G8 Genova 2001

come ho scritto nella presentazione della sezione "SI o NO?" in questa sezione raccolgo tutte le opinioni, informazioni, iniziative ecc.
che sono un po' diverse da quelle che ci propongono abitualmente i media...
dove sarà la verità?
bhoooo!!!!  ma è bello ragionare con la propri testolina e avere + informazioni possibili...

ecco alcune informazioni che mi sono arrivate via email ... come sempre ci sono i pro e i contro se vuoi dire la tua mandami una email 


24/7/2001

Vi invio il messaggio che ho ricevuto stamane da Stefano Agnoletto, fratello
di Vittorio del Gsf. Conosco Stefano da quindici anni, ed è una delle
persone più serie e più sincere che conosca. Vi prego di perdere
qualche minuto per leggere una campana diversa dalle solite e soprattutto una
testimonianza diretta. Quello che è successo a Genova può influenzare
il nostro futuro in modo molto pesante, ed è necessario fare molta
attenzione a quello che succederà, ascoltando e leggendo il più possibile,
Ciao a tutti

Carlo

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Cari amici,
allora io ero a Genova. Io ho visto.
Non date retta ai giornali ed ai telegiornali.
E' stata una cosa pazzesca, un massacro.
E' difficile raccontare cio' che e' avventuto tra venerdi' e sabato.
Per farlo mi aiuto con quello che ho visto io e quello che hanno visto
altri carissimi amici presenti a Genova.
Vi prego di avere la pazienza di leggere e' veramente la cronaca di un
incubo che difficilmente sentirete sui grandi mass media.

1.Io arrivo Giovedi' a Genova dopo la festosa manifestazionedei migranti,
50.000 persone.
Ci sono i campi di raccolta, siamo tantissimi.
Migliaia di persone assolutamente pacifiche, un clima meraviglioso (vi
ricordate i campi scout?)
si discuteva si cantava si stava bene insieme.
Scout e militanti, volontari e professionisti e venerdi' mattina iniziamo le
piazze tematiche in una citta' blindata:le varie associazioni si troveranno
sparse nella citta' per fare un assedio festoso con danze, performance e
slogan alla famosa linea rossa.
A questo punto sul lungo mare arriva il famoso blak blok, alcuni di loro
vengono visti parlare con la polizia, altri direttamente escono dalle loro
fila.Parlano soprattutto tedesco.
Iniziano a sfasciare tutto. Polizia e carabinieri stanno fermi. I Black
block cercano di infilarsi nel corteo dei lavoratori aderenti ai COBAS e
altri sindacati, di cui picchiano uno dei leader, vengono respinti a
fatica. Poi i black blok puntano sulla prima piazza tematica (centri sociali),
piombano armati fino ai denti. La polizia li insegue, i manifestanti si trovano
attaccati prima dai black e poi dalla polizia che a quel punto inzia le cariche violentissime.
I Black se ne vanno e piombano sulla piazza dove c'era la rete di Lilliput
(commercio equo, gruppi cattolici di base, Mani Tese..ecc.). La gente
facendo resistenza pacifica cerca di allontanarli. La polizia insegue:
carica la piazza. La gente alza le mani grida pace! Volano lacrimogeni
manganellate. Ci sono feriti. I Black se ne vanno e continuano a
distruggere la città...
300-400 del Black Bloc vagano per Genova, chi li guida conosce
perfetttamente la citta': il loro percorso di distruzione punta a
raggiungere tutte le piazze tematiche dove ci sono le iniziative del
movimento.. E' impressionante.
Si muovono militarmente, si infiltrano, i capi gridano ordini, gli altri
agiscono. E a ruota arrivano polizia e carabinieri
Intanto nella piazza tematica dove c'e' l'ARCI e l'Associazione Attac
ecc.: tutto va bene, nel primo pomeriggio si decide di andarsene dal confine
con la linea rossa fino ad allora assediata con canti, scenette, ecc. La
gente sfolla verso Piazza Dante, la polizia improvvisamente lancia lacrimogeni
alle spalle,. Fuggi fuggi generale.
Gli ospedali si riempiono di feriti. Molti pero' non vanno a farsi medicare
in ospedale: la polizia ferma tutti quelli che ci arrivano.
E' sera. La gente e' sconvolta, molti inziano a essere presi dalla rabbia.
Dei black improvvisamente non si ha piu' notizia.
Alla cittadella dove c'e' il ritrovo del Genoa Social Forum saremo
diecimila.E' arrivata la notizia della morte del ragazzo.
C'e' paura, i racconti di pestaggi violentissimi si moltiplicano.
Ragazzi e suore che piangono. C'e' un sacco di gente ferita. Un anziano che piange
con una benda in testa, è un pensionato metalmeccanico.
C'e' Don Gallo della Comunita' di San Benedetto. C'e' la mamma leader
delle Madri di Plaza de Mayo in Argentina, quelle che da anni cercano notizie
dei loro figli desaparecidos: dice che e' sconvolta per quello che ha visto
con i suoi occhi, gli ricordano troppo l'Argentina della dittatura: non
pensava fosse possibile in Italia
Intervengono mio fratello, Luca Casarini delle tute bianche e Bertinotti
(l'unico politico che ha avuto il coraggio di correre ) calmano tutti:
ragazzi non uscite in piccoli gruppi, non accettate la sfida della
violenza.
Si decide che la risposta sara' la grande manifestazione del giorno dopo,
saremo in tantissimi, pacificamente contro tutte le provocazioni e le
violenze di black block e forze dell'ordine.
Il senatore Malabarba racconta che e' stato in questura. Ha trovato
strani personaggi vestiti da manifestanti, parlano tedesco ed altre lingue
straniere. Confabulano con la polizia e poi escono dalla questura.
Scoppia improvvisamente un incendio in una banca vicino alla cittadella.
Gli elicotteri ci sono sopra: per piu' di 40 minuti non arriva ne' pompieri
ne' niente.
Di notte uno dei campi dove siamo a dormire, il Carlini, viene circondato
dalla polizia. Entrate a perquisire, fate quello che volete. La gente
piange: implorano di non essere ancora caricati. La polizia entra: nel
campo non trova niente.

2. Sabato: la grande manifestazione, siamo veramente una moltitudine. Il
corteo parte, ci sono mille colori. Gente di tutto il mondo. Tutte le
associazioni, il volontariato, i contadini, i metalmeccanici, i curdi,
....ecc. Canti, danze, mille bandiere.
Piazzale Kennedy. Non ci sono scontri. Non c'e' niente.
Sbucano i black Block La polizia improvvisamente, senza alcun motivo,
spacca in due l'enorme manifestazione. . Si scatena la guerra. Cariche dovunque,
manganellate. Sono impazziti. La polizia carica i metalmeccanici della
FIOM, i giovani di Rifondazione. Iniziano inseguimenti per tutta Genova. Chi
rimane solo è inseguito, picchiato. Decine di persone testimoniano di
inseguimenti e pestaggi solo perche' riconosciuti come manifestanti. E'
picchiato dalla polizia un giornalista del Sunday Times (sul numero di
oggi racconta la sua avventura...)
In un punto tranquillo della manifestazione, sul lungomare, improvvisamente
da un tetto vengono sparati lacrimogeni che creano panico. Usano gas
irritanti, producono dermatiti, non fanno respirare.
I Black Bloc? compaiono e scompaiono, nessuno li ferma. Attaccano un
ragazzo di Rifondazione. Gli spaccano la bandiera e lo picchiano. Attaccano a
pietrate i portavoce del Genoa Social Forum. Spaccano vetrine ed incendiano.
Sono armati fino ai denti: ma come ci sono arrivati nella Genova blindatissima?
La testa della grande manifestazione è tranquilla, il Genoa Social
Forum fa l'appello di defluire con calma, di non girare da soli per la citta'.
Veniamo indirizzati verso Marassi dove ci sono i pulman di quelli arrivati
la mattina. Siamo fermi li'. Non si puo' andare avanti: a piazzale Kennedy
e' guerra. Siamo in tanti fermi, seduti per terra. Improvvisamente partono
i lacrimogeni. Fuggi fuggi generale. Si cerca di tornare verso la cittadella
del Genoa Social Forum: passano camionette della polizia da dove urlano:
vi ammazzeremo tutti!
La seconda parte del corteo non arriverà mai alla piazza dove era
prevista la conclusione. Tutte le persone vengono caricate indistintamente sul
lungo mare. Chi riesce scappa nei vicoli verso la collina, dove si scatena una
vera e propria caccia all'uomo.
Sabato notte, la manifestazione era ormai finita da alcune ore, la polizia
irrompe nella Sede stampa del Genoa Social Forum. Picchiano tutti con una
violenza impressionante. In particolare sono interessati alla
documentazione (testimonianze, video, foto...ecc.) che raccontano quello avvenuto tra
venerdi' e sabato: sono molti attenti a distruggere tutto. Vengono distrutti
tutti i PC e tutto il materiale che trovano, viene arrestato l'avvocato che
coordina il gruppo di avvocati presenti a Genova. Viene distrutto o portato
via anche tutto il materiale che gli avvocati avevano raccolto per difendere
le persone arrestate. Adesso non si sa piu' neanche quante sono e quali
sono le accuse.
Durante la perquisizione, fatta senza alcun mandato, a parlamentari,
avvocati, giornalisti e medici e'impedito di entrare.
Le famose armi comparse oggi in conferenza stampa ieri non si erano
viste....rimangono i feriti e gli arrestati.
Del black blok non si sa piu' niente.

Vi assicuro, due giorni da incubo: black block e forze dell'ordine hanno
fatto un massacro e volevano farlo.
Poliziotti e carabinieri erano stati montati in modo pazzesco, fin da
venerdi' mattina urlavano e insultavano..
Gli hanno veramente lavato il cervello.
E poi oggi a sentire televisioni e leggere giornali:
Dio mio sembra proprio un regime: dove hanno scritto la verita' che tutti
noi che eravamo li' abbiamo visto?
Divento poi matto a pensare che alcuni potranno ancora pensare: "voi
contestatori, dite le solite cazzate..."
Non fatevi imbrogliare, abbiate il coraggio di mettere in discussione i
vostri convincimenti sulle meravigliose forze dell'ordine
italiane e sugli apparati democratici del nostro Stato.
A Genova veramente e' avvenuto qualcosa di pazzesco. Hanno inaugurato il
nuovo governo....
Un'altra piccola cosa: sul giovane ammazzato. La sapete la prima versione
della questura prima che comparissero i video? ammazzato da un sasso
lanciato da altri manifestanti.......
Se pensate che molta della documentazione raccolta da testimoni e' stata
distrutta dopo l'irruzione alla sede del Genoa Social Forum di questa
notte....ci rimangono le "sicure" versioni delle forze dell'ordine...

Meditate e per favore fate girare, stampate, parlate, c'e' bisogno di
raccontare la verita'. A vostri amici, parenti, colleghi di lavoro.
Vi prego non voltatevi dall'altra parte.
grazie
Stefano


P.S. Mio fratello e' distrutto, mi ha detto: è pazzesco, sembra di
essere nell' America Latina negli anni 70.
Forse neanche lui aveva capito fino in fondo con chi aveva a che fare e
che governo e responsabili delle forze dell'ordine potessero arrivare a
tanto.


24/7/2001

una delle tantissime testimonianze su Genova, e in allegato
anche una foto che però si riferisce ad un altro ragazzo
 
http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,64574,00.html
 

"Mio figlio, una maschera di sangue"

Un padre, famoso giornalista, racconta l'incubo del figlio, raccolto all'uscita del carcere di Pavia, dopo essere stato arrestato e pestato a sangue dai Carabinieri per aver cercato di filmare i cortei di Genova.
di Gian Paolo Ormezzano

 

  • Voleva soltanto filmare le manifestazioni
  • E' stato arrestato e pestato a sangue
  • Contro di lui, soltanto un verbale-fotocopia
  • Dice di aver perso i suoi ideali, io li ho ritrovati

Un minuto dopo essere uscito dal carcere di Pavia, liberato da un magistrato genovese che non ha creduto all'atto di accusa stilato in fotocopia per tanti, resistenza e lesione a pubblico ufficiale durante la contestazione al G8, e che non ha neppure convalidato l'arresto, mio figlio ha disobbedito a me ed a sua madre.

Gli avevo chiesto di farmi vedere tutte le ferite coperte dagli abiti, mi ha detto di no, dovevo "accontentarmi" dello scempio visibilissimo sul viso, otto punti al sopracciglio, un occhio circondato dal viola dell'ecchimosi e invaso dal sangue, il labbro rotto, e della visione della schiena, piagata dalle manganellate e dai colpi calati col calcio del fucile. Oh, si vedevano anche i segni delle manette che gli erano state strette troppo fortemente ai polsi, ma dire manette è un errore, il termine tecnico è un altro che lui sa e io no, sono specie di ceppi che segnano la carne. I pantaloni scendevano perchè la cintura non c'era più, era stata sfilata di brutto all'ingresso in cella, rompendo tutti i passanti, e si vedeva qualcosa delle mutande piene di sangue. Però lui non ci ha lasciato vedere tutto, non voleva farci del male con quello "spettacolo".

Erano le 19 di lunedì. Settantacinque ore prima mio figlio, che ha 26 anni ed è creatura gentile, tenera, prudente sino ad essere paurosetta, massima esplosione di esuberanza fisica il tifo urlato e cantato per il suo e mio Toro, aveva compiuto il grave errore di partire con amici da una località di mare in provincia di Savona per andare a Genova e filmare - lui che studia anche giornalismo televisivo a Torino e mette insieme documentari assortiti - qualcosa del Genoa Social Forum, della contestazione contro il G8. Filmare e basta, cercando immagini di protesta corale e coreografica, filmare accanto a un gruppo di vecchie signore che vendevano magliette-ricordo.

Una carica dura delle forze dell'ordine, è la zona dove è stato appena ucciso quel ragazzo, le signore alzano le mani, i suoi amici scappano, lui non può perchè cercando di allontanarsi si inciampa, cade, resta in ginocchio, a mani alzate. Gli piombano addosso, quelli delle forze dell'ordine, e gli spaccano la telecamera e la faccia, gli tatuano la schiena, gli martoriano tutto il corpo. Tanti vedono, nessuno può intervenire. Se lo disputano come ricettacolo di colpi poliziotti e carabinieri: ad un certo punto lui si trova con una mano nella manetta di un agente, l'altra nella manetta di un carabiniere. Implora una scelta, mica possono squartarlo.

Se lo aggiudicano i carabinieri, che lo portano via, gli dicono che un loro commilitone è stato ucciso, in una caserma, questo sarà lo spunto per altri pestaggi, stavolta specialmente con calci. C'è anche il passaggio in un ospedale per una medicazione, fra medici sbalorditi, indignati. Poi - ormai è notte - via su un torpedone verso il carcere di Pavia, la cella di isolamento: la richiesta di poter orinare prima del viaggio viene respinta con un pugno sul viso ferito e invito al fachirismo o al farsela addosso, comunque unica violenza fisica da parte della polizia penitenziaria. Poi la prigione, senza ora d'aria, con poco cibo e l'acqua calda del rubinetto. Passa tutto il sabato, passa tutta la domenica. Tocca agli infermieri del carcere inorridire per le ferite da medicare. Al lunedì mattina la decisione del magistrato, sollecitato da un bravo avvocato che sa smontare le accuse inventate sul verbale in fotocopia, come quella di detenere uno scudo in plastica, vistoso e imbarazzante, ancorchè strumento di difesa, non di offesa, ma inesistente, inventato. Fra la decisione del magistrato e la scarcerazione passano sei ore per le cosiddette pratiche burocratiche. Sei ore di vita libera tolte ad un ragazzo pienamente scagionato. Sei ore di attesa per noi nel forno davanti al carcere. E' uscito senza la telecamera ed uno zainetto, spariti. Gli hanno ridato il telefonino, lo aveva in tasca, è stato distrutto dalle manganellate.

Ho saputo venerdì nella notte, da una telefonata dei carabinieri, che era in arresto e "stava benissimo". Non mi hannno detto altro. Mi sono precipitato a Genova, comunque. Era l'alba di sabato, telefonando ai carabinieri ho saputo che ero stato stupido a mettermi in viaggio, chissà dove era mia figlio, Mi hanno detto comunque di un avvocato di ufficio, nome e cognome: ma al telefono c'era soltanto una voce meccanica. Ho trovato aiuti da giornalisti amici, ho trovato un bravo avvocato, la procura di Genova era aperta e collaborativa, ho saputo del trasferimento a Pavia. Ho goduto della posizione di giornalista per rintracciare qualche informazione, molta solidarietà. Ed anche per essere allenato a come avrei visto mio figlio: colleghi esperti mi hanno detto, sì, di prepararmi a vederlo conciato male. Ma nonostante tutto da venerdì notte alla fine della giornata di lunedì ho vissuto una situazione da "Missing", il film americano sulla tragedia del Cile ma anche sull'angoscia che ti prende quando sai poco o nulla di una persona cara portata via, nella mio angosciata particolare esperienza di immaginarti il figlio con le sue ferite, per anestetizzarti all'impatto (non servirà a nulla, sarà comunque una cosa tremenda).

Un bravo magistrato ha interrogato, eseguito riscontri, ascoltato testimonianze, e non ha creduto alle accuse a mio figlio elencate in un verbale che pareva proprio prestampato, eguale per tanti, ha creduto al racconto dolente ed angosciato di un ragazzo nonostante tutto più stupito che indignato, più sereno che dolente. Nella giornata passata fuori dal carcere di Pavia ho parlato con tantissimi parenti e amici di altri di quei provvisori desaparecidos. Ho visto uscire dal carcere altri ragazzi coperti di ferite. Ho potuto anche pensare che a mio figlio è andata bene, non è stato colpito alla pancia, ha avuto un avvocato solerte, ha trovato i suoi genitori fuori dal carcere ad aspettarlo, nei limiti del possibile confortarlo. Una parlamentare che ha visitato il carcere ha parlato a noi in attesa di ragazzi feriti, distrutti, piangenti, brutalizzati direttamente dai colpi presi, indirettamente dalla situazione kafkiana dell'isolamento. Lui mi ha detto che le visite di parlamentari e consiglieri regionali sono state un balsamo comunque, per quel poter parlare serenamente di qualcosa con qualcuno, senza prendere colpi e ricevere insulti (una bella - cioè orribile - antologia, quella delle aggressioni verbali in pratica continue, l'ha messa per iscritto quando in carcere ha avuto una penna e qualche foglio, c'è davvero tutto per umiliare uno che patisce anche le parole).

Ho provato a chiedermi, da democratico assoluto, disperato, se proprio non è possibile ad un cittadino filmare della sua Italia, oltre che i monumenti e i tramonti e le feste di famiglia, anche una manifestazione di protesta senza dover essere brutalizzato, ridotto ad un manichino sanguinolento, sfregiato sul viso per sempre, da forze dell'ordine violente con i deboli e impotenti di fronte ai veri violenti, visibilissimi, colpibilissimi, le tute nere, nella fattispecie di Genova. Cercherò di saperlo per vie legali, confido nella legge. Mio figlio mi ha detto - spero perchè ferito ed umiliato, non perchè definitivamente portato ad una scelta - che rinuncia agli ideali. Ma non ci credo. E comunque ha rifornito di ideali me.

(24 LUGLIO 2001, ORE 10)

 


27/07/2001

... i ricchi hanno dio e la polizia,
noi abbiamo le stelle ed i sogni.

La Globalizzazione dei grandi profitti sta avvelenando e surriscaldando
la terra, sterminando popoli con guerre piu' o meno esplicite, sta
sradicando culture millenarie, sta creando nuovi ghetti, nuove povertà
e nuove prigioni; l'ideologia del mercato sta plasmando gli individui
per renderli redditizzi consumatori e sta appiattendo le conoscenze, i
rapporti e persino i sentimenti personali per renderli oggetti
misurabili e vendibili. E sotto questo c'è l'interesse di pochi
spregiudicati detentori di potere: i grossi monopolizzatori del
commercio, le multinazionali e le loro coperture politiche di turno: il
G8, il WTO la BM e via dicendo.

Congregazioni che negli ultimi anni hanno deciso di attribuirsi
capacità decisionali planetarie senza chiedere il permesso a nessuno,
permettendo la nascita di uno scenario in cui pochi indiidui detengono
ricchezze maggiori di interi stati asiatici e africani e in cui sotto
le bandiere del pacifismo si usa la guerra come sistematico strumento
di risoluzione dei conflitti e si progettano scudi spaziali in grado di
tenere sotto controllo l'intero pianeta.

Insomma il livello di volenza e di menzogna è giunto ad un livello
cosi' alto che persino i potenti della terra sembrano convenire con le
ragioni di chi gli si oppone e gli si e' sempre opposto. Ecco allora
personaggi come Ruggiero, ministro degli esteri, in passato presidente
del WTO, dire di ambire agli stessi obiettivi di coloro che piu' volte
lo hanno preso a torte in faccia o lo stesso Berlusconi, che ha avuto
la corruzione ed il ricatto come massima aspirazione politica, volersi
innalzare a paladino dell'uguaglianza e dell'equita' internazionale.

Nell'organizzazione dell'assedio al G8 di Genova vogliamo ancora una
volta sperimentare la molteplicità dei linguaggi, di espoerienze, e di
conoscenze come forza di resistenza e di attacco a chi vorrebbe imporre
un mondo unico dominato dalla bandiera del profitto, sottolineando che
e' imprescindibile nostro diritto a manifestare e ribadendo che a
Genova saremo una moltitudine con una sola voce "Fermiamo il G8!".

STOP G8!

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ASCOLTO LE OPINIONI DEGLI ALTRI, MA NON SEMPRE LE CONDIVIDO....

IN QUESTO CASO NON SONO D'ACCORDO...

SOLO PERCHE' NON POSSIAMO TOCCARE CON MANO I FRUTTI DEL G8, NON SIGNIFICA
CHE NON CI SARANNO MAI.

CREDO CHE CI POSSA ESSERE UN G8.
NON LO SO SE IL G8 DI GENOVA SERVIRA' A QUALCOSA, PROVERO' A CHIEDERLO AD UN
MIO EVENTUALE FIGLIO TRA 30 O 40 ANNI, SE SARO' ANCORA QUI.

NON CREDO SIA GIUSTO DIRE BASTA AL G8.

CREDO SIA MEGLIO CHE ALCUNE PERSONE CERCHINO DI RISOLVERE IL PROBLEMA DELLA
GLOBALIZZAZIONE CON METODO ANCHE SE NON HANNO CHIESTO IL PERMESSO A NESSUNO,
PIUTTOSTO CHE NESSUNO SI INTERESSI DEI PROBLEMI DEL MONDO.

SECONDO VOI CHI SONO QUELLI CHE FANNO VERAMENTE QUALCOSA PER LE 24000
PERSONE CHE OGNI GIORNO MUOIONO DI FAME? CHI FA QUALCOSA PER LE ALTRE
MIGLIAIA CHE MUOIONO DI AIDS? E PER TUTTI GLI ALTRI CHE FANNO UNA VITA DI
MERDA?

CHI OGNI TANTO DA QUALCHE 1000 LIRE A QUALCHE ORGANIZZAZIONE CHE NON SI SA
BENE DOVE LI FACCIA ANDARE? MAH....

PABLOZ

 


 



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Scrivimi, commenti, idee... quello che vuoi

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