COrso
per operatore dell’escursionismo. ESCURSIONANDO (Bacheca
virtuale degli escursionisti) |
Monte Baba Grande mt.2160 (EE) ( Alpi Giulie ) Fotografie di Max RAFFL e Marco BON. Cronaca
e descrizione dell’escursione del 30 settembre 2003. Escursione adatta alla categoria escursionisti fino al Bivacco C.A.I. Manzano. Dal Bivacco alla Cima della Baba Grande consigliata ad escursionisti esperti. “ Vado in montagna perché è l’unico modo di volare che conosco.” Dorino.
Martedì
30 settembre. La giornata a Basaldella, sotto il
punto di vista meteo , non era delle migliori, anche se le previsioni dei
giorni precedenti avevano sentenziato tempo variabile. Il cielo man,mano che
passavano le ore, diventava sempre più grigio in ogni angolo. Le nuvole si
addensavano sempre di più, ma se devo essere sincero, la cosa non mi
preoccupava più di tanto, finalmente avremmo usufruito del nostro motto “CASO
MAI LA BUTIN IN FIESTE” ( che tradotto significa che avremmo fatto festa
). Questa data era stata concordata durante la settimana precedente da me e
Giannino e d’impulso avevamo coinvolto anche mio figlio Marco e il mitico
“imprenditore “ MAX-MASC ( attualmente impegnato in una nuova attività
imprenditoriale nel campo della pasta fatta in casa ) i quali avevano
accettato l’invito con molto entusiasmo. Unico dubbio era la meta prescelta
per l’escursione . Mi ero informato su qualche escursione in una zona nuova e
la mia curiosità era ricaduta sulla ALTA VAL RESIA ed in particolare sulla
Malga COOT ( mt.1200 ) posta nel cuore delle Prealpi Giulie. Leggendo di quella località mi era
capitato tra le mani un opuscolo riportante le immagini di due monti
particolari, la Baba Grande e la Baba Piccola ( donna grande e donna piccola ). La Baba Grande mt.2160 si trova
nella vicina Slovenia a pochi minuti di cammino dal confine italiano che è
posto nei presso della Infrababa grande (
bellissima sella a quota 2000 ). Questo era il mio programma. Giannino invece
si era informato sulla CRETA DI AIP mt.2279 (Alpi
Carniche) partendo dal Passo del Cason di Lanza. Erano già le otto e il cielo diventava sempre più
pieno di nuvole “paffute e grigie”, ma d’improvviso accadde un fatto che mi
riportò indietro nel tempo a quando ero bambino. Nel cielo tutto grigio e
saturo di nuvole, vidi un piccolo buchetto dove si poteva intravedere il
colore del cielo azzurro. Un azzurro forte e pulito. Mi ricordai che da
piccolo mi era rimasto impresso tale fenomeno perché immancabilmente , quando
vedevo un piccolo buco azzurro nel mezzo del cielo, successivamente , invece di piovere, come
sarebbe stato logico, viste le condizioni del cielo, ritornava sempre il bel
tempo. Non dissi nulla a Marco di quel fatto e di quei ricordi e continuai ad
attendere l’arrivo di Giannino e Max . Il tempo di salutare Nadia la mamma
programmata per la super velocità con i suoi super Matteo e super Marchetto,
ed ecco che arrivano Giannino e Max a bordo della PASSATMOBILE. Sono
le otto e trenta e finalmente, dopo aver caricato gli zaini e scarponi, siamo
in viaggio sulla tangenziale verso Tricesimo. La
meta non era ancora decisa e in auto
si cercava di scegliere l’escursione più adatta alla giornata. Finalmente
dopo varie discussioni e votazioni, arrivati al bivio sulla statale Pontebbana ci dirigiamo verso Tarvisio. L’escursione è
decisa. Si va al Monte Baba Grande. Arrivati nei
pressi di Moggio giriamo a destra seguendo le indicazioni per la Val Resia.In pochi minuti
arriviamo a Resiuttta dove facciamo una
piccola sosta in un supermercato dove i “super” viziati e golosi danno sfogo
al loro istinto. Infatti Marco acquista subito un crapen
e dei dolcetti di cioccolata, Giannino le patatine al formaggio e il buon Max
una profumatissima mortadella con del pane fresco. Pochi minuti e siamo di
nuovo in macchina. Si riparte alla volta di Stolvizza,
Coritis e Malga Coot ( località
ben segnalate da numerose indicazioni turistiche, sempre comunque seguendo le
indicazioni VAL RESIA ). In
auto accade di tutto. Sui sedili posteriori si può assistere alla battaglia
di Marco per conquistare un pezzo di panino di mortadella, mentre Max tenta
inutilmente il baratto della stessa con dei dolcetti al cioccolato, il buon Giannino invece si rifornisce delle
sue amate patatine al formaggio ( confezione famigliare ) e della sua adorata
B…. Giannino si dimostra nell’occasione un grande autista , guidando
l’autovettura ( per dire la verità anche uno strano elicottero ) su di una
strada che si inerpica su tratti lastricati e difficili fino nei pressi della
Malga Coot. Parcheggiamo la PASSATMOBILE in
un piccolo parcheggio (FOTO)
nelle vicinanze della Malga e dopo aver calzato gli scarponi e caricati gli
zaini in spalla, ( qualcuno ha anche il tempo per una mela ovviamente di
produzione Max RAFFL ) (FOTO)
ci incamminiamo (FOTO)
verso la vicina malga Coot ( dal parcheggio 5
minuti di cammino ) (FOTO)
posta nel cuore del Parco delle Prealpi Giulie e la
definizione”nel cuore” vi garantisco che è vera. Arrivati alla malga Coot ( una delle più antiche malghe della Val Resia ) ci si sente veramente abbracciati da una natura
stupenda. Panorami stupendi(FOTO) ci circondano e
anche il tempo pian, piano si sta
mettendo al bello.(FOTO)
Davanti a noi si innalzano maestose , quasi a darci il benvenuto, le due
figure che avevo visto sull’opuscolo, la Baba
grande e la Baba piccola.(FOTO) Aggiriamo la
malga e dietro alla stessa , dopo aver salito alcuni gradini, imbocchiamo il sentiero C.A.I. nr. 642 ( sulla destra invece è posto il sentiero C.A.I. nr.741 che in un ora porta al Monte Guarda ed è una
escursione adatta anche alle famiglie) (FOTO)
. Dopo alcuni minuti si arriva ad un bivio non molto segnalato. Infatti mi
lascio trarre in inganno dai segni più marcati , mentre il buon Giannino
insiste per procedere in un'altra direzione (FOTO). Pochi metri e mi
accorgo che il sentiero che ho imboccato è il nr.741.
Ritorniamo indietro e riprendiamo il sentiero nr.642,
che al bivio scende a sinistra dopo aver oltrepassato un recinto di filo.
Giannino giustamente, va fiero di questo suo intuito anche se devo dire , non
per scusarmi, che le indicazioni erano molto poco chiare. Camminiamo per
qualche minuto e, arrivati ad un piccolo guado, dove scende un piccolo
torrente, la comitiva si divide. Marco e Max , amanti delle vie difficili,
decidono di percorrere una via che inizia proprio a destra del guado, salendo
per un sentiero di massi che si innalza bruscamente (FOTO) (FOTO). Decidiamo
quindi di ritrovarci al Bivacco C.A.I. Manzano a metri
1650(FOTO), Bivacco
posto proprio sotto la parete della Baba Grande. Io e Giannino invece proseguiamo
per il sentiero C.A.I. nr.642 e dopo circa 20
minuti arriviamo alla casera Berdo di sopra dove
troviamo un bivio. Proseguendo dritti per il sentiero nr.642
si arriva alla casera Canin e all’attacco alla via
normale del Canin, mentre a destra sul sentiero
C.A.I. nr.731 arriviamo al Bvacco
C.A.I. di Manzano . Proseguiamo quindi sul sentiero
nr.731(FOTO) un sentiero che
sale lentamente permettendoci di “volare” verso il Bivacco (FOTO) attorniati da
innumerevoli piante di pino mugo in un panorama colorato dalle tinte
rilassanti dell’autunno (FOTO).
Dopo alcuni minuti, all’attraversamento di un corso d’acqua, tra l’altro
buonissima, ci incontriamo nuovamente con Marco e Max che sembrano, dai loro
racconti, entusiasti della loro via. Dopo aver bevuto un po’ d’acqua ( fate
rifornimento perché si tratta dell’ultima acqua disponibile fino alla vetta )
ripartiamo verso la meta Giannino e io sul sentiero, mentre Max e Marco continuano
per la via più difficile (FOTO). Mentre sto
“volando”, accompagnato dalla musica del silenzio , osservo il mio bastone e
per un attimo rifletto sugli avvenimenti strani ad esso legati. C’è poco da
dire o riflettere. E’ proprio magico! Cammino imprimendo nella mente i
meravigliosi panorami (FOTO)
che mi circondano riflettendo anche sul fatto che molte delle montagne che
sto ammirando non le conosco (FOTO). Per un attimo ,
quel mio non sapere mi preoccupa, ma subito mi ritorna la serenità quando mi
riesco a convincere che non è importante e necessario che io debba sapere
subito come si chiamano tutte le montagne che mi circondano, ma è importante
che vederle mi facciano star bene e continuino ad essere presenti nelle mie
escursioni procurandomi le emozioni che provo
ogni volta come fosse la prima. Dopo circa un’ora e mezza di cammino
dalla Malga, finalmente arriviamo al Bivacco C.A.I. di Manzano
(FOTO) posto sotto
la parete del Monte Baba Grande a metri 1650. Un
caratteristico Bivacco di color rosso con tutti i confort dell’essenzialità
che contradistingue le persone che amano la montagna. Al bivacco ci
incontriamo nuovamente con Marco e Max (FOTO) che ci
raccontano di aver dovuto abbandonare, nell’ultimo tratto la loro via in
quanto l’ultimo pezzo di ferratine era risultato pericoloso per lo staccarsi
delle piastre di roccia dove gli stessi si appendevano. Il
tempo di rinfrescarci un po’ e di bere un buon caffè di Moka ( ricordatevi
sempre di lasciare qualche cosa nel bivacco, acqua, zucchero, caffè, candele,
fiammiferi, materiale di pronto soccorso, scatolette, eccetera ) e siamo
pronto per ripartire, ma dallo zaino di Giannino appare come un miraggio, una
bottiglietta di vetro contenente un liquido rosato. E si! E’ proprio lei ! La
mitica grappa ai cornioli creata da
Giannino. Ne beviamo un sorso a testa e siamo
veramente pronti per volare verso la nuova cima. Un nettare indescrivibile !
Ripartiamo quindi tutti uniti, seguendo il sentiero segnato sulla pietra a
sinistra , avendo di fronte il bivacco, contrassegnato dal numero in bianco e
nero 749 che indica la direzione da prendere per la Baba
Grande. Saliamo su di un ripido sentiero di gradoni di erba e pietra e
prendiamo quota (FOTO).
L’ambiente man, mano che saliamo diventa sempre più affascinante , siamo
contornati dalle rocce di un colore surreale (FOTO). In un’ora
saliamo bruscamente in quota e arriviamo alla Forcella Infrababa
Grande a quota 2000 metri (FOTO). accompagnati
dai giochi scherzosi delle nuvole che ci accarezzano il viso (FOTO) correndo da ogni
parte velocemente chiudendo e aprendo
l’orizzonte in continuazione (FOTO). Nuvole che alle
volte non ci fanno vedere nulla all’infuori della sagoma contornata dalla
luce , di chi ci sta davanti (FOTO). Oltrepassiamo
la Forcella e siamo in Slovenia. Procediamo quindi verso destra seguendo gli
evidenti e ben marcati segnavia bianchi e rossi. Camminiamo salendo sulle
rocce ancora 15 minuti(FOTO)
ed eccoci arrivati sulla cresta ( FOTO) e poco dopo
sulla cima della Baba Grande a metri 2160, mentre
il sole ha deciso di allontanare la gran parte di nuvole regalandoci alcuni
istanti di meraviglioso ed impagabile panorama. Marco e Max i fotografi
ufficiali (FOTO) immortalano
senza sosta i momenti più magici prima che il sipario illuminato dalla luce
del sole e dall’azzurro stupendo del cielo cali (FOTO). Momenti che mi
piacerebbe conservare sotto vetro per gustarli , con calma anche in altre
occasioni. Il tempo per la firma sul libro di vetta (FOTO) e siamo pronti a
gustare i nostri panini e la mitica birra. C’è spazio anche per le mega fette di salame del buon Max e delle sue deliziose e
insostituibili mele prodotte nella sua azienda agricola di Galleriano di Lestizza.
Riposiamo ancora per un attimo e siamo pronti a ripartire, prima però
raccolgo dalla vetta una piccola pietra e, come vuole la mia tradizione ,
stringendola in mano, la porto fino a casa dove la depositerò assieme alle
altre a ricordo delle mie escursioni, perché in ogni pietra raccolta in
vetta, mi piace pensare che viva l’anima di ogni singola Montagna. Max e
Marco scendono con molta disinvoltura , mentre io e Giannino scendiamo con
calma “ rubando” ancora un po’ di emozioni che ci regala il paesaggio che ci
circonda . Scendiamo lentamente, mentre le nuvole che precedentemente ci
avevano oscurato parte dell’ultimo tratto dell’escursione, si erano alzate ,
permettendoci di ammirare lo spettacolo, gentilmente offerto gratuitamente
dal Grande Presidente. Ed è proprio sotto di noi che possiamo ammirare
il pezzo di parete, sotto la quale è posto il bivacco C.A.I. di Manzano. Sembra, ad osservarla bene , la testa di uno
squalo. Continuiamo ascendere verso il bivacco ed in un passaggio delicato il
buon Giannino si accorge che un pezzo di roccia, dove lui aveva deciso di
appoggiare il suo piede per attraversare la parete, non era d’accordo e dopo
essersi staccata dalla parete stessa, aveva deciso di proseguire da sola
rotolando fino a valle. Giannino e io proseguiamo quindi con gran calma e
oltrepassiamo il punto critico continuando a scendere per il sentiero. Pochi
minuti e siamo in vista del bivacco. Max urlando ci avverte che è quasi
pronto il caffè . Arriviamo al bivacco mentre la luce del sole splende
illuminando stupendamente tutto quanto ci sta attorno. Il caffè preparato da
Marco e Max è pronto. Lo gustiamo con molta calma continuando in silenzio a
guardarci attorno, fotografando nella nostra mente tutti quei meravigliosi
angoli che la natura ci regala in quegli attimi. Rifletto in silenzio ,
guardando quello spettacolo, e più guardo quelle Montagne e più sono felice
che esistano. Stanno lì anche loro a guardarmi e mi abbracciano forte, forte,
trasmettendomi emozioni forti e serenità senza chiedermi nulla in cambio.
Dopo aver pulito il bivacco siamo pronti per ripartire verso il sentiero che
porta alla Malga Coot. Max e Marco si dividono
nuovamente dal gruppo scendendo per il sentiero più difficile, mentre io e
Giannino continuiamo a scendere per il sentiero principale. Il gruppo si
riunisce dopo circa un’ora allo stesso punto dove ci eravamo incontrati
all’andata. Beviamo un po’ della buonissima acqua
fresca mentre Max e Marco ci raccontano di aver incontrato un ghiro che stava
tranquillamente appisolato su di un albero facendosi fotografare
tranquillamente (FOTO).
Ripartiamo e in pochi minuti arriviamo al bivio di casera Berdo
di Sopra . proseguiamo quindi sul sentiero C.A.I. nr.642
che scende verso sinistra . Quindici minuti di cammino ed eccoci
nuovamente arrivati alla Malga Coot dove ci stanno
attendendo Marco e Max. Di fronte a noi rivediamo
con piacere la Baba Grande e la Baba
Piccola che sembrano salutarci, mentre sulla destra in alto, ammiriamo
l’imponente gruppo del Canin. Prima di allontanarci
da malga Coot, Marco , fotografo ufficiale delle
nostre escursioni assieme a Max, decide di immortalare un'altra volta la
malga Coot con alle spalle le due Babe. Uno scatto e la fotocamera
cessa di vivere portandosi con se tutte le fotografie che il buon Marco aveva
scattato in tutta la giornata (FOTO). Per fortuna
anche Max aveva scattato più meno le stesse fotografie. Siamo salvi! Le foto
ci saranno ugualmente! Altri cinque
minuti di cammino e arriviamo alla macchina. Stanchi, ma soddisfatti. Il
tempo di togliere gli zaini e scarponi e siamo pronti per ritornare verso
Udine sulla PASSATMOBILE condotta dal buon Giannino che prima di salire
sull’auto , nel bosco vicino, ha potuto ammirare anche alcuni funghi. Siamo tutti stanchi, ma è una
stanchezza “buona” che si sente soprattutto nelle gambe, ma d’altronde questo
è l’unico prezzo che la Montagna ci chiede. (Noi siamo fortunati perché
arrivati a casa riposeremo, ma Marco dovrà affrontare ancora due ore di
allenamento. Che ne dite?!! ) Anche questa escursione è terminata regalandoci
le immagini di un angolo del Friuli a noi sconosciuto, confermando in pieno
le notizie dell’opuscolo che avevo letto. Una parte della nostra Montagna che
non vi deluderà e che vale la pena di visitare per lo spettacolo impagabile
che vi offrirà. “ Momenti che mi
piacerebbe conservare sotto vetro, per gustarli con calma, anche in altre occasioni.” Punto di Partenza: Casera - Malga Coot mt.1200 ( Val Resia ) ( Vedi articolo ) Come si raggiunge Casera - Malga Coot: Seguendo la strada statale Pontebbana
in direzione di Tarvisio oppure servendosi dell’autostrada A23 uscendo a
CARNIA. Quindi si prosegue per Resiutta e arrivati
all’abitato si svolta a destra seguendo le indicazioni per la Val Resia e quindi si continua per Stolvizza.
Superato l’abitato di Stolvizza si prosegue per
circa 8 chilometri lungo la strada montana seguendo la segnaletica specifica
per CORITIS e Malga Coot. Si incontra quindi un
apposito parcheggio in un’area predisposta. Quindi dopo una breve passeggiata
nel bosco si arriva alla Malga. La strada che porta a
Casera-Malga Coot alle volte è impraticabile quindi
si consiglia, qualora sia chiusa, di imboccare il sentiero
C.A.I. nr.731 direttamente vicino all’abitato
di Coritis dove si può parcheggiare l’autovettura
nei pressi di un bivio segnalato dove parte il sentiero C.A.I. nr.731. Se l’escursione viene iniziata da quel punto
bisogna aumentare il tempo necessario di 40 minuti Carta Topografica: Tabacco 1/25.000 nr.019 Alpi
Giulie Occidentali – Tarvisiano. Descrizione dell’escursione : Dalla Casera si sale verso nord per il sentiero C.A.I. nr.642 che
si trova alle spalle della Casera stessa salendo dei piccoli gradini e dirigendosi
verso sinistra. Si oltrepassa un recinto di filo e si scende per il sentiero C.A.I. nr.642. Dopo aver oltrepassato un piccolo guado si sale
fino ad arrivare, dopo venti minuti circa, alla Casera Berdo
di Sopra a metri 1281. Alla Casera Berdo di sopra,
troviamo ben segnalato un bivio che porta alla Casera Canin
( sentiero C.A.I. nr.642 a sinistra ) mentre a
destra troviamo le indicazioni per il Bivacco C.A.I. Manzano
( sentiero C.A.I. nr.731 ). Imbocchiamo quindi il sentiero C.A.I. nr.731
ed in un ora in un suggestivo ambiente percorrendo un agevole sentiero
arriviamo al Bivacco C.A.I. Manzano a metri 1650.
Quindi con il Bivacco di fronte,si prende il sentiero
in bianco e nero nr.749 posto sulla sinistra del
Bivacco ( Segnato sulla pietra a lato del Bivacco ) e si inizia a
salire fino alla Forcella Infrababa Grande a metri
2000. Quindi si piega a destra verso sud proseguendo per gradoni rocciosi e
dopo 15 minuti si arriva in vetta. Ricordarsi che una volta oltrepassata la
Forcella infrababa Grande ci si trova in Slovenia. Il
Bivacco C.A.I. di Manzano è sempre aperto ed
incustodito. All’interno ci sono 6 posti letto. Si raccomanda agli
escursionisti di lasciare il bivacco in perfetto ordine e di aggiungere
sempre qualche prodotto ( caffè, zucchero, sale, the, acqua,candele,
fiammiferi, ecct. ) Tempo necessario per la salita ore 3, per la discesa ore 2. |