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Sentiero Spinotti ( sentiero
C.A.I. nr.145 )
(SENTIERO ATTREZZATO)
Fotografie
di Marco BON e Max RAFFL
Consigliato ad escursionisti esperti
Collegamento tra il
Passo Volaia e il Costone Stella mt.2200. Antico sentiero di cacciatori scoperto a fine
ottocento dalla leggendaria Guida Carnica Samassa. Il sentiero che permette il collegamento tra il
Passo Volaia e il Rifugio Marinelli
è stato attrezzato nel 1934 dalla S.A.F. di Udine.
( Tempo
necessario per l’escursione: ore 5 )
La notte non era
passata molto bene, tra un dormiveglia e l’altro era arrivato il mattino.
Fuori il cielo non prometteva una gran bella giornata, ma ormai avevamo
deciso di partire verso quella escursione che per me, da parecchi anni, era
fonte di meditazione. Fin da piccolo avevo sentito parlare del sentiero
Spinotti.Avevo sentito un’infinita di voci sulle
difficoltà dello stesso e letto alcuni articoli che descrivevano
l’itinerario, ma non era bastato per farmi acquistare sicurezza. Avevo
risposto con un si all’invito di Max, ma devo essere sincero, man, mano che
si avvicinava il momento di affrontare l’impresa ero sempre più convinto che
dopo alcuni metri avrei desistito e avrei ripiegato per il monte Rauchkofel mt.2460 ( sentiero C.A.I. nr. 436 dal
Rifugio austriaco 2 ore ) poche ore dal passo Volaia,
in territorio austriaco.Mio figlio Marco, amante
delle imprese difficili, nonché promessa del calcio, invece, era molti anni
che desiderava arrivare in cima al mitico e leggendario Spinotti. Il tempo di
una colazione rustica a sostituire le moderne “barrette energetiche”delle
nuove leve di escursionisti, con un panino di mortadella, che come dice il
saggio Giannino, diventerà carburante per le nostre gambe, un buon caffè e
alle 7.15 siamo pronti sul cancello con gli zaini e gli scarponi che
scalpitano, in attesa del buon Giannino. Aspettiamo pochi minuti e lo stesso
arriva puntuale. Da buon indigeno, alle 7.30 del mattino, mentre tutte le
anime del circondario stanno dormendo, essendo anche sabato, con la sua voce
da orso Yoghi, grida al vento “Isal
pront al cafè?” ( è
pronto il caffè? ). Il tempo di fare e bere un altro caffè, che comunque bevo
volentieri sperando di svegliarmi un po’ e siamo già sulla mitica Ibiza
bianca in direzione di quei meravigliosi monumenti scolpiti nell’orizzonte
davanti a noi. Marco dopo alcuni minuti esaurisce l’autonomia e, dopo essersi
steso, parte in una continuazione del sonno. Gli altri due componenti la
compagnia Max e Franco ci raggiungono telefonicamente avvertendoci che ci
incontreremo direttamente a Collina nel parcheggio del Rifugio Tolazzi.( punto di partenza
dell’escursione, raggiungibile percorrendo km.2,5
di rotabile da Collina ) . Max è il famoso personaggio altoadesino , che già i visitatori di questo sito
conoscono con i vari sopranomi di “ l’uomo mela”, oppure “l’uomo
dal codice fiscale impossibile”, oppure ”’escursionista scalzo”,
per aver effettuato parte dell’escursione allo Jof
di Miezegnot scalzo. Ma sempre il Max è anche
famoso per la sua specialità nel diventare MASC esperto in formaggio
gorgonzola, nonché produttore di gelato e yogurt, mentre Franco , detto anche
“BINDI”, è l’organizzatore – artefice di questa escursione. Franco è
un amante della montagna a tal punto,
che per l’occasione ha smesso di lavorare alle 7.30 del mattino e si è
aggregato a noi per accompagnarci in questa stupenda escursione, diventando
elemento importante della stessa. Stiamo viaggiando alla volta di Tolmezzo discutendo sul fatto che davanti a noi il cielo
non promette nulla di buono, ma ugualmente siamo fiduciosi anche perché uno
dei nostri motti, pensandoci bene, mai andato in porto è il seguente : “caso
mai la butin in fieste” ( caso mai la buttiamo in festa ).
Quando transitiamo per Villa Santina Max avverte telefonicamente che è
d’obbligo una sosta come da tradizione a Rigolato.
Arriviamo a Rigolato e il buon Giannino e Marco si
sparano una delle loro “barrette energetiche “ alla vecchia maniera,
due bei crapen, mentre Max esce da un
supermercato con il rifornimento , di un non si sa cosa, contenuto in un
piccolo sacchetto . Dieci minuti e siamo di nuovo in marcia in direzione di
Forni Avoltri, dove prendiamo la strada a destra
per Collina e quindi dopo aver superato il mitico ristoro da Canobbio, ci dirigiamo verso il Rifugio Tolazzi ( Plan di Val di Bos mt.1350). Parcheggiamo l’auto e dopo esserci preparati,
carichiamo gli zaini in spalla e partiamo imboccando una strada forestale
sentiero che si trova nei pressi ( direzione del Rifugio Lambertenghi-
Romanin ).
Dopo alcuni minuti ad un bivio prendiamo il sentiero C.A.I. nr.144 a sinistra verso il Rifugio Lambertenghi-Romanin.
Nella mia mente si fanno sempre più pesanti i pensieri sull’affrontare o meno
il sentiero Spinotti. E’ sempre più forte la mia convinzione a lasciar
perdere l’idea di seguirli in quella escursione e ripiegare sul monte Rauchkofel in Austria, ma non so come, Franco riesce ad
incutermi un po’ di sicurezza illustrandomi l’itinerario. Camminiamo sul
sentiero che sale lento (FOTO1), mentre in sottofondo veniamo accompagnati dai
fischi delle marmotte e dal gracchiare dei corvi. Il gruppo è molto unito e
molte cose ci accomunano, ma la più importante è quella che siamo abituati ad
andare per monti, con l’essenzialità che ci hanno insegnato i “vecchi”,
senza sfoggiare tecnologie moderne o marche di grido, consapevoli che ogni
escursione portata a termine, non è frutto ne della tecnologia moderna ne
tanto meno delle grandi marche, ma è tutto merito della “Grande Signora”
che ce lo ha permesso.Camminiamo tranquillamente
producendo con i bastoni e gli scarponi, sul pietrisco, una sorta di musica
ritmica, mentre le “Grandi Signore”, in parte ci circondano con il
loro meraviglioso colore. Arriviamo nei pressi del bivio con il sentiero C.A.I. nr.145 ( mt.1880 ) dopo circa un’ora e mezza. Il mio sguardo si posa
lassù in cima ad un’enorme parete grigia ( FOTO2 ) ,
dove una nuvola sta accarezzando la cima. Sì è proprio lassù che dovremmo
arrivare. Guardo nuovamente quella montagna e il mio sguardo si ferma su dei
puntini minuscoli e colorati che stanno salendo il sentiero. Cerco di non
pensare a nulla, ma la paura di non farcela è tanta. Franco ci convince a
fare una piccola sosta al Rifugio Lambertenghi ( mt.1955 ) (FOTO3) ,
al Passo Volaia, anche per poter ammirare il sempre
bel panorama dello stupendo lago Volaia in Austria
( Wolayer See ) (FOTO4)
con il suo Rifugio caratteristico ( Pichl Hutte mt.1959 ), che Max non ha
mai visto. Il tempo di cambiarci le magliette e di mangiare le famose mele “MAX
RAFFL” e siamo di nuovo in marcia percorrendo a ritroso lo stesso
sentiero che poco prima avevamo percorso per arrivare al Rifugio. Pochi
minuti e arriviamo nuovamente al bivio con il
sentiero C.A.I. nr.145 che ci porterà
all’inizio del sentiero Spinotti. Camminiamo sotto la direzione del mitico HER
FRANCO che detta ordini precisi e regole, specialmente al Max, il quale
capisce tutte le regole perfettamente, ma non sa in quale ordine eseguirle.
Ed infatti svariate volte segue il sentiero con il piede fermo e deciso ,
facendo attenzione ai caratteristici colori dei segnali, ma si dimentica di
respirare. Dieci minuti ed eccoci davanti
all’inizio del sentiero Spinotti, la mitica scala. (FOTO5) Si è
proprio li davanti a noi preceduta da un tratto di roccia da superare con
l’ausilio di una fune in metallo.( FOTO6 )
Qualche attimo di tentennamento e con i consigli forti e decisi di HER
FRANCO BINDI, nonché con una buona dose di solidarietà tra di noi, stiamo
salendo come stambecchi uno dietro l’altro e Max ne sa qualche cosa!. Le
emozioni che sto provando sono indescrivibili ed impagabili anche se la paura
è sempre li vicina. Stiamo salendo tutti assieme verso quella vetta che poco
prima mi sembrava impossibile. (FOTO7)
Attorno a noi uno spettacolo stupendo, non c’è il sole e le nuvole ci
accarezzano, mentre il sentiero, da dove siamo partiti, ormai sembra un
tratto di matita lontano ( FOTO8 )
come ormai sono lontane le preoccupazioni di non farcela. Un sentiero meraviglioso
tra roccette,
attrezzato con funi di metallo, ci porta fino lassù in una pace ed un
silenzio indescrivibili, attorniati da uno spettacolo mozzafiato. (FOTO9). Siamo sulla cresta ( FOTO10 ).
In basso si vede il campeggio di Canobbio e il
Rifugio Tolazzi. I due fotografi ufficiali MARCO e
MAX non smettono neanche un istante di immortalare quelle immagini che noi
già abbiamo memorizzato nella nostra mente e nei nostri cuori. Camminiamo
ancora alcuni minuti superando dei tratti attrezzati ( FOTO11
) ed altre piccole difficoltà ( FOTO12 )
ed eccoci finalmente arrivati in vetta a 2200
metri. Circondati dall’immenso , camminiamo per qualche metro sul crinale.
Foto di rito del gruppo (FOTO13)
(FOTO14).
Scendiamo ancora qualche minuto ed entriamo tra le nuvole in un paesaggio
lunare.( FOTO15)
Di comune accordo, anche perché Max , Masc ha
deciso che ha fame, ci fermiamo a pranzo. Masc ci
stupisce subito con il suo metodo tecnico di degustazione del formaggio
gorgonzola ( ecco cos’era il suo rifornimento !!) del quale è esperto, una
fetta di mezzo chilo in una minuscola rosetta ed il gioco è fatto. ( FOTO16
) Masc tenta anche inutilmente di barattare
con Marco dei panini con la mortadella , ma tale impresa non gli riesce a
causa della gran difesa dei suoi panini da parte di Marco. Per ultimo
degustiamo mele a volontà, naturalmente produzione “MAX RAFFL”. Il
tempo di riposare qualche minuto, mentre Max collauda il suo nuovo modello di
calzoncini da montagna ad aerazione naturale e siamo subito pronti ad
ascoltare gli ordini del valido ed insostituibile HER FRANCO BINDI che
nella sosta è stato colto da una irrefrenabile gola di bere una birra.
Giannino passa al comando del gruppo con il suo accappatoio portatile da cervicalgia scendendo ancora per il sentiero C.A.I. nr.145 fino ad arrivare al bivio con il sentiero C.A.I. nr.143 che salendo a sinistra porta al Monte Coglians ( metri 2780 ) mentre diritto prosegue fino al
Rifugio Marinelli. HER FRANCO BINDI, ci
indica un nuovo sentiero – strada segnato sulla cartina Tabacco, ma non
numerato che piega sulla destra verso il basso. che ci conduce sulla strada (
C.A.I. nr.143 ) che
arriva alla Malga MORAREET mt.1682 ( stupenda malga
dove viene offerta anche la possibilità di dormire 328.1352828
) ( FOTO 17 ) e
successivamente al Rifugio Tolazzi. Scendiamo per
il sentiero che si fa sempre più ripido, mentre il mio caro ginocchio con i
suoi legamenti e il suo menisco mi stanno comunicando che non ce la fanno
più. Anche la caviglia dello sportivo Marco grida vendetta. In circa mezz’ora
arriviamo alla Malga, assistendo lungo il percorso, anche a qualche tecnica
di mimetizzazione del HER FRANCO BINDI. Tempo di acquistare una “SCUETE”
( ricotta affumicata )e scendiamo verso il Rifugio Tolazzi,
al Plan di Val Bos mt.1350,
accompagnati dal suono di alcune cascate ( FOTO 18 )
che si fa sempre più vicine. Pochi metri e finalmente possiamo ammirarle
nella loro bellezza, mentre sulla destra su di una grande roccia c’è un
grande affresco raffigurante San Bernardo (FOTO
19) protettore degli alpinisti. Pochi minuti ancora ed eccoci arrivati al Rifugio Tolazzi,
( FOTO20 )
stanchi ma con tanta soddisfazione.Abbiamo ultimato
anche questa stupenda ed indimenticabile escursione in un ambiente veramente
molto bello, nonostante la giornata non fosse delle migliori. Un’ escursione
che ci ha regalato delle emozioni impareggiabili e nella mente ci ha impresso
dei dipinti della natura veramente senza confronti. Ed ora, dopo aver scritto
questa umile cronaca , sperando di avervi descritto abbastanza bene questo
itinerario , non mi resta che scrivere la cosa più importante; Grazie Dio!
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