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Casera Presoldon mt.1314(E)

Casera Lovinzola di Sopra mt.1524 (E)

(Prealpi Carniche)

 

Escursioni adatte anche alle famiglie

Cronaca, immagini e descrizione dell’escursione alla casera Presoldon e Casera Lovinzola di sopra.(Escursione del 19 maggio 2004)

 

Immagini di Dorino Bon.

 

“Amo quei luoghi della terra,

dove a pochi passi dal cielo

si riesce ad ascoltare

la musica magica del silenzio.”

Dorino Bon

 

 

Punto di partenza: Sella Chianzutan mt.950 ( circa 150 metri dal bar CHIANZUTAN sulla destra andando verso San Francesco) Arrivati nell’ampio parcheggio del Bar Chianzutan. Si prosegue a piedi per circa 150 metri, dove sulla destra si inerpica una stradina con segnavia c.a.i. nr.806. Si sale per circa dieci minuti fino a raggiungere una casera di recente costruzione. Quindi si prende il sentiero c.a.i nr.809 a destra ( ben segnalato) che porta alla Casera Presoldon (ore 01.00) (sul posto comunque ci sono le indicazioni con le tabelle c.a.i.). Il sentiero c.a.i. nr.809 si può prendere anche di fronte al bar Chianzutan. Il sentiero è segnato sul muro sulla nostra destra lasciando il bar Chianzutan sulla nostra sinistra.

 

Come ci si arriva: Fino a Tolmezzo con autostrada A23, poi seguire le indicazioni per Verzegnis. Oppure da Udine per S.S.13 in direzione di Trigesimo. In località Campagnola, al semaforo, si svolta a sinistra in direzione di CAVAZZO percorrendo la S.S.512. Arrivati a Gavazzo si seguono le indicazioni per Verzegnis e quindi per Sella Chianzutan.

 

Punto d’appoggio: Albergo CHIANZUTAN telefono 0433/2826

 

Cartografia: TABACCO 1:25.000 nr.013 Prealpi Carniche – Val Tagliamento.

 

L’itinerario

 

Tempo necessario per l’escursione: ore 1 (Fino alla casera Presoldon) ore 2.30 fino alla casera Lovinzola di sopra

Periodo consigliato: primavera – autunno (attenzione alla neve)

Dislivello: mt.574

Sentieri c.a.i:nr.809 – nr.806

 

Descrizione dell’itinerario.

 

Escursione nella terra dei Fossili risalenti a 70 milioni di anni fa.

 

Il cielo era ancora buio e una miriade di stelle lo decoravano facendolo apparire stupendo. Ammiravo quei minuscoli puntini luminosi che tremolanti mi facevano compagnia, mentre a bordo del “transatlantico “ di Max, ci stavamo dirigendo verso Sella Chianzutan,(posta tra La Val D’Arzino e Tolmezzo) punto di partenza della nostra escursione alla Casera Presoldon, in Val Tagliamento.

In un ora di macchina circa, tra un discorso e l’altro, arriviamo, al parcheggio dell’Albergo Chianzutan, dove lasciamo l’autovettura in un ampio parcheggio. Quando ci incamminiamo sono da poco passate le 7.30 e siamo pronti nuovamente a rubare del tempo al tempo per poter effettuare questa nuova escursione. Percorriamo circa centro metri dall’albergo e sulla nostra destra imbocchiamo il sentiero c.a.i. nr.806 che ci porterà su di una comoda rotabile fino ad una Malga.(FOTO) ( 10 minuti). Sul posto imbocchiamo il sentiero c.a.i. nr.809(FOTO) ( posto sulla destra della malga) che ci porterà alla Casera Presoldon. Iniziamo la nostra escursione mentre le prime luci dell’alba trasformano l’ambiente circostante in un quadro fantastico.(FOTO) Il sentiero è molto comodo e sale lentamente sul fianco della montagna innalzandosi gradualmente senza difficoltà.(FOTO) Man , mano che saliamo, davanti ai nostri occhi, si aprono degli scenari stupendi. Come in ogni escursione, seppur semplice, è proprio la magia della natura che organizza gli spettacoli più belli e affascinanti, giocando con i suoi colori.(FOTO) Camminiamo lentamente cercando di catturare ogni istante immagazzinandolo nella nostra mente e nel nostro cuore , commentando assieme a Max,come tutte le escursioni, sempre diverse l’una dall’altra, creino con le loro caratteristiche, delle stupende emozioni, imprimendo nei nostri ricordi una firma diversa di volta in  volta.(FOTO) Ogni piccolo passo ci porta a scoprire angoli di un ambiente affascinante fatto di colori, forme e luci che fanno apparire anche  questa facile escursione come una magica sorpresa.(FOTO) Ogni angolo che ci circonda ci crea delle stupende emozioni che ancora una volta ci fanno apprezzare gli infiniti angoli di questo nostro Alto Friuli. I panorami che possiamo ammirare, con la complicità di un filo di nebbia illuminata dalle prime luci magiche  del giorno, ci regalano uno spettacolo suggestivo.(FOTO) Si sale in prevalenza su di un sentiero molto facile che disegna il fianco della montagna, miscelando i colori forti dell’autunno , dove anche le forme degli alberi, (FOTO) sembrano disegnate da una mano fantastica. Ci si addentra , successivamente, all’interno di un caldo bosco, dove il sentiero è sempre ben segnalato e dopo circa un’ora, dall’inizio dell’escursione, sbuchiamo sul piazzale altamente panoramico, dove è posta la magnifica e confortevole Casera Presoldon.(FOTO) La Casera è incustodita(FOTO) e al suo interno è collocato un bellissimo e grande caminetto. Un grande tavolo con due capienti panche riempie la sala antistante il caminetto.(FOTO) La zona cucina(FOTO) è dotata di una cucina a legna e a gas, provvista di tutti gli accessori, mentre al piano superiore è situata una comoda stanza adibita a camera.(FOTO) Un luogo veramente bello dove poter passare qualche ora e perché no, anche qualche giorno, immersi in un ambiente veramente stupendo.(FOTO) Anche questa escursione è terminata regalandoci un nuovo tassello da aggiungere a quello che è il mosaico chiamato Alto Friuli.(FOTO).

 

Casera Ricovero Lovinzola di sopra mt.1524

 

Escursione del 19 maggio 2004

 

(Escursione adatta anche alle famiglie. L’escursione relativa alle immagini che pubblichiamo in questo servizio si riferisce all’escursione che abbiamo effettuato il 19 maggio 2004. Quindi consigliamo di lasciar passare un po’ di tempo prima di effettuarla in quanto il sentiero risulta difficoltoso a causa dell’abbondante neve presente)

 

LE IMMAGINI DELL’ESCURSIONE DEL 19 MAGGIO 2004.

 

Descrizione dell’itinerario: Dalla casera Presoldon a metri 1314 si prosegue salendo sulla strada forestale che si trova una volta sbucati dal bosco . (sentiero c.a.i. nr.809). Si prosegue salendo lungo detta strada lasciando la casera Presoldon sulla nostra destra. Si sale per circa un chilometro (circa 680 passi) e al primo tornante importante si prende il sentiero segnato sugli alberi alla destra del tornante. Il sentiero sale nel bosco in un ambiente fantastico circondato da stupendi colori e panorami. Da Sella Chianzutan mt.950 alla Casera ricovero Presoldon mt.1314. impieghiamo circa un’ora. Le condizioni meteo sono buone. Il sentiero sale con diversi divertenti tornanti regalandoci affascinanti panorami. Anche la seconda parte dell’escursione, dalla casera Presoldon alla casera Lovinzola di sopra (ore 1.30) diventa sempre più interessante. Scopriamo che la nostra convinzione di “semplicità” del sentiero diventa sempre più sbagliata. Dopo circa mezz’ora dall’inizio del sentiero dal tornante troviamo un interessante imprevisto. Più andiamo avanti e più neve troviamo. Ogni passo diventa più difficile e stimolante. Continuiamo la progressione sprofondando i piedi nella neve sotto un sole cocente che lentamente ci stà letteralmente “bruciando”. Ogni angolo che ci circonda diventa stupendo con i suoi panorami e il suo contorno fantastico. Dopo aver passato i ruderi della casera Palaribosa a metri 1347, proseguiamo fino ad arrivare al BIVIO con il SENTIERO C.A.I. nr.806 a metri 1490 che dopo poco ci porta alla vista della stupenda Casera Ricovero Lovinzola di sopra a metri 1524. La casera è posta in uno stupendo altipiano contornato da stupende cime e meravigliosi panorami. Il paesaggio diventa ancora più affascinante con la neve caduta abbondante durante l’inverno e non ancora sciolta. (Dalla casera Presoldon alla casera Lovinzola di sopra abbiamo impiegato ore 1.30. Dalla Sella Chianzutan alla casera Presoldon ore 1.00).

 

Nella casera si può pernottare e la stessa è provvista di camino e legna. Si raccomanda agli escursionisti di lasciare dei generi alimentari tipo cafè, zucchero, scatolette nelle rispettive Casere Presoldon e Lovinzola di sopra.

 

Sentiero c.a.i nr.809 : Sella Chianzutan mt.950 – Casera Lovinzola di sopra mt.1524.

 

Il sentiero c.a.i. nr.809 parte di fronte al bar Chianzutan a mt.950 circa e sale su di un verde prato. A metri 1071,si trova la casera Mongranda, la casera Presoldon a metri 1314, I ruderi della casera Palaribosa a mt.1347, il bivio con il sentiero c.a.i. nr.806 a metri 1490 (Che porta al Ricovero Casera Lovinzola di sopra posta a metri 1524).

 

Tempi di percorrenza: Dalla Sella Chianzutan al Ricovero Casera Presoldon ore 1. Dalla Sella Chianzutan al Ricovero Casera Lovinzola di sopra ore 2.30.

 

ATTENZIONE!!! Il 19 maggio 2004 i sentieri da casera Presoldon alla casera Lovinzola di sopra erano ancora pieni di neve.

 

 

 

IMPORTANTE!!

La descrizione di questa escursione è in linea di massima completa nei suoi dati, ma spesso, a causa di eventi naturali, da un giorno all’altro può subire delle variazioni o interruzioni anche importanti. Invitiamo quindi gli escursionisti che si apprestano ad effettuare un escursione ad informarsi, dove ciò e possibile, sulle condizioni dei sentieri e dell’itinerario, contattando i punti d’appoggio o gli Enti presenti in zona.

Sono gradite segnalazioni su sentieri interrotti o inagibili. Sarà nostra premura pubblicarle su queste pagine a disposizione di tutte le persone che amano la nostra Montagna. (segnalazioni)

 

Grazie e Buona Montagna.

 

 

Coincidenze magiche.

 

Avevo la fortuna di poter assistere, nei vari momenti della giornata, allo spettacolo impareggiabile che mi offrivano le “GRANDI SIGNORE*. Uno spettacolo che mi abbracciava quasi completamente dall’alba al tramonto. Vivere con uno spettacolo del genere non era facile credetemi. Infatti la voglia di scappare per raggiungerle e stare accanto a loro era continua. Panorami sempre diversi, ma meravigliosi. Monumenti della natura scolpiti nell’orizzonte con la complicità delle stagioni e della magica luce del sole. Stavo contemplando e meditando sulla bellezza di quelle cime maestose, che stavano li davanti ai miei occhi , mentre con il loro vestito bianco di festa, stavano accarezzando la pancia del cielo. Ogni volta che mi soffermavo su quello spettacolo, la mia mente scappava e volava libera a cercare , tra gli estremi di quelle Montagne, la meta della mia prossima escursione. Durante la settimana, la voglia di ritornare vicino alle Grandi Signore, era tanta e , già dal giorno successivo all’escursione al monte Cuarnan, che io affettuosamente , nella mia mente chiamavo il monte di Renato Bertossi di Melbourne, avevo iniziato a raccogliere e studiare i dati per stabilire l’itinerario di una nuova escursione visionando tantissime immagini, una più bella dell’altra, particolare questo che mi rendeva difficile la scelta. L’escursione del 20 novembre al monte Cuarnan, nonostante la sua semplicità, con la complicità della natura, ma a mio avviso anche del Gran Presidente, che sta lassù vicino alle vette, mi aveva regalato la visione di uno spettacolo a dir poco fantastico, forse il più bello che avevo visto fino a quel momento (anche se in montagna è sempre uno spettacolo meraviglioso) . Stavo facendo un’attimo di pausa , per riordinare le idee, guardando un gruppetto di passerotti che saltellavano nel giardino davanti casa, quando il mio pensiero automaticamente, quasi guidato, era andato a cercare , nei ricordi, il mio amico PIPPO. Pippo era un piccolo pettirosso, addomesticato, che ancora non avevo visto, come ogni anno , nel mio giardino. Per qualche istante , nei miei pensieri, l’immagine di quel piccolo amico, aveva riempito la mia mente, svuotandola da ogni altro pensiero, in essa contenuto. Il fatto di non aver visto ancora nessun pettirosso, mi sembrava molto strano, perché nel mese di dicembre degli anni passati, PIPPO si vedeva spesso nel mio guardino facendosi distinguere dagli altri per il fatto che era l’unico uccellino che senza paura veniva, saltellando, a mangiare le briciole di biscotto, vicino a me, senza alcun timore, anzi, dopo aver osservato le sue abitudini, avevo notato che quando arrivavano gli altri uccellini a mangiare , lui se ne stava distante, sui rami di qualche albero e, quando io aprivo la porta che da sul giardino, mentre gli altri uccellini intimoriti volavano via, lui piano, piano,  arrivava e sentendosi protetto, saltellando,  iniziava a mangiare. Trascorsi qualche ora del pomeriggio in compagnia di mio figlio, facendogli compagnia mentre si esercitava alla guida della mia “IBIZAMOBILE” in quanto prossimo agli esami di guida e dopo averlo accompagnato al Campo sportivo, dove avrebbe disputato una partita di calcio, come faccio di sovente ,decidevo di andare a far visita ai miei cari in cimitero.  Faceva caldo e splendeva un stupendo sole che illuminava i suoi viali ordinati con una luce particolare, mentre le “Grandi Signore” mi avevano appena salutato con la loro stupenda bellezza, che da quel luogo appariva ancora più grande e carica di importanza. Ed è proprio all’interno del cimitero che mi era accaduto un piccolo fatto che mi aveva fatto fantasticare, e non poco, su certi avvenimenti, piccoli e forse insignificanti, che visti sotto un aspetto “fantastico”, erano in grado di mettere in moto quel motore potente che è la fantasia. Appena entrato in cimitero ero stato subito accolto da due stupendi scoiattoli, uno di colore rosso forte e uno marrone scuro, che si stavano divertendo, non curanti della mia presenza, a rincorrersi a pochi metri da me. Quello rosso aveva in bocca una noce e quando stava per essere raggiunto dall’altro scoiattolo, emanava dei versi simili a risate.Li avevo ammirati divertito per alcuni istanti poi avevo continuato per la mia strada andando a fare visita ai miei cari. Ed è proprio nelle vicinanze di una lapide , dove mi ero fermato , che la mia attenzione venne richiamata da un stupendo cinguettio. Alzai la testa e davanti a me incrociai lo sguardo buffo e simpatico del primo pettirosso della stagione. Il tempo di un altro cinguettio, guardandomi negli occhi e il pettirosso volò via ad immergersi nei colori del cielo. Il fatto di aver incontrato il primo pettirosso dell’anno, dopo poche ore che avevo pensato a Pippo, mi fece fantasticare e penso che avrebbe fatto fantasticare e meditare chiunque, ma il particolare più magico, quello che mi aveva colpito maggiormente, creandomi anche delle emozioni, era che il piccolo pettirosso stava appoggiato sulla parte più alta di una lapide che rappresentava la cima di un monte , in memoria di una giovane alpinista, morta anni addietro in un incidente in montagna. Quel fatto mi aveva colpito molto, anche per le innumerevoli emozioni positive che mi aveva provocato. Mi sarebbe piaciuto rispondere con il massimo della razionalità alla mia mente che continuava a porsi mille domande su quello che mi era accaduto, ma la fantasia , ancora oggi, si rifiuta di darle una risposta.

 

 

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