Cronaca dal Paradiso.
( Traversata Carnica
dal Rifugio Calvi al Rifugio Lambertenghi
)
Le mie mani intagliavano un bastone di
legno, lo stesso che mi aveva sorretto durante l’escursione che vi stò per descrivere, creando forme armoniose e facendomi
rivivere le stesse sensazioni che provavo rivedendo nei miei ricordi i vari
fotogrammi impressi nella mia mente. Ho intitolato questo articolo
non a caso “ Cronaca dal Paradiso “, perché se il Paradiso esiste vorrei che
assomigliasse il più possibile
all’ambiente che ho potuto ammirare in questa meravigliosa “traversata”.
Colori, suoni ed emozioni che ti danno il giusto “ ritmo” della vita, facendoti
apprezzare i vari valori essenziali di cui abbiamo veramente bisogno.
Con me come al
solito ci sono Giannino e Scubi, gli amici della
Montagna, quelli che sentono il richiamo della stessa naturalmente e sono
subito pronti a partire per una nuova escursione senza nessuna esitazione. Sono
le 16.30 del 30 agosto quando partiamo da un parcheggio nei pressi delle
Sorgenti del Piave (BL) imboccando il sentiero C.A.I. nr.132
che ci condurrà nei pressi del
Rifugio Calvi. Carichiamo sulle spalle
gli zaini e nella mente i pensieri e sinceramente vi dirò che non so
quali siano i più pesanti, ma più saliamo e più gli stessi diventano più
leggeri. Il primo tratto di sentiero si fa sentire nelle gambe e nel respiro,
ma anche quel problema lentamente scompare.
Appaiono le prime marmotte che uscendo
dalle loro tane emettono i primi “fischi” che richiamano l’attenzione di Scubi, nostro amico e “mascotte” dallo sguardo espressivo,
che si lancia inevitabilmente al loro inseguimento, nel vano tentativo di
raggiungerle prima che riescano a rientrare nella loro tana.
In un ora
circa arriviamo al Rifugio Calvi e proseguiamo sempre sul sentiero C.A.I. nr.132 che sale
verso sinistra inalzandosi per un ghiaione. In meno
di mezz’ora raggiungiamo una “selletta”, sulla cui
cima è posta la statua di una Madonnina e
nei pressi della stessa è posto u bivio. Dalla
“selletta”, nonostante stia calando il sole, si può
ammirare uno splendido scenario. Scendiamo quindi verso destra sul sentiero C.A.I. nr.140 ( seguendo la tabella CARNIA TREKKING, riportante
l’indicazione Rifugio Lambertenghi ) immergendoci nel silenzio e nella pace del verde
della Valle mentre a destra i colori della rocce ci
danno forza e sicurezza.
Verso le ore 20.00, dopo aver camminato
nel mezzo di un bosco di larici incontrando mucche e cavalli, arriviamo alla
Casera “Fleons di sotto”. Ci accoglie Ugo, il quale
ci ospita molto umanamente nella casera che lo stesso stà iniziando a ristrutturare. Nella vecchia
cucina alla luce della lampada a gas , quattro
chiacchiere accompagnate da un buon caffè e dalla “Mangilli
riserva”, che ci fanno apprezzare ancora di più l’ospitalità, l’umiltà e la
semplicità di Ugo. Si parla di emmigrazione
della gente di montagna, dei stambecchi, dei cervi, dei caprioli, degli orsi,
dei cinghiali. C’è ancora tempo per un due ciliegie
sotto grappa . Sono le 22.30, la stanchezza si fa sentire e l’impegno per
l’indomani ci suggerisce di aprire i sacchi a pelo e farci un bel riposo. Pochi
attimi e Scubi mi è già vicino per dormire accanto a
me. Ci svegliamo a causa della luce che
entra dalle fessure degli scuri. Sono le due e mezza del mattino,
usciamo ed assistiamo senza dire una parola ad uno spettacolo mozzafiato, la
luce della luna illumina quasi a giorno e il cielo è pieno zeppo di stelle che
brillano. Dopo aver contemplato lo spettacolo decidiamo di ritornare a dormire.
Pochi attimi e Scubi si addormenta nuovamente vicino
a me. Alle prime luci del mattino ci svegliamo. Ugo prepara il caffè, ci dà le
ultime indicazioni e dopo i saluti partiamo, seguendo
le indicazioni dei cartelli “CARNIA TREKKING” apposte vicino alla casera.
Percorriamo il sentiero per circa mezz’ora e arriviamo al Bivacco Casera Sissanis di sotto ( Sentiero C.A.I. nr.142
) dove purtroppo possiamo constatare che delle persone incivili hanno arrecato dei
danni alla casera stessa non curanti dei principi che accomunano la gente che
ama la Montagna. Rimaniamo molto delusi da quello che abbiamo visto, ma per fortuna
il paesaggio che ci accompagna fino alla Sella Sissanis
è un paesaggio indescrivibile ed incantevole specialmente per la musica di un
corso d’acqua con le sue continue cascatelle . Guardo la Sella Sissanis, poco
distante da noi e come al solito, ricordando le
escursioni già fatte , rammento a Giannino che da lì a poco davanti ai nostri
occhi sarebbe apparso un bel panorama . Pochi istanti ed ecco apparire un
bellissimo laghetto dal colore verde smeraldo (Q.ta
PASCOLI) che quasi istantaneamente mi trasmette un grandissimo senso di pace . Anche il panorama a 360° è stupendo .
Facciamo una prima sosta per consultare la cartina e mangiare dei gustosi
mirtilli che raccogliamo nei pressi della sella. Sull’estremità della sella c’è
un bivio . Un sentiero porta in basso al laghetto.
Decidiamo di prendere il sentiero C.A.I. nr.142a ( in cima alla sella Sissanis , non scendere al laghetto, ma proseguire a sinistra in
quota). Camminiamo sulla Creta Bordaglia e possiamo
ammirare in basso a sinistra l’omonimo ed incantevole lago che rispecchia nelle
sue acque lo stupendo panorama circostante . Si
cammina sulla Creta Bordaglia
attorniati dal silenzio meraviglioso della natura, con il sottofondo armonioso
dei nostri passi sulle pietre che scandiscono il tempo. Tempo che vorrei si fermasse ora immortalando le immagini e i suoni che ci
circondano. Dopo 10 minuti si arriva al passo giramondo, dove si prosegue per
il sentiero
C.A.I. nr.403 per il rifugio Lambertenghi. Incontriamo una
famiglia e nonostante le nostre lingue siano diverse il saluto è d’obbligo come
pure un sorriso, che per fortuna non ha bisogno di interpreti.
Sempre seguendo il sentiero nr.403, entriamo i territorio Austriaco scendendo bruscamente in una vallata
verde circondata dal grigio magico delle rocce che delineano dei panorami
indimenticabili. Dopo circa mezz’ora il sentiero ritorna lentamente in quota . Verso le 12.00 arriviamo nei pressi di una malga sempre
in territorio austriaco , poco prima incontriamo un
gruppo di ragazzi , tra i quali Michela di Talmassons
. Ci danno le ultime indicazioni per arrivare alla meta e la loro grande disponibilità per un eventuale passaggio dal Rifugio Tolazzi a Forni Avoltri. Circa
un’ora e arriveremo al Rifugio Austriaco nei pressi del lago Volaia. Percorriamo il sentiero che sale e finalmente, alle
13.00 arriviamo al rifugio Austriaco dove possiamo ammirare la bellezza del
Lago Volaia con le sue splendide acque. Facciamo una
breve sosta per una birra e per goderci il stupendo
panorama. Si riparte pochi minuti e siamo al rifugio Lambertenghi.
Anche qui facciamo una breve sosta e ripartiamo, dopo
circa un’ora arriviamo al Rifugio Tolazzi dove
abbiamo la fortuna di trovare un passaggio fino a Forni Avoltri.
Arriviamo a Forni Avoltri e siamo nuovamente
assistiti dalla fortuna, altro passaggio fino all’auto nei pressi delle
Sorgenti del Piave. E con quest’ultimo colpo di
fortuna si conclude questa meravigliosa escursione in
un ambiente intatto e selvaggio, scrigno di gioielli naturali, di paesaggi
mozzafiato, dove il silenzio viene interrotto solo dal sussurro del bosco e
dalla danza delle foglie che vibrano al vento. Escursione fatta di pace , serenità e calma, dipinta nella nostra mente con i colori
forti dei suoi fiori, con i richiami delle marmotte, con gli indimenticabili
panorami riflessi nelle splendide acque dei laghi, con l’umiltà e la semplicità
dei saluti della gente di montagna. E ora che ho finito di scrivere quest articolo, mi ritrovo nuovamente ad intagliare questo
legno magico guidato dai meravigliosi ricordi che un giorno rivivranno
in ogni suo intaglio.