BENEDETTO XIII - 1724-1730
(Pietro Francesco Orsini, Gravina di Bari, 1649)

a.gif (735 byte) lla morte di Innocenzo XIII, il candidato più probabile era il cardinale Paolucci, che era stato Segretario di Stato sotto due papi, ma a causa del veto imperiale posto dall'ambasciatore austriaco Maximilien von Kaunitz, si propende per una soluzione "neutra". Il prescelto é un asceta rigoroso, ma anche pio e abbastanza vecchio ed estraneo alle faccende politiche da non rappresentare una minaccia per i sovrani europei. Pietro Francesco Orsini, figlio del duca di Gravina, Ferdinando e di Giovanna Frangipane, fu eletto il 29 maggio 1724, consacrato Papa il 4 giugno, diventando Benedetto XIII.

A 18 anni aveva rinunciato al diritto di successione ed era entrato nel convento di San Domenico a Venezia, nonostante la famiglia si opponesse. A 21 anni era già noto professore e oratore e a 23 anni ordinato cardinale da Clemente X. La sua principale occupazione, nell'arco di tutta la sua vita, fu la devozione alla sua carica spirituale, esercitata con grande pietà e generosa carità. Sul suo esempio, anche la madre, la sorella e i due nipoti si consacrarono secondo la regola del Terzo Ordine domenicano.

Una colpa che gli fecero i Romani era quella di preferire la città di cui era stato arcivescovo, Benevento, e di trascurare la cura del governo di Roma, dove, invece, come riporta Montesquieu: "Una pubblica simonia regna oggi a Roma; non si é mai visto nel governo della Chiesa, regnare il delitto così apertamente. Uomini vili si sono preposti da ogni parte alle cariche". In effetti chi governava la città e gli affari di Stato era Niccolò Coscia, abile e spregiudicato faccendiere, nominato segretario dei Memoriali, che Benedetto XIII aveva assunto come segretario fin dai tempi del suo mandato episcopale a Benevento. Il Sacro Collegio, in verità, aveva cercato di mettere in guardia il pontefice contro le malefatte del Coscia, ma questi si era convinto che fossero solo calunnie. E aveva continuato a dedicarsi anima e corpo ai suoi impegni spirituali, mentre il Coscia depredava l'erario della Chiesa per arricchire la propria famiglia. L'11 giugno 1725 il Coscia fu nominato cardinale, nonostante l'opposizione di nove cardinali, e da allora cominciò a fare grandi concessioni ai capi di governo per ingraziarseli. Talvolta concedeva diritti contrari agli stessi interessi della Chiesa, che procurarono umiliazioni a livello internazionale allo Stato Pontificio: come quando il Papa dovette riconoscere Vittorio Amedeo II di Savoia re di Sardegna, a dispetto dell'antico diritto di sovranità pontificia sull'isola.

In occasione dei due terremoti che colpirono Benevento nel 1688 e del 1702, Benedetto XIII inviò ingenti somme di denaro pubblico per riparare i danni e portare soccorso e conforto ai bisognosi, tanto da essere nominato "secondo fondatore di Benevento". A Roma, durante la quotidiana passeggiata, visitava gli ospedali dove confortava gli ammalati e verificava lui stesso le condizioni igieniche in cui questi vivevano. Aderì con entusiasmo alle manifestazioni religiose: consacrò altari, celebrò sinodi, e per primo portò egli stesso, a piedi, il Santissimo durante la processione del Corpus Domini. Decretò che gli ecclesiastici dovevano abolire l'uso di parrucche e impone a tutti la "chierica".

Con il Giubileo del 1725 Benedetto XIII appagò il suo profondo zelo religioso: in occasione dell'Anno Santo fu aperta l'imponente scalinata di piazza di Spagna, per congiungere la piazza sottostante alla chiesa di Trinità dei Monti.

Benedetto XIII morì il 21 febbraio 1730, mentre i Romani si mobilitavano per uccidere il Coscia, che nel frattempo era fuggito, ma che sarà processato sotto Clemente XII. La città di Benevento gli dedicò un monumento, mentre parenti e seguaci gli eressero un'imponente opera in Santa Maria sopra Minerva. Tra i santi che questo pontefice canonizzò, ricordiamo Giovanni della Croce, Giovanni Nepomuceno, Luigi Gonzaga, Stanislao Kotzka e Margherita da Cortona.