Lascia un commento a questo racconto

Lascia un  messaggio a Daniela

             
             
             
             
     

Occhi sbarrati nella notte

     
             
             
     

Occhi sbarrati nella notte vedono una tenda bianca; dietro di essa lampi di luce alternate: il via vai dei giovani che vivono la notte, una notte di paura. Lei bloccata al letto, gli occhi sbarrati a guardare il suo terrore. Il cuore ha fermato la sua corsa al galoppo; si è svegliata come tante altre notti, in preda all'ansia. I suoi sogni non sono incubi, ma film, scene di vita vera girati in qualche parte del mondo vicina o lontana. Le sue paure non sono fantasmi di una  mente irrequieta, ma agende in cui sono segnati inderogabili appuntamenti. E il sogno di lei che piange è lei che domani piangerà. Il pensiero di un uomo che piange è un uomo che domani piangerà. Il suo urlo disperato è l'urlo che nessuno sente, ma che domani qualcuno urlerà.
Occhi sbarrati nella notte si chiudono su ricordi indelebili. Scene che scorrono al rallentatore. Scene di vita vissuta, scene di lacrime versate, scene di lacrime inghiottite. Vorrebbe cancellarle; se la memoria fosse un nastro riavvolgibile! Lo getterebbe nel fuoco! Ma non può dimenticare, non pensare, non sognare, dimenticare pensieri, sogni, avveratisi tragicamente contro la sua volontà. E non può dimenticare il suo ultimo pensiero, il suo ultimo sogno, quella voce nel silenzio della sua mente, i pugni stretti attorno a un lembo di lenzuolo. Vorrebbe piangere, ma non ci sono più lacrime in quegli occhi che hanno visto troppo.
Un anno fa era come stanotte, come tante altre notti. Il freddo aveva bloccato gli ingranaggi della mente ad un solo pensiero fisso. Lo stesso di ora. Cerca di respirare, catturare un'aria che sa di chiuso, cerca di inghiottire il niente. Cerca di credere che non sarà come allora. Che non ha mai "visto" niente. Poi un tonfo esplode nel petto. Il cuore riprende la sua corsa galoppante, un urlo esplode nel suo stomaco, si gira e rigira nel letto senza sosta, un'angoscia si impadronisce di tutti i suoi sensi, non le dà tregua.
No, non si può negare quello che è accaduto! Non si può rinnegare il passato! Non si può evitare il presente né fermare il futuro! Ma lei non ne può più di stare ferma e zitta a guardare! Troppe cose! Troppe! Non ha mai fermato la ruota del tempo che reca legati ai lati gli avvenimenti. Non l'hai mai fermata quando sapeva... Ma come faceva ad esserne sicura? E come fa ora ad esserne sicura così da mettere una mano avanti e cercare di fermare la ruota o ritardare il suo rotolare? I suoi pensieri parlano di violenza e di morte, ed è violenza e morte. I suoi sogni dipingono un grande incendio, lontanissimo, ed è un grande incendio, oltre oceano. Le sue mani sentono tremare la scrivania ed è terremoto, oltre gli Urali. La sua pelle parla di disgrazia ad uno dei suoi cari e uno dei suoi cari cade in disgrazia. Come uccidere i pensieri, i sogni, i sensi? Come uccidere il dolore? Come uccidere il futuro che già sa? E' di nuovo bloccata, impaurita, atterrita, nel letto.
Occhi sbarrati nella notte ripercorrono scene di dolore... il dolore di ieri... il dolore di domani...

Sono due occhi rossi rivolti ad un finestrino, è una mano che asciuga una lacrima fuggitiva, e quella voce stridula che racconta... Un ricordo bloccato negli occhi, occhi sbarrati nella notte... occhi sbarrati su quegli occhi che si chiudono... per sempre?

     
             
     

Daniela Troncacci

     
             
      Parole e colori Racconti Home