Archeologia e storia dell'arte del vicino oriente antico
Prof. Cecchini Serena Maria
Anno accademico 1994-95

Basello Gian Pietro
Storia Orientale

Un bassorilievo ed un avorio
Confronto fra un bassorilievo neo-ittita ed un avorio neo-assiro

  1. Bassorilievo da Sakçe Gözü, enclosure gate. Staatliche Museen, Berlin.
  2. Avorio da Nimrud, forte di Salmanassar III, stanza 7, pannello 9.

Descrizione

Il bassorilievo neo-ittita

1. E' un bassorilievo su tre ortostrati posti l'uno a fianco all'altro, circa delle stesse dimensioni (solo il primo da sinistra è leggermente più lungo). La scena raffigurata si svolge in senso longitudinale comprendendo, da sinistra verso destra, un cocchio con due uomini trainato da un cavallo sovrastato da un disco solare alato, un uomo a torso nudo che colpisce un leone, il leone e una figura con tiara che a sua volta colpisce ancora l'animale. A parte quest'ultima, tutte le figure umane e animali sono rivolte verso destra. La scena non tiene conto delle divisioni degli ortostrati. In alto e in basso è limitata da un bordo a treccia irregolare in alcuni punti: sono due strisce che si intrecciano fra loro passando attorno a cerchietti. Mentre la figura con tiara occupa tutta l'altezza dell'ortostrato e l'uomo a torso nudo è un po' più basso (probabilmente perché regge un'ascia al di sopra della testa), gli uomini sul cocchio (e il cocchio stesso e il cavallo) sono molto più piccoli e sembrano quindi più lontani (infatti sono in piedi sul cocchio e limitati in alto dal sole alato).

Il cocchio è rappresentato di profilo e si stacca poco dal fondo dell'ortostrato. La cabina quadrangolare presenta l'estremità superiore curvata leggermente verso l'alto nella parte posteriore e una fascia a righe verticali nella parte inferiore (che forse rappresenta una frangia in tessuto). Sulla superficie della cabina, da uno stesso punto si dipartono in diagonale verso l'alto una lancia verso sinistra, una faretra verso destra. Quest'ultima ha la parte inferiore ricurva, da cui emerge forse una estremità a punta, mentre dalla sommità spuntano le frecce. Subito a destra spunta la sommità di un'altra faretra, posta sull'altro fianco del carro, piena anch'essa di frecce. La ruota a otto raggi, con asse posteriore, ha un rilievo decisamente più alto perché si trova in primo piano. Poiché il cavallo sfiora la cabina, è raffigurata solo la barra superiore semilunata del timone: la semiluna è però poco rotondeggiante, seppur divisa da tre doppie linee verticali in quattro spazi che sembrano decorati. La barra si lega alla parte superiore del collo del cavallo, ma non si nota nessun tipo di snodo o anello di collegamento. Come nella cabina, il rilievo è molto basso.

Il cavallo è di profilo, scolpito con un rilievo abbastanza alto con spigoli arrotondati, specie nella parte centrale. E' rampante, ritto sulle zampe posteriori e con quelle anteriori alzate che ricadono verso il basso. Ha una lunga e spessa coda (ma senza che siano annotati i peli) che scende parallela alle gambe posteriori e una criniera (sottolineata da tratti trasversali) che ricopre la sommità del collo. Il corpo è protetto da una armatura a scaglie rettangolari orizzontali poste in colonne. Sulla coscia anteriore destra pende un medaglione con (sembra, ma si trova proprio a cavallo di due ortostrati) cinque nappe. Sul collo vi è un altro gruppo di (sembra) cinque nappe, ma non si capisce dove siano attaccate. Le briglie (formate da una doppia corda) sono legate attorno al muso. Della testa del cavallo si distingue la narice e la bocca aperta (ritagliata nel muso).

Sul cocchio abbiamo due figure umane con volto di profilo, quasi piatte e emergenti poco dal fondo quando si staccano dalla cabina, ma all'altezza delle spalle il rilievo si è già ispessito e gli spigoli sono ben arrotondati, specie nelle braccia. In primo piano c'è, sulla destra, l'auriga, con busto a 3/4, che regge le briglie tese con le due mani chiuse a pugno, che poi scendono infilandosi nella cabina (parallela alle briglie in questo ultimo tratto sembra esserci un’asta -forse una frusta). Il braccio destro, sovrapponendosi in parte al sinistro, è ben evidenziato dal rilievo smussato. In secondo piano a sinistra c'è l'arciere con busto frontale. La posa è la stessa dell'avorio, a cui rimando: qui la freccia però passa davanti alla barba e al legno ricurvo dell'arco. Parte del braccio teso e dell'arco sono coperti dall'auriga. Ambedue sono vestiti con un'unica veste a maniche corte che cade fin sulle gambe, divisa in campiture rettangolari orizzontali con scaglie rotondeggianti (sembra, ma sono appena accennate). Hanno occhio grande, sopracciglia lunga, spessa e arcuata, naso ricurvo, barba a righe orizzontali di ciocche. La capigliatura non si distingue bene: sembra a file orizzontali di ciocche che non scendono fino alle spalle, ma sono più corte.

Al di sopra dei due uomini, riempie tutta l'altezza rimanente dell'ortostrato (occupandolo del tutto in lunghezza) un disco solare alato. Il disco è sottolineato da una circonferenza interna leggermente più piccola. Da esso pendono sei trattini che rappresentano i raggi. Le ali si spiegano orizzontalmente, appena inclinate verso il basso. Sono formate da due tipi di piume: presso il disco le piume copritrici evidenziate da una puntinatura a dischetti (per circa 1/4 della lunghezza di un’ala), poi le lunghe piume remiganti orizzontali disposte però (almeno nell'ala a sinistra, in quella a destra non si distingue bene) su due livelli, per cui quelle sul primo si sovrappongono alle altre che poi spuntano. Le ali terminano presso il disco con due volute che girano in basso verso l'esterno per poi ripiegarsi ancora verso il sole.

In secondo piano, dietro le zampe anteriori del cavallo e la coda e la zampa posteriore sinistra del leone, troviamo un’altra figura di profilo rivolta a destra; ma il torso è frontale, mentre le gambe sono leggermente divaricate. La parte superiore della figura emerge maggiormente dal fondo. Nel torso nudo sono sottolineati i pettorali, seppur in modo quasi geometrico. La spalla destra è più alta della sinistra, essendo il braccio destro alzato con un'ascia bipenne nella mano. Il braccio sinistro è rivolto in avanti, orizzontale, con il gomito leggermente piegato: la mano regge una lancia che si conficca alla sommità del corpo del leone per poi riemergere sul fianco con la punta, trafiggendolo. Indossa solo un gonnellino a portafoglio che arriva poco sopra le ginocchia, retto da una fascia. Il volto è simile a quello dell'auriga anche se (essendo più grande e più alto il rilievo) il grande occhio è meglio sottolineato, la bocca accenna un sorriso e la guancia è rilevata. Differisce invece per la pettinatura che è a casco, fino a poco sopra la spalla sinistra, con riccioli o boccoli in ordine sparso.

Il leone è rappresentato di profilo, rivolto a destra, a cavallo del secondo e terzo ortostrato. Il rilievo è abbastanza alto. Si nota bene la zampa posteriore destra che passa davanti alla sinistra ferma, appoggiandosi in avanti. La zampa anteriore destra si stacca molto in alto dal corpo per scendere ritta, appoggiandosi saldamente a terra. Della zampa anteriore sinistra si vede solo la parte terminale che sporge in avanti oltre il collo: la pianta del piede è rivolta verso l'osservatore e sembra anche trapassata da un foro. La coda sottile scende verticalmente curvandosi all'indietro sulla punta (sottolineata da ciocche di peli a pigna), toccando le zampe del cavallo. Quasi tutta la metà anteriore del corpo è ricoperta dalla folta criniera realizzata con ciocche appuntite l'una sull'altra discendenti dalla testa, lasciando libera la coscia della zampa destra. Il muso è separato dalla criniera da una striscia ricurva. La bocca è spalancata per il dolore, sono visibili i piccoli ma appuntiti denti, il naso è sottolineato da qualche tratto, si notano i baffi, l'occhio è strizzato. L’animale è trafitto fra gli occhi dalla punta della lancia maneggiata dall'ultima figura a destra.

Sopra il leone, riempiono lo spazio vuoto (ma solo in piccola parte e in modo irregolare) quattro rosette, di cui tre in fila orizzontale subito sotto il margine superiore degli ortostrati e una più in basso sotto la prima a sinistra, a mezza via fra il leone e il bordo superiore. Sono a dodici petali con dischetto centrale rilevato.

L'ultimo personaggio a destra è rivolto verso sinistra, posto a 3/4, con viso di profilo, gambe leggermente divaricate. Le due braccia sono rivolte a sinistra e reggono con le due mani la lancia che trafigge il volto del leone. La mano sinistra mostra il dorso, la destra le dita che si chiudono sul palmo. Il braccio sinistro passa sopra il petto (poco più in rilievo) e si stende con il gomito un po' piegato sotto l'altro braccio che, invece, è più rivolto verso l'alto. Indossa una lunga veste che arriva fino alle caviglie, con una spaccatura da cui emerge la gamba sinistra fino a sopra il ginocchio (sembra che vi sia anche una sottoveste che spunta): si vede distintamente il tessuto che girando attorno alla gamba destra, passa dietro mostrando la faccia interna. Il rilievo asseconda questo andamento. La veste è a scaglie rettangolari verticali su file orizzontali, con una fascia all'altezza della vita. Il volto è barbato come nell'auriga, con occhio grande, naso ricurvo, mentre la bocca non si distingue. Dietro l'orecchio c'è un ricciolo ripiegato verso l'alto all'indietro. Dal margine inferiore della tiara a punta, spunta una fila regolare di ciuffi separati da trattini verticali.

Sembrerebbe una scena di caccia, ma alcuni elementi (il disco solare, le rosette, la tiara divina a punta, il giovane in posa di smiting god...) fanno pensare a una raffigurazione mitico-religiosa. Così la figura a destra ha l’incedere e le proporzioni di una divinità, mentre il giovane centrale si può assimilare ad un eroe, forse Gilgameš.

 

L'avorio neo-assiro

2. Pannello in avorio di circa 55x8 cm, probabilmente posto nella parte inferiore esterna di una testata in legno di un letto. Rappresenta una scena di caccia composta, in senso longitudinale da sinistra verso destra, da un toro ferito, da un cocchio con sopra quattro uomini trainato da un cavallo, da altri due tori l'uno dietro l'altro in corsa. Tutti gli animali sono rivolti verso destra: questo dinamismo è centrato sul cocchio e bilanciato dal toro a sinistra che non è in corsa ma è ritratto nell'atto di accasciarsi e dal cacciatore sul cocchio che, rivolto all'indietro, lo trafigge con una lancia. La parte destra, per circa 1/3 della lunghezza, è molto rovinata, mancando tutta la parte inferiore dell'ultimo toro (anche se è rimasto qualche piccolo particolare delle zampe). E' incorniciata da un bordo irregolare in rilievo (largo circa 0.5 cm; superano questo limite, sovrapponendovisi in minima parte, alcuni particolari, come la sommità dell'arco) sul cui tratto inferiore poggiano le figure. La scena riempie il pannello nel senso dell'altezza (tanto che i tori sembrano molto sproporzionati rispetto agli uomini sul cocchio; sotto il secondo toro in corsa con le zampe slanciate in avanti è stato raffigurato un cespuglio a due rami) mentre sembra che nel senso della lunghezza, al limite destro, sia rimasto uno spazio vuoto: forse l'artigiano, cominciando logicamente a incidere da sinistra, non ha calcolato bene le debite proporzioni (la lunghezza del pannello era vincolata dalla sua funzione).

Cocchio e cavallo sono rappresentati di profilo. Il cocchio è formato da una cabina quadrangolare, con il bordo superiore ricurvato leggermente in su verso la parte posteriore, con angolo arrotondato. E' bordata da un motivo con sequenza di punti fra due linee continue (chiodi?); nella parte inferiore è aggiunta una fascia larga a righe verticali. Questi elementi farebbero comunque pensare ad un paramento in tessuto con frangia inferiore. Sporge dalla parte posteriore una linea ricurva che probabilmente indica uno scudo posto all'interno del carro. Occupano buona parte del fianco della cabina due faretre incrociate da cui sporgono frecce. La ruota è a sei raggi con circonferenza e mozzo rinforzati e asse posteriore. Il timone è a due barre, rinforzate da un'asta verticale leggermente inclinata che le unisce non appena si staccano dalla cabina: la barra superiore è leggermente ricurva e segnata da gruppi equidistanti di quattro trattini verticali (legature?); al di sotto è unito ad una campitura semilunata divisa in quattro spazi da tre fasce verticali (a punti racchiusi fra due strisce). Anche la parte inferiore della semiluna è bordata con questo motivo (ma è in parte coperta dal corpo del cavallo che è su un piano più vicino). Le tre fasce verticali si legano alla barra superiore in corrispondenza ai gruppi di trattini verticali, ma non a tutti: ad uno sì, ad uno no, alternativamente. I quattro spazi in cui risulta quindi divisa la semiluna sono occupati da altrettante rosette a sedici petali (prive però di dischetto centrale come invece nel bassorilievo) eccetto la prima da sinistra che ne ha otto (forse per motivi di spazio -in quel punto infatti la semiluna si restringe- ma allora perché non anche l'ultima a destra?).

Il cavallo ha la testa rovinata. E' rappresentato rampante in corsa, con zampe posteriori affiancate spostate molto indietro rispetto alla parte posteriore del corpo, viceversa per quelle anteriori, con ginocchia un po' piegate. Rispetto ai tori, il cavallo è molto più slanciato e leggero. E' ricoperto da una ricca bardatura: sul corpo abbiamo campiture verticali a scaglie orizzontali con rinforzo centrale, il tutto bordato dal solito motivo a punti (l'estremità inferiore presenta una serie di rientri); sul collo invece abbiamo file orizzontali di scaglie dello stesso tipo poste in verticale. Mentre la barra inferiore del timone scompare dietro il corpo, quella superiore si lega al collo con un anello infilato in uno snodo 'S' che lo collega a sua volta ad un collare che circonda la parte bassa del collo stesso. Da questo collare, sul fianco, pende con un’anella un medaglione bordato col motivo a punti, da cui a loro volta scendono (fissate sul retro del medesimo) quattro nappe. All'altezza della barra superiore del timone, si legano al collo, circondandolo, le briglie, che poi arrivano in mano all'auriga stando in tensione al di sopra della barra superiore per poi scendere blandamente nella cabina.

La posizione del timone (che si ‘infila’ dietro il corpo del cavallo) e la presenza dello snodo fanno pensare alla possibilità che i cavalli siano due, il secondo completamente coperto dal profilo del primo.

Sul cocchio abbiamo quattro personaggi di profilo. Il primo da sinistra (a cui abbiamo già accennato) è rivolto all'indietro: si sporge obliquamente dalla cabina e regge con le due mani una lancia che trapassa completamente il collo del primo toro. Il braccio sinistro in parte si sovrappone distintamente all'altro. Il volto non è barbato, il naso è grosso e ricurvo, l'occhio sfuggente, mentre la bocca è appena accennata da una linea che curva verso l'alto.

Poi abbiamo una figura con torso frontale, volto di profilo, colta nell'atto di scoccare una freccia. Il braccio sinistro è teso in avanti con la mano che impugna saldamente l'arco. L'estremità dell'asta della freccia poggia su questa mano (sembra che vi sia pure un salvapolso legato al braccio con una doppia fascia incrociata), per poi passare dietro l'arco stesso: la punta (rovinata) non è in asse però con l'asta. Il braccio destro è ripiegato all'indietro (con il gomito sfiora la testa della figura con lancia) in maniera innaturale per tirare la corda reggendo l'estremità posteriore della freccia. L'asta passa dietro la barba, ma la parte a sinistra è leggermente più in basso dell'altra. Il volto è barbato (con file di ciocche che scendono dai capelli e si dispongono una sopra l'altra sul mento), il naso ricurvo, l'occhio appena accennato.

Fra queste due figure se ne intravede un'altra in secondo piano, la cui parte inferiore del viso e quella superiore del torso è coperta dal braccio destro dell'arciere. Il volto è sempre di profilo, si vede appena l'occhio, mentre è più distinto l'orecchio e la capigliatura.

Sempre dietro l'arciere, ma a destra, si scorge l'auriga di cui vediamo appena la metà destra del profilo: appare una minima parte della capigliatura sulla fronte, l'occhio, il naso ricurvo; la spalla è coperta dal braccio teso dell'arciere, poi riemergono le braccia, con il braccio destro che si sovrappone in parte al sinistro; le mani chiuse a pugno tengono saldamente le due briglie. Sembra che a fianco delle briglie vi sia l'asta di una frusta.

Sulla cabina quindi, vari piani si sovrappongono fra di loro: la mano destra dell'arciere regge l'estremità della freccia che poi passa davanti al proprio petto; ma l'asta della freccia stessa, scorrendo sul braccio sinistro, passo sotto la barba. Il gomito ripiegato copre il secondo uomo, mentre il braccio sinistro e il corpo dell'arco si sovrappongono a loro volta all'auriga. La corda dell'arco passa sopra la testa dell'arciere stesso e quindi dell'auriga. L'auriga, infine, ha le braccia su due piani diversi.

La capigliatura dei quattro personaggi è identica: ciocche di capelli a file orizzontali formano una specie di casco che scende fin sulle spalle.

L'uomo con lancia ha una specie di scialle con bordo pieghettato che poggia su una maglietta semplice a maniche corte (l'orlo della manica è bordato da una fascia a punti) e un gonnellino formato da una fascia a punti da cui discendono grosse scaglie verticali. L'arciere ha una larga cintura priva di decorazioni, ma poi è ricoperto da una maglia a scaglie con maniche corte. Il gonnellino è in parte a scaglie verticali con rinforzo disposte su file orizzontali e in parte a campiture verticali punteggiate. L'auriga ha un’armatura a maniche corte con scaglie verticali rinforzate su file orizzontali. Dell'ultimo personaggio si distingue appena una cintura come quella dell'arciere.

Il primo toro è raffigurato di profilo nell'atto di cadere al suolo, colpito dalla lancia che gli attraversa il collo (la punta riemerge dal collo stesso). E’ molto tozzo e occupa tutta l’altezza del pannello. La lunga coda (che termina a punta, al contrario di quella del cavallo) è ripiegata in avanti (anche perché si trova all'estremo limite sinistro del pannello), passando su un piano leggermente superiore alla zampa posteriore sinistra. La zampa anteriore sinistra è piegata, così pure il collo e quindi il muso dell'animale, rappresentato di profilo con grande occhio tondo e pupilla nera incavata. Tutta la figura risulta quindi inclinata in avanti. Sul collo sono presenti incisioni ondulate che ne stilizzano la pelle mentre qualche tratto sottolinea la muscolatura delle zampe. Le due corna, essendo in profilo puro, risultano sovrapposte: sono leggermente piegate in avanti, per poi rifarsi indietro con la punta terminando sotto la ruota del carro, visibili fra i raggi. L’attaccamento con la testa è ottenuto con una fascia a trattini orizzontali e seguita da una striscia scura.

I due tori a destra sono nei particolari simili a questo, ma cambia la positura del corpo. Il secondo è in corsa, con testa alta, le zampe anteriori lanciate in avanti, viceversa quelle posteriori. Le zampe anteriori del cavallo passano al di sopra della coscia posteriore del toro, mentre la caviglia è in parte coperta dai pendagli del medaglione del cavallo. Al di sotto di tutto, passa un ramo con palmetta. Il terzo toro sembra intento a pascolare, non insidiato dal carro in arrivo seppure a contatto con l'altro toro in corsa: almeno così sembra, guardando la testa ripiegata in basso e quel che resta delle zampe. La coda è ripiegata in avanti come nel primo toro.

In basso, sotto il corpo del secondo toro, vi è un tronchetto che si biforca subito e nettamente verso destra e sinistra in due rami che terminano in altrettante palmette: almeno quella a sinistra è a quattro foglioline con nervatura accennata da alcuni trattini. Il ramo sinistro termina sotto la parte posteriore del cavallo, quello destro subito prima delle zampe anteriori del secondo toro.

Forse all'estrema destra è presente un altro elemento vegetale come riempitivo, che dall'angolo in basso si ricurva a sinistra sopra la testa del toro.

Confronto
Sono molti i particolari comuni alle due scene, così tanti che risulta facile ammettere che l’una e l’altra abbiano attinto dai medesimi cartoni circolanti nell’area vicino orientale, o, se non ci si vuole riferire ai cartoni in particolare, dagli stessi modelli figurativi. Ad esempio, fra i particolari simili possiamo ricordare la forma della cabina del cocchio, l’asse posteriore, la posa del cavallo e la bardatura (che corrisponde fin nei minimi particolari: la gualdrappa, il medaglione, le nappe), il timone semilunato, la posa delle figure sul cocchio (l’arciere e l’auriga hanno le braccia e le mani in positure simili) e quella del personaggio con tiara nell’avorio simile a quella dell’uomo con lancia sul cocchio nel bassorilievo... Ancora, in ambedue possiamo notare il gusto per la sovrapposizione intricata e a più piani delle figure, l’horror vacui, il netto limite inferiore e superiore. Tuttavia, proprio confrontando elementi simili, vediamo come a volte siano resi con stili differenti. Ma prima di soffermarci sullo stile, vediamo alcune differenze. Nel bassorilievo il fulcro della scena non è il carro: anzi, rispetto all’avorio, sembra proprio che vi siano aggiunte due figure totalmente estranee. Questo effetto è accentuato -almeno per noi moderni- dalle diverse proporzioni: oltre alle figure umane, balza agli occhi il contrasto fra cavallo e leone; ma anche nell’avorio c’è sproporzione fra cavallo e tori, seppur meno evidente a mio avviso. Lo stesso leone è in posa radicalmente differente da quella del toro colpito nell’avorio: mentre quest’ultimo soccombe piegato in avanti, il leone conserva tutta la sua maestà, con il volto rivolto in alto (nonostante il colpo inferto), la zampa in avanti, risultando quindi molto espressivo.

Stilisticamente, bisogna rilevare la differenza di materiale e dimensione delle due opere. L’avorio ha uno stile più corsivo, le figure umane sono più slanciate (i tori però sono molto tozzi: si noti tuttavia come conservi la propria agilità quello centrale), la bardatura e gli indumenti sono resi con grande minuzia di particolari (c’è quindi una certa attenzione al tessuto). Negli ortostrati, il rilievo ha modo di emergere di più, sottolineando la muscolatura e le superfici corporee (nell’avorio si doveva ricorrere a incisioni).

Il tema dell’avorio sembrerebbe laico, di caccia (nonostante la presenza meramente decorativa delle rosette sulla semiluna del timone), mentre quello del bassorilievo di carattere mitico religioso.

Mi sembra che le due scene, pur partendo dai medesimi presupposti figurativi, li svolgano in maniera differente: la scena dell’avorio ha uno sviluppo più semplice e lineare, pare proprio una normale scena di caccia; nel bassorilievo, invece, le figure hanno un maggior coinvolgimento, direi quasi affettivo, in ciò che stanno compiendo. Mentre là un cocchio insegue con buoni risultati tre animali, qui due figure in piedi più l’arciere combattono contro un solo leone. Probabilmente questa mia visione è dovuta alla maggior evidenza che hanno i particolari dei volti nel bassorilievo (specie i lineamenti del giovane a torso nudo, con quella specie di sorriso), evidenza che è facilitata dalla maggior superficie lavorabile. Inoltre le superfici di fondo lisce del bassorilievo, sicuramente più ampie di quelle dell’avorio, danno un’idea di solennità (forse a scapito del dinamismo delle figure, che comunque hanno già di per sè un incedere ieratico): l’horror vacui insomma, si esplica in modi diversi, visto che nel bassorilievo non si ha timore di lasciar vuoti gli spazi al di sotto delle figure.

Infine, sarà bene ricordare che noi siamo privi del contesto sia figurativo che ‘ambientale’ e ‘funzionale’ in cui erano inserite queste rappresentazioni: se il bassorilievo è una parte di un lungo fregio, anche l’avorio era contornato da altre scene, seppur ciascuna chiusa nel proprio campo; inoltre il bassorilievo era posto in un luogo pubblico e di passaggio, mentre l’avorio faceva parte di un arredo (forse un letto) e quindi si inseriva in un ambito privato di una determinata classe sociale.


a cura di Gian Pietro Basello <gpbasello@eudoramail.com>
san Giovanni in Persiceto, 03/VIII/2000