dire sciocchezze, Mulder. Secondo te è stato un uomo oppure una donna a commettere questi efferati omicidi?"
"Mi attengo alle vittime: due femmine. Ritengo che possa essere un uomo"
"Come quel serial killer con cui abbiamo avuto a che fare tempo addietro?"
"In Irlanda, si"
"E come si chiamava l'assassino?"
"Tom Peterson, ma non l'hanno mai preso"
"Direi di andare da Rose Stainer. A proposito, cosa sai sul padre di Emily?"
"Mark Stainer è morto quando Emily aveva 5 anni. Era maestro in una scuola privata"
"Direi di andare a parlare con Rose Stainer" propose Scully.
"Si, ma non hai nient'altro da mostrarmi?"
"Va bene, ma non credo che siano cose importanti"
"Bene, comincia pure Scully"
"Ho trovato una notevole quantità di sodio nel corpo di Emily. Potrebbe essere morta tra le 23:00 e le 2:00"
"E cosa mi dici del sodio?"
"Il sodio è la sostanza di base del sale. Deduco da questo che per non farla urlare... le abbiiano riempito la bocca di sale. Scully si fermò qualche secondo pre riprendersi.

Non ci sono segni di lotta. La bambina fin da piccola è stata abituata a collaborare con gli adulti perché era costantemente ammalata"
"Dunque la bambina non avrebbe fatto una piega. Ha capito la fine che avrebbe comunque fatto e si è rassegnata" disse Mulder.
"Non saprei. Secondo te questo può in qualche modo essere il ritorno di Tom Peterson?"
"Potrebbe anche essere. Non mi sento di escluderlo, ma può darsi che qualcuno stia tentando di dare la colpa a lui"
"E questo è vero. Il delitto è stato commesso a Black Mountain, se non mi sbaglio"
"No, non ti sbagli. E' un piccolo paesino dove la gente va a letto alle 21:00"
"Bene Mulder. Direi che abbiamo finito. Possiamo andare ad interrogare Rose Stainer"
"Andiamo"
Scully depose il vetrino in un contenitore in attesa di essere esaminato.
Poi con Mulder uscì dalla sala autoptica, dopo essersi tolti, tutti e due, le tute.

##

"Siamo gli agenti Mulder e Scully, FBI" annunciò Mulder.
Rose Stainer aprì la porta un po' riluttante. Indossava un maglione nero che metteva in risalto il viso e dei blue jeans.
"Buongiorno. Lei è Rose Stainer?" domandò Scully.
"Si, sono io. Perché voi dell'FBI vi interessate al caso?"
"Potremmo entrare prima?" chiese Mulder.
"Oh si, scusate"
Entrarono e Rose li fece sedere in salotto.
"Bene, ora possiamo parlare" disse Mulder con fare amichevole.
"Cosa volevate sapere?"
"Avremmo alcuni dettagli da chiarire per stabilire meglio cosa l'ha uccisa tra i tanti elementi trovati nel corso dell'autopsia" disse Scully guardandola fisso negli occhi.
Vide uno sguardo come di sfida, ma aspettò che fosse Rose a distogliere per prima lo sguardo.
I secondi scorrevano via velocissimi, finché Rose non disse, guardando Mulder "Sono pronta"
"Bene. Emily aveva già contratto la varicella?"
"Si, ma perché?" Rose sembrava perplessa.
"Non ha visto il cadavere?" si accertò Mulder.
"No. Non sarei riuscita a vederlo"
"Non vorrei essere brusco, ma per capire lei dovrebbe sapere in che condizioni è stato ritrovato il corpo di Emily"
Rose rimase in silenzio a riflettere sul da farsi, poi disse "Va bene, parli pure"
"Scully…"
Scully fece un cenno di assenso a Mulder e cominciò ad elencare il risultato dell'autopsia "Ecco, il corpo di Emily era in condizioni pessime: le mancavano alcuni pezzi di carne, ed attorno a queste parti mancanti c'erano delle pustole di liquido. Questo mi fa pensare a due virus: il vaiolo oppure una forma del fuoco di sant'Antonio, la varicella dei bambini."
"Ovviamente il vaiolo è una cosa molto poco probabile, ma io e la mia collega non la escludiamo" Aggiunse Mulder.
"Diciamo che l'abbiamo portata in secondo piano, essendo il vaiolo oggi una malattia poco diffusa nel mondo" spiegò Scully.
"E voi cosa pensate che sia?"
"Signora Stainer, io, prima che lei ci dicesse che Emily aveva già contratto il virus della varicella, pensavo, anzi speravo, che il virus fosse effettivamente quello, ma ora non so più cosa pensare" disse Scully guardandola fissa negli occhi. Lei distolse subito lo sguardo e iniziò a guardare un punto fisso davanti a sé assorta.
Dopo qualche secondo di silenzio disse con le lacrime agli occhi "Non potete eseguire un test per sapere di quale malattia si tratta?"
"Ovviamente si, ma ci vorrà almeno una settimana e il suo consenso" rispose Mulder.
"Avete il mio consenso. Quando l'esame avrà esito informatemi"
Scully intuì che quella frase era per congedarli, così disse "Bene, noi abbiamo finito. Ci sentiremo fra qualche giorno per ulteriori aggiornamenti. Se le viene in mente qualcosa che lei ritiene importante per arrivare alla risoluzione del caso, ce la segnali"
"Va bene"
Si alzarono in piedi e la Stainer li accompagnò alla porta e li fece andare.
Entrati in macchina Mulder disse "Non ti sembrava che la signora Stainer avesse un'aria sorpresa, anziché spaventata?"
"Se proprio lo vuoi sapere, per lei è stata una liberazione di un peso la morte di Emily"
"Perché dici così?"
"Ma non hai visto come mi fulminava con lo sguardo?"
"Si, ho visto. Ma la sua era solo una sorta di autodifesa. Tu ne stai facendo un dramma"
"No, io ti sto solo dicendo di stare in guardia. Non mi piace il modo di fare di quella donna"
Detto questo nella macchina calò il silenzio.
Mulder mise in moto e si avviarono verso l'ufficio.

##

"Dobbiamo andare a quella riunione, se te ne sei scordato" disse Scully fredda.
"No, non me ne sono scordato, signorina Perfettina" rimbeccò Mulder con fare seccato.
Scully lo guardò con aria tra il sorpreso e l'addolorato per alcuni secondi, dopodiché uscì senza dire una parola.
Circa 10 minuti più tardi Scully prese posto sulla sua sedia per partecipare a quella riunione.
Aveva un'aria stanca, e quello che la preoccupava di più in quel momento non era esporre bene il responso dell'autopsia, ma il fatto che Mulder l'avesse trattata così bruscamente in ufficio.
Scelse una sedia il più lontano possibile da quella che di solito sceglieva Mulder.
Non aveva voglia di vederlo, e il fatto che lei avrebbe dovuto sentire necessariamente la sua voce non l'aiutava per niente.
Era così immersa nelle sue riflessioni, che fece un balzo sulla sedia quando un bell'uomo sui 35-40 anni le chiese "E' libero questo posto?"
La sua voce era calda e sensuale, e Scully rimase ad ascoltare quel dolce suono per qualche secondo, poi rispose "Si, è libero" e alle parole aggiunse anche un largo sorriso.
L'uomo aveva dei bei capelli castano chiari, occhi azzurro-grigi e una figura slanciata.
Indossava giacca e pantaloni neri, che mettevano in risalto i suoi bellissimi occhi.
La riunione cominciò.
Subito Skinner domandò "Agente Scully, sa dove si trova l'agente Mulder?"
"No, signore. Penso che non verrà"
"Direi allora che possiamo cominciare la riunione"
"Come prima cosa vi presento un'agente di Black Mountain, Alexander McReal, e un medico legale che farà da supporto all'agente Scully, James Weasley"
L'uomo accanto a Scully si alzò per poi riaccomodarsi.
"Dunque lei è il mio supporto?" chiese Scully meravigliata.
"Se lei è l'agente Scully, si"
"Si, sono io. Dana Scully"
"Che bel nome. Suona bene"
"Grazie" Scully si accorse di avere le guance di fuoco, perfettamente intonate ai capelli.
Proprio quando l'aveva dimenticato, entrò Mulder.
"Scusate per il ritardo"
Passò vicino Scully per raggiungere la sua sedia e per un attimo i loro sguardi si incrociarono.
Le guance di Scully parevano esplodere da un momento all'altro, e Mulder non poté fare a meno di notarlo.
Si sedette e finalmente la riunione cominciò.

##

Finita la riunione, Scully andò a prendere le sue cose in ufficio, sperando di non incontrare Mulder.
Appena entrata in ufficio lo trovò ad aspettarla.
"La speranza è l'ultima a morire" le disse con gli occhi scintillanti.
"Come mai nell'ufficio della signorina Perfettina?" rimbeccò Scully cercando di essere acida.
"Vorresti essere acida, ma sai lo sai che con me non serve. E' tutto inutile"
"Senti, sto passando un momento delicato e gradirei che tu non infierissi"
"Ma quale momento delicato. Oggi alla riunione te la spassavi con quel tizio, come si chiama? Ah si, Jamie West" fece Mulder con aria indifferente.
"James Weasley, Mulder. E se lo vuoi sapere è molto più maturo di te"
"Io sono così maturo che sto marcendo in questa gabbia di lavoro"
"Se fossero tutti come te allora quest'edificio sarebbe una gabbia di matti"
Le parole le vennero fuori senza riflettere.
Se ne pentì all'istante, ma, prima ancora che lei potesse dire "Scusa Mulder, non l'ho fatto apposta", lui era già sparito.
Si sedette alla scrivania.
Era stanca e frustrata.
Si portò le mani alla fronte.
Voleva liberare quella rabbia che da tanto tempo reprimeva, e sapeva che prima o poi sarebbe venuta fuori tutta d'un colpo.
All'improvviso si trovò ad esclamare a denti stretti "Merda, merda, merda!"
Le tempie le pulsavano ed aveva mal di testa.
Tornò a riflettere e a disperarsi.
Man mano che si disperava si poneva nuovi interrogativi.
Perché aveva scelto di entrare nell'FBI?
Cosa l'aveva attirata in quel lavoro?
Era stato il destino a far sì che lei e Mulder si incontrassero?
Era così assorta in quei suoi interrogativi che non sentì nemmeno entrare James, il quale le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, domandandole "Sta bene?"
Scully arrossì violentemente e rispose "Si, sono solo un po' stanca"
"Cos'ha mangiato oggi?" le chiese con delicatezza e un dolce sorriso.
"Perché mi fa queste domande?"
"Solo per sapere se mi potevo permettere di invitarla a cena fuori"
"Non penso che sia una buona idea"
"Io penso che le farà bene evadere dall'austerità di questo lavoro almeno per stasera"
"Quello che le posso dire è che non vedo l'ora di andare a casa per immergermi in una vasca d'acqua calda ed andare a letto"
"Senza mangiare nemmeno un boccone?"
"Lei cosa avrebbe intenzione di fare?"
"Perché risponde ad una domanda con un'altra domanda?" gli occhi di James brillavano.
Il botta e risposta si era fatto insostenibile, almeno per Scully.
"Mi arrendo, James. Dove avrebbe intenzione di andare?"
"In un bel ristorantino italiano le andrebbe bene?"
"Immagino di non potermi sottrarre a questo invito"
"No, penso proprio che mi offenderebbe"
"Accetto, ma prima dovrei darmi una sistemata. Non credo di poter uscire a cena con questi abiti"
"Dunque, sono le 20:00. Passo a prenderla alle 20:45. Signora o signorina?"
"Signorina. Lei è molto curioso, lo sapeva?"
"Deformazione professionale. Il nostro lavoro ci costringe a fare molte domande"
"Che ne direbbe se ora andassimo?"
"A parte noi l'edificio sarà deserto" osservò James.

##

Scully guardò dallo spioncino. Era James.
Aprì.
"Quanto tempo che non ci vediamo!- esclamò- Gliel'ha mai detto nessuno che è meravigliosa?"
Dana ora indossava dei semplici pantaloni neri e un maglioncino bianco a collo alto.
"Vogliamo andare?" Scully fece cadere il discorso là.
Mulder non le aveva mai detto cose del tipo Scully sei meravigliosa, questo ti sta bene, hai degli occhi bellissimi…, ma soltanto Scully sei geniale, sei ingenua….
Le dava fastidio essere considerata solo una bella donna, ma ora si rendeva conto che in 7 anni nessuno le aveva mai fatto un complimento carino.
A parte James.
James era riuscito a vedere dentro Dana ciò di cui lei aveva bisogno: una persona da amare e che ricambiasse il suo amore.
Quando aveva conosciuto Mulder si era subito sentita intrigata da lui. Con il passare del tempo lei aveva capito di amare quell'uomo sin dalla prima volta che l'aveva visto.
Ma lui non aveva mai ricambiato il suo amore.
Con il passare del tempo si era costruita un muro attorno a sé che nessuno mai avrebbe saputo o potuto oltrepassare.
Nessuno tranne Mulder.
Ora ci stava provando James.
Quel caso la stava facendo impazzire.
"Dopo il ristorante lei cosa vorrebbe fare?" le chiese James in ascensore.
"Mi piacerebbe tornare a casa a dormire"
"La notte è piccola. Ed è anche perfetta per consumare la vita"
James stava cominciando ad intrigarla ancora più di Mulder.
Le sue frasi erano allusioni o erano frasi buttate là, per l'occasione?
"Allora mi dica lei cosa avrebbe intenzione di fare" lo guardò fisso negli occhi. Lui ricambiò.
Scully era intimorita non poco dallo sguardo di James, che la trapassava da parte a parte e che pareva leggerle tutto ciò che lei aveva in testa.
Non osava staccare gli occhi da quelli di James.
L'atmosfera era sempre più pesante. Scully non sapeva quanto ancora avrebbe retto.
Si augurò che fosse James a spostare per primo lo sguardo, ma questo non accadde.
Finalmente l'ascensore arrivò al pianterreno, ed entrambi distolsero lo sguardo.
"Direi di andare in un posticino dove l'unica regola è: divertirsi" riprese James.
"Se è un posto tranquillo, per me va bene"
"Stia tranquilla, so quello che faccio" la rassicurò.

##

"Eccoci arrivati. Qua servono solo piatti italiani" disse James.
Si sedettero ed ordinarono.

##

Mulder si sentiva ferito da ciò che Scully gli aveva detto.
Era vero che lui molte volte l'aveva trattata non molto bene, ma era anche vero che le voleva bene fin dalla prima volta che l'aveva vista.
Per lui Dana rappresentava una vera sfida.
Ora pensava di averla definitivamente persa.
Perché era stato così freddo e crudele nei suoi confronti?
Sapeva che Scully era da sempre gelosa di Diana.
Stavolta Diana non c'entrava niente, ma ora, con l'arrivo di James, lui sapeva come si sentiva Dana.
Si sentiva paragonata a Diana, e ora lui si sentiva paragonato a James.
Decise di non pensarci più.
"Vado a scatenarmi" si disse.

##

"Ottimo il primo. Cosa prende per secondo?" chiese James a Dana.
"Credo che prenderò del filetto alla griglia" Scully si stava abituando a tutte quelle attenzioni e ormai si sentiva anche lusingata.
Quando si dimenticò totalmente di Mulder, James le chiese "E il suo collega come la prenderebbe se sapesse che io l'ho invitata a cena, Dana?"
"Penso che capirebbe. Affari di lavoro, svago…" rispose Dana con un'alzatina di spalle e con il sospetto che Mulder fosse andato in giro per locali ad ubriacarsi.
"Non gliel'ha detto, vero?"
"Provo a raggiungerlo sul cellulare, magari è qua nei paraggi" Scully era imbarazzata e in difficoltà.
Compose il numero del cellulare di Mulder.
"Squilla oppure è spento?" domandò James.
"Squilla, ma Mulder non risponde" era seccata. Si era pentita, ma quella non era proprio la maniera giusta di fargliela pagare, pensò.
"Provi a fare il numero di casa, magari non risponde perché sta dormendo e il cellulare è lontano dalla camera da letto" osservò James.
Compose il numero di casa di Mulder, ma rispose la segreteria telefonica "Fox Mulder, lasciate un messaggio"
"No, non è in casa. Mi risponde la segreteria telefonica"
"Allora è fuori casa e non gli va di rispondere" rispose James.

##

Mulder si sentiva poco bene, anzi, si sentiva proprio male.
Gli girava la testa e stava per vomitare.
Voleva telefonare a Scully per chiederle come stava e farsi perdonare per averle dato della signorina Perfettina, ma vedeva doppio.
Quando finalmente riuscì a prendere in mano il cellulare vide a malapena una scritta che decifrò in non poco tempo: 1 chiamata non risposta.
Che fosse stata Scully lui non lo metteva in dubbio, ma perché avrebbe dovuto chiamarlo?
In fondo era vero che l'aveva offeso anche lei, ma era stato lui a iniziare.
Forse aveva telefonato anche a casa.
La segreteria telefonica!
L'aveva attivata?
Non lo sapeva nemmeno lui cos'aveva fatto e non fatto prima di uscire.
Sapeva solo che aveva bevuto come una spugna e che ora si sentiva male.
Si diede dello stupido e provò a salire in macchina.
Quando finalmente si sistemò sul sedile pensò di chiamare Scully.
Si domandò se Scully l'avrebbe perdonato.
Sperò di si.
Compose il numero di Scully, sbagliando tre volte.
Quando finalmente rispose Scully, le disse senza nemmeno dire ciao "Scully dove sei?", rendendosi conto che articolava male le parole.
"Mulder, sei ubriaco?" gli domandò Scully incredula a ciò che aveva appena sentito.
"Non lo so se sono ubriaco, so solo che me la sono spassata e che ora sto per vomitare anche l'anima. Ci vedo doppio e faccio fatica a parlare, per non parlare del senso di perdita dell'equilibrio. Qual è la sua diagnosi dottoressa Scully?" Mulder sorrise come in uno stato di beatitudine.
"Sei ubriaco, ho capito. Tu dove sei?" era esasperata.
"In macchina" Mulder fece una smorfia.
"Si, ma in macchina dove?" Scully si stava stufando. Quando avrebbe imparato a badare a se stesso? Pensò probabilmente mai.
"Tu dimmi dove sei e io ti dirò dove mi trovo"
"Sono in un ristorante italiano"
"Quale?" voleva raggiungerla.
James faceva segno di non dirglielo, e le fece capire che lo avrebbero raggiunto loro.
"Senti, che ne dici se ti raggiungo io? Non mi sembra un'ottima idea guidare in stato di ubriachezza, non credi?" cercò di convincerlo Scully.
"E va bene, ma fai presto. Mi annoio qua dentro"
Le disse dove si trovava e riattaccarono.
Scully era dispiaciuta di aver rovinato la serata a James.
Voleva scusarsi, ma intervenne James ancora prima che potesse aprire bocca "Non c'è bisogno che si scusi, posso capirlo. Dopo 7 anni che si lavora assieme, è come se foste fratello e sorella"
Scully abbozzò un sorriso e disse "Se vuole domani potremo riprendere da dove siamo rimasti"
"Se vuole possiamo accompagnare a casa l'agente Mulder e riprendere. Naturalmente se le va"
Scully ci pensò su per un po', poi rispose "Va bene"
"Andiamo"
Si alzarono e andarono in macchina.
James mise in moto e partirono.

##

"Dai, sali in macchina" sussurrò Scully all'orecchio di Mulder.
Si sentiva una mamma che si occupava del suo bambino, e la cosa effettivamente le dispiaceva un po', voleva qualcosa in più da Mulder, possibile che lui non riuscisse a capirlo?
Quando si sistemarono tutti in macchina, Mulder disse "Scully, stiamo andando all'ospedale?"
"Avevo intenzione di portartici, ma il dottor Weasley mi ha convinta a portarti a casa tua per farti riposare" rispose Scully rassegnata.
Mulder non riusciva a capire se Scully stesse parlando sul serio, così le chiese "Parla sul serio, dottoressa Scully?"
"Certo che no" Scully si sentiva intenerita, così gli rivolse un mezzo sorriso.
"Perché solo mezzo sorriso?" Mulder non si contentava solo di mezzo sorriso. In fondo si era ridotto così a causa sua.
"Perché tu non ti devi cacciare in situazioni del genere. Pensa se io non fossi stata raggiungibile. Tu cosa avresti fatto? Ti saresti messo alla guida nonostante il tuo evidente stato di ubriachezza?"
"Forse si, forse no. Io so di poter sempre contare su di te. Tu sei il mio angelo custode"
Scully ammutolì.
Pensò che quella doveva essere una frase per farsi perdonare, ma ne fu lusingata lo stesso.
In tanti anni Mulder non le aveva mai detto una cosa così carina che, pensò Scully, se aveva parlato con il cuore in mano, doveva essersene stupito lui stesso.
Per il resto del tragitto nessuno disse più una parola.
Scully accompagnò Mulder al proprio appartamento e lo mise a letto, rimboccandogli le coperte come una madre avrebbe fatto con il proprio bambino.
Mulder ora si sentiva meglio: non ci vedeva più doppio e il mal di testa era diminuito. Per quanto riguardava il vomito, aveva già provveduto vomitando fuori dal finestrino della costosa macchina del dottor medico legale James Weasley.
Ora era più cosciente di dove si trovava, di cosa era successo e di con chi si trovava.
"Scully, che è successo?" domandò Mulder con un filo di voce.
"Ti sei ubriacato, mi hai telefonato dicendomi che eri ubriaco e che stavi per vomitare anche l'anima. Così io e James ti abbiamo portato qua" Scully aveva gli occhi lucidi.
Mulder trasalì appena sentì il nome di James.
"Mi dispiace essermi comportato come uno sciocco, dandoti della signorina Perfettina e- esitò - mi dispiace anche averti rovinato la serata con Weasley"
Si abbracciarono per confortarsi l'uno con l'altra.
Quando si sciolsero dall'abbraccio Scully vide una strana luce negli occhi di Mulder, così come lui la vide negli occhi di lei.
Non si udiva un solo rumore.
Il silenzio regnava sulla stanza, un silenzio carico di significati e verità nascoste che nessuno avrebbe mai potuto comprendere.
Nessuno all'infuori di Mulder e Scully.
Il primo a rompere il silenzio fu Mulder "Dai, su. Vai, o Weasley ti pianterà in asso" la sua voce era calda, come una giornata di sole in inverno.
"Non credo che tu abbia bisogno, ma se per caso ti senti male puoi contare su di me. Telefonami se hai bisogno di qualcosa, ok?"
"Lo farò sicuramente" la rassicurò Mulder.
"Bene. Allora ciao"
Scully esitò un po' sulle ultime due parole, non voleva andarsene. Voleva rimanere con Mulder, voleva dargli conforto, voleva dirgli che non l'avrebbe mai abbandonato.
Purtroppo Scully non aveva tutto questo coraggio dentro se stessa, così si limitò a lasciare la stanza senza dire una parola.
Quel silenzio che accompagnava Scully alla porta contava più di mille parole, di cui sia Mulder, sia Scully, ne conoscevano il significato più profondo e remoto.
Scully raccolse la giacca dalla sedia, se la mise addosso ed uscì.

##

"Allora, cosa le ha detto?" chiese James non appena Scully entrò in macchina.
"Che gli dispiace averle rovinato la serata" rispose Scully mettendosi la cintura di sicurezza.
"Allora, cosa vuol fare?" James stava tornando alla carica.
"A dir la verità io vorrei solo tornare a casa. Mi sta per venire un'emicrania che mezza farebbe ammattire chiunque" disse Scully portandosi una mano alla fronte.
"E' per via dell'agente Mulder, vero?"
Scully si sentì molto in imbarazzo.
"No, Mulder non c'entra niente, ma sono io che non sono abituata ad uscire la sera. Temo che mi stia venendo un brutto raffreddore, se non l'influenza"
"Spero tanto di non essere io la causa del suo malore"
"No, dottor Weasley, non si preoccupi" lo rassicurò Scully.
"Allora la riaccompagno a casa"
"Grazie, lei è molto gentile"

##

"Allora ci vediamo domani per l'indagine" salutò James.
"Si, ci vediamo" disse sottovoce Scully, poi salutò James "Va bene, a domani"
Scully entrò nel suo appartamento e gli occhi le caddero sul portatile che distrattamente aveva lasciato acceso.
Sul desktop lampeggiava l'avviso di posta ricevuta.
Il file portava la scritta Deadoc.
Lo aprì e lentamente si visualizzò un'immagine cruenta: pezzi di carne sparsi su un tavolo di una sala autoptica. Alcuni di questi pezzi di carne erano coperti da pustole aperte, con il liquido sparso sul tavolo.
Scully fece una smorfia e pensò "Ma chi è questo Deadoc che si diverte a terrorizzare la gente?"
Salvò il file e stampò l'immagine, come se quella potesse sparire da un momento all'altro.
Decise di pensarci l'indomani e si mise a letto.

##

Scully era in uno stato di semicoscienza.
Le immagini le attraversavano la mente senza un ordine preciso: prima vide una donna ed una bambina che parlavano tranquillamente. Ad un tratto le donne si rivelarono Margaret Baxter ed Emily Stainer.
Poi vide i pezzi di carne mancanti che andavano a formare il nome Deadoc.
Infine, come ciliegina sulla torta, vide se stessa con il corpo ricoperto di pustole aperte, con il liquido all'interno di esse che grondava ovunque lei andasse.
Mulder non la voleva vedere, così come tutti non la volevano vedere e lei era costretta a stare in uno stato di prigionia.
Aveva il volto sfigurato dalle pustole aperte e le mancavano alcuni pezzi di carne.
Tutti erano terrorizzati alla sua visione, anche lei stessa.
Non si poteva più guardare allo specchio, perché non si rifletteva Dana Scully, ma una donna sfigurata che di uguale all'agente Scully aveva solo il nome.
Si svegliò di soprassalto, grondante di sudore.
Era terrorizzata da ciò che aveva appena sognato, le mancava l'aria e aveva una lieve tachicardia.
Senza dire una parola guardò l'orologio e si accorse che erano le 5:00.
Le venne istintivo alzare la cornetta e comporre il numero di Mulder, ma, ancora prima che la segreteria telefonica le potesse rispondere, decise di non disturbarlo raccontandogli i suoi incubi e facendo in modo che lui si annoiasse.
Si chiese cosa avrebbe fatto durante quel lasso di tempo che la separava dalla mattinata da trascorrere tra ufficio e sala autoptica.
Decise di collegarsi un po' ad America On Line.
Non appena entrata nella Chat Room cominciò a scorrere l'elenco dei canali disponibili, finché non trovò ciò che la interessava.
Entrata nel canale di conversazione per medici, trovò solo una persona: Deadoc.
Scully ebbe come una sensazione di freddo, poi prese il coraggio a due mani e, prima ancora che potesse digitare ciò che voleva dire a Deadoc, lui le scrisse: 7.
Poi scomparve dall'elenco.
Scully non sapeva cosa significasse quel numero, comunque lo annotò su un foglietto.
Tornò alla schermata e aspettò.
Non sapeva nemmeno lei cosa stesse aspettando, ma l'istinto le suggeriva di non perdere d'occhio il monitor.
Si rese conto che era la prima volta che seguiva l'istinto, e se ne stupì.
"In fondo c'è sempre una prima volta, no!?" disse Scully a voce alta e con un alzatina di spalle, come se stesse parlando con il computer.
Poi si rese conto di ciò che aveva appena fatto, e pensò Ma mi sono ammattita e tornò a guardare lo schermo.
Ora erano arrivate altre persone che Scully non sapeva se fossero veri medici o persone che si divertivano a disturbare nei vari canali.
Rimase così, partecipe passivamente, finché Deadoc non tornò a farsi vivo.
Fu allora che, aperta una Chat Room privata, lei disse: cosa significa 7?
Le rispose: 7 sono gli esperimenti.
Esperimenti? pensò Scully.
Cosa vuol dire? Hai ucciso altri innocenti? gli chiese.
Se sei tanto furba scoprilo da te. le rispose.
Poi uscì nuovamente.
Scully annotò con molta cura le parole che Deadoc le aveva detto, dunque tornò alla schermata.
Scorse l'elenco dei nomi dei presenti, ma nessuno che facesse al caso suo.
Rimase a fissare il computer per almeno altri 10 minuti.
Stava per uscire dalla Chat Room, quando all'improvviso ricomparve Deadoc.
Scully chiese: E' qualcosa che ha a che fare con il caso che sto seguendo?
E tu che caso stai seguendo? fu la risposta.
Mi sono data la zappa sui piedi! pensò Scully disperata.
Non ti riguarda. fu la replica di Scully.
Io so tutto di te.
Tu non sai proprio niente di me.
Invece so tutto, anche i tuoi dettagli più intimi: so che non puoi avere figli, che per il tuo collega hai rischiato più volte la vita, che ti piace il tuo collega e che ora ti hanno assegnato un supporto.
Mi sembra poco come "tutto", non trovi?
So anche che il tuo collega è l'agente Fox Mulder e che il tuo supporto è il dottor James Weasley. Ti basta?
No, vai avanti.
Ti fai chiamare per cognome da "Mulder", e che per ora ti fai dare del lei da Weasley, ma che hai intenzione di farti dare del tu molto presto.
Chi sei?
Io sono te.
Tu non sei me, non puoi essere me.
Invece si.
Allora dimmi qualche altra cosa che mi riguarda, possibilmente più intima.
Non hai bisogno di altre prove.
Non sai più niente su di me. Sei un impostore.
Chi ti dice che sono un impostore?
Chi ti dice che tu sei me?
Perché rispondi ad una domanda con un'altra domanda?
Scully aveva già sentito quella frase, ma dove?
Rimase per qualche secondo a riflettere, poi un brivido le percorse la schiena: James.
Perché non rispondi? la provocò Deadoc.
Cosa vuoi da me?
Voglio essere te.
Tu non puoi essere me. Né ora né mai.
E chi te lo dice?
E tu perché vuoi essere me?
Rispondi alla mia domanda, poi io risponderò alla tua.
Non hai bisogno di una risposta, perché la risposta la sai già.
Rispondi e basta.
Non me lo dice nessuno, lo dico io.
Voglio essere te per puro divertimento.
Perché proprio io?
Perché tu sei me e io sono te.
Non può essere possibile.
Oggi la genetica fa miracoli.
Io non voglio essere te, sei tu che vuoi essere me.
Allora tu non vuoi essere te stessa.
Tu non sei stato, non sei e non sarai mai me.
In base a quale legge?
Non c'è nessuna legge, è semplicemente impossibile.
E' impossibile essere se stessi?
Io sono me stessa, sei tu che dici di essere me.
Io sono il tuo lato oscuro.
E' praticamente impossibile.
Questo lo dici tu.
Finiscila, non sei altro che un impostore.
L'impostore potresti benissimo essere tu.
Dimmi il motivo.
Perché siamo due metà che non possono stare nello stesso corpo. Voglio il mio corpo.
Tu non avrai mai il mio corpo.
Questo lo dici tu.
Perché dici che siamo due metà?
Perché non possiamo stare nello stesso corpo?
Perché io sono la metà destinata a fare del male e tu sei la metà destinata a fare del bene.
E questo cosa c'entra?
C'entra eccome.
Non è una risposta.
Scoprilo da te, dato che hai una laurea in medicina e che ti credi tanto furba.
Puoi scommetterci.
Non andrai lontano. Sei la prossima.
La prossima?
Si, la prossima.
La prossima che cosa?
Il prossimo angelo della morte.
Angelo della morte?
Si.
Cosa sarebbe un angelo della morte?
Lo scoprirai da te.
Dimmelo tu.
Non servirà a niente. Niente e nessuno ti potrà salvare.
Finiscila.
Ti sto solo dicendo la verità.
Non ti credo.
Libera di non credere, ma io sono il profeta della morte.
Basta.
E Deadoc scomparve dalla lista.
Scully si rese conto che erano le 7:00.
Decise di prepararsi per "andare a lavorare".
Andò in bagno e si guardò allo specchio, il quale le forniva una visione non proprio carina di Dana Scully.

##

"Hey Scully! Ciao!" la salutò allegramente Mulder, poggiando la ventiquattrore sulla scrivania.
"Ciao Mulder" fece stancamente Scully, portandosi una mano alla fronte.
Poi Mulder si accorse della stanchezza della collega "Mamma mia, che brutta cera che hai stamattina. Dormito poco, eh?"
"Si, ma non a causa di James, come pensi tu, ma perché ho ricevuto via e-mail una foto angosciante che mi ha fatto venire gli incubi"
"Hai la foto con te?" Mulder diventò improvvisamente serio.
"Si, l'ho stampata" e gli porse la stampa della foto.
Per un attimo Mulder sembrò veramente sul punto di vomitare, poi si riprese e disse "Chi te l'ha mandata? E' sconcertante"
"Si fa chiamare Deadoc"
"Deadoc come Dead-Doc, il Dottor Morte?"
"Non avevo pensato a questo gioco di parole"
"Il nostro Dottor Morte è molto astuto, a quanto pare" osservò Mulder.
"Ho segnato su questo foglio tutto ciò che mi ha detto" e glielo porse.
Mulder rimase 10 minuti a leggere, poi disse "Questo è un pazzo"
"E se fosse la verità?"
"Cosa? Che tu e lui siete una sola cosa che non poteva stare nello stesso corpo?"
"No, che sono la sua prossima vittima"
"Questo non lo so"
"Cosa mi dici di nuovo?"
"Hai letto il giornale di oggi?"
"No, perché?"
"Dai un occhiata" le disse, porgendole il giornale.
In prima pagina c'era la foto di una donna anziana squartata e come titolo: Il macellaio colpisce ancora. Chi sarà la prossima vittima?
"E non è tutto. Leggi l'articolo, avrai delle sorprese" l'avvisò Mulder.
L'articolo parlava dell'omicidio di una donna anziana di nome Emily Stainer, uccisa con il virus variola, il virus del vaiolo, e successivamente squartata.
"Ma chi è che ha dato queste informazioni del tutto inesatte?" chiese Scully a Mulder con una punta di esasperazione.
"Alexander McReal, l'agente di Black Mountain"
"Sai il perché di tutta questa disinformazione?"
"Potrai chiederglielo tu stessa"
"Quando?"
"Sta arrivando"
Alexander McReal entrò con fare spavaldo nell'ufficio.
Era un tipo che se non seguiva la moda faticava a riconoscersi.
Scully notò immediatamente i grandi occhi castani e i capelli biondi a punta ossigenati, così come lo era il pizzetto.
Poi il suo sguardo si spostò sul fisico asciutto, sui muscoli delle braccia e sui tatuaggi.
Portava una canottiera bianca e dei pantaloni che potevano essere 4 taglie più grandi, anch'essi bianchi.
Poteva avere all'incirca 28-30 anni.
Scully si domandò come avesse fatto un tipo del genere ad entrare nella polizia, la disoccupazione dunque era un problema d'altri tempi!
"Allora, Fox" si rivolse a Mulder non appena entrò.
"Dì tutto alla mia collega, Scully"
"Scully? Che strano nome" disse Alexander rivolto a Scully.
Scully aveva la vena sulla fronte che pulsava, così si limitò semplicemente ad alzare un sopracciglio e a dire "Scully è il mio cognome. Mi chiamo Dana"
"Bellissimo nome. Piacere"
Scully gli rivolse mezzo sorrisino imbarazzato.
"Bene, Alexander, vuoi dire alla mia collega come stanno le cose?" intervenne Mulder.
"Le cose stanno così: ho mentito ai giornali dando delle informazioni sbagliate. Non è una strategia degna di un grande stratega?" chiese con il sorriso sulle labbra.
Degna un grande stratega poco modesto e tanto deficiente pensò Scully, ma si limitò semplicemente a dire "Io penso che, se la stampa pressa, non bisogna dare informazioni sbagliate, ma semplicemente dire lo stretto necessario"
"Evidentemente io qua non sono apprezzato" e si voltò per uscire dalla stanza.
"Eh, no! Troppo comodo fare così. Ti voglio subito vedere davanti a me" lo richiamò Mulder.
"Allora, ora lei va dai giornalisti e smentisce tutto, ok?" disse Scully.
"E non darai più informazioni sbagliate, ma solo lo stretto necessario" aggiunse Mulder.
"Ora posso andare?" chiese McReal impaziente.
"Si, penso di si" fece Mulder con fare vago.
Alexander uscì dall'ufficio.
"Ora che abbiamo chiarito, cosa ne dici di Deadoc?" domandò Scully a Mulder.
"Che è solo un pazzo che si diverte alle spalle della gente" fu la sua risposta.
"E se fosse tutto vero? Hai visto anche tu quello che ha detto e la foto, no?" Scully era preoccupata.
"Finché ci sono io tu non ti devi preoccupare, Scully" la rassicurò Mulder.
La abbracciò per darle conforto, quando sentirono bussare alla porta.
Si staccarono dall'abbraccio, anche se Dana non avrebbe mai voluto.
Entrò James, il quale disse a Scully "Andiamo?"
"Si, un attimo ed arrivo"
James fece un cenno d'assenso e si diresse verso la sala autoptica.
"Dai, vai"
"Prima promettimi una cosa: studierai il profilo psicologico di questo suddetto Deadoc?"
"Si, te lo prometto"
Scully si ricordò una cosa, che disse a Mulder "Mulder, ad un certo punto nella conversazione Deadoc mi ha detto "Perché rispondi ad una domanda con un'altra domanda?"

Il bello anzi, il brutto, è che James una volta mi ha detto questa stessa frase. Tu che ne pensi?"
"Ti suggerirei di stare alla larga da James, o, perlomeno, di raccontargli il meno possibile su di te, ok?"
"Pensi che sia lui il fantomatico Deadoc?"
"Beh, non posso escludere sin dall'inizio questa ipotesi. Vedremo"
"Bene. Ci vediamo dopo"
"A dopo"
Scully si diresse verso la sala autoptica, dove James aveva già messo il cadavere sul lettino e sterilizzato gli strumenti da lavoro.
"Di cosa parlavate con il suo collega?" chiese James.
"Gli stavo raccomandando di farmi avere il profilo psicologico del criminale al più presto"
"Bene. Da dove cominciamo?"
"Secondo lei questo è vaiolo?"
"Può darsi come non può darsi. Emily Stainer presenta tutti i sintomi caratteristici della malattia, ma, come tutti noi medici sappiamo, il virus del vaiolo non può sopravvivere all'aria aperta per molto tempo. Oltretutto le pustole sono del colore e della stessa consistenza di quelle del vaiolo"
"Ma non può essere dunque una forma della varicella?"
"No, penso che, piuttosto di una forma di forma di varicella, sia una forma di vaiolo"
"Dunque secondo lei è qualcosa di simile al vaiolo?"
"Penso che possa anche essere vaiolo vero e proprio"
"Brutta faccenda" commentò Scully.
"Già" fece James.
Arrivati nella sala autoptica indossarono delle tute di protezione e prelevarono, da uno dei tanti freezer che c'erano, il cadavere di Emily
Stainer.
"Io ho già eseguito l'autopsia preliminare sul corpo di Emily Stainer, ma penso che sia meglio approfondire, non trova?" Scully interpellò James.
"Si, penso che lei abbia ragione. Al lavoro"
All'improvviso squillò il cellulare di Scully "Pronto?"
"Io sono prontissimo" fece la voce al telefono.
"Mulder?"
"Si, sono io"
"Dimmi"
"Il nostro serial killer ha colpito ancora. Vieni più in fretta che puoi"
"Arrivo"
Scully riagganciò e disse a James "Il mio collega ha bisogno di me, devo andare"
"Vada pure. Vuole che dia un'occhiata o preferisce che l'aspetti?"
"Preferirei se dessimo un'occhiata al cadavere di Emily Stainer insieme"
"Allora posso aspettarla in ufficio?"
"Se ha altro da fare, vada. Non so se e quando tornerò"
"Bene. Buon lavoro, dunque"
"Grazie. A più tardi"
Scully, dopo essersi levata la tuta protettiva, lasciò la sala autoptica per raggiungere il suo collega.
Non sapeva nemmeno dove fosse il suo collega.
Decise di chiamarlo al cellulare "Mulder, sono io. Mi sono dimenticata di chiederti un dato importantissimo per poterti raggiungere"
"Cioè?"
"Dove sei?"
"Mi trovo a Richmond"
"Ti raggiungo entro un paio d'ore"
"Se è possibile, anche prima"

##

Scully entrò nel distretto di polizia di Richmond. Una guardia la salutò "Buongiorno signora"
"Buongiorno. Cerco l'ufficio del commissario Stearns. Sa dirmi dove posso trovarlo?"
"Lei è l'agente Scully dell'FBI?"
"Si, sono io"
"Venga. L'agente Mulder la sta aspettando"
L'accompagnò davanti alla porta dell'ufficio, la quale era chiusa.
"Il commissario è momentaneamente assente" la avvertì la guardia.
"Grazie. E' stato molto cortese"
"Dovere" rispose la guardia con un sorriso.
"Qual è il suo nome?"
"Kirk Plant"
"Bene, Kirk. Se ho bisogno di una cortesia la posso chiamare?"
"Certo. Sono qui per questo"
"Grazie"
Kirk girò sui tacchi e tornò al posto di guardia.
Scully pensò "Meglio prenderli con le buone che con le cattive".
Bussò alla porta.
Le rispose una voce sommessa "Avanti"
Scully aprì la porta e vide Mulder che contemplava il file.
Lei alzò un sopracciglio e gli chiese "Mulder, stai bene?"
"Il suo nome era Palmer. Richard Palmer" disse Mulder con la mano destra sul cuore.
"Smettila. Fai ridere solo i polli" rimbeccò Scully acida.
"Allora ecco il file. Leggi" le disse Mulder con aria irritata lanciando la cartella sul tavolo.
"Scusa Mulder, sai qual è il fatto? E' che non so più cosa pensare e cosa dire" fece Scully rassegnata.
"Fa niente. Piuttosto, dimmi cosa te ne pare"
Le porse una foto raffigurante il cadavere di Richard Palmer.
Il volto di Scully si contrasse in una smorfia di disgusto: nella foto il cadavere di Palmer era disteso per terra in una pozza di sangue ed era avvolto solo da una coperta di lana.
Scully si chiese -Chi avrà avuto così tanto coraggio da causare uno scempio simile?-
Guardò Mulder negli occhi, in cerca di una risposta.
L'unica che lui fu in grado di darle fu "Non lo so"
"Mulder, ma io non ti ho chiesto niente"
"Non con la voce, ma con gli occhi hai fatto una domanda ben precisa"
"Non sapevo che tu sapessi leggere nel pensiero"
"Ci sono trucchi del nostro mestiere che non vanno mai rivelati"
"Tornando a Palmer, non credi che sarebbe il caso di farmi visitare la scena del delitto?"
"Allora ci andremo insieme. Non l'ho vista nemmeno io"
"Quanto è distante?"
"Poco. Un quarto d'ora di strada"
"Dov'è stato trovato?"
"A casa sua"
"Era single o sposato?"
"Credo che fosse un single amante delle avventure"
"Di male in peggio"
"Allora, vogliamo andare sul luogo del delitto?"
"No, rimaniamo qua a poltrire!"
"Tieni la giacca"

##

"Ecco, questo è il cadavere" disse il commissario William Stearns.
William Stearns era un bell'uomo sui 35-40 anni, con dei morbidi capelli color miele, dei grandi occhi grigi e un fisico slanciato.
Scully si aspettava un uomo sui 55-60 anni, con delle basette folte e bianche, basso e con una pancetta di chi ha bevuto qualche bicchierino di troppo...
Restò piacevolmente sorpresa dall'uomo che ora si trovava di fronte.
"Allora, dottoressa Scully! Dia un'occhiata a quest'uomo!" disse Mulder sarcasticamente.
"Agente Mulder, non sia così sarcastico. Temo che l'agente Scully non apprezzi"
"Lasci stare, commissario Stearns. Ci sono abituata"
Detto ciò, Scully si chinò per esaminare il corpo che era coperto solo da una coperta di lana e in una pozza di sangue ormai secco.
"La scientifica è già stata qui?" chiese Scully a Stearns.
"Si, ma non hanno trovato nulla di particolarmente interessante"
"Preleverò lo stesso dei campioni di sangue e di tessuto corporeo"
Detto questo scoprì completamente il cadavere, e le si parò agli occhi uno spettacolo non proprio gradevole: il corpo era letteralmente martoriato.
"Chi avrà avuto il coraggio di fare una cosa del genere?" esclamò Mulder con un'espressione disgustata.
Scully rimase in silenzio e cominciò a prelevare dei campioni di sangue e di tessuto corporeo.
Finita questa delicata operazione, disse "Mulder, ho l'impressione che il sangue non sia di una sola persona, e che al signor Palmer abbiano asportato lo stomaco"
Silenzio.
Scully sistemò i campioni di sangue e di tessuto in una valigetta di ferro a tenuta stagna, in modo che così il contenuto rimanesse inalterato.
"Commissario Stearns, mi faccia un favore" disse Scully con aria indaffarata.
"Mi dica"
"Può dire alla scientifica di portarmi il cadavere in ufficio?"
"Si, non c'è problema"
"Bene. Grazie"
Detto ciò, Scully si allontanò.
Rimasero solo Mulder e Stearns, il quale si batté la mano sulla fronte e disse "Agente Mulder, ho un'altra cosa da farle vedere"
"Cosa sarebbe?"
"Direi che anche la sua collega debba vederla"
Mulder chiamò Scully, la quale li raggiunse.
"Seguitemi" Stearns li guidò attraverso la casa, per poi giungere in camera da letto, dove agli occhi dei nostri amici si parò una visione poco piacevole.
La camera era imbrattata di sangue: dalle coperte alle tende, dalle riviste ai soprammobili.
Scully si mise una mano davanti la bocca come per impedire che le uscisse un urlo, mentre Mulder e Stearns guardavano costernati lo spettacolo.
"Non può essere…" disse Scully con un filo di voce.
"Invece si, è così" rispose Stearns anche lui con un filo di voce.
Mulder rimase completamente in silenzio, incapace di dire una sola parola, tanto era il disgusto.
Scully provò a formulare un'ipotesi "Stearns, ma non può essere vernice?"
"No, la scientifica ha detto che è proprio sangue"
"Chi è che si prenderebbe la briga di inzuppare una camera solo di sangue?" intervenne Mulder.
"E se fosse… No, Mulder, non sarà…"
"Deadoc?" l'espressione di Mulder era turbata.
Scully fece cenno di si con la testa.
"Non può essere che una persona abbia in corpo tanto sangue" osservò Stearns.
"Probabilmente sarà il sangue di altre vittime" disse Mulder.
"Preleverò diversi campioni di sangue dalle pareti, per vedere se effettivamente il sangue è di più vittime; in seguito scatterò delle foto, in modo da studiare meglio la dinamica del delitto" intervenne Scully.
"Bene. Ora mettiamoci al lavoro" concluse Stearns.

##

"Avete preso con voi i campioni di tessuto e di sangue e le fotografie?" chiese Stearns a Mulder e Scully prima che se ne andassero.
"Credo di si" fu la risposta di Mulder.
"Si" rispose Scully controllando che non mancasse niente.
"Manca solo una cosa: la cartella di Palmer" disse Stearns porgendola ai due.
"Bene. Ci sentiremo via telefono per sapere se ci sono sviluppi sul caso" si congedò Scully.
"Fate un buon viaggio, agenti"

##

In ufficio, Mulder e Scully stavano studiando l'uno il profilo criminale dell'assassino, e l'altra gli elementi di prova prelevati dalla casa di Palmer.
Mulder diede uno sguardo all'orologio e disse a Scully "E' tardi, perché non andiamo a casa?"
"Si, credo che un po' di riposo ci farà bene" rispose stancamente lei con un cenno del capo.
Entrambi prepararono le proprie cose e ognuno andò a casa propria.

##

Appena arrivata a casa, Scully si buttò sul letto e rimase in quella posizione a riflettere.
Dopo 10 minuti, squillò il telefono.
Scully non aveva intenzione di rispondere, ma aveva paura che fosse Mulder che la chiamava per comunicarle novità.
Si alzò stancamente e andò al telefono per rispondere "Pronto?"
Le rispose una voce che non aveva mai udito prima: era una voce cupa "Dana?"
"Mulder?"
Nessuna risposta.
"Pronto?" Scully sentiva una sensazione di freddo, mentre gocce di sudore le attraversavano il viso.
Finalmente la voce rispose "Si, sono io, Mulder"
Scully ora aveva un buon motivo per rasserenarsi, ma una voce le urlava dentro la testa chiudi il telefono.
Scully scosse la testa come per scacciare quella voce, ma quella si fece sempre più forte.
La voce non era quella di Mulder, o perlomeno le sembrò raffreddato.
"Cos'hai Mulder?"
"Sono solo un po' raffreddato"
Quella voce non si era ancora calmata: chiudi il telefono chiudi il telefono chiudi il telefono…
"Puoi aspettare un attimo in linea?"
"Certo"
Scully andò alla porta e guardò fuori lo spioncino per assicurarsi che non le stessero facendo uno scherzo. Non c'era nessuno.
Il gelo la pervase.
Si assicurò che la porta fosse chiusa a chiave, dunque tornò al telefono.
"Dana, cos'è successo?"
"Niente. Come mai mi chiami per nome?"
"Perché mi va"
Scully ancora non era convinta che fosse Mulder, così fece alla persona che stava all'altro capo del telefono una domanda trabocchetto "Hai mangiato i semi di girasole che ti ho portato oggi?"
"Si, erano veramente buoni"
"Chi sei?"
"Sono io, Fox"
"No, tu non sei Mulder. Sei solo un impostore che si spaccia per lui. Chi sei?"
"Sono la tua metà cattiva"
Rumori dal bagno.
Scully voleva urlare, era terrorizzata all'idea che qualcuno potesse essere talmente pazzo da fare questi stupidi scherzi ad un agente federale.
La persona all'altro capo del telefono fece una risata terrificante.
Corse verso il bagno per vedere se c'era qualcuno. Non c'era nessuno.
"Cosa vuoi?"
Nessuna risposta, solo urla che avrebbero terrorizzato chiunque. Urla di donna. Poi anche urla di un uomo. Cosa stava facendo? Poi un'altra risata che la terrorizzò non poco.
Scully andò indietro, appoggiandosi ad un angolo della parete e rannicchiandosi in posizione fetale.
Voleva piangere, voleva liberarsi della paura che incombeva dentro di lei.
Disse con un filo di voce "Basta"
La voce non rispose, in sottofondo stava cominciando a sentirsi una sirena della polizia.
"E' l'inizio della fine" le disse quella voce cupa, poi riattaccò.
Scully rimase come in trance, a fissare il vuoto senza pensare a nulla e a sentire il telefono che dava segnale occupato.
Il telefono le cadde di mano.
Appoggiò la testa alle ginocchia e si mise a singhiozzare, per poi esplodere nel pianto vero e proprio.
Era un pianto liberatorio, come ne aveva fatti pochi in vita sua.
Questo caso la stava facendo impazzire.

##

Si svegliò la mattina dopo, nella stessa posizione della sera precedente.
Dalle finestre filtrava la luce del mattino.
Dana si sentì rasserenata dalla luce, era meno tesa rispetto al giorno prima, soprattutto rispetto alla sera prima.
Si chiese in che stato fosse ridotta.
Andò in bagno per cercare di assumere un aspetto più umano.
Perlomeno era questa la sua intenzione.
Arrivata in bagno invece notò che non era affatto conciata male, anzi si trovò fresca e riposata.

##

"Buongiorno, signorina Scully. Ha dormito bene, a quanto pare" osservò James con un sorriso non appena Dana arrivò in ufficio.
C'era solamente lui, Mulder non era là.
"Si, abbastanza. Come mai ha fatto questa osservazione?"
"Beh, la trovo più riposata rispetto a ieri, tutto qui"
"Bene. Poi ieri cos'ha fatto mentre io ero via?" chiese Dana con fare inquisitorio.
"Ho preso parte ad un'altra indagine" si interruppe "Almeno là sono stato d'aiuto" aggiunse poi chinando il capo in modo che un ciuffo di capelli impedisse a Dana di leggergli nello sguardo.
Scully scostò il ciuffo di capelli dagli occhi di James con un gesto delicato della mano.
Lui alzò lo sguardo verso le labbra di Dana, immaginando come potessero essere dolci.
Scully era imbarazzata e distolse lo sguardo, puntandolo verso la porta e chiedendosi Quand'è che arriverà Mulder?
"Mi scusi, non avevo assolutamente intenzione di metterla in imbarazzo" disse James interrompendo il silenzio.
La mano di Dana scivolò lenta nella mano di James, per dargli conforto e rassicurarlo.
"Non si preoccupi, non mi sento in imbarazzo" gli disse poi.
"Lei è attratta dal suo collega?" le chiese improvvisamente.
Scully non era preparata a questo tipo di reazione, dunque meditò un attimo prima di rispondere.
"Attratta in che senso?" fu la risposta di Dana.
"Attratta fisicamente e spiritualmente"
Questa domanda la mise seriamente in difficoltà.
Mulder la attraeva, questo era vero, ma ora era anche attratta da James, nonostante potesse essere lui il fantomatico Deadoc.
Ci rifletté su per un attimo, poi quando aprì bocca per dare una risposta alla domanda di James, la porta si aprì di scatto.
Dana e James erano seriamente imbarazzati quando sciolsero le mani che si erano unite come per formare un intreccio.
Fox Mulder e Alexander McReal entrarono sbattendo da tutte le parti, a causa del grosso carico di scartoffie che portava ognuno di loro.
Scaricarono il tutto in un angolo dell'ufficio, poi Mulder, vedendo Scully e James assieme, chiese con fare colpevolizzante a quest'ultimo "Che ci fa nel mio ufficio con la mia collega?"
James assunse un'espressione fredda e distante.
I suoi occhi sembravano ghiaccio.
Stette a trapassare Mulder con quello sguardo per qualche secondo, poi rispose "Non si può discutere tranquillamente su un caso di omicidio multiplo?"
Mulder era preoccupato per Scully e geloso di James.
Si mise a pensare a cosa sarebbe successo se la sua piccola e adorata Scully fosse caduta tra le braccia di quel… quel… Mulder non riusciva a trovare un aggettivo adatto per descrivere cos'era James Weasley.
I suoi pensieri furono interrotti da McReal, il quale gli disse, ammiccando con l'occhio destro, "Vieni un attimo fuori. Ho bisogno di parlarti" e alle parole accompagnò un sorriso.
Mulder non disse niente, ma lo sguardo con cui fulminò James fu più eloquente di mille parole.
Andarono fuori dall'ufficio.
Nel corridoio c'erano solo loro due.
Alexander guardò Mulder in faccia, poi scoppiò a ridere.
Mulder era spazientito, così disse piccato "Scusa, vorrei sapere cosa c'è da ridere"
Alexander lo guardò e gli disse "Poveraccio. Sei così ingenuo! Ma non ti accorgi che Dana Scully, la prova vivente che un Dio esiste anche negli uffici dell'FBI, è caduta ai piedi di James Weasley, il bel medico che fa rivivere anche i cadaveri grazie al suo fascino?"
"Vorrei solo sapere come ti vengono in mente certe idee"
"Infatti non sono idee e non mi vengono in mente. Ti sto solo descrivendo come stanno le cose, e lo sai benissimo anche tu. Non puoi mentire a te stesso. Sono 7 anni che la ami, e proprio il giorno in cui litigate, ecco che arriva un suo collega maledettamente bello che approfitta di un suo momento di debolezza! Non fartela portare via sotto il naso, non ne vale la pena, non ne troverai mai più un'altra così bella e così intelligente. Sapessi quante oche ci sono in giro…"
"Senti, non so cosa tu stia blaterando, so solo che Scully non è ancora caduta tra le braccia di quel… quel…"
"Alt! Al tempo! Ti ricordo che siamo negli uffici del Bureau, quindi ti conviene censurare tutto ciò che vorresti augurare al signorino e sfogarti con calma a casa tua, ok?"
"Hai ragione. Spero solo che tu ti sia sbagliando dicendo che Scully è caduta nelle braccia di Weasley"
"Forse sei ancora in tempo per fermarla. Sono sicuro che lei è quella giusta per te"
"Spero solo che Weasley non stia tramando qualcosa"
"Cosa vuoi che trami? Lui ambisce solo a prendersi la tua collega"
"La vuoi finire?!?"
"Sto solo ribadendo il concetto"
"L'hai già ribadito abbastanza per i miei gusti, grazie!!!"
"Entriamo, prima che Weasley si mangi Scully in un sol boccone!"
"Ma che spiritoso!"
Entrati in ufficio, Mulder vide che un muro di silenzio era stato posto tra Scully e James: probabilmente avevano ascoltato tutta la loro conversazione.
Mulder si augurò da una parte di si, così Scully avrebbe saputo ciò che lui provava dal primo momento che la vide; da una parte sperava il contrario, il motivo non lo sapeva nemmeno lui.
Il primo a rompere quel silenzio di piombo fu Alexander, il quale disse con il sorriso sulle labbra "Allora gente! Che indizi abbiamo finora? Che pista state seguendo?"
Silenzio.
Il sorriso che Alexander aveva stampato in viso lentamente si ritrasse.
Ora il silenzio faceva da sovrano nell'ufficio.
Ognuno era assorto nei propri pensieri.
Mulder guardò Scully: era bellissima, con quei lineamenti dolci e delicati, quelle labbra morbide, quegli occhi azzurri, quella sua pelle profumata.
Doveva essere sua.
Non avrebbe mai permesso a James di prendersela.
Mai e poi mai.
Il suo sguardo si spostò su James, il quale lo stava fissando con sguardo carico di odio: i suoi occhi erano due pozze di veleno.
"Agente McReal, credo che dovrebbe farsi spiegare tutto dall'agente Weasley in un luogo più adatto" intervenne Scully rompendo il silenzio.
Alexander ne approfittò e disse "Ottimo. Weasley, vieni!"
Uscì ammiccando verso Mulder e sorridendogli: finalmente Mulder aveva l'occasione di chiarire i suoi sentimenti con Scully, o almeno così sperava Alexander.
James si alzò e uscì assieme a McReal guardando Scully con aria interrogativa, poi spostando lo sguardo verso Mulder, ma quest'ultimo era uno sguardo carico di odio.
Quando furono usciti, Scully attese che il rumore dei passi non si sentisse più per parlare con Mulder "Mulder, credo che James abbia sentito la conversazione che tu e McReal avete avuto in corridoio e che ne sia rimasto alquanto deluso"
"E tu? Hai sentito quello che io e Alexander ci siamo detti?" la domanda di Mulder fu istantanea e naturale.
Scully si sentiva in imbarazzo.
Era vero che aveva sentito tutta la conversazione, ma temeva che Mulder l'avrebbe presa male.
Rimase così a riflettere, poi diede una risposta "Alcuni particolari mi sono sfuggiti"
"Allora dimmi ciò che hai sentito"
"Beh, secondo McReal io sarei l'oggetto di contesa di Weasley, ma so che McReal è uno stratega poco modesto e tanto deficiente. Non crederai a lui, spero!"
"Se proprio lo vuoi sapere, Alexander è una persona molto perspicace" ribatté Mulder seccato.
"Scusami, non c'è bisogno che te la prendi tanto. Evidentemente mi sono sbagliata, tutto qui"
Tra i due cadde un silenzio totale.
Ad un tratto la proposta di Mulder venne come un fulmine a ciel sereno: inaspettata.
"Che ne diresti se stasera cenassimo a casa mia, tanto per discutere in pace su questo caso che si presenta così complicato ai nostri occhi?"
Scully era impreparata a quel genere di domanda.
Doveva accettare: se avesse rifiutato, avrebbe dimostrato di aver mentito riguardo alla storia della conversazione appena ascoltata.
"Si, va bene"
"Alle 20:30 ti va bene?"
"Si, direi di si"
"Perfetto"
"C'è una cosa di cui ti devo parlare"
"Dimmi tutto"
Scully gli raccontò della telefonata della sera precedente che tanto l'aveva sconvolta.
Arrivò alla fine del racconto con le lacrime agli occhi dalla paura.
Mulder la strinse a sé e cominciò a consolarla "Vedrai che era soltanto qualcuno che si è divertito a farti questo orribile scherzo"
"Lo spero. Non so cosa avrei fatto se fosse stato…"
"No, non dirlo nemmeno quel nome"
"Perché mi fa così paura? Nella mia vita ho rischiato molto di più"
"E' un nemico che non si vede. Non sai quando agisce, e quando te ne rendi conto ormai è troppo tardi. Su, questa non è la Scully che conosco io"
"Se tu fossi nei miei panni piangeresti come me?"
"Anche di più"

##

Dana Scully rientrò nel proprio appartamento.
Aveva avuto una giornata piuttosto pesante, che ancora non era finita: doveva andare a cena dall'agente Fox Mulder.
Decise di presentarsi vestita il più semplicemente possibile: un paio di jeans scoloriti, una maglietta di cotone bianca, un paio di vecchie scarpe da ginnastica e i capelli raccolti.
Prima di uscire si guardò allo specchio e ripensò alla conversazione tra Mulder e McReal sentita quella mattina.
Non poté fare a meno di pensare che stava andando a casa di uno tra i due uomini che la contendevano.
Scully pensò divertita Manco fossi un premio!, si mise la giacca ed uscì.

##

Scully si trovava sul pianerottolo, di fronte alla porta di Mulder.
Voleva scappare, si sentiva imbarazzata all'idea di passare una serata da sola a casa di Mulder proprio con lui.
Inspirò fortemente e lungamente e si decise a suonare il campanello.
Dall'interno dell'appartamento giunsero alle orecchie di Scully strani rumori e alcune esclamazioni soffocate, dopodiché Mulder, infarinato da capo a piedi, venne ad aprirle.
Mulder rimase senza parole: Scully era bellissima.
Era una delle poche volte che la vedeva vestita così semplicemente e gli sembrava una Venere.
Si rese conto che Scully lo aveva già salutato, così rispose "Ciao Scully. Entra, la cena è in forno"
"Hai cucinato tu?!?" chiese Scully incredula.
"Si, cosa c'è di strano?"
"Prenoto un posto all'ospedale…"
"Prenotane due, ci sono anch'io!!!"
Scully rise e così fece anche Mulder.
Le risate finirono.
Mulder si sentiva imbarazzato e, per spezzare il ghiaccio, disse "Scully, sono di là a sistemarmi. Potresti per favore dare un'occhiata alla cena?"
"Si, non c'è problema"
Mulder scomparve dietro la porta della camera da letto.
Scully guardò quella che sarebbe stata la cena sua e di Mulder: un'invitante pollo al forno con patate al cartoccio.
Si rese conto che aveva veramente fame e non vedeva l'ora che Mulder uscisse dalla camera da letto e servisse la cena.
Stava curiosando per la cucina quando un vassoio attirò la sua attenzione.
Si avvicinò meglio per guardare e vide il dolce: uno splendido tiramisù.
Mulder le urlò dalla camera da letto "Vedi se il pollo è cotto"
Scully fece come le aveva detto Mulder, poi gli disse "Si, è pronto. Spengo il forno?"
"No, faccio io" Mulder era dietro Scully.
"Che profumino!" esclamò Scully quando Mulder le sventolò il pollo sotto il naso.
"Hai fame?" le chiese Fox.
"Molta!"
"Allora spero che la cena che ho ideato sia adatta alle sue esigenze, signorina Scully"
"Dagli ottimi profumi che mi hanno torturata, e che tuttora continuano a torturarmi, direi proprio di si"
"Allora si sieda e lasci che la serva"
Scully si diresse verso il tavolo, ma Mulder le disse "Ho apparecchiato la dentro"
Dana gli sorrise e gli disse "Ho l'impressione che questa sarà una serata speciale"
Dopodiché gli ammiccò ed andò ad accomodarsi.
Fox era sorpreso dall'affermazione di Dana e si chiese se lei per quella notte non volesse rimanere con lui.
Rimase con questi suoi pensieri per la testa finché non si bruciò per via del pollo che aveva ancora in mano e sorrise al pensiero di se stesso e Dana insieme, teneramente abbracciati.
Intanto Dana Scully sedeva sul divano e, mordicchiandosi un'unghia, si domandava se Mulder non avesse frainteso il significato delle sue parole.
Aveva portato i risultati delle autopsie, ma dubitava che servissero a qualcosa.
Pensò a come quel caso aveva cambiato le cose tra lei e Mulder: l'arrivo di James, la comparsa di questo Deadoc che la perseguitava giorno e notte, la conversazione tra Mulder e McReal che lei aveva udito. Forse ciò che le aveva fatto fare quell'affermazione era stata proprio la consapevolezza che Mulder ricambiava il suo amore. Non le importava più di James, dopo aver scoperto la sua reazione alle parole di Mulder e McReal; non sapeva nemmeno se si poteva fidare di lui, dopo la conversazione avuta con Deadoc.
I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di Mulder con la cena: "Dottoressa Scully, spero proprio che non mi debba curare! Ho fatto del mio meglio"
"Agente Mulder, penso proprio che non ci sia bisogno di cure particolari, ma solo di una bella cenetta"
Mulder servì Scully, poi le disse con una punta di imbarazzo "Ehm… Possiamo fare qualcosa di informale?"
"Veramente io pensavo che fosse qualcosa di informale!"
"Ah, bene!"
Masticarono un primo boccone, poi Scully disse "Allora, cosa mi sai dire sul caso Deadoc?"
"Ho scoperto che queste persone hanno una cosa in comune"
"Cosa?"
"Per essere più precisi una persona: Vincent Van Houten"
"Chi è?"
"E' parente di Palmer, di Emily e della Baxter: cugino di quinto grado del primo, zio di terzo grado della seconda e cognato della terza, anche se lei non lo sapeva"
"Aveva perso di vista la sorella?"
"Più che altro non andavano molto d'accordo: non si sentivano da almeno 10 anni"
"Non sai di più su Van Houten?"
"Vive a Miami in una villa sul mare, da solo. E' molto ricco: ha in banca un conto da almeno 45 milioni di dollari"
"Tutto qui?" Scully era delusa.
"Fammi finire. La moglie è morta 3 anni fa. Tutti i soldi che ha sono frutto di una ricca eredità lasciatagli da un parente lontano che lui non sapeva nemmeno di avere. L'ha scoperto solo grazie a un cacciatore di eredità"
"Cos'è un cacciatore di eredità?"
"E' una persona che ha il compito di scovare gli eredi di persone che apparentemente non ne hanno"
Scully fece un cenno affermativo con il capo; Mulder mandò giù un altro boccone, poi continuò "I suoi genitori erano degli immigrati tedeschi"
"Che motivo avranno avuto per immigrare in America?"
"Non so, ma una cosa è certa: dobbiamo andare da lui"
"Secondo te Van Houten avrà avuto delle avventure sentimentali prima di sposarsi?"
"Probabile. Come mai?"
"Perché nessuna delle vittime sapeva di questo parente così ricco"
"Scully, che mi dici sul lavoro che hai svolto tu?"
"Direi che le cose in questo caso sono molte: il sangue sulle pareti è di Palmer, di Emily e della Baxter, e Palmer è morto non per il modo in cui l'hanno ucciso, ma in seguito ad una caduta dalle scale dopo…"
Mulder la interruppe "Non sto capendo niente. Dimmi solo la tua ricostruzione dei fatti"
"Dunque… Palmer era ubriaco. Stava salendo le scale per andare in camera da letto, quando l'aggressore gli ha sferrato un colpo di karatè alla schiena, schiacciandogli gran parte delle vertebre; poi è seguito un altro calcio alla base del collo che gli ha schiacciato le prime cinque vertebre. A quel punto Palmer non poteva più reggersi in piedi, così è caduto dalle scale battendo più volte la testa e facendo in modo che il cervello si riducesse ad una poltiglia" Scully si interruppe quando vide Mulder che la fissava ad occhi spalancati e con un'espressione di puro disgusto.
"Mulder…?"
"Ma fa schifo!"
"Il pollo?"
"No, il modo in cui è morto quel poveraccio"
"Posso continuare o preferisci di no?"
"Tanto ormai ne ho sentite abbastanza. Continua"
"A quel punto il killer, non soddisfatto dell'opera compiuta, l'ha spogliato, ha preso una forbice ed ha cominciato a distruggere definitivamente il corpo di Palmer"
"So che non te l'ho detto, ma ho fatto una ricerca su James. Vuoi che ti dica cosa ho scoperto?"
"Mentre ci siamo, perché no?"
"E' figlio unico, i suoi genitori sono morti quando lui aveva 8 anni in un incidente stradale: furono travolti da un'auto pirata. Il colpevole non è mai stato trovato. Dopo essere rimasto orfano, si è trasferito dagli zii, i quali non l'hanno accolto molto bene, forse lo maltrattavano. E' un collezionista di armi antiche, cosa l'appassioni in ciò non lo so nemmeno io, non riesco nemmeno ad immaginare il perché di una collezione così particolare"
"Non saprei dirtelo nemmeno io"
"Hai altro da mostrarmi prima che vada a prendere il dolce?"
"No, niente"
"Sarò di ritorno tra un momento"
Mulder si alzò, tolse i piatti dal tavolino e scomparve in cucina.
Scully tirò un sospiro di sollievo e penso a come avrebbe reagito se Mulder avesse preso l'argomento Weasley e, di conseguenza, della loro relazione.
Nel frattempo Fox Mulder si chiedeva di cosa parlare con la sua piccola Dana. Per essere sinceri, un argomento lui l'aveva in testa: il rapporto che lui e Scully avevano creato con tanti sforzi e che ora lui stava cercando di difendere.
Ma come avrebbe potuto prendere il discorso?
Come avrebbe avuto il coraggio di mostrare i suoi veri sentimenti a Dana Scully?
Scosse la testa sorridendo: non ci avrebbe minimamente pensato, le avrebbe detto che l'amava, senza tanti giri di parole. Così è deciso, la corte si ritira.
Prese il tiramisù, un paio di piatti e le posate e si diresse verso Scully, la quale aveva deciso che, se non avesse preso l'argomento lei, di sicuro Mulder le avrebbe chiesto cosa ci fosse tra lei e Weasley quindi meglio non rischiare.
Mulder le poggiò il piatto davanti, poi le chiese "Quanto ne vuoi?"
"Poco, se dopo ne avrò ancora voglia farò il bis"
"Ok"
La servì, poi si servì e si sedette sul divano, vicino Scully.
Si guardarono negli occhi intensamente, fino a che Scully, imbarazzata e rossa in viso, non distolse lo sguardo.
Mulder fece un gesto inaspettato: prese dolcemente Scully per la mascella e continuò a guardarla fisso nei suoi bellissimi occhi e immaginando come avrebbe potuto vivere senza lei.
"Scully, io…"
Scully non parlò e gli mise un dito sulle labbra. Aveva le lacrime agli occhi, Mulder non avrebbe saputo dire se di felicità o di altri sentimenti.
Si abbracciarono teneramente, affondando la testa ognuno nei capelli dell'altro.
Poi si riguardarono in faccia, le bocce sempre più vicine, sempre di più…
Driiin… Driiin… Driiin…
"Il telefono, Mulder" disse Scully con un filo di voce.
"Eh? Ah, si"
Mulder si avvicinò al telefono "Pronto?"
"Ciao" fece la voce cupa.
"Pronto?"
"Dov'è Dana?"
Mulder guardò Scully a occhi spalancati, poi le annuì e mise il vivavoce, dicendo "Ha sbagliato numero, qui non c'è nessuno che si chiama Dana"
"Bugiardo" la voce era un sibilo.
Scully si avvicinò a Mulder , il quale la strinse nel suo caldo abbraccio.
"E' inutile che te la tieni stretta, presto sarà mia"
"Senti brutto bastardo, non so chi sei e non mi interessa, ma una cosa è sicura: devi lasciarla stare, altrimenti verrò lì e ti spezzerò le braccine. Braccine: stek stek, sono stato chiaro?"
"Io sono la vostra peggiore rogna, il Dottor Morte, ma per la tua adorata Dana sono il profeta della morte, il suo padrone nell'aldilà, la sua parte mancante, il suo ego cattivo, io sono lei"
Si sentivano in sottofondo due sirene: quella della polizia e quella dell'ambulanza.
"Non dimenticare: la avrò"
Detto questo riagganciò.
Mulder riagganciò a sua volta e guardò Scully: il suo volto era una maschera di paura. Aveva ragione: era terrificante. Gli era sceso dentro il gelo e si era sentito privato di ogni energia vitale.
"Non puoi restare sola da ora in poi: quello è uno psicopatico capace di tutto"
Scully non rispose e si strinse più forte a Mulder, il quale la abbracciò e affondò la testa nei morbidi e profumati capelli di Scully.
"Dobbiamo parlare" disse Scully.
"Di cosa?"
"Di noi due, del nostro rapporto, di quello che è successo tra di noi e di quello che stavamo per fare sul divano poco prima che Deadoc telefonasse"
"Vuoi proprio farlo?"
Scully annuì e, liberandosi dall'abbraccio di Mulder, si sedette sul divano.
Mulder la raggiunse e disse "Da dove vuoi iniziare?"
"Ecco, vedi… Io stamattina, quando tu e McReal avete parlato in corridoio, ecco, beh… Io ho sentito tutto"
Mulder spostò lo sguardo da Scully al tavolino.
Scully però era determinata a sapere se Mulder ricambiava i suoi sentimenti, dunque gli mise una mano sulla nuca, costringendolo a girarsi verso di lei e lo guardò fisso negli occhi, finché Mulder non disse "Da 7 anni ti penso continuamente, nonostante sia andato a letto con Diana Fowley e altre donne. La notte sogno di trovarti sdraiata di fianco a me, ma tu non ci sei. Allungo la mano e tu non ci sei. Sono le cinque del mattino e non riesco a riaddormentarmi, gli uccellini si svegliano e tu non ci sei. Ci sono solo le lenzuola. Le lenzuola e gli uccellini ed io sto male e l'unica cosa che posso fare è chiudere gli occhi e rimanere sdraiato e sperare di non sentirmi come se stessi morendo. Tu per me sei tutto, Scully, e non c'è nessuna medicina per curare il male che sento alle cinque del mattino o quando ti vedo assieme a Weasley"
"Oh Mulder, basta"
"E della storia del divano?"
"Se vuoi possiamo riprovarci"
"Sarà solo un sogno che durerà una notte?"
"No, non direi proprio"
"Dopo 7 anni…"
Scully rimase a fissarlo, poi ripeté in un sussurro "Dopo 7 anni…"
Poi un bacio, una fusione tra Fox e Dana, un fiume di passione repressa ora esplodeva in quel bacio.
Scully afferrò Mulder per i capelli, un gesto delicato e deciso, come per impedirgli di scappare via.


##


"Scully, sveglia" sussurrò Mulder all'orecchio di Scully.
"Che ore sono?"
"E' l'ora di darmi un bel bacetto e di prepararci per andare al lavoro. Ricordi il caso Deadoc? Bene, siamo ancora agli inizi"
"Niente di nuovo?"
"Se non andiamo al lavoro, dubito che lo sapremo"
Il telefono di Mulder si mise a squillare.
"Mulder, telefono"
Mulder afferrò la cornetta "Pronto?"
"Agente Mulder?"
"Chi parla?"
"Sono Rose Stainer, la madre di Emily"
Mulder mise il vivavoce e disse "Mi dica"
"Volevo sapere di Emily, dei risultati dei test"
"Beh, a quanto pare l'esperto in questo campo è la mia collega, l'agente Scully"
"Posso parlarle?"
"Venga in ufficio oggi. Se non la lasciano passare mi dia un colpo di telefono e la farò passare io"
"Grazie"
"Di nulla"
"A dopo"
Riagganciarono entrambi.
Mulder si girò verso Scully e vide che lei stava già per andarsene e vide anche l'espressione minacciosa dipinta sul volto di Dana. Cosa aveva fatto di male per far si che Scully si arrabbiasse così tanto?
"Dana, cosa c'è?"
"Niente"
"Non è vero, sei incazzata nera. Dimmi cos'hai"
"Lo vuoi proprio sapere? Dico, lo vuoi proprio sapere? Rose Stainer non mi piace, è il genere di donna che sfrutta gli uomini, è un essere spregevole. Non le importa nulla di Emily, né tantomeno dei risultati dei test e per quanto ne so, Deadoc potrebbe benissimo essere lei e non James"
"Lo chiami anche per nome adesso, a quanto vedo!"
"L'ho sempre chiamato per nome, e tu lo noti solo ora!"
"Scusa se ho pensato che Rose Stainer potesse fornirci qualche tipo di aiuto!"
"Quella donna è malvagia: vuole solo arrivare a te" Scully abbassò il tono di voce.
Mulder sospirò e le disse "Non essere gelosa, dai. Lo sai che io amo solo te. Secondo te cos'era quello che c'è stato tra di noi ieri sera?"
"Hai ragione, scusami, ma sono gelosa di te"
"Scuse accettate"
"Dai, vestiti e andiamo"


##


Mulder e Scully entrarono in ufficio e là trovarono McReal e Weasley impegnati.
"Buongiorno ragazzi!" fece Scully allegra.
"Ciao McReal. Salve Weasley" salutò Mulder tranquillo. Ora Dana apparteneva a lui e a nessun altro, James era solo un brutto ricordo appartenente al passato.
McReal sorrise e disse "Salve agenti. Il mio fidanzatino James mi spiegava alcuni particolari sul decesso di Emily, Margaret e Richard"
"Allora a Weasley sarà venuto mal di testa" commentò Mulder.
"Già, non ci capisco molto in questo genere di cose. A Black Mountain la vita scorre tranquilla, il più grave crimine registrato finora è stato commesso da un tizio che si era dimenticato di pagare la bolletta della luce"
"Terra a Weasley!" intervenne Scully allegra, agitando una mano davanti agli occhi di James.
"Mi dica agente Scully"
"Mamma mia, sembra che lei abbia ingoiato del veleno per topi! Si sente bene?"
"D'incanto, per quanto si possa resistere vicino McReal"
"Dai, è solo la crisi del sesto giorno, non ti preoccupare, ti passerà, ciccino" lo prese in giro Alexander.
"Passiamo a cose più serie: più tardi la signora Stainer verrà a trovarci. Scully le spiegherà i risultati dei test e dell'autopsia" intervenne Mulder.
Weasley sembrò cadere dalla sedia.
"Amore, cos'hai?" gli chiese Alexander sforzandosi di reprimere una risata.
"Primo: non chiamarmi mai più amore." Poi si rivolse a Mulder "Secondo: la sua collega non poteva spiegarle tutto per telefono?"
"Primo: perché le da tanto fastidio che la signora Stainer venga qui a parlare con l'agente Scully? Secondo: ho ritenuto che essere tutti e 4 assieme fosse la soluzione migliore e ormai è troppo tardi per sottrarsi. Dovrebbe arrivare a momenti"
In quella il cellulare di Mulder cominciò a squillare "Mulder"
"Agente, sono la signora Stainer"
"Un minuto"
Riagganciò e disse "La signora Stainer è arrivata, ma non la lasciano passare. Ho paura che uno di noi dovrà andare a dirgliene quattro, e toste anche"
"Allora vai e colpisci" gli disse Scully per tutta risposta.
"Meglio che vada io" intervenne McReal.
Alexander uscì dall'ufficio e Scully cominciò a preparare i documenti sul tavolo, mentre Mulder guardava Weasley, il quale sembrava proprio in preda al panico nel suo atteggiamento che mal celava la sua apparentemente immotivata preoccupazione. Cosa gli stava nascondendo? Decise di scoprire il motivo dell'agitazione di James "Mi sembra preoccupato. Cosa le succede?"
"Non sono preoccupato. Per quale motivo lei pensa che io sia in agitazione?"
"Non appena ho annunciato che la signora Stainer sarebbe venuta qua, lei ha subito cominciato a sudare. Sembra che le stia per venire un infarto"
Si sentirono passi e due voci dal fondo del corridoio: erano chiaramente Alexander e Rose.
"Stanno arrivando" disse Scully assorta, sistemando l'ultimo foglio di carta sul tavolo.
Quando Alexander McReal e Rose Stainer entrarono nell'ufficio trovarono Mulder, Scully e Weasley ognuno alle prese con le proprie cose: Scully era alle prese con i risultati dei test, Mulder stava studiando dei profili psicologici e Weasley… Beh, Weasley non stava facendo assolutamente nulla, se non sudare come un disperato. Sembrò svenire quando gli sguardi suo e di Rose si incrociarono.
"Buongiorno, agenti" salutò Rose con un cenno della mano.
Scully e Mulder sollevarono la testa dai loro incartamenti salutandola e James abbozzò un "Salve" passandosi un fazzoletto sul viso per asciugarsi il sudore.
"Signora Stainer, lei stamattina ha chiamato il mio collega dicendogli che voleva sapere i risultati dei test, giusto?"
"Si"
"Bene, io sono qui per dirle tutto"
"Vi lascio soli" intervenne James ansioso di poter uscire da quella stanza.
"Noi ti seguiamo" gli rispose McReal trascinando con se anche Mulder.
Scully e la Stainer rimasero da sole.
"Cosa è successo ieri tra lei e il suo collega?"
Scully alzò di scatto la testa dagli incartamenti che stava mostrando alla Stainer e le chiese "Cos'ha detto, signora Stainer?"
"Lo sai benissimo, Dana"
"Senta, non so di cosa stia parlando ma una cosa è certa: o lei mi lascia fare il mio lavoro oppure se ne va e non si fa più vedere, perché si vede da lontano un miglio che a lei non importa nulla della morte di sua figlia, si vede da ancora più lontano che lei sta recitando una commedia e, per quanto ne so, a me non è sembrato che lei fosse addolorata quando siamo venuti a casa sua io e l'agente Mulder, quando invece mi è sembrato che lei fosse stupita"
"Ancora non hai capito chi sono?" la voce era cupa come quella del telefono.
Deadoc.

##

PARTE 2

Mulder era in compagnia di McReal e di James, ed ancora non riusciva a spiegarsi il motivo dell'agitazione di quest'ultimo.
Era in procinto di chiedergli cosa avesse, quando James alzò di scatto la testa e disse con voce sommessa "Devo dirvi una cosa: non ce la faccio più a tenerla dentro. C'è di mezzo l'agente Scully"
Nella testa di Mulder suonò un campanello di allarme "Cosa? Che c'entra Scully in questa storia?"
"Rose Stainer è Deadoc. Siamo amanti da tre mesi prima che lei uccidesse la sua bambina"
"Perché ha ucciso Emily?"
"Era un esperimento non riuscito"
"Che tipo di esperimento?"
"Virus del vaiolo"
"E le altre persone? Perché le ha uccise?"
"Le altre persone sono tutte parenti lontani di Victor Van Houten, come lei. E lei non voleva avere altre persone con cui condividere l'eredità. Avrebbe ucciso il vecchio e poi saremo andati a vivere nella sua villa a Miami, tanto tutti avrebbero creduto che fosse stato Deadoc"
"Ma lei ha appena detto che Deadoc è Rose"
"Nessuno mai ha sospettato di lei come possibile Deadoc"
"Scully però si. Non potrò mai scordare lo sguardo che mi lanciò appena usciti da casa della Stainer"
"Non la rivedrà più, se non interviene immediatamente. Quella di vedere i referti è solo una scusa per uccidere la sua collega"
McReal, che finora era stato in disparte ad ascoltare, disse "Corri Mulder, perché ho paura che quello che ha detto James sia vero"
"Ora lei mi ucciderà, verrà a sapere che io le ho detto tutto, agente Mulder. Cerchi di salvare almeno la sua collega, prima che sia troppo tardi"
Mulder cominciò a correre in direzione dell'ufficio. Non se lo sarebbe mai perdonato se Scully fosse… No, non ci poteva nemmeno pensare. Doveva solo pensare in positivo. Avrebbe salvato Scully ed insieme avrebbero arrestato e fatto finire sulla sedia elettrica Deadoc.


##


Scully afferrò la cornetta del telefono, intenzionata a chiamare le guardie per avvertirle.
"Cosa credi di fare, Dana?"
"Stia ferma, non mi costringa a chiamare le guardie"
Scully spostò istintivamente la mano sull'impugnatura della pistola, puntandola poi rapidamente verso Deadoc "Non faccia passi falsi, signora Stainer. Non mi costringa a sparare. Ora chiamerò le guardie e loro verranno a prenderla. Le conviene non opporre resistenza, sa benissimo che potrei anche spararle"
Deadoc sfoderò un ghigno malvagio, che faceva intravedere a Scully la natura selvaggia di quella donna "Anche gli altri avevano una pistola"
"Perché uccidere proprio Emily?"
"Lei era un esperimento fallito"
"Esperimento per che cosa? Una cura per il vaiolo?"
"Vedi, Dana, il tuo problema è che non riesci a guardare tutta la scacchiera. Hai mai provato a giocare a scacchi?"
"Cosa c'entrano gli scacchi?"
"Gli scacchi sono un gioco di strategia, che abituano le menti delle persone che giocano a capire la strategia che l'avversario usa, per poi adottare una strategia per aggirarli e dunque sconfiggerli"
"Perché mi sta proponendo questo paragone? Cosa c'entra tutto ciò con gli omicidi di Emily e delle altre persone?"
"Tu riesci a guardare solo il tuo lato della scacchiera, Dana. Ora rispondi: hai mai provato a giocare a scacchi?"
"No"


##


Mulder c'era quasi.
Mancavano pochi metri e poi tutto questo incubo sarebbe finito.
O forse era troppo tardi?
Mulder scosse la testa per scacciare via questi pensieri negativi.
Dana era l'ultima persona rimasta in vita a cui lui teneva e non osava immaginare cosa fosse successo se l'avrebbe persa.
No, non l'avrebbe persa.


##


"Vorrà dire che giocheremo qualche altra volta. E' stato un piacere parlarti dal vivo" Si issò sulla sedia che stava sotto la finestra.
"Che sta facendo?"
"Me ne sto andando" Disse mentre sgattaiolava fuori dalla finestra.
Continua…

Note dell'autrice: questa parte è stata la più difficile da scrivere: ho dovuto compiere delle scelte importanti, come decidere se fare arrestare subito Deadoc o se farla scappare, se Deadoc avesse fatto del male a Scully oppure no. Devo dire anche che ho ritardato così tanto a continuare la storia perché avevo perso la speranza di vederla pubblicata, quindi ritenevo che fosse inutile continuarla, nonostante le pressioni da parte dei miei familiari (che non ne possono più di X-Files, ma che le mie storie le leggono!) e della mia amicona Giuly, la quale mi ha aiutato molto nelle mie scelte.

PARTE 3

Mulder aprì la porta con un calcio, in preda al panico "Scully!"
Scully gli gettò le braccia al collo, cercando conforto "Mulder, io…"
"No, zitta. La colpa è solo mia che sono caduto nella sua trappola. Non avrei mai dovuto lasciarti sola con quella pazza omicida"
"Ha detto che Emily era un esperimento fallito"
"Lo so, mi ha detto tutto James. Lui è l'amante di quella donna e mi ha svelato tutti i suoi piani"
"Non sai cosa l'ha spinto a farlo?"
"No, ma possiamo sempre chiederglielo"
"Andiamo"


I due raggiunsero McReal e Weasley, che stavano seduti entrambi con il viso tra le mani.
McReal alzò lo sguardo verso Scully. Aveva gli occhi rossastri, probabilmente aveva pianto. Un sorriso si fece strada sul volto triste di lui, poi la abbracciò come per darle il benvenuto.
James sorrise verso Mulder: ce l'aveva fatta, aveva salvato la donna che lui stesso aveva servito su un piatto d'argento a Deadoc.
"Mi dica, Weasley: come fa Deadoc a sapere tutte queste cose sul conto della mia collega?"
"Lei ha informatori dappertutto"
"E chi sono questi informatori?"
"Persone delle quali lei si diverte a distruggere la vita, se non fanno subito come dice lei"
"Immagino che lei sia una di quelle persone"
"Esatto"
"Come vi siete conosciuti, come le ha rovinato la vita?"
"Ci siamo conosciuti ad un convegno sul vaiolo. Io convivevo con quella che poi sarebbe dovuta diventare mia moglie. Lei era incinta di del nostro bambino ed io… Io l'amavo così tanto" James disse l'ultima frase con voce spezzata dal pianto e si coprì il viso con le mani.
"Vai avanti, se ti senti" lo esortò McReal.
"L'ultima sera del convegno lei ha agito"
"Come?" chiese Scully.
"E' entrata in camera e l'ha pugnalata, facendolo sembrare un suicidio"
"L'autopsia cos'ha rivelato?"
"Non lo so, non ho avuto il coraggio di vederla una seconda volta. Mi sono solo occupato del suo funerale. Sono stato un codardo, lo so"
"Come sa che è stata lei e che la sua compagna non si è suicidata?" gli domandò Mulder.
"Quando l'ho trovata mi sono inginocchiato sul suo cadavere e lei è uscita dal bagno, mi è venuta accanto e ha cominciato a ridere. Una risata divertita, ma allo stesso tempo distaccata. Poi si è inginocchiata accanto a me e mi ha detto che, se non avessi fatto come diceva lei, avrei fatto la stessa fine di Joyce"
"Si chiamava così?"
"Si"
"Perché ha preso di mira Scully?"
"Perché voleva fare dell'agente Mulder un altro dei suoi informatori"
"Dobbiamo proteggere Van Houten: dobbiamo partire al più presto per Miami" concluse Scully.
"Andiamo tutti a casa a fare i bagagli, mentre io prenoto i biglietti. Prima classe?"
"Veramente noi dell'Fbi viaggiamo sempre in seconda classe, non ci trattano così bene. Ok Alex?"
"Sei tu l'esperto, Mulder"
"Ci troviamo all'aeroporto tra un'ora"


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"Io non ho capito questo fatto, Mulder. Cos'ha spinto Weasley a confessare tutto proprio quando il gioco si è fatto serio? Non poteva dire tutto prima?"
"Forse ha capito solo ora che Deadoc è più pericolosa di quanto non sembri"
"Ci deve essere un altro motivo. L'ha detto lui stesso, Deadoc distrugge la vita delle persone che non fanno immediatamente come dice lei"
"Prova a chiederglielo" disse Mulder in tono scherzoso, ma a quanto sembrava Scully l'aveva preso sul serio, dato che stava per comporre il numero del cellulare di James.
"Scully, scherzavo"
"Invece a me è venuto il dubbio. Grazie del suggerimento, Mulder"
"Non ci pensare, glielo chiederai più tardi, all'aeroporto"
"Sono l'agente Scully, avrei una domanda da farle"
Rimase un attimo in silenzio, poi gli pose la sua domanda "Perché ha scelto di dirci tutto ora e non prima?"
Dopo la risposta di James il viso di Scully diventò un misto di stupore e di imbarazzo "Bene. Ci vediamo più tardi all'aeroporto"
Riagganciò e Mulder le chiese "Cosa ti ha detto?"
"Che Joyce era la mia sosia"
"Nient'altro?"
"Che mi ama, ma che sa che io e te stiamo vivendo un momento sentimentalmente intenso, quindi non vuole fare da terzo incomodo. Questo è tutto" concluse sospirando e sprofondando la testa nel poggiatesta. Aveva mal di testa e la situazione le stava sfuggendo di mano. E a Scully non piaceva quando la situazione prendeva una brutta piega.


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"Dov'è finito Weasley?"
"Non lo so, Alex"
"Mulder, proviamo a rintracciarlo. L'aereo partirà fra meno di mezz'ora"
Detto ciò, Scully estrasse il cellulare fuori dalla tasta della giacca e compose il numero di James "Ha inserito la segreteria telefonica. Maledizione"
"Probabilmente è in macchina e sta arrivando"
"La segreteria l'ha inserita nel cellulare, non nel numero di casa. E poi cosa vi fa pensare che io abbia il suo numero di casa?"
"Nulla, ho solo fatto una delle mie affermazioni senza senso"
"Ottimo, McReal"
"Vorrà dire che lo aspetteremo"


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"Sentite, che ne dite se lo andiamo a cercare? E' passata più di mezz'ora ed ancora non abbiamo nessuna notizia su di lui. Potremmo cercare nell'elenco telefonico dove abita ed andare a casa sua. Tanto il prossimo volo è programmato tra non meno di due ore"
"Ottima idea. Cerchiamo una cabina telefonica"
Trovata una cabina telefonica, cercarono l'indirizzo di James.
Quando l'ebbero trovato, lo trascrissero su un pezzo di carta e salirono in macchina.

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"Questo dovrebbe essere l'indirizzo"
"Qua c'è il citofono, non ci resta che da cercare 'Weasley'. Mettiamoci al lavoro"
Trovato il nome, provarono a citofonare, ma non rispose nessuno.
"Forse non è davvero in casa" ipotizzò McReal.
"Dunque, ragazzi, dove potrebbe essere visto che da qui all'aeroporto c'è meno di mezz'ora di strada?"
"Potremmo provare a salire, se solo qualche anima buona ci aprisse il portone"
In quel momento il portiere, incuriosito, si avvicinò e chiese "Chi state cercando?"
"Siamo gli agenti Mulder, Scully e McReal. Cerchiamo il signor Weasley. Sa se è uscito o dove lo possiamo trovare?"
"Il signor Weasley, per quanto ne so, non è uscito"
"Ci può accompagnare fino al suo appartamento?"
"Certo, Seguitemi"
Li condusse al settimo piano, davanti la porta di un appartamento in fondo al corridoio.
Suonarono, ma non rispose nessuno.
"Ha il passe-partout?"
"Agente Mulder, cosa vuole fare?"
"Voglio scoprire cosa sta succedendo. Apra quella maledetta porta"
Il portiere fece come Mulder aveva detto, poi si fece da parte per lasciar passare i tre.
"Oh, Dio"
James era a terra, in una pozza di sangue.
Sul muro una scritta con il sangue di James: 'Non finisce qua. Deadoc'.
"Orribile" commentò Alexander.
Scully si avvicinò al corpo senza vita di James e lo esaminò, dopodiché trasse le sue conclusioni "E' stato sgozzato"
"Dobbiamo immediatamente andare da Van Houten, prima che sia troppo tardi"
Uscirono dall'appartamento e Mulder tranquillizzò il portiere e gli disse che avrebbe chiamato la scientifica e che gli avrebbero posto solo alcune domande di prassi, nulla di importante.
Quando furono appena fuori dal palazzo, sentirono una voce che li chiamava "Chi c'è?" chiese Scully con una palese ansia.
"Venite qua"
"Chi è lei?"
"Sono dietro il cassonetto, venite, non abbiate paura"
"Cosa vuole?"
"Vi sto aspettando"
I tre girarono dietro il cassonetto, rimanendo pietrificati.
Davanti a loro c'era una donna straordinariamente simile a Rose Stainer, ma non era lei, Scully lo sapeva perché non provava la solita sensazione di gelo.
"Sono la gemella di Rose"
"Può dirci perché Rose non è rinchiusa in un manicomio?"
"Agente McReal, Rose non è una pazza. Perlomeno, non è nata pazza, forse lo è diventata quando è morto Mark"
"Il marito di Rose, se non mi sbaglio"
"Esatto, agente Mulder. Mark era un così brav'uomo, e Rose gli voleva tutto il bene che si possa volere a qualcuno. Provava un affetto smisurato per lui, e quando i medici hanno staccato i macchinari che lo tenevano in vita, il mondo le è crollato addosso"
"E poi?"
"In seguito la tristezza si è trasformata in rabbia, una rabbia contro tutti, senza eccezioni. James era talmente somigliante a Mark che, quando Rose l'ha visto, ha deciso che sarebbe stato il suo compagno per il resto della vita. Dapprima aveva pensato al suicidio, poi ha distrutto tutto ciò che la legava a Mark, compresa Emily"
"Rose ha detto che Emily era un esperimento non riuscito. Di cosa parlava?"

"Emily era la cavia di Rose. Aveva intenzione di modificare il virus del vaiolo per distruggere l'umanità. Si è procurata il virus al convegno dove ha conosciuto James"
"Ha ancora quel virus oppure l'umanità si può considerare ormai salva?" un rivolo di sudore scese lungo la guancia di Mulder.
"Credo che fosse riuscita a procurarsene solo una fialetta, ma con Rose non si può stare mai tranquilli. Dovete introdurvi in casa e vedere se c'è qualche altra fialetta di virus, questa è l'unica soluzione"
"E Van Houten?"
"Ancora non è nei piani di Rose, ma se non vi sbrigherete sarà troppo tardi"
"Lei cosa fa qua, perché ci sta dando queste informazioni, come sappiamo se possiamo fidarci di lei?"
"Rose ha distrutto anche la mia di vita. Ho cercato per molto tempo persone in grado di combatterla, e voi siete le più adeguate. Potete fidarvi"
"Cosa intende fare Rose?"
"Intende aggiungere altri informatori alla sua folta schiera. Andate, presto"


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"Eccoci arrivati, sembra che non ci sia anima viva. Cosa facciamo, entriamo?" chiese McReal.
In quel momento il cellulare di Scully si mise a squillare "Mulder, quanto scommetti che è Deadoc?"
Mulder si impossessò del cellulare di Scully e rispose "Pronto?"
"Sono nata pronta"
"Scusi?"
"Non fare il finto tonto, sono io, Deadoc"
"Cosa vuoi?"
"Voglio sapere per quale motivo siete nel giardino di casa mia e volete entrare in casa"
"Noi non siamo nel giardino di casa tua"
"Allora perché riesco a vedervi dalla finestra del salotto?"
"Smettila, non sei divertente"
"Come volete, sto per venire a prendervi"
Deadoc riattaccò. Mulder si girò verso Scully e McReal e disse loro "Sa che siamo qua, ha detto che ci vede dalla finestra del salotto e che sta per venire a prenderci"
Il gelo scese sui tre, interrotto assieme alle loro riflessioni sul da farsi pochi minuti dopo da uno schianto: il vetro di una finestra era esploso.
"Correte!" gridò Mulder sopra il frastuono.
Cominciarono a correre in direzione della macchina come forsennati, senza alcuna certezza che sarebbero rimasti vivi.
Mancava poco ormai, e nell'animo dei tre cominciava a farsi strada il pensiero che forse per questa volta Deadoc li avrebbe risparmiati.
Entrati in macchina misero la sicura alle portiere e ripresero fiato.
Un'idea si fece largo tra i pensieri di Scully: in casa di James mancavano le armi antiche.
"Mulder, ricordi ieri sera, quando mi hai raccontato un po' di cose su James?"
"Si, come scordarlo?"
Scully gli lanciò un'occhiataccia per dirgli che non era il momento e che non ne potevano parlare con un'altra persona.
Mulder capì al volo, seguito immediatamente da McReal, che sorrise senza dire una parola: avrebbe custodito il segreto.
Mulder e Scully gli sorrisero con gratitudine, poi Scully riprese "Mi hai detto che James collezionava armi antiche, ma non ne ho viste a casa sua"
"Ora che mi ci fai pensare, è vero. C'è qualcosa che non quadra, e dobbiamo scoprire cos'è"
"Non potrebbe essere che Deadoc ha rubato le armi di James e poi l'ha ucciso con quelle?" ipotizzò McReal.
"Ti dirò una cosa, McReal: all'inizio, quando hai dato quelle informazioni false alla stampa, pensavo che tu fossi un deficiente- a quelle parole McReal fece una faccia stupita- Ora invece mi rendo conto che l'abito non fa il monaco: sei un ragazzo intelligente e perspicace"
"Dobbiamo riuscire ad entrare in casa di Deadoc" li interruppe Mulder.
"Ma come fare? Sembra che anticipi tutte le nostre mosse" disse Scully sbuffando.
"E poi, anche se sono il primo che lo fa, scappiamo sempre. Dovremmo avere più polso, più coraggio" rincarò McReal.
"Bene, proviamo allora ad entrare ora"
"Mulder, non starai scherzando, vero?"
"No Scully, non sto scherzando. Dobbiamo deciderci ad affrontarla, non ti accorgi che siamo sempre scappati di fronte a lei? E' questo quello che la rende invincibile: il fatto che non opponiamo nemmeno resistenza, che scappiamo come conigli"
"Io ci sto. Entriamo, forza Scully"
"Ma è in casa, non avete visto quello che è successo prima?"
Mulder girò la testa fuori, poi, con sguardo illuminato, si girò verso Scully e le disse "Guarda fuori, se ne sta andando"
Scully guardò fuori dal finestrino e poté constatare che Rose Stainer stava veramente uscendo.
"Forza, andiamo" disse McReal.
Aspettarono che la machina di Rose uscisse dal vialetto e si allontanasse un po', dopo si avvicinarono cautamente alla casa e sbirciarono da una delle finestre del salotto.
"Non si vede niente di anormale: non so dire se è un bene o se è un male" commentò Mulder.
"Dubito che stando qui fuori scopriremo qualcosa"
"Hai ragione, piccola Scully, ma come forziamo la serratura?"
"Hai ancora molte cose da scoprire sul mondo del Bureau, McReal: tutti noi agenti federali siamo muniti di chiave universale"
"Ah, e perché non la usate?"
"A te l'onore, Mulder"
Mulder si avvicinò alla porta e scoprì che era già aperta "Un altro mistero, Scully: perché Deadoc ha lasciato la porta aperta?"
"Può averla dimenticata aperta?" azzardò McReal.
"Non arriviamo a conclusioni affrettate, McReal: Deadoc ha mille risorse e mille misteri da farci risolvere. Non può aver dimenticato di fare una cosa così importante come chiudere la porta"
"Se non entriamo, dubito che lo scopriremo" disse Scully.
"Entriamo. Prima le donne"
"Non in questo caso, Mulder. Voi mi avete trascinata qui e voi entrate per primi. Muovetevi"
"Andiamo, Scully. Cosa vuoi che ci sia di così pericoloso là dentro?"
"Mulder, l'hai detto tu stesso: Deadoc è pericolosa. Dato che ce l'ha con me, credo che uno di voi due debba entrare per primo e scoprire perché ha lasciato la porta aperta"
Mulder entrò per primo, seguito da Scully e da McReal.
Non trovarono nulla fuori posto nell'ampio atrio, e lo stesso poterono constatare nel salone.
Arrivati in cucina, di strano notarono solo l'assenza di un coltello da un set di coltelli da macellaio.
"Sembra che ai piani di sotto non ci sia nulla di strano. Mi preoccupano i piani di sopra"
"Tranquilla Scully. Dimentichi che ci sono io" le disse Mulder.
Salirono ai piani di sopra ed immediatamente notarono le armi antiche sparse per il corridoio e il fatto che tutte le porte fossero chiuse "Ecco le armi antiche che avremmo dovuto trovare in casa di James. Resta solo una cosa da capire: cosa ci fanno qua?" Scully cominciò a rimuginare.
Mulder aprì la porta della camera da letto e furono investiti da un tanfo micidiale.
La camera era totalmente al buio "Non si vede ad un palmo di naso" commentò McReal.
Accesero le torce e videro che nel letto, coperto da un lenzuolo, c'era qualcosa.
Tirarono su la serranda e notarono schizzi di sangue sulle pareti e le mosche che volavano sul letto.
Si guardarono tutti e tre negli occhi e McReal tirò il lenzuolo: lo stesso Alexander parve sul punto di svenire, Mulder corse in bagno per vomitare e Scully rimase tremante di paura miscelata a rabbia a fissare quello scenario senza parole per descrivere l'orrore che provava in quel momento.
"Che cosa diavolo significa questo?" chiese con veemenza McReal "Deadoc ci sta giocando un altro dei suoi scherzi o fa sul serio?" continuò poi.
"Non… Non può essere, non ci voglio credere" disse Scully indietreggiando.