COrso
per operatore dell’escursionismo. ESCURSIONANDO (Bacheca
virtuale degli escursionisti) |
Bivacco Nogara mt.1850 e Forcella Mangart
mt.2263 (EE) (Alpi Giulie) “camminando sul
confine del cielo” Descrizione, cronaca e immagini dell’escursione. Fotografie di Max RAFFL e Dorino BON. “ Vado in montagna perché è l’unico modo di
volare che conosco.” Dorino BON.
Martedì 14 ottobre, ore 14.30. La giornata a Basaldella (UD) è
stupenda e piena di sole. L’appuntamento con Giannino e Max è fuori casa mia.
Metto le ultime cose dentro allo zaino e sono pronto . Destinazione il
Mangart. Attendo i due compagni di avventura vicino alla mitica IBIZAMOBILE
in compagnia di mio figlio Marco, che in questa occasione non sarà dei nostri
a causa di un recente infortunio sportivo che lo costringe a camminare con le
stampelle (FOTO).
Precisi come un orologio svizzero, arrivano Giannino e Max (attenzione altra
attività imprenditoriale del Max in partenza . Pane fatto in casa!!!). Il
tempo di una foto in compagnia di Marco e Rosetta (La donna del caffè e anche
tutto per me) e siamo pronti. Partiamo in direzione del casello autostradale
di Udine Nord , dove imboccheremo l’autostrada A23 in direzione di Tarvisio.
Dopo circa 45 minuti arriviamo a Tarvisio dove usciamo dall’autostrada e
proseguiamo fino all’uscita che indica Lago di Fusine. Altri quindici minuti
di strada in un ambiente montano meraviglioso,
fatto di colori stupendi, e arriviamo al meraviglioso Lago di Fusine
inferiore. Proseguiamo ancora , salendo per una comoda strada asfaltata e
dopo alcuni minuti arriviamo al lago di Fusine superiore a metri 920.
Parcheggiamo l’auto e ci prepariamo (FOTO). La prima meta
dell’escursione è il Bivacco Nogara posto a metri 1850 sotto le pareti
maestose del Mangart, dove passeremo la notte (FOTO). Il tempo
previsto per raggiunge il Bivacco Bogara
è di circa tre ore. Il peso degli zaini questa volta si fa sentire, ma
l’entusiasmo per la nuova escursione ci consente di superare la difficoltà.
Partiamo che sono le 16.00 dal ristoro -baita “AI SETTE NANI” che si trova
nei pressi del parcheggio del lago (mt.941), imboccando il sentiero che si
trova sulla sinistra del rifugio stesso (FOTO). L’itinerario
per il Bivacco Nogara è ben segnalato da appositi segnavia e cartelli del
C.A.I. che indicano la direzione e il tempo necessario nonché il numero del
sentiero C.A.I.. Il sentiero si
addentra all’interno di una natura
rilassante cosparsa dei colori autunnali (FOTO) che la rendono
ancor di più affascinante (FOTO). Gia
dall’inizio del sentiero si possono notare i danni causati dalla recente
alluvione ed alcuni cartelli ci avvertono che i sentieri possono risultare
interrotti . Percorriamo il primo tratto del sentiero che sale lentamente nel
bosco, (nel bosco si potranno ammirare gli ABETI DI RISONANZA. Il loro
legno possiede particolari caratteristiche acustiche ed è usato per costruire
i violini) ma è meglio che non vi illudiate dalla facilità iniziale . Il
sentiero dopo alcuni minuti, e per circa un’ora di cammino, si alza
bruscamente , mettendo a dura prova le nostre gambe. Davanti a noi da subito
si presentano le pareti severe del Mangart (FOTO) circondate dai
colori del bosco. Il Mangart è la meta della nostra escursione. Il programma
infatti prevede il pernottamento al Bivacco Nogara e l’indomani mattina la
salita , attraverso la via normale ( che si trova subito dopo aver
oltrepassato il confine con la Slovenia posto poco dopo la forcella Mangart),
al Mangart. Dopo un’ora di cammino circa, arriviamo ad un bivio (FOTO). A sinistra
prosegue il sentiero che porta al Rifugio Zacchi, mentre a destra si prosegue
per il Bivacco Nogara. (Comunque entrambe le mete sono segnalate con delle
scritte su di una enorme pietra) Davanti a noi sempre più vicine appaiono le
pareti maestose del Mangart. Sul sentiero, nei pressi di una incantevole e
suggestiva cascata, possiamo notare i segni del passaggio dei cervi e
caprioli. Man,mano che saliamo, il sentiero diventa sempre più difficile,(
aggira la montagna) (FOTO)
ma l’affascinante panorama che ci circonda ci allevia la fatica. Incantevole
la vista dei due laghi di Fusine incastonati come gioielli nei colori
stupendi della natura (FOTO). Saliamo
sempre di più in quota e la presenza della neve sul sentiero diventa sempre
più assidua. Questo particolare diventa un problema perchè ci pone davanti al
fatto che forse, proprio per questo particolare, l’escursione non sarà
portata a termine fino alla vetta. Continuiamo a salire superando due tratti
di sentiero attrezzati ( uno con cavo d’acciaio e l’altro con catena ), ma
non è questo il vero problema, bensì il calare della sera e i nuvoloni che
scendono sempre più densi impedendoci di seguire i segnavia del sentiero (FOTO). Nessuno di
noi si demoralizza, ma vi assicuro che la paura di passare una notte al
freddo nella nebbia o di perdere le tracce del sentiero è grande. Ci si
prepara già a come passare la notte nell’eventualità più brutta.Di positivo
c’è il fatto che dal calcolo del tempo trascorso dalla partenza (sono già le
18.50 circa) non dovrebbe mancare molto al Bivacco. La nebbia, l’oscurità e
la neve aumentano sempre più. Camminiamo con passo svelto studiando eventuali
bivacchi naturali nella roccia e dopo alcuni minuti, nell’oscurità, seguendo
solamente le tracce “magiche” di alcuni escursionisti passati in precedenza
sul sentiero, nel mezzo ai nuvoloni che corrono scorgo davanti a me
l’incantevole Bivacco Nogara, completamente costruito in legno. Voi non avete idea di quello che
si prova. Vedere quello stupendo bivacco in legno che sta davanti a noi è
paragonabile alla vista del più grande e lussuoso albergo del mondo. Parte
della paura se ne andata e riusciamo pure a scherzare (FOTO). Il tempo di
alcune foto ed entriamo nel bivacco (FOTO). All’interno
del bivacco ci sono ben disposti nove posti letto. Sistemiamo gli zaini e dopo aver acceso
alcune candele, nella comodità ed accoglienza di questo meraviglioso bivacco
ceniamo con i nostri succulenti panini nonché le squisite mele di Max RAFFL. Un brindisi a Marco,
che a dire il vero ci manca, con la mitica grappa ai cornioli, e dopo qualche
chiacchiera ci infiliamo nei nostri sacchi a pelo (FOTO). Prendere
sonno non è facile (FOTO),
ma chiacchiera dopo chiacchiera, piano,piano ci addormentiamo (FOTO). Nonostante
il freddo si faccia sentire, riusciamo a dormire alcune ore intensamente.
Mercoledì 15 ottobre, verso le quattro il primo ad alzarsi e Giannino il
quale, dopo essersi recato fuori dal bivacco, ci riempie di preoccupazioni
raccontandoci che fuori scende un leggero nevischio ed è pieno di nuvoloni.
Nonostante queste preoccupazioni, riusciamo a dormire di nuovo. Verso le otto
mi sveglio ed esco lentamente dal bivacco (FOTO). Mi accoglie un bellissimo cielo libero
dalle nuvole, e la creste delle montagne circostanti sono disegnate dalla
luce del sole. Neve, freddo, vento, in quell’istante non mi fanno paura (FOTO). L’unica cosa
di cui sono contento è il fatto che fuori c’è il sole ed è una bella
giornata. Comunico agli altri, che stanno ancora dormendo, la bella novità e
con calma mi godo il panorama che mi circonda. Svegliare Giannino e Max e
convincerli a partire alla volta della Forcella Mangart, comunque, rimane
l’impresa più ardua. Tempo che i due soci si sveglino e una pulita al Bivacco
e siamo pronti per partire nuovamente. Il sentiero per la Forcella Mangart (FOTO), inizia
proprio dietro il Bivacco Nogara, sulla sua destra. Iniziamo a salire
lentamente per il sentiero (FOTO), dopo alcuni
minuti di cammino sul sentiero il mio bastone, entrando nella neve dura, si
rompe. E’ inspiegabile come mi sento. Non avrei mai pensato che un bastone mi
potesse provocare simili emozioni. Continuo a camminare, ma non riseco a
rassegnarmi. Quell’evento mi ha segnato procurandomi grande tristezza. Mentre
cammino decido di esaminare il bastone e proprio nel punto dove lo stesso si
è spezzato posso notare che il bastone, come le persone, era ammalato.
Continuo la mia marcia cercando di illudermi che qualcuno, in primavera,
quando la neve sarà sciolta troverà parte di quel mio bastone intarsiato.
Proseguiamo il nostro cammino ,ignorando una pista creata sulla neve
precedentemente da altri escursionisti. Passo dopo passo arriviamo, non senza
difficoltà ad una prima forcella sulla destra dalla parte opposta alla
forcella Mangart, da dove possiamo ammirare uno stupendo panorama (FOTO). La giornata diventa ogni istante più bella
e la paura del maltempo è ormai solo un lontano ricordo. Tentiamo di
raggiungere la Forcella Mangart attraverso il sentiero principale nr.517, ma
a causa della neve, diventata dura e scivolosa, io e Max siamo costretti a
ripiegare, tornando indietro e riprendendo la pista aperta , sotto il
bivacco, in precedenza da altri escursionisti, mentre Giannino imperterrito
continua a percorre il sentiero che attraversa la parete. Lentamente e non
senza fatica, riusciamo a collegarci alla ”pista”. Saliamo lentamente sulla
pista creata sulla neve dura. Gli escursionisti che ci hanno preceduto hanno
creato dei piccoli “scalini” che salgono fino alla Forcella Mangart.
Purtroppo man,mano che saliamo, a causa della neve e del ghiaccio, ci
rendiamo conto che l’escursione non potrà essere portata a termine fino alla
vetta del Mangart. (e siamo felici di questo fatto. Così la prossima volta ci
andremo in compagnia anche di Marco) Pazienza ci accontentiamo di arrivare
alla Forcella da dove, comunque si può ammirare un bellissimo panorama anche
dalla parte della Slovenia, da dove arriva il sentiero della via “normale” al
Mangart. Giannino , con grandi difficoltà sta ultimando la sua “attraversata”
solitaria della parete che divide le due “forcelle” (FOTO). L’impresa si
dimostrerà molto difficile a causa della pendenza forte e della durezza della
neve (FOTO).
Dopo aver ammirato il panorama , mentre il vento soffia molto freddo,
scendiamo lentamente per la via da dove siamo saliti accompagnati da colori
affascinanti stesi sullo sfondo di un cielo azzurro intenso . Scendiamo per
un sentiero riparato dalle rocce del Mangart e per questo motivo, in alcuni
punti ghiacciato. Man, mano che scendiamo possiamo ammirare l’ambiente
circostante con i laghi di Fusine (FOTO). Percorriamo
il sentiero a ritroso oltrepassando i due punti attrezzati (FOTO) e in due ore di cammino arriviamo nuovamente
alla baita “AI SETTE NANI” sul lago di Fusine (FOTO). Il tempo del
pranzo sul lago con un brindisi a Marco con l’ottima birra (FOTO) e siamo
arrivati di nuovo alla fine di questa escursione faticosa, ma appagante nel
magico ambiente delle Alpi Giulie.
Come arrivare al Lago di Fusine Superiore:Da
Udine Nord autostrada A23 UDINE-TARVISIO. Uscire a Tarvisio e seguire per
Laghi di Fusine. Punto di partenza: Baita
“AI SETTE NANI”- Lago di Fusine Superiore mt.941 Cartografia: TABACCO 1:25.000 nr.019 SENTIERI C.A.I. :A sinistra della baita
si segue la pista forestale per l’Alpe del Lago. SI LASCIA SULLA DESTRA IL
SENTIERO C.A.I. NR.516. Si procede alternando prati e boschi fino al bivio
dei sentieri C.A.I. nr.513 (a sinistra) e nr.517a (a destra) nr. 517a;
517. Periodo consigliato: Luglio
– settembre Dislivello: metri 1737 Tempo necessario:Fino al
Bivacco Nogara ore 3.15, alla Forcella dal Bivacco altri 50 minuti. Punto d’appoggio: Baita
“AI SETTE NANI” mt.941 (parcheggio Lago
Fusine Superiore) telefono 0428.61195 |