Amadeo Bordiga

Cronologia biografica

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1889 Amadeo Bordiga nasce a Resina (Napoli) il 13 giugno.

1907 Inizia a frequentare l'ambiente socialista napoletano.

1910 Si iscrive al Partito Socialista Italiano.

1911 Svolge attività contro la guerra libica.

1912 Fonda a Napoli il Circolo Carlo Marx, nell'intento di combattere le tendenze ultrariformistiche e la politica di compromesso delle sezioni meridionali del Partito Socialista, l'infiltrazione della Massoneria, il sindacalismo parolaio e inconcludente. In questi anni conduce una battaglia intensa contro il militarismo e la guerra di Libia, scrivendo molti articoli disfattisti, nei limiti della censura vigente, per il giornale L'Avanguardia di cui nel frattempo è diventato direttore. Al Congresso di Reggio Emilia del Partito Socialista, è alla guida della corrente dei giovani rivoluzionari, che si configura come Frazione Intransigente Rivoluzionaria.

1913 Fonda a Portici il giornale propagandistico Il lavoro, mentre il quindicinale La Voce di Castellammare di Stabia si fa portavoce del Circolo Carlo Marx pubblicandone gli articoli.

1914 Conduce una dura opposizione alla guerra dalle colonne de Il Socialista, rifiutando la parola d'ordine "né aderire né sabotare" adottata dal PSI e scontrandosi subito con l'apparato di partito. Gli interventisti escono dall'organizzazione.

1916 È chiamato alle armi ma riesce a evitare il fronte. La sua attività è fortemente limitata dal controllo della polizia.

1917 Alla vittoria della Rivoluzione d'Ottobre, è attivissimo organizzatore dei gruppi che sentono la necessità di cambiare il partito per farne un vero organo rivoluzionario. Lavora per l'isolamento dei riformisti.

1918 Nel giugno sposa Ortensia De Meo, militante socialista già presente alla fondazione del Circolo Carlo Marx e dalla quale avrà due figli. Nel dicembre fonda Il Soviet, periodico che diventerà presto il centro vitale della polemica con i riformisti e poi l'organo della battaglia per il nuovo partito già esistente di fatto in una corrente che, intorno al giornale, è qualcosa di più di una frazione tra le altre. Nello stesso anno, al XV Congresso del PSI, sostiene la necessità di appoggiare le tesi di Lenin sulla rivoluzione internazionale.

1919 All'interno del PSI si fa promotore della Frazione Comunista Astensionista.

1920 Partecipa al II Congresso dell'Internazionale Comunista. Contribuisce alla definizione dei "21 punti di adesione" presentati poi da Lenin e interviene sulla necessità di non impegnare le forze del partito nelle contese elettorali e parlamentari, ormai non solo inutili ma anche dannose, in Occidente, ai fini rivoluzionari. Verso la metà di ottobre presenta il Manifesto della Frazione Comunista, al Convegno di Milano della Frazione, detta in seguito anche dei "comunisti puri". Alla discussione sulla eventuale separazione dal PSI partecipano anche Gramsci e Terracini in rappresentanza dei socialisti torinesi. Inizia la sua collaborazione redazionale a Il Comunista che esce dal novembre. Molti articoli sono chiaramente preparatori di una scissione dal PSI. Il 29 novembre presenta la mozione della Frazione Comunista al Convegno Nazionale di Imola invocando "un taglio netto" con la socialdemocrazia.

1921 Al Congresso Nazionale del PSI a Livorno, nel gennaio, denuncia con un intervento definitivo l'impossibilità di convivenza tra le forze rivoluzionarie, il riformismo e il massimalismo. La delegazione comunista si separa e, in un altro locale, fonda il Partito Comunista d'Italia, sezione dell'Internazionale. Si trasferisce a Milano nel febbraio come "membro direttivo" del nuovo partito che decide di costituire in quella città la sua direzione. Intensifica la sua attività nei diversi settori di intervento del nuovo partito. La sua straordinaria capacità fisica di lavoro viene ricordata sia dai vecchi compagni che dai rapporti di polizia. In questo periodo compie frequenti viaggi presso le nuove sezioni del partito, scrive regolarmente su quattro periodici: Il Soviet, Il Comunista di cui è diventato direttore, L'Ordine Nuovo che diventa organo del partito e Rassegna Comunista che ne è la rivista teorica. Sotto la sua direzione, il nuovo partito organizza subito sia la rete sindacale che quella illegale militare, mentre per disciplina all'Internazionale deve mettere da parte l'astensionismo e partecipare alle elezioni. Sul piano dei princìpi e della tattica incomincia a scrivere articoli di orientamento teorico e pratico da cui risulta evidente che già all'inizio del 1921 individuava, a differenza della stragrande maggioranza dei compagni, l'esistenza di problemi non indifferenti con l'Internazionale. Al III Congresso dell'IC non partecipa, oberato com'è dai compiti organizzativi interni. Viene inviata una delegazione capeggiata da Terracini, il quale, nel suo intervento, difende malamente le posizioni della Sinistra sulla questione del fronte unico operaio. Lenin critica duramente le posizioni espresse da Terracini. Nasce l'equivoco sulla Sinistra italiana, da allora accomunata ad altre "sinistre" con le quali in realtà non ha nulla a che fare. Negli articoli che scrive nel corso del 1921 si chiariscono tutte le divergenze, non ancora esplicite (cioè non ancora oggetto di polemica diretta), tra la direzione del PCd'I e l'Internazionale: il problema della rivoluzione in Occidente; la tattica dell'azione con le altre forze politiche (Fronte unico); la valutazione sul fascismo; la natura dell'Internazionale (cioè Partito Comunista mondiale o federazione dei partiti comunisti nazionali). Nel dicembre partecipa come inviato dell'Internazionale al Congresso di Marsiglia del Partito Comunista Francese. In quell'occasione riafferma questioni di principio che toccano tutti i problemi sui quali l'Internazionale e i partiti aderenti incominciano a discostarsi dalle posizioni espresse precedentemente, cioè da quella elaborazione teorica il cui culmine era stato raggiunto con il II Congresso dell'IC.

1922 Marzo. Allargandosi la discussione all'interno PCd'I e tra gli organi direttivi di questo e l'Internazionale, in occasione del II Congresso del partito, Bordiga presenta con Terracini le tesi sulla tattica, dette Tesi di Roma, con l'intento di dare una base teorica alla discussione stessa. In maggio si trasferisce a Roma assumendo la direzione de Il Comunista. A settembre esce su Rassegna Comunista un suo importante articolo sui Rapporti delle forze sociali e politiche in Italia, purtroppo incompiuto, che analizza la natura del fascismo. Poco dopo Mussolini compie il suo anomalo "colpo di stato". Dopo neppure due settimane dalla fascista Marcia su Roma, si apre il IV Congresso dell'IC (dal 5 novembre al 5 dicembre) in cui tiene la relazione sulla situazione italiana, sull'operato del PCd'I tra i due Congressi, sul progetto di programma d'azione del partito; presenta il progetto di tesi sulla tattica dell'Internazionale; tiene un rapporto specifico sul fascismo; esprime riserve sulla proposta di fusione fra partito comunista e partito socialista.

1923 Si consuma entro l'anno la battaglia del "centrismo" (così si chiamò la frazione fedele all'Internazionale) contro la Sinistra. In primavera viene arrestato dalla polizia e incriminato per "complotto contro lo Stato". Nel giugno i dirigenti arrestati vengono sostituiti alla direzione del partito. La responsabilità organizzativa e politica passa a Togliatti e Terracini, che rimarranno fedeli alla linea della Sinistra fino alla fine dell'anno. Dopo il processo e la scarcerazione, viene invitato dall'Internazionale a riprendere il suo posto nel Comitato Esecutivo del partito, ma rifiuta (22 dicembre) spiegando che vi è incompatibilità fra le sue posizioni e quelle dell'IC: un impegno direttivo lo costringerebbe per disciplina a sostenere posizioni che non ha e ciò comporterebbe un falso di fronte all'organizzazione.

1924 Nel gennaio fa uscire a Napoli la rivista mensile Prometeo. L'intento è di dare una voce alla Sinistra. Nel mese di maggio si svolge la Conferenza di Como in cui il partito si dichiara a stragrande maggioranza per le tesi della Sinistra. Di Prometeo escono soltanto sette numeri perché nell'estate la nuova centrale del partito, d'accordo con l'IC, stronca l'iniziativa. Nello stesso periodo Bordiga rifiuta di presentarsi candidato alle elezioni. Partecipa al V Congresso dell'IC e ripresenta le tesi sulla tattica mettendo in guardia contro il revisionismo di destra che minaccia il partito russo. Le tesi vengono di nuovo respinte. Nel successivo Congresso clandestino di Napoli si scontra con i nuovi dirigenti allineati alle posizioni dell'IC. Gramsci, vedendo che nonostante tutto il partito è ancora con Bordiga, impedisce la votazione sulle rispettive tesi.

1925 Il centrismo scatena la lotta aperta contro la Sinistra. Togliatti è per una azione definitiva contro Bordiga, ma Gramsci ha paura delle conseguenze nel partito. Bordiga scrive un articolo in difesa di Trotzky (febbraio), utilizzato in seguito di centristi per dimostrare il suo "trotzkismo". Aderisce al Comitato d'intesa, formato da un esiguo numero di militanti della Sinistra per rispondere unitariamente agli attacchi del Centro. Scioglie tale comitato dopo qualche mese.

1926 Dal 21 al 26 gennaio partecipa al III Congresso del PCd'I a Lione (clandestino). Con un espediente tipicamente elettorale, la centrale si assicura i voti degli assenti della Sinistra, impossibilitati a raggiungere il Congresso. Il mese successivo si aprono i lavori del VI Esecutivo allargato dell'Internazionale a Mosca. In entrambe le occasioni Bordiga tenta l'ultima appassionata difesa delle tesi marxiste e di una tattica conseguente. In una riunione in margine al VI Esecutivo, chiede a Stalin se le questioni russe non stiano prendendo il sopravvento sulle questioni internazionali. Stalin risponde sdegnato. Dopo la riunione di Mosca non si ha segno di una sua attività politica pubblica. Sono segnalati dalla polizia frequenti suoi movimenti, probabilmente nel tentativo di mantenere dei contatti con i vecchi compagni della Sinistra. Il 22 novembre viene condannato senza processo a tre anni di confino e immediatamente arrestato mentre i fascisti gli devastano la casa. Viene condotto prima a Ustica poi a Ponza, isolotti di 7-8 kmq, dove rimarrà fino al 1929. Durante la prigionia organizza una scuola per detenuti e con Gramsci tiene regolarmente lezioni su materie scientifiche.

1930 Viene espulso dal partito con l'accusa di attività frazionistica "trotzkista". Al rientro dal confino si dedica alla professione di ingegnere senza più occuparsi di questioni politiche. Del resto ne sarebbe completamente impossibilitato perché la polizia lo controlla 24 ore su 24 con ben sei funzionari che si danno il cambio. Negli archivi di polizia rimane traccia di questo controllo che dura fino al 1943, quando a Napoli la guerra ha fine in seguito agli sbarchi anglo-americani. In questo periodo non tenta contatti con la Frazione all'estero, non tenta di espatriare come fanno molti comunisti, non svolge nessuna attività illegale, come sospettano invece costantemente le autorità nazionali di polizia, sempre smentite da quelle locali.

1943 Nell'Italia settentrionale, ancora occupata dall'esercito tedesco, si riuniscono clandestinamente alcuni nuclei della Sinistra per dar vita ad un nuovo partito comunista.

1944 Esistono già alcune sezioni con il loro giornale, Prometeo, di cui escono pochi numeri illegali. Non risulta che Bordiga abbia contatti con esse. Sul foglio clandestino Il proletario viene pubblicata una Dichiarazione programmatica che molti gli attribuiscono erroneamente.

1945 Entro la primavera redige la Piattaforma politica del Partito Comunista Internazionalista. ma il partito in realtà non esiste. Anche finita la guerra, quando molti ex militanti daranno corpo all'organizzazione, si tratterà di un partito molto diverso da quello che intendeva Bordiga. Si tratta di elementi disomogenei e impossibilitati a comprendere la vera natura delle divergenze con il PCI che intanto festeggia la "liberazione" partigiana. Molte sezioni sono numerose ma senza programma politico. Si disperderanno velocemente come si erano formate. Bordiga non partecipa alla Conferenza di Torino ( svoltasi da 28 al 31 dicembre 1945 e che, per i partecipanti, fu l'atto costitutivo del Partito Comunista Internazionalista).

1948 Non partecipa né al Primo Congresso (6 maggio) né alla vita attiva di partito, suscitando le critiche di molti vecchi compagni. La sua collaborazione si limita ai lavori che vengono pubblicati sulla nuova rivista Prometeo sotto gli pseudonimi di Alfa e A. Orso. Anonimi articoli suoi appaiono sull'organo del partito Battaglia Comunista. Non esiste una sua motivazione ufficiale di questo atteggiamento, ma gli scritti successivi e gli avvenimenti cui si riferiscono parlano chiaro: non c'era il terreno adatto per fondare un nuovo partito. Occorreva riprendere il lavoro di Lenin e rimettere in piedi il discorso teorico che potesse rappresentare il programma del partito futuro.

1951 Scrive le Tesi caratteristiche del partito, che rappresentano le basi per l'adesione al programma marxista, basi per la delimitazione dell'organizzazione rivoluzionaria. A dire il vero, il "partito" si era già spontaneamente depurato di molti elementi che non avevano nulla a che fare con la Sinistra, ma al suo interno persistevano posizioni non marxiste, attivistiche, velleitarie ecc. Il funzionamento interno era tutt'altro che organico e molte questioni teoriche non erano affatto risolte, come la questione sindacale, la questione della Russia, la questione delle guerre e delle lotte di liberazione dei popoli colorati.

1952 Proprio per i motivi suddetti il partito si spacca in due. Nasce attorno a Bordiga il nuovo Partito comunista internazionalista con un nuovo giornale, Il programma comunista; vengono abbandonati il centralismo democratico, le votazioni interne, gli statuti, le cariche gerarchiche. Si tenta di funzionare secondo un'organicità che non era mai stata adottata prima. Da questo momento Bordiga svolge una enorme mole di lavoro teorico. Intorno a lui si forma una squadra chiamata scherzosamente "dei negri", dal nome dato da Alessandro Dumas ai suoi collaboratori nella produzione in serie dei suoi romanzi. Il lavoro viene deciso durante le frequenti riunioni "generali" in margine alle quali i "negri" organizzano i temi e le ricerche. Una volta programmato, il lavoro viene svolto da tutto il partito e convogliato nuovamente verso il "centro" che ne riverbera i risultati verso tutti gli iscritti attraverso la stampa e le riunioni locali.

1964-65 Il partito, nel frattempo diventato una piccola realtà internazionale con gruppi all'estero, conosce un'altra grave crisi. Un gran numero di compagni abbandona l'organizzazione su posizioni più o meno simili a quelle che già provocarono la rottura del 1952. Bordiga cerca di chiarire ancora una volta che cosa si debba intendere per centralismo organico con la pubblicazione di materiale sul partito e sulle questioni in discussione. Ciò, invece di impedire la scissione, la affretta. Poco dopo escono le tesi sul partito.

1966 Nell'aprile pubblica le Tesi supplementari per precisare il metodo di lavoro organico, per puntualizzare alcune lezioni sull'opportunismo storico e per stigmatizzare il personalismo all'interno del partito. Nello stesso anno usciranno gli ultimi suoi scritti sul giornale, con l'unica eccezione di un breve articolo nel 1968 sugli studenti.

1968 Si ritira, malato, nella casa di Formia.

1969 Viene colpito da un ictus cerebrale da cui si ristabilisce a fatica e solo parzialmente.

1970 Poche settimane prima di morire, in deroga ad una sua decisione cui è stato aderente fino all'ultimo momento, scrive le risposte ad una intervista. Muore il 23 luglio.