L'organo della Chiesa parrocchiale di Porto Valtravaglia

 

Nel 1868 Giovanni Mentasti in società con Pietro Talamona costruì l'organo della parrocchiale di Porto. Non è stato reperito il contratto di costruzione, ma la notizia è tratta da un registro spese conservato nell'archivio parrocchiale. Lo strumento è da considerarsi di transizione, presentando infatti un quadro sonoro con registri tipici dell'Ottocento avanzato, ma con alcuni particolari costruttivi che si rifanno a tecniche più antiche. Fra questi ultimi sono da annoverare i ventilabri del somiere con sezione a tronco di cono abbastanza appiattiti e la tastiera di 50 tasti con prima ottava ancora scavezza.

Ecco la scheda tecnica:

Organo situato in cantoria sopra l'ingresso principale e racchiuso in semplice cassa di gusto ottocentesco. Prospetto di 19 canne disposte a cuspide del Principale 8' bassi dal La1; bocche allineate; labbro superiore a mitria; labbro inferiore a semicerchio. Tastiera di 50 note dal Mi1 al Fa5 con prima ottava cromatica e spezzatura tra Si e Do. Pedaliera non originale di 18 note con pedali orizzontali, lunghi e paralleli dal Do al Fa# (12 suoni reali). Consolle a finestra. Registri a manette disposti su due file a destra dell'organista.

Colonna interna

Terzamano

Fluta 8' S

Tromba S

Fagotto B

Violino S

Violone 8' B

Violetta 4' S

Flauto 4' S

Viola B 8'

Voce Umana

Voce Angelica

Contrabbassi e Ottave

Colonna esterna

Principale 8' B

Principale 8' S

Ottava B

Ottava S

XV B

XV S

XIX

XXII

XXVI

XXIX

XXVI e XXIX

 

Accessori: quattro pedaletti sopra la pedaliera per (da sinistra a destra): forte espressivi, concerto violini, espressione, terzo piede; due pedaloni a destra della pedaliera per ripieno e combinazione libera alla lombarda.

Il materiale fonico presente è costituito da un buon nucleo di canne originali realizzate dalla società Mentasti-Talamona e da alcuni inserimenti di canne di diversa fattura (alcune antiche ed altre di fattura più recente) effettuati durante lavori di manutenzione e di restauro. Il materiale fonico originale presenta caratteristiche tipicamente ottocentesche: lega non molto scura, denti non molto profondi, saldature abbastanza curate, segnature "alla varesina" con lettere di notevoli dimensioni e bene incise.

Vi è un mantice a lanterna collocato a destra della cassa dell'organo; al di sotto di questo mantice ve ne sono altri tre a cuneo disposti orizzontalmente formanti le pompe ad azionamento manuale in pessimo stato di conservazione. Una scritta matita sulla portella di chiusura della segreta attesta il restauro del 1910-11 operato da Luigi Bernasconi: "Luigi Bernasconi fu Pietro / 1910-1911 / Varese via Luigi Sacco 15 16". Sempre a matita e posta a fianco della precedente vi è pure un'annotazione: "Avvertenza. Quando si mette il ripieno bisogna montare sempre il terzo piede".

Con il restauro citato, il Bernasconi, oltre alle normali operazioni di pulizi, revisione delle meccaniche e dei mantici, modificò la prima ottava della tastiera rendendola cromatica, sostituì la pedaliera, ricostruì la canna più grossa di facciata ed applicò la griglia d'espressione. In linea con i dettami dell'epoca, il Bernasconi tentò con questo alquanto banale ripiego di rendere l'organo espressivo. Riuscì solo a togliere potenza e vivezza al risultato sonoro senza ottenere alcunchè di valido e convincente, anche in considerazione del fatto che le canne di facciata, corrispondenti al Principale Basso, restano al di fuori della griglia e quindi non soggette agli smorzamenti del volume. Si rese inoltre alquanto disagevole la periodica operazione di accordatura delle ance.


(a cura di Maurizio Isabella in VERBANUS 10 - 1989 - pagg. 105 e seguenti)