VECCHIO MONDO E NUOVO MONDO - … INTANTO E’ L’EURO, CONTROVALORE 1936,27 LIRE

Di GIUSEPPE IANNOZZI

Con il primo gennaio del 2002 è entrata in vigore la nuova divisa, l’Euro. Per anni se ne è parlato: molti si sono detti contrari, altri sin da subito si sono dichiarati entusiasti. Oggi è una realtà: la Lira non esiste più, o almeno cesserà di esistere entro il 28 febbraio dell’anno in corso, dopo ogni articolo che acquisteremo dovrà essere pagato rigorosamente in Euro.

Il primo gennaio del nuovo anno ha visto l’assalto di milioni di italiani ai Bancomat: tutti erano curiosi di veder quale foggia aveva la nuova moneta, l’entusiasmo subito sublimato all’ennesima potenza il giorno dopo è scemato così come i fumi dello champagne tracannato nella notte tra il 31 dicembre e l’inizio del nuovo anno.

La nuova moneta nei rapporti commerciali quotidiani è usata soltanto dal 10 per cento degli italiani, mentre il resto del Paese rimane ancora saldamente ancorato alla Lira: chi ha maggiori resistenze nei confronti dell’Euro non sono espressamente gli anziani, ma bensì un po’ tutti indipendentemente dall’età anagrafica, dalla regione geografica di appartenenza, dalla condizione sociale. Fatto è che l’Euro incute timore: molti sono pronti a dire senza troppe perifrasi che la nuova moneta imbarazza, insomma nonostante tutte le campagne pubblicitarie di informazione gli italiani non sanno dire quanto vale un Euro e soprattutto non si fidano ad usarlo negli scambi commerciali al minuto e al dettaglio. Come dargli torto? Se ieri ero sicuro che con diecimila Lire potevo acquistare un tot di prodotti, oggi con cinque Euro (l’equivalente o quasi di diecimila Lire) non è più vero; difatti 5 Euro non sono 10mila Lire, bensì qualcosa in meno, poche lire, è vero, ma alla fine della giornata, una volta spesi 5 Euro dal macellaio, per esempio, altri 12 dal fruttivendolo, poi 7 Euro e 55 centesimi in farmacia, l’italiano medio rimane un po’ sconcertato, insomma deve fare un po’ di calcoli per riuscire a capire quanto ha effettivamente speso nell’arco della giornata.

Il problema nasce dal fatto che un Euro attualmente vale 1936,27 Lire: ciò che lascia maggiormente perplessi sono i centesimi; chi mi sa dire, ad esempio, quanto valgono 55 centesimi e cosa potrei acquistarci? Certamente non è una domanda da un milione di dollari, ma per qualcuno, anzi per molti, lo è: digerire l’Euro, i diversi tagli della nuova divisa e soprattutto i centesimi (quindi gli arrotondamenti) non è propriamente facile neanche per gli addetti di settore come commercialisti e bancari, che non fanno nulla affatto mistero che l’Euro lo conoscono ma devono comunque aiutarsi con un convertitore e ragionarci sopra.

Qualcuno ha proposto di usare il Bancomat per i propri acquisti, almeno all’inizio: sarebbe una bella soluzione, ma non è detto che pagare con carte di credito sia la soluzione ottimale; ricordiamoci che gli ATM (gli sportelli di distribuzione automatica) sono programmati dalla mano dell’uomo, così pure il pagamento tramite Bancomat è programmato dall’uomo, quindi se c’è qualche errore di programmazione, alla fine si rischia di avere qualche brutta sorpresa nell’estratto conto.

Come si è detto in apertura di questo articolo, gli italiani sono scettici: sia i giovani, sia gli anziani, almeno per il momento, preferiscono continuare ad usare la Lira o pagare con carte di credito. Se qualcuno pensava che i più riottosi nei confronti dell’Euro fossero gli anziani, bene questo qualcuno dev’esser smentito perché contrariamente a quanto si potrebbe immaginare sono proprio i giovani che oggi continuano a spendere utilizzando la Lira e il Bancomat. Perché? Probabilmente i giovani, soprattutto gli adolescenti, sono pigri: se sui banchi di scuola dimostrano poca attenzione nei confronti dell’insegnamento, perché mai dovrebbero esser meno addormentati nella vita reale? Chiaramente scelgono la via più semplice, quella di continuare a pagare in Lire o con la loro carta di credito (o meglio con quella di papà e mamma). Inutile sperare che lo stato attuale delle cose possa cambiare dall’oggi al domani: oggi siamo il fanalino di coda nell’uso dell’Euro in Europa, domani non lo saremo più, ma dubito seriamente che ci si adatterà all’uso dell’Euro con facilità; penso che molti, moltissimi, si risolveranno a pagare i loro acquisti per il resto della loro vita tramite Bancomat. Comunque non mi sembra il caso di gettar fango gratuitamente addosso ai soli giovani, infatti un’altra fascia di italiani testardi sono gli imprenditori, che, a quanto sembra, continuano a pagare o in Lire o con Carte di Credito: questi signori che per primi hanno detto di sì all’Euro, oggi che ce l’hanno fra le mani non esitano a metter in mostra la loro Visa. Poi, un caso a parte, è quello dei piccoli centri urbani: qui la vita pare esser rimasta immutata, i prezzi degli articoli sono ancora rigorosamente in Lire e l’unica moneta accettata è per l’appunto la Lira.  Nei paesi la vita commerciale è quella del vecchio anno, il 2001: la Lira la fa da padrona in tutti sensi, chi era benestante continua ad acquistare utilizzando la Lira, chi aveva una pensione minima di neanche un milione di Lire continua ad arrangiarsi con la Lira e cerca di sbarcare il lunario.

L’Euro, la moneta unica, avrebbe dovuto far da collante per una Europa unita: or come ora l’Europa non potrebbe essere più marcatamente disunita; il Vecchio Continente non è il Nuovo Continente, non è l’America del Dollaro. Molti economisti ‘romantici e senza scrupoli’ si sono illusi che l’Euro avrebbe dato una nuova identità all’Europa: questi pensavano che l’introduzione dell’Euro avrebbe fatto del Vecchio Continente una sorta di America sotto la comune bandiera della stessa moneta, il che tradotto significa che molti economisti pensano (e pensavano) che l’Euro non sarebbe stato poi tanto dissimile dal Dollaro Americano, ma così non è stato. L’Europa ha tanti volti economici e politici, tante lotte interne irrisolte e sin tanto che la povertà non verrà abbattuta in ogni regione europea l’Euro rimarrà un fatto puramente economico e non di identità. E poi, un’altra considerazione: l’America, il Dollaro che è la vera bandiera made in USA, non mi sembra che sia poi tanto più unita socialmente e politicamente dell’Europa, difatti l’inopia, i jobless, gli homeless, nella grande America, sono problemi sociali che il governo locale spazzola via con le solite promesse che tutto prima o poi si aggiusterà: prendendo per buona questa considerazione, è possibile parlare di una America unita sotto la comune bandiera/identità del Dollaro? No, l’America non è unita, è una finta democrazia, illusoria, nel senso che sino ad oggi, storicamente parlando, il mondo dei filosofi e dei politici ha sempre parlato di democrazia reale ma solo in termini ‘poetici’, perché di fatto ‘il governo del popolo’ non è mai esistito in nessuna cultura e/o civiltà. E’ impossibile pensare di unire diverse etnie sotto la stessa identità economica solo grazie all’introduzione della moneta unica se prima le disparità, le ingiustizie economiche, non vengono risolte alla radice; è innanzitutto importante fare in modo che tutti possano modestamente godere dei servizi sociali essenziali, quindi in secondo luogo tutti dovrebbero poter avere una dimora fissa, un reddito dignitoso, l’assistenza sanitaria, ecc., solo così è immaginabile (solo immaginabile!) pensare di unire le diverse etnie europee sotto il comune vessillo dell’Euro. Ovviamente se tutti fossero uguali a tutti, allora potremmo parlare di democrazia reale, una mera utopia che purtroppo non sarà mai cosa concreta, perché la povertà a qualcuno sta bene, anzi la desidera, perché altrimenti non avrebbe più capitali da investire: i nuovi imprenditori rampanti, gli economisti, desiderano la povertà perché la intendono come un capitale a capitalizzato a lungo termine, un capitale che mai rischierà di inflazionarsi fin tanto che sarà da loro manipolato.

Ebbene la povertà, con l’avvento dell’Euro, sarà ancora cosa viva in quella che noi uomini civili ci ostiniamo a chiamare società civile: ancora molti, moltissimi, sfrutteranno la povertà, umilieranno l’uomo proponendogli lavori ridicoli mal retribuiti nel nome dell’Euro.

Ho la netta impressione che l’Europa entro qualche anno creerà i suoi ghetti, quelli dei nuovi poveri in perfetto stile americano: ci saranno zone come il Bronx americano e dall’altra parte nella Beverly Hills europea quelli che gli Euro gli usciranno dalle tasche tra una sniffata e un’altra di borotalco.

Il muro di Berlino è caduto, quando, non ricordo?! Credo che sia stato un sogno: io vedo un solido muro che divide l’Europa (e non solo la Germania!) in due esatte metà, una affollata da chi l’Euro ce l’ha e lo ostenta con carte di credito, l’altra che ne parla nel vano tentativo di riempirsi la bocca e lo stomaco con una illusione, quella che ora l’Euro ha reso tutti indistintamente uguali. No, l’Euro non ha cambiato il volto dell’Europa, o meglio, l’ha cambiato in peggio: ha marcato ancor più nettamente le differenze sociali/economiche di noi del Vecchio Mondo.

Quindi benvenuto all’Euro!

GIUSEPPE IANNOZZI


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