- Che cosa intende con questo ? In che senso il lettore si deve fare
“autore invisibile” ?
- Nel senso che deve rivolgere la sua piena attenzione alla struttura
ipertestuale di un libro che contenga ipertesti. In realtà in nessuno
dei miei libri è presente un vero e proprio ipertesto, ma sono numerosi
gli aspetti che propongono un modello strutturale che richiama quello ipertestuale.
- Se ogni lettore si fa “autore invisibile”, quanti sono i
lettori tanti sono i libri che vengono scritti durante la lettura ?
- Sì. E ogni lettore-autore scrive un libro diverso, che
risulta distante da quelli scritti dagli altri lettori nella stessa misura
in cui può risultare distante da quello scritto dall’autore visibile,
cioè da me.
- E ogni lettore-autore legge, interpreta e scrive il proprio
libro “invisibile” secondo il proprio grado di preparazione, secondo il
proprio livello culturale, secondo le proprie capacità di penetrazione
del testo scritto e quindi di comprensione ?
- Sì. In un certo senso possiamo dire che un libro ha
diversi strati, collocati a diverse profondità, e il libro può
essere interpretato, o compreso, a seconda della profondità alla
quale si trova lo strato più profondo al quale può arrivare
la capacità di perforazione dell’acume del lettore. Questo vale,
in generale, per ogni libro. Vale ancora di più per i libri della
mia collana, che sono volutamente strutturati in strati sovrapposti gli
uni agli altri.
- Si tratta di una capacità che i lettori devono dispiegare
in modo alternativo e nascosto ?
- Alternativo, certamente. Nascosto, non sempre. Infatti l’elaborazione
a margine che ciascun lettore può compiere può essere disgelata
e confrontata con quella compiuta dagli altri lettori. In questo modo il
commento-dialogo fra più lettori si trasforma in un “convegno di
scrittori”.
- Ma non si tratta pur sempre di un “convegno di interpreti”
?
- Interpreti di un testo ?
- Sì.
- No. No. Non è un convegno di interpreti di un testo.
E' un convegno di scrittori di testi che danno un senso ad un altro testo.
- Che è, pur tuttavia, il testo base.
- Non lo considererei come un testo base. Infatti l’autore non
propone proprie opinioni, ma espone cronologicamente dei fatti, suggerendo
la possibilità che nella cronologia sia rintracciabile una logica.
Sta al lettore-autore invisibile indicare la logica che ha personalmente
rintracciato.