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Personaggi e didattica

- Vol. IV -


Volume I

  1. Precario
  2. Il docente congelato
  3. Lo studente plexiglassato
  4. I membri del Consiglio di classe
  5. Il dubitatore esistenziale
  6. Il solvente (del dubbio)
  7. La navigatrice solitaria
  8. La sig.na Pausa
  9. L'innominato
  10. Gli innominabili, ovvero la Sig.ra Privacy
  11. Il dott. Laboratorio (di Storia)
  12. Il sig. «Tuttavia»
  13. Il Profeta
  14. The first new day
  15. Manager... Coca-cola
  16. Il Filosofo del diritto
  17. Corso 626
  18. Il docente alias
  19. Il beato martire della graticola
  20. Mr. Efficienza, ovvero Copia e Incolla

Volume II

  1. School connection, ovvero il ‘bambacione®’
  2. L'abilitazione degenere
  3. Il docente asteriscato
  4. La medievalista
  5. La Provvidenza guercia
  6. L'educazione subdolo-subliminale
  7. Il buon samaritano
  8. Fotocopia e fotoincolla
  9. Primo sentimento vecchiaia
  10. Le tappe del Calvario
  11. La scuola nel buco
  12. Le gite, il cameriere e i pomoli...
  13. Asterisco: cifra della scuola
  14. Gli intercalari e lo spirito dei tempi
  15. La griglia del crociato...
  16. Ubi, ubi ubi (ubique), ubiquitatem
  17. Il gruppo e il suo lavoro nel campo
  18. Il circolatiere, ovvero...
  19. Guerrino elettronico o...
  20. La stanchezza preventiva

Volume III

  1. Gessetto lungo, gessetto corto
  2. L'attualizzatrice dell'Illuminismo
  3. L'attualizzatore della sofistica
  4. Colpo di mano: il viceré e il popolo
  5. L'innovatore didattico, i prenotati, i piccoli indiani
  6. Corso 626, la vendetta; anzi, l'apocalisse
  7. L'umano e la carta dei diritti
  8. L'analista
  9. L'ambientalista
  10. Tipi (ideali) e mode di accoglienza
  11. Il legionario e Salomone
  12. Cenerentola
  13. La bottiglia di plastica...
  14. L’incantatore dei pacchi di compiti
  15. La fotocopia-dono
  16. Colori, simboli, ed emblemi della tradizione: l’u/official-ità
  17. Funzioni strumentali e strumenti funzionali
  18. La tavola rotonda: i cavalieri, il sacro Graal, re Artù
  19. Bollino col timbro: soluzione finale...
  20. Prof. cerotto e prof. uncino

Volume IV

  1. «Que s’agit?» ovvero, la gita all’estero
  2. Ci presentiamo...
  3. Gli orfani prolificati e certificati
  4. Precario Val Brenta e innovazioni...
  5. Funzioni strumentali e simboli-funzionali
  6. Non tornano... i Cont
  7. Io, robot
  8. Io-robot e il Collegio docenti
  9. Io-robot e il Consiglio d'Istituto
  10. Fiat lux, ragione, fede, creazionismo
  11. Moltiplicatori di buone pratiche
  12. La prima trans
  13. Madonna Privacy del Registro
  14. Studente col timbro
  15. Il miracolo di madonna Privacy
  16. 626 - riunione periodica
Garanzia per il territorio nazionale - International Warranty

Ultimo aggiornamento: Sabato, 12 aprile 2008

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«Que s’agit?» ovvero, la gita all’estero.
Studente: cosa dobbiamo portare?
Prof.: non dimenticate il sacco a pelo.
Studente: anche se andiamo in albergo?
Studente: dobbiamo decidere per le camere...
Prof.: è semplice, basta fare quattro gruppi: binario 1, binario 2, binario 3, binario 4.
Studente: ma prof., siamo in albergo.
Prof.: sì, la prima notte. Poi tanto ci cacciano via.
Studente: c’è la TV in camera?
Prof: sì, ma solo sui binari dispari; quelli che vanno sui binari 2 e 4 devono sbirciare dall’altra parte.

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Ci presentiamo... [Documento del 15 maggio]

Composizione e storia della classe
La classe è composta attualmente da 21 allievi, 10 maschi e 11 femmine. In prima erano in 27.
Nel corso del biennio e del triennio si sono dati processi di selezione o di ripensamento delle proprie scelte scolastiche: alcuni si sono ritirati, altri non sono stati ammessi alla classe successiva.
Negli anni le dinamiche di affiatamento e di socializzazione fra gli studenti stessi hanno avuto vicende alterne, a volte di tipo episodico, e in generale si può affermare che si è stabilita una intesa al massimo fra compagni di banco, anche di sesso diverso, a volte di banchi diversi.
Le difficoltà diffuse della classe emergono tuttavia, più che dai processi di selezione, dal numero e dalla persistenza dei debiti nelle stesse materie: debiti a tutt'oggi non recuperati e probabilmente irredimibili.

Nel corso del triennio la classe ha visto, probabilmente senza troppo entusiasmo, la persistenza dei membri del Consiglio di classe, con la sola eccezione del docente di Educazione fisica che è cambiato lo scorso anno a causa di un pensionamento. Tale favorevolissima condizione generale non ha però sufficientemente contribuito allo stabilirsi e all'affinarsi, coi diversi docenti, di un rapporto docente-discente in un clima di correttezza, per quanto non irraggiungibilmente di ascetica correttezza, e di fiducia reciproca, per quanto non irrimediabilmente di estatica condiscendenza.
Se ciò è avvenuto, si è dato in una gradualità di equilibri precari e mai completamente definiti e consolidati, anzi spesso ridefiniti, ridichiarati, riespressi, riesaminati, ripresi, riproposti, rimotivati, riaffermati, specie nei casi e nelle materie in cui vi erano maggiori difficoltà a «mantenere il passo».

Dei circa 20 presenti, 8 guardano fuori dalla finestra verso il campetto da calcio; degli altri 12, 7 hanno il libro di un'altra materia e, dei 5 che hanno il libro della materia giusta, solo due hanno il volume giusto.
Saltuariamente qualcuno degli 8 che guardano fuori chiede «a quale riga siamo»: sa quale libro bisognava portare e pure lo ha portato, all'ultimo momento si è ricordato di aprirlo ad una pagina casuale fra la copertina e l'indice analitico in fondo... dopo circa 23 minuti dall'inizio della lezione.
- Perché non hai il libro?
- Lo doveva portare lui, oggi.
- E tu perché non ce l'hai?
- Io sono quello che deve portare storia, lui invece deve portare filosofia.
- Anch'io ho storia.
- Ma oggi c'è filosofia.
- Appunto, doveva portarlo lui, non io, che comunque almeno un libro lo ho portato: quello di storia.


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Gli orfani prolificati e certificati

Dalla Bibbia, sacra fonte di conoscenza dell’unico autore di verità certificatore, si ricorda il racconto dell’orfano salvato dalle acque del Nilo...
... così sullo schermo dell’aula multimediale al Collegio docenti sono apparsi i 21 moduli per il Fondo incentivante.

- Non li ho fatti io, li ho visti da un paio di giorni e ho cercato di capirli per poterli ora spiegare a voi.
- Le RSU e il Preside hanno collaborato a stilarli in base al contratto d’Istituto.
- Tengo a far presente che a noi RSU non spetta il compito di predisporre moduli, abbiamo solo dato una consulenza.
- Io li ho trovati, lungo il fiume, e ora ve li spiego. Sono 21 Moduli intestati non alle persone, ma a tutte le possibili diverse attività aggiuntive che ciascun responsabile deve certificare per ottenere il compenso dovuto in base al Fondo incentivante.

In precedenza (come in genere in tutte le scuole dell’Impero) di Moduli ce n’era uno solo: ciascun docente indicava sullo stesso foglio le diverse attività svolte e lo firmava.
Ma occorre evitare e scansare ogni dubbio sugli abusi: in effetti la segreteria si vedeva arrivare i vari fogli con l’indicazione di ore svolte e li doveva registrare; le RSU non hanno compiti di vigilanza...
Occorre, dunque, trovare un sistema di verità certificatore.
Così la misericordiosa e previdente mano divina, prodiga e prolifica, ha predisposto 21 moduli consegnandoli al possente e lento flusso certo delle acque.
- Ma, se ben ricordo, dal Nilo sono venute pure tutta una serie di calamità...
- Sì, è vero, ma dipende anche dal punto di vista, se si stava dalla parte degli ebrei o degli egizi.
- Già, ma noi da che parte siamo?


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Ultime notizie su precario Val Brenta e le innovazioni informatiche

«Un sistema informatico capace di cogliere segnali di comportamento sospetto e trasmetterli alle forze dell’ordine. Su questo, e nientemeno, stanno lavorando gli scienziati del NICTA [http://www.nicta.com.au/], laboratorio finanziato dal governo federale australiano.» [cit. da http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1628636]

Quasi sicuramente in Italia i primi ad essere individuati dal nuovo sistema saranno dei precari...
- Non è forse strano vivere di ideali e di uno stipendio ideale che quasi sempre ritarda?
- Noi, insegnanti impegnati negli esami di maturità dello scorso anno scolastico, non siamo ancora stati pagati... e il nuovo anno è già iniziato.
- E’ sospetto... vivere di nomine che sempre sono a termine, con scarse garanzie molto prima che fossero inventati i contratti atipici...
- Già... contro i call-center sono intervenuti, ma contro l’MMPPII chi mai è intervenuto?
Ecco che forse non ci si deve sorprendere se sembra che fra i sospettati di essere Unabomber ci sia anche un insegnante precario: ha avuto modo (per i continui spostamenti imposti, n.d.r.), tempo (l’unica cosa che abbonda agli insegnanti, n.d.r.), probabilmente movente (la frustrazione cronica, n.d.r.).

Quel che preoccupa ancora più è che sempre il MMPPII abbia pensato di suggerire ai docenti, ormai giunti alla soglia (ed oltre) della pensione, di rimanere in servizio part-time: come dire, se hai iniziato da precario e magari con un numero ridotto di ore, perché non concludere allo stesso modo?
Fuorviante è la motivazione addotta a tale soluzione: inserire i giovani mantenendo comunque anche gli altri... In realtà si realizza solo un raddoppio dei precari o assimilati, sia nuovi sia vecchi, consentendo tuttavia allo Stato un minimo risparmio di spesa.
Ahimè, nessuno al MMPPII ha pensato alle conseguenze esplosive cui tale scelta potrebbe condurre.
- E per fortuna che quella di Unabomber non è la scelta di tutti i precari o dei part-timer... altrimenti staremmo messi peggio che in Iraq!


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Funzioni strumentali e simboli-funzionali

Ad ogni soggettività, base del conoscere, deve corrispondere una oggettualità, simbolica manifestazione della soggettività medesima. E’ qualcosa di paragonabile al correlativo oggettivo del poeta, ma più diretto, ossia più propriamente simbolico.
Ecco che molti santi, come anche i quattro evangelisti, vengono individuati da un oggetto che li caratterizza. Un simbolo, ma anche qualcosa di molto concreto e chiaro per trovare subito ed in maniera indubitabile il proprio beniamino.
Allo stesso modo, le funzioni strumentali assegnate alle scuole dovrebbero essere tutte e ciascuna caratterizzate da un simbolo funzionale.
- ... alla biblioteca non è assegnata una funzione; tuttavia il responsabile, o ancora meglio il team di referenti, deve essere consapevole di svolgere un ruolo essenziale per la comunità scolastica...

- Appunto, occorre dare ufficialità simbolica e quindi incontestabile a tale attività.
- Occorre trovare un simbolo efficace, solido, duraturo e indubitabile...
- Ma senza mai dimenticare lo scopo dell’incarico: controllare chi entra e chi esce, eventualmente chiedere la parola d’ordine a chi si aggira nei pressi della Biblioteca.
- Forse, una bella garitta posta subito all’ingresso della biblioteca...
- Sì, ricorda da vicino le nicchie in cui spesso vengono venerati santi ed evangelisti.
- In questo modo, poi, oltre che rendere onore grande e imperituro al beato-abate-bibliotecario, sarebbe un po’ come se lo avessimo già santificato.


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Nella scuola italiana non tornano... i Cont

Ore 13,40. A pranzo in un giorno di fine settembre.

- Figlio: Sapete che oggi ho imparato due nuove parole a scuola?
- Padre: Bravo, quali?
- Figlio: Trascendente e trascendentale.
- Madre: E cosa significano?
- Figlio: Mah, non ho capito bene. Il prof. di filosofia da un po’ parla di un certo Cant; invece oggi la prof. di italiano ha parlato di un Cont.
- Padre: Cant o Cont? E poi che c’entrano col trascendentale?
- Figlio: No, Cont, quello con la O, c’entra col positivismo. E’ Cant che parla del trascendente. Solo che non ho capito se è sempre lo stesso di quel Cont con la O.
- Padre: Va beh. Ma allora quegli altri due, trascendente e trascendentale, chi sono?
- Figlio: Non sono persone. Ma non so bene cosa sono.
- Mamma: Ma allora che ti mandiamo a scuola a fare; impari le cose e poi non sai cosa sono e a cosa servono!
- Padre: Forse il trascendente c’entra coi denti e trascendentale coi dentisti... O forse con la pasta al dente...
- Figlio: Ma no, Babbo. Non si mangiano!
- Padre: E tu che ne sai? Tanto non lo hai capito cosa sono.
- Mamma: Oh, speriamo proprio che non si mangino... Lo scorso anno abbiamo speso un sacco di soldi per le carie di tua sorella!


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Io, robot
Da fonte autorevole la notizia per cui nella Corea del Sud ci si appresta a sostituire i docenti, particolarmente quelli di inglese, con dei robot [http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1321128].
Questa è innovazione. Magari se ne possono discutere alcune conseguenze possibili...
Ma è innovazione autentica, piuttosto che fornire lavagna luminosa e software dedicato (magari poco aggiornato e funzionante su Windows 3.11) come pensa di fare il Ministero della Pubblica Istruzione in Italia [http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1732865].

Ipotizziamone i vantaggi.
- Nessuna protesta per l’assegnazione o meno del giorno libero desiderato.
- Nessuna protesta per cambiamenti d’orario o aggiunta di ore di sostituzione non ben chiaramente retribuite.
- Nessuna protesta in caso di errori e/o differenze contrattuali nell’assegnazione del carico orario settimanale e conseguente richiesta di recupero orario.
- Nessuna rottura di scatole da parte degli studenti (che si ripercuotono sull’intera gerarchia dell’istituzione scolastica a monte e a valle): è un robot.
- Nessuna protesta da parte delle famiglie per la supposta non obiettività del docente e non oggettività delle valutazioni: è un robot.
- Ridotto costo per aggiornamento: riconducibile al normale protocollo di manutenzione hardware e software.
- Nessuna necessità da parte dei sindacati di contrattare futuri aumenti stipendiali.
- Nessuna necessità, da parte del Ministero, di promettere aumenti stipendiali che poi non vengono concessi per mancanza di fondi nella finanziaria.
- Nessuna richiesta di contributi previdenziale e trattamento pensionistico.

Ipotizziamone gli svantaggi.
- Qualche studente cercherà non di rompere le scatole, ma di aprire la scatola-docente, anche solo per spirito di conoscenza scientifica.
Evidentemente il robot dovrà essere dotato di difese appropriate: questo risolve il problema.
- Possibili guasti, rotture, disfunzioni varie.
Evidentemente occorre prevedere un programma di manutenzione e/o riparazione da imputare al budget di funzionamento.

Mi pare evidente che i vantaggi superino di gran lunga i pochi e trascurabili svantaggi.
(Tengo a precisare che questa conclusione non è ironica: è proprio così; ndr).

Nel caso ci sia qualche docente interessato, per quanto la notizia non abbia ancora trovato una conferma ufficiale, sembra che sempre in Corea stiano già lavorando alla predisposizione di un kit preassemblato per trasformare i docenti tradizionali, che ne facciano apposita richiesta, in robot.
Tuttavia, rispetto al cyborg-docente (il docente bionico), al momento è ancora preferibile un robot integrale; infatti, occorre ancora definire le precise caratteristiche del cyborg: mangia o non mangia? ha diritto ad uno stipendio? e alla pensione?
Dunque, non resta che riconfermare l’approvazione al governo Coreano per la scelta robotica.


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Io-robot e il Collegio docenti
In effetti bisogna riconoscere che l’abilità inventiva ha origini antiche, molto antiche... Di fatto perfino risalenti al Vecchio Testamento e alle piaghe dell’antico Egitto: è così che in terra d’Israele si coniugano la sapienza antica, le nanotecnologie, la robotica.
«Il primo obiettivo della nuova task force militare è la messa a punto di quello che è stato definito calabrone bionico. Entro il 2010 il primo calabrone sarà attivo: saprà zigzagare fra la folla, sciamare inosservato lungo vie affollate, puntare dritto sull'obiettivo, per fotografarlo e, alla bisogna, colpirlo.» [cit. da http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1769834]

- Allora intende il Collegio docenti attivare, salvo carattere ostativo dei parametri numerici forniti da Ente a Noi più alto, l’insegnamento dello spagnolo per il prossimo anno in una classe di bilinguismo?
- Se adottassimo i robot coreani per l’insegnamento delle lingue il problema si ridimensionerebbe: prendiamo i robot per l’inglese e poi, con un aggiornamento nel software e qualche piccolo settaggio dell’apparato di fonazione, gli facciamo insegnare spagnolo.
- Oppure francese, tedesco...
- Non sarebbe necessario neanche attivare un successivo Collegio docenti...
- Neanche sarebbe stato necessario il presente Collegio...

- Tanto più che fuori dalle ore di lingue potremmo usare i robot per distribuire le circolari: sull’HD integrato rimarrebbe traccia e conferma certa e definitiva dell’avvenuta lettura di ciascuna circolare in ciascuna classe.
- Certo il robot risolverebbe così anche l’annosa questione della riluttanza dei docenti a leggere le circolari, annotandone l’avvenuta lettura scrupolosamente sul registro di classe.
- Ovvio, farebbe fede la memoria digitale del robot.
- Si risparmierebbe anche carta: le circolari, appena redatte, vengono inviate ai robot tramite un collegamento WiFi per darne lettura.
- Mentre le circolari rivolte ai docenti verrebbero lette dal robot ad ogni docente, con le medesime procedure: nessuna fotocopia, nessuna firma, solo la memoria del robot.

- Bene. Ma come fare ad essere sicuri che poi i ragazzi seguano con attenzione un robot?
- E vero, sappiamo tutti che questa, oggi giorno, è diventata la parte più difficile dell’insegnamento.
- Sì ci sono classi turbolente, a volte non ancora scolarizzate [terza liceo, ndr].
- Oppure classi completamente disinteressate o demotivate.
- Non c’è problema. Questa volta ci ha pensato una delle agenzie più serie ed affidabili sul piano internazionale: il Mossad.
- I «calabroni bionici» possono controllare l’attenzione degli studenti, che non facciano altre materie...
- Possono controllare anche nei bagni e nei corridoi... Durante l’intervallo... In palestra...
- Inoltre, ne basta un piccolo sciame per sorvegliare tutte le classi: entrano ed escono continuamente dai vari locali, a sorpresa.
- Il collegamento col database biometrico della scuola consente il riconoscimento immediato di ciascun alunno e quindi impedisce che qualcuno provi a dichiarare un nome falso.
«Londra - Dopo le prime sperimentazioni con i sofisticati scanner dell'iride, il governo britannico ha dato il via libera alla nascita di un sistema nazionale di riconoscimento facciale.» [cit. da http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1497549].


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Io-robot e il Consiglio d'Istituto
- In Collegio docenti si è portata avanti la proposta dell’utilizzo dei robot coreani...
- Ma esattamente quanto ci verrebbero a costare?
- Inoltre, mi dovete chiarire in quale capitolo di bilancio andrebbero inseriti: didattica, funzione docente, materiale di consumo, innovazioni e immobilizzazioni tecnologiche...
- Potremmo, in effetti, cavarcela relativamente con poco: il robot-docente costerebbe meno di 1000 Euro; sono invece i robot-soldato o robot-sentinella che costano molto di più: circa i 200.000 Euro.
Allego in modo sintetico le informazioni in mio possesso circa i costi e i possibili utilizzi:
«Attraverso la connessione costante ad Internet, gli URC [acronimo di Ubiquitous Robotic Companion] potranno scaricare "nuovi applicativi ogni giorno", ha aggiunto Oh, "così che non smetteranno mai di migliorarsi". I modelli destinati alla vendita saranno disponibili soltanto dal 2007 ed avranno un costo compreso tra gli 800 ed i 1000 euro, in base alle caratteristiche hardware.
[...] gli URC possono essere programmati per fornire informazioni, sorvegliare determinate zone pubbliche ed insegnare inglese...» [cit. da http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1727147]
«La sentinella robotica non è esattamente alla portata di tutte le tasche: prevista entro il 2007, costerà non meno di 200 mila dollari.» [cit. da http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1760191]
- Se queste sono le possibilità, proporrei di pensare ad un utilizzo dei robot anche in funzione di bibliotecario, oltre che per le circolari, come è già emerso in Collegio docenti.
- Sì è ovvio, qualunque uso aggiuntivo, che ci venga in mente ora o più avanti, di fatto rappresenta un abbattimento dei costi.
- E per i calabroni...
- Ah no, per quelli dobbiamo aspettare: sono previsti per il 2010 e al momento non abbiamo neanche un’ipotesi di preventivo.
- Inoltre, non è neanche detto che il Mossad decida effettivamente di commercializzarli.
- In effetti, però, un poco lo temevo... Fra il robot-soldato e il robot-docente esiste la stessa differenza che c'è fra un Fiat (panda) e una Ferrari. Ovviamente non è solo una differenza di optionals: visione e puntamento notturno, movimento rapido, mitraglia di precisione...
- Ci deve essere molto altro per giustificare l’enorme differenza di prezzo.
- Insomma, a insegnare inglese, spagnolo e francese ci mandiamo dei robot-ciofeca.
- Scuola di qualità sì, ma a costo zero?

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Fiat lux, ragione, fede, creazionismo
Dio all’inizio ha lavorato al buio. Forse per risparmiare, da povero artigiano.
Era la notte dei tempi. Forse per non svegliare nessuno prima del tempo e non essere disturbato in corso d’opera.
Poi a un certo momento ha affermato: «Soccia, come si fa a lavorare così! Accendete mo’ la luce.»
Si rese subito conto del disastro che aveva combinato.
Appena per rimediare un poco e nascondere la frittata, pensò di creare animali e uomo (con la donna).
La sua specialità erano gli universi inanimati.

Da quel momento, anche per far finta di nulla, si disinteressò della propria opera; salvo ricordarsene in rare e fugaci, quanto estemporanee, occasioni.
Come quando decise di parlare fra i rovi ad un pecoraio ebreo. Forse anche perché fra quel popolo non si erano ancora dati grossi personaggi: «magari lui mi crede e, se non mi crede, poco male».
Forse perché poco abituato a parlare alle proprie creature, in quella occasione si presentò con frasi alquanto sconclusionate ed inintelligibili del tipo: «Io sono colui che è». Evidentemente, però, fece molta impressione sul pecoraio: lui e praticamente tutto il suo popolo gli credettero. Tanto che, tempo dopo, non credettero al figlio, nonostante parole ben più comprensibili ed atti miracolosi molto meno dubitabili (in effetti i pesci e i pani, a quanto si dice, qualcuno se li è pure mangiati saziandosene).

Dopo al pecoraio altri lo hanno udito o visto, ma senza invero ricavarci granché sulla conoscibilità di Dio stesso, della sua frittata e dell’uomo (della donna, poi, molti hanno preferito proprio non parlare): Dio è il nome innominabile, inesprimibile e inconoscibile; il creato è perfetto, ma ogni tanto ha dei problemi, come direbbe un piazzista di auto usate; l’uomo è a immagine di Dio, ma una immagine molto sfuocata...
Finché, ormai convinto della assoluta impossibilità di recuperare alcunché della propria opera, e men che meno per l’intervento del proprio Figlio (che pure era mosso dalle migliori intenzioni), lo lascia invocarlo sulla croce senza rispondere.

A questo punto al Figlio non era rimasto altro che risorgere e aspettare nei cieli, assieme al Padre, la ovvia conclusione dai presupposti dati, ovvero la fine del mondo creato. Tuttavia promettendo una ricompensa agli uomini di buona volontà, che per caso1 contro il caso2 e il caos3 si fossero comportati secondo bene e ragione: questa è la fede colla salvezza eterna come ricompensa.

--- note ---
1) Il caso, qui, vale la stessa libertà dell’uomo.
2) Qui il caso è piuttosto la stessa iniziale creazione al buio, ovvero la libertà di Dio.
3) Il caos è invece rappresentato dagli sviluppi del mondo (è possibile il riferimento all’entropia), cioè dalle conseguenze dell’iniziale creazione al buio e dalla gestione operata dall’uomo sullo stesso creato.


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Moltiplicatori di buone pratiche
I termini sono pedagogici, della pedagogia di cui spesso gli insegnanti vengono informati per via non di corso d’aggiornamento o di studio personale, ma col tramite di qualche funzionario superiore (una sorta di angelo o di arcangelo inviato dal Ministero, ndr).
Le «buone pratiche» sono comportamenti o conoscenze che inseriscono meglio l’individuo nella società: sono forme di educazione.
«Moltiplicatore» è chiunque le diffonda, o cerchi di farlo. Quindi anche ogni insegnante.
Dunque, è probabile che il più grande moltiplicatore di buone pratiche che la storia abbia visto sia Gesù.

- Il figlio di Dio, volendolo, ha moltiplicato pani e pesci. Io, non volendolo, riesco lo stesso a moltiplicare i somari.
- Già, egli ha il merito del miracolo. Tu hai una responsabilità preterintenzionale.


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La prima trans
- Devo attirare l'attenzione del Collegio sul fatto che questa è solo la prima trans...
- La prima trans?
- Ma chi è?
- Si possono dire queste cose di fronte al Collegio...
- Beh, io ricordo la prima donna: Eva. Però la "prima trans" non me la ricordo.
- Sì dai, quella col nome strano... che mi pare poi...
- Vorresti dire che nella Bibbia, dopo Adamo ed Eva, si parla anche dei "trans" e delle "trans"?
- No, non è possibile: Ratzinger non lo avrebbe mai permesso!

A dire il vero quello della "prima trans" è un equivoco nato dal non ancora ben studiato idioma franco-padano: fino ad ora ci si è occupati solo dell'anglo-padano...


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Madonna Privacy del Registro

Aveva appena iniziato a correre l'anno 2028, nella notte fra il 4 e il 5 febbraio, ma era ancora il 4 prima di mezzanotte, quando inizia a svilupparsi un incendio nella scuola pubblica, adibita a Liceo e trapassata di riforma in riforma ancora quasi indenne.
Esatti esatti sei secoli dopo al 4 febbraio 1428, quando andò a fuoco la scuola di tal Mastro-Lombardino e si salvò l'immagine della Madonna patrono di Forlì.
Accadde che come già da anni, a salvaguardia dei registri e soprattutto della Privacy, i registri medesimi si trovassero chiusi dentro alla cassaforte di metallo sigillato. A onorare il valore della scuola e renderlo vivo ai posteri nulla può meglio di ogni registro accuratamente posto lontano da sguardi indiscreti, sospetti, pericolosi: per questo vanno chiusi in cassaforte, si diceva.
Invero, i registri per il calore comunicato dal metallo hanno preso fuoco per combustione interna al blindato acciaio. Ma questo i vigili del fuoco intervenuti con acqua e schiuma abbondante ancora non lo sapevano.
Appena aperto il sarcofago, ci si rese conto del disastro: nessun registro-valore-scuola si era salvato.
Appena aperto il sarcofago, fra la distruzione ancora fumante di calore umido e di carbone insaponato, subito un pezzetto di carta prese a volare nell'aria: proprio come una piccola farfalla appena nata, appena liberata.
- Ma come fa una farfalla a uscire viva di qui?
- E' un miracolo!
- No dai, non è una farfalla.
- Sì, ma è un miracolo lo stesso...
Infatti, non era una farfalla. Ma un pezzetto di registro-valore-scuola, scampato per miracolo al disastro e ancora più miracolosamente volato in giro all'apertura del sarcofago di metallo blindato.

La domenica successiva, l'8 febbraio 2028, quella farfalla fu portata in processione assieme all'immagine della Madonna del 1400.
Ormai era spillata dentro a una bacheca: proprio come capita alle farfalle più belle.
Sul pezzetto di pagina di registro-valore-scuola, fra le bruciacchiature ai bordi e in alcuni punti che lo avevano reso identico a una farfalla, si leggeva chiaramente:
«L'allievo [bruciatura-privacy] "errando il lancio" mentre il docente [bruciatura-privacy] ha gettato un aeroplanino sulla cattedra e contro il docente. Pertanto [bruciatura-privacy]»
Quel pezzetto viene ora venerato come "Madonna Privacy del Registro" nel giorno della Madonna del fuoco.


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Studente col timbro
- E’ necessario avere un riscontro scritto dell’avvenuta informazione della famiglia per le comunicazioni scuola-famiglia più importanti.
- Già, è fondamentale soprattutto che la famiglia sia informata in modo corretto e preciso su eventuali uscite anticipate o entrate alla seconda ora dell’intera classe. Tutti i cambi di orario devono essere conosciuti dalle famiglia e la scuola deve avere la certezza che la comunicazione è passata: specie nel caso di studenti minorenni sono in gioco le responsabilità dei docenti e della scuola stessa.
- Beh, facciamo scrivere sul diario la comunicazione.
- Sì, ma come si fa a sapere se poi la famiglia ha effettivamente ricevuto la comunicazione: è questo quel che importa, non tanto che l’allievo scriva sul suo diario...
- Bisogna che il giorno dopo il docente della prima ora controlli tutti i diari e verifichi che ci sia la firma di un genitore per presa visione.
- Occorrerà effettuare tutte le comunicazioni per tempo.
- Sì, certo.
- Ma... e se uno studente proprio quel giorno ha dimenticato il diario, oppure se il giorno dopo non lo ha ancora fatto firmare?
- Il docente della prima ora dovrà annotarlo sul registro...
- Sì ma in questo caso quell’allievo, specie se minorenne, non può ad esempio essere fatto uscire prima: noi non sappiamo se la famiglia è informata...
- Mah, forse la tecnologia moderna può venirci in soccorso?
- Sì basta inserire in ogni studente un chip in grado di essere scritto e letto... Ma la cosa è ancora costosa, non è come usare un semplice RFID (Radio Frequency IDentification) per la registrazione della presenza o meno dello studente all’interno dell’istituto. Inoltre ogni famiglia a casa dovrebbe poi avere un lettore apposito...
- Mi pare troppo complicato.
- No, no, non si può proprio fare... almeno per adesso.
- E se facessimo come le discoteche... Infondo siamo in Romagna...
- Cioè?
- Alcune discoteche quando vuoi uscire per poi rientrare ti fanno un timbro con l’inchiostro.
- Sì, è pratico e poco costoso: all’ultima ora facciamo un timbro su ciascun studente della classe interessata con la comunicazione per la famiglia.
- Bisogna però stare attenti all’inchiostro che si usa: qualche famiglia potrebbe lamentarsi...
- No, non preoccuparti, esistono precise normative europee sugli inchiostri che si possono usare: sono quelli per fare i timbri sui quarti di bue, inchiostri indelebili, ma non nocivi per la salute.
- Beh, ma come facciamo a sapere se la famiglia è poi veramente stata informata?
- Questo problema non si pone neanche: il timbro stesso fa fede. Del resto, se i genitori non si accorgono che sul loro pargolo è stato apposto un timbro, non è un problema nostro.

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Il miracolo di madonna Privacy
- Non si possono tenere i registri dei singoli docenti così un po’ a caso nello stesso armadio.
- Certo il registro per un docente è come l’arma d’ordinanza, deve difenderla con la vita...
- Se non con la vita, almeno con una chiave.
- Sul registro ci sono informazioni che nessuno deve conoscere, occhi indiscreti potrebbero sbirciare, bocche inopportune potrebbero sussurrare, orecchie truffaldine potrebbero intendere...
- Tu docente, sei responsabile del reato che altri eventualmente commettono per la tua sbadataggine: se lasci le chiavi nell’auto, un ladro te la ruba e mette sotto un passante vai in galera tu, non il ladro, è ovvio! Con l’aggravante dell’istigazione a delinquere...
- Sì va beh, ma il mio registro non sono i diari segreti di Mussolini...
- Ma che dici, ci sono informazioni riservatissime e di importanza vitale per la Nazione intera!
- Certo: i nomi degli alunni e i voti. E’ dato sensibile il sapere che l’allievo no-name il giorno no-day era presente ad una lezione su no-thing. Qualunque informazione concernente credenze o pratiche religiose, filosofiche, di educazione fisica, corporali o mentali è top-secret. Soprattutto sono segretissimi i voti e nomi associati...
- Bene, è evidente, ogni docente è responsabile della tenuta del proprio registro, che deve essere in ordine, aggiornato e senza cancellature, oltre che inaccessibile ad estranei.
- Estranei? Già, la scuola ormai è un porto di mare... Una zattera strenuamente attaccata al porto cui qualche truffaldino marinaio vuole svitare il tappo in fondo...
- Estraneo è chiunque non sia il docente medesimo, ad iniziare da tutti i suoi poco chiari colleghi.
- Ah, ecco chi va a sbirciare...
- Però, se il cassetto è chiuso, e si deve recapitare al docente una qualche comunicazione, testo, materiale su qualunque supporto e soprattutto circolare; come si fa?
- Mettiamo dei cassettini senza chiavi in cui, sempre col nome di ciascun docente stampigliato, si possono lasciare le circolari.
- Sì che bello dei cassettini piccolini per le circolari...
- Posso scegliere io il colore?
- No. La Provincia ce li ha già dati: sono blu oltremare.
- Ma e se io devo dare al mio collega delle comunicazioni riservate? Poniamo il risultato di test con più prove come le simulazioni di terze prove, il risultato delle prove del debito...
- Sono sempre dati sensibili... Sensibilissimi, privatissimi...
- Sì, ma un cassetto se lo chiude il docente, l’altro è aperto: io i dati sensibilissimi li lascio sul tavolo?
- Allora occorrerà fare un terzo cassetto, con una apertura fuori e le chiavi tenute dal docente: una «cassetta privacy».
- Ma poi, siamo sicuri che tre cassetti per ciascun docente basteranno?
- Se proprio non bastano, ce li faremo bastare.
- Se proprio non bastano, invocheremo madonna Privacy del cassetto...
- Ma come non vedi? E’ proprio come nelle nozze di Cana, il miracolo c’è già stato: madonna Privacy i cassetti li ha già moltiplicati, da uno che era ora sono tre...

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Verbale della riunione periodica: ergonomia psicologica e taylorismo (L. 626/94, art. 11 - art. 35 DL 81/08)
- RSL (Responsabile Sicurezza Lavoratori, nomina di tipo sindacale): La normativa sulla sicurezza sottolinea sempre più, oltre che le norme di conformità tecnica, la necessità di considerare aspetti ergonomici e psicologici: non basta essere in regola con le norme tecniche, bisogna che il posto di lavoro e le procedure si adattino ai lavoratori e non viceversa.
- RSPP (Responsabile Servizio Protezione e Prevenzione, di nomina della dirigenza): Lo so, ma dove vuoi arrivare?
- RSL: Bisogna tener conto non solo delle esigenze burocratiche nella gestione delle attività, ma avere d’occhio come i colleghi percepiscono tali esigenze. In particolare molti si lamentano da anni per l’essere costretti a leggere diverse circolari in un giorno; a volte la stessa circolare li insegue al cambio dell’ora in classi diverse...
Non a caso, l’articolo 2 del DL 81/2008 il Testo Unico su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro recita: «salute: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità.»
- RSPP: Sì... Beh, in effetti siamo a fine aprile e già arrivati alla circolare numero 478: è proprio molto.
- RSL: Esatto, siamo in media verso le tre circolari al giorno: in media! Vorrei rilevare che non è aumentando il numero delle circolari che si migliora la vita nella scuola, anzi la si peggiora ulteriormente. A fine anno scolastico saremo sicuramente oltre alle 500 circolari.
E’ come nel film «Tempi moderni»: il direttore fa accelerare l’andamento delle macchine per produrre di più e il lavoratore Chaplin si trova a rincorrere sempre più alienato e pieno di tic il bullone fin dentro alla macchina, fuori per strada... e finisce in manicomio.
Tutto questo ora non è accettabile: va contro la salute psichica e la qualità del lavoro stesso.
In quanto RSL faccio osservare che tale tipo di comportamento è altamente rischioso e lesivo degli interessi sia dei lavoratori sia della scuola stessa, oltre che contrario alla normativa vigente.
- RSPP: Da un certo punto di vista non hai torto...
- RSL: Allora se sei d’accordo pure tu, poniamo una limite tassativo al numero delle circolari in base alla normativa sulla sicurezza e la salute dei lavoratori: non più di due circolari al giorno.
Va anche considerato il risparmio nell’uso della carta come un ulteriore vantaggio economico, seppure secondario.
- Preside (datore di lavoro): Beh, se le cose stanno così e se entrambi siete d'accordo, domani scrivo una circolare in proposito. Tuttavia, nel caso una sola circolare non sia sufficiente a mantenere il numero delle circolari entro limiti salutari e portatori di benessere, mi riservo il diritto di emanare più specifiche circolari applicative.

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A questa galleria ritengo di aggiungere sicuramente «Io sono 67/100», un personaggio che si trova nel file sulla quantofrenia e la didattica.
Poi si può andare per qualche pseudo-personaggio anche al file dedicato a Machiavellismo e didattica.

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Garanzia valida sul territorio nazionale -
International Warranty



Italiano
E’ superfluo osservare che quanto qui riportato è frutto della realtà scolastica.
Si garantisce pertanto che, nonostante le apparenze, non ci sia quasi nulla di inventato. :-)


English
It is obvious that everything here listed comes from scolastic reality.
It's given full warranty that almost nothing is changed from reality. :-)


Français
Il est évident que tout ici énuméré vienne de la réalité scolastic.
On donne la pleine garantie que presque rien n'est changé de la réalité. :-)


Deutsch
Es liegt auf der Hand, daß hier ausgedrucktes alles von der scolastic Wirklichkeit kommt.
Wird volle Garantie gegeben, die fast nichts wird geändert von der Wirklichkeit. :-)


Español
Es obvio que todo aquí enumerado viene de realidad scolastic.
Se da la garantía completa que casi no se cambia nada de realidad. :-)


Português
É óbvio que tudo alistado aqui vem da realidade scolastic.
É dado a garantia cheia que quase nada é mudado da realidade. :-)


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